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Prime Esperienze

La torta di compleanno


di ringo00
12.05.2023    |    4.096    |    1 9.6
"Maria si mise all’opera: si fece una doccia rinfrescante, si profumó e preparò una borsa con dentro un cambio di vestiti e la sorpresa per Ringo..."
~ATTENZIONE~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA

A Maria68 con affetto

Quel giorno Maria era tutta emozionata: proprio quel venerdì erano esattamente sei mesi da quando era iniziata la sua relazione extra coniugale con Ringo, il suo amante, e proprio quel giorno era anche il suo compleanno. Si sentiva in vena di festeggiare, e decise di fare una sorpresa al suo uomo; non al televisionato perso nel suo fantastico mondo calcistico alla TV, ma all’altro, quello che sapeva farla sentire donna al mille per cento, l'unico a cui concedesse di scoparla nel culo. Nel culo… il ricordo di quando l'aveva presa l’ultima volta, così intenso e passionale, mmm… Maria sentí un piacevole prurito alla patata, desiderosa. Forse fu l’eccitazione a farle venire l’idea: Ringo le aveva dato una copia della chiave del suo appartamento, con una strizzata d’occhio e un sottointeso invito ad andarci quando lo desiderasse. Maria si mise all’opera: si fece una doccia rinfrescante, si profumó e preparò una borsa con dentro un cambio di vestiti e la sorpresa per Ringo. Scrisse un frettoloso biglietto al marito (STASERA NON TORNO,VADO DAL MIO AMANTE) E uscí di casa. Ringo non sarebbe tornato prima di due ore, aveva tutto il tempo per preparare la festa. Nella camera di ringo, davanti allo specchio, si spoglió completamente, osservando il riflesso della sua nudità: la superba nona misura, le forme piacevolmente morbide, il folto triangolo scuro tra le gambe, le cosce paffutelle. Aperta la borsa pescó un completino intimo molto sexy, di pizzo bianco traforato e trasparente. Lo indossò, il contatto del tessuto sulla pelle la solleticó piacevolmente. Osservò compiaciuta il risultato, è per esagerare abbinó un paio di calze a rete. Era pronta: mi manca solo un fiocco in testa, pensò ridendo. Proprio in quel momento sentí l’ascensore fermarsi al piano, e rumore di passi fuori dalla porta: ecco, ci siamo! Come lui aprí la porta, gli andò incontro: ” “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, amore mio…” disse gettandogli le braccia al collo.
Ringo era più che contento, era raggiante, sorpreso da quella visita inaspettata; rispose calorosamente alla stretta di Maria, dandole un lungo bacio. “Che bella sorpresa, Mary! E che bel completino che indossi…”
Arrossendo dolcemente, lei girò su se stessa, mostrandosi nella sua morbidosa femminilità: “Piaciuta la sorpresa, mio caro?” domandò maliziosa.
In tutta risposta lui la attirò a sé, facendole sentire la pressione del cazzo duro sul ventre. “Credo proprio che la risposta sia si, eheh~”
La mano di Ringo scivolò lenta sulla coscia di Maria, fermandosi sulla natica, che strinse con desiderio, mentre le sue labbra cercano nuovamente quelle di lei, che dava languide e morbide carezze al membro duro, intrappolato nei pantaloni. Ringo, con un gemito soffocato dal bacio, allontanò per un attimo Maria da sé, armeggiando furiosamente con la patta dei pantaloni: “Mi sborro nelle mutande, altrimenti “ disse ridendo. Calati i pantaloni vi balzò fuori, scalciando via le mutande. Maria accarezzò con lo sguardo quel membro marmoreo, sentendosi fiera di essere l’oggetto dei desideri del suo uomo. Si mise in ginocchio, e lanciata un’occhiata incandescente a Ringo lo prese lentamente in bocca. Lui sospirò, beato, ad occhi chiusi. Maria si lanciò in un pompino da manuale, rumoroso, bagnato, bollente: la punta di quel cazzo le sfiorava il palato, la lingua lo avvolgeva, lo accarezzava, pronta per una calda dose di crema. Per dare un po’ di pepe al tutto, Maria scopre le generose tettone, e il cazzo di Ringo le sussultó in bocca, la cappella gocciolava di già. È quasi cotto, pensò lei: accellerò il ritmo, usando un sacco di saliva, massaggiandosi al contempo i capezzoli gonfi. Prima ancora che potesse dire ah, Ringo cominciò a schizzare, molto più del solito! Una serie di fiotti di sborra calda e cremosa invasero la bocca di Maria, che pure provó a mandare giù, ma era troppa, e un rivolo candido le coló lungo il mento fino al seno. Ringo si lasciò crollare su una sedia, ansimando: “Che sborrata, ragazzi… Nessuna fa pompini meglio di te, Mary.”
Sinceramente compiaciuta, rivolse a lui uno sguardo affettuoso, ma quella sborra che le colava addosso… sarebbe stato uno spreco lasciarla lì. Così, sfruttando le sue gigantesche mammelle, Maria si portò ala bocca i residui di crema, che gustó gelosamente. A quello spettacolo Ringo restò lì a bocca aperta come una carpa, e Maria non riuscì a trattenere una risata; il cazzo stava riprendendo vigore, ma lei fu ferma: rimise le tette a posto e disse “Calma, caro, o resterai senza carburante! Abbiamo una lunga serata davanti…”
