Prime Esperienze
La piccola peste al mare
di ringo00
03.01.2025 |
3.210 |
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"Ridacchió alla mia espressione da zombie, ricoprendosi la tetta: “Ti è venuto qualche prurito, cucciolo?”
In tutta risposta la riportai quasi di peso in..."
~ATTENZIONE ~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA Ormai era ufficiale: io e Cri, la piccola peste, eravamo diventati una coppia. Avevamo deciso di tenere la cosa segreta, almeno per un po’, ma il lunedì, al rientro sul posto di lavoro, appena mi vide esclamò “Cucciolo!” correndo verso di me tutta felice. Credo di essere stato sul punto di morire dall'imbarazzo: tutti i colleghi ci guardavano stupiti, per poi scuotere la testa sorridendo. Anche Paola, dopo una breve perplessità, ci sorrise, mostrando il pollice all’insù. Avevo come intenzione di dire sue parole a quella piccola intrigante, ma il suo sorriso e quegli occhioni da cerbiatta ebbero la meglio sui miei propositi. Le cose andavano alla grande, dopo qualche tempo andammo a vivere assieme, a casa mia: sembravamo una coppia di sposini, e tutti i vicini ci facevano i complimenti, ma che bella fidanzata, ma com’è bella, ma quando un bel bambino… A quelle domande da vecchie zie rispondevo evasivamente, ma lei, sorridendo compiaciuta, rispondeva che le sarebbe piaciuto avere un bambino. Effettivamente, a ben pensarci, Cri era il tipo di ragazza che figura bene con un pargolo fra le braccia. Comunque, arrivò finalmente il mese di agosto, con le tanto sospirate vacanze estive: avevamo deciso di farci una settimana al mare, in una quieta località zona Riccione. Ci comportavamo come ogni coppietta di questo mondo, facendo lunghe passeggiate sulla spiaggia tenendoci per mano eccetera. Proprio il tenerle la mano mi metteva un po’ in imbarazzