incesto
Osservando la zia Terry
di ringo00
28.09.2018 |
25.051 |
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"Allora abbandonai ogni imbarazzo: giravo con l'alzabandiera in bella vista, la zia non aveva nulla da obiettare; scoprii anche un piacevole giochino, per..."
~ATTENZIONE~ QUESTO RACCONTO È UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O LUOGHI REALI È PURAMENTE CASUALE Da quando avevo imbrattato il pube della zia Terry con il mio seme era cambiato il mio modo di vederla, non era più solo la zia, ma una donna, e ciò faceva un certo effetto al mio corpo; non aiutava certo il fatto di girare sempre tutta nuda per casa, con le sue tette sballonzolanti, il suo bel culo abbronzato e quel magnifico triangolo nero tra cosce... Dinnanzi a quel ben di dio, inevitabile che il mio pisello scattasse sempre sull'attenti, e la cosa mi metteva sinceramente a disagio, ma la zia, ridendo, mi diceva di non preoccuparmi, che per un adolescente era normale avere sempre il pisello duro.
"Tutta natura, caro..." diceva.
Allora abbandonai ogni imbarazzo: giravo con l'alzabandiera in bella vista, la zia non aveva nulla da obiettare; scoprii anche un piacevole giochino, per così dire: la zia era un asso dei fornelli, dalle sue mani uscivano manicaretti che sembrano preparati dagli angeli, e per cucinare indossava forse il solo "vestito" che portava in casa, ossia un grembiule di stoffa. Era un vero spettacolo vederla affaccendata ai fornelli, di spalle, con quel bel culone esposto ai miei occhi adoranti... Il sogno erotico per eccellenza, la donna di casa che cucina con solo il grembiule addosso; quella visione mi eccitava a manetta, e avevo un modo personale e abbastanza esplicito per dimostrarglielo: le arrivavo da dietro abbracciandole i fianchi con le braccia e contemporaneamente facendole sentire la mia presenza sul fondoschiena. Datemi del pervertito, ma era una cosa che mi piaceva da impazzire. La zia sorrideva, dandomi del maialino, dicendo di lavare le mani che il pranzo sarebbe stato in tavola da lì a breve.
E dopo certi pasti da leccarsi i baffi facevamo sempre la pennichella, ovviamente sempre senza vestiti, era la regola: appena tornavamo da qualche posto, la prima cosa da fare era levarsi tutto quello che indossavamo. Comunque, con la scusa del riposino, io ne approfittavo per sfogare le mie prime timide, incerte pulsioni sessuali: attendevo pazientemente che si addormentasse (beata donna, aveva il sonno pesante, per fortuna!) per poi passare all'azione... Che bei ricordi! Osservavo attentamente i suoi seni, la forma, i capezzoli, il contorno delle areole scure che seguivo con il dito, e più volte mi feci qualche poppatina, impossibile resistere alla tentazione. Però la cosa che mi incuriosiva di più era ciò che si celava tra le gambe della zia: da qualche parte, tra quei riccioli corvini c'era qualcosa di rosa e carnoso, molto invitante per la vista... Me ne ero accorto durante il bagno, una volta in cui la zia sedeva a gambe aperte sul bordo della vasca, e fin da subito aveva destato il mio interesse.
All'epoca non si faceva educazione sessuale a scuola, e complice la mia ignoranza sull'anatomia femminile, mi arrovellavo sul cosa potesse essere quella "cosa" misteriosa. Aspettai finché un bel giorno capitó che la zia si addormentò sdraiata sulla schiena, e colpo di culo, con le cosce spalancate. Era il momento perfetto: gattonai silenzioso sul letto e mi misi in posizione. In effetti c'era qualcosa: una striscia verticale, divisa in due, di un bel rosa acceso che andava a perdersi tra i pelini del pube. Rimasi per un attimo a fissare incantato quel pertugio, senza nemmeno immaginare che ciò era il santuario di ogni donna, la sua parte più preziosa... Provai a sfiorarla con il dito: era morbidissima, piacevole al tatto, cominciai a stizzicarla con garbo, quando a un certo punto la sentii rilassarsi, le labbra di quella meraviglia stavano schiudendosi come un fiore, e per la prima volta potei ammirare una fica di donna in tutto il suo splendore. Insistetti col dito, provando a forzare quel fiore, e entrò facilmente: dentro e fuori, sembra anche che si stesse inumidendo, chissà per quale motivo... Quel bel pezzo di carne mi eccitava, il mio pisello era teso allo spasmo, così presi a masturbarmi lentamente, per non svegliare la zia. Arrivai ben presto all'orlo della venuta, ma quella volta non mi feci cogliere impreparato, giusto un attimo prima di scoppiare mi recai in bagno e mi liberai nel water. Mi passai l'indice sotto il naso, era ancora umido: un profumo inebriante, nulla che avevo mai sentito prima di allora. Senza pensarci lo leccai, e un gusto leggermente amarognolo incontrò le mie papille gustative, facendo correre un brivido per la mia schiena. Dovevo scoprire di più sul fiore che la zia aveva tra le cosce... Le osservazioni erano appena incominciate...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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