Lui colse l’allusione e si rivestì, mentre Maria si affaccendava ai fornelli. Cucinava con addosso quel sottile completo, con le forme deliziosamente esposte: quel maestoso fondoschiena calamitava lo sguardo, impossibile non guardarlo.
“Occhio che me lo consumi così, eh!” rise lei.
Maria preparò dei manicaretti da leccarsi i baffi, ma Ringo era goloso di ben altro: mangiò quasi con impazienza, non desiderando altro che concludere alla grande la serata. Quando finalmente Maria ebbe finito di lavare i piatti, si avviò verso la camera da letto, ancheggiando sensuale; “Vieni qui, amore…” disse, facendogli cenno con l’indice. Lui balzò in piedi e la raggiunse in un secondo. Maria improvvisó un balletto sexy, culmine del quale caló le mutandine, occhieggiando Ringo che sembrava faticare a trattenersi si mise a quattro zampe sul letto, culo all’aria e buchi bene in vista; agitó le chiappe: “Ho qui un bel dolce per te, amore, vieni qui e mangialo gelosamente…” Non serviva aggiungere altro: Ringo fu subito dietro di lei, la sua lingua vorace percorse quella figa cicciottella e bagnata, le morbide natiche e le cosce bianco latte. Maria se la godeva, presa completamente dal suo ruolo di torta di compleanno. Tra una leccata e l’altra sbirció Ringo da sotto, a testa in giu: aveva tirato fuori il cazzo, era più duro di prima, le vene prepotentemente tese; divaricó le cosce, offrendo la figa: “Alla torta manca la candelina…” ridacchió. Con un sorriso, lui la infilò, dolcemente, scivolando in quella tana paradisiaca. Maria si mordicchió le labbra, estatica: la afferrò per i fianchi e cominciò a muoversi, scopandola con ferma tenerezza. Non che a Maria dispiacesse il sesso un po’ più “rude”, ma ogni tanto anche la tenerezza era più che gradita. Non potè trattenere un acuto gemito quando l’indice di Ringo invase il buchino dietro, mentre l’altra mano le teneva una chiappa aperta. Mmm, gemette. Desiderava davvero tanto che finisse così, dare il culo all’uomo che amava era un modo perfetto per dimostrare tutto il suo amore. Al dito di lui se ne aggiunse un secondo, si muovevano in circolo, stuzzicandola dentro, Maria gemeva, presa dai due buchi insieme. A un certo punto Ringo le uscì: ecco che ci siamo, pensò lei. Ringo si chinò sul suo culo, leccando lentamente il buchino rosa, accolto da fremiti e gridolini da parte di Maria, che stringeva le mani sul copriletto, rapita dalla goduria. Dopo una lunga e piacevolissima leccata, la cappella di Ringo premette sull’accesso del piccolo pertugio: lei si rilassó, lo sfintere cedette, e lentamente il cazzo superò la rosellina anale, facendosi strada dentro di lei. “Ohhh ~” gemette, “siiii… ti amo, Ringo…”
Gli affondi partirono improvvisi, decisi, fino alle palle, che sbattevano sulle chiappe di lei; “Mary, sei… mmm… la mia porcellina… ohhh… ti amo anche iooo…:
A quelle parole Maria sentí il cuore palpitante in petto, lasciandosi andare completamente: alzò ulteriormente il culo, lasciando Ringo padrone del gioco; la scopava frenetico, implacabile, sembrava un treno in corsa, dando di tanto in tanto degli scherzosi schiaffetti sulle chiappe. L’orgasmo giunse impetuoso, entrambi raggiunsero l’apice del godimento quasi in contemporanea: Maria, con un ululato, riversó una cascata di umori sul copriletto già bagnato, mentre Ringo schizzó una lunga sborrata dritta nel retto di Maria, il cazzo stretto da quel buco serrato. Calmati gli ultimi spasmi del piacere, Ringo uscì, esausto, svuotato da quella scopata. Si lasciò cadere sul letto, pienamente soddisfatto: mai compleanno era stato tanto appagante. Maria lo raggiunge, mettendosi coricata vicina vicina, guardandolo con occhi colmi d’amore: “Ti è piaciuto, mio bel cazzone?” chiese, mentre la sua mano accarezzava languidamente il petto di lui. “Tantissimo, mia bella porcella” sorrise lui.
“Ora si che mi sento una torta” osservò allegramente lei, “sono bella farcita di crema!” Scoppiarono entrambi a ridere a quella battuta, finché un lungo bacio interruppe le risate. Maria scoprì i seni, mettendosi sdraiata: “Qua, amore, appoggia la testa qui, hai bisogno di riposare…” Lui non se lo fece ripetere, posò la testa su quel meraviglioso cuscino e chiuse gli occhi, mentre le dita di Maria gli accarezzavano teneramente la testa. Si addormentò come un bambino, cullato dalla sua morbidezza. Maria gli diede un bacio sui capelli: “Ti amo, amore mio.”
La mattina dopo Maria fu costretta a tornare alla sua monotona vita domestica, ma a differenza delle altre volte provava una sensazione piacevole: giocare alla torta di compleanno era davvero piacevole, un’esperienza da riprovare!

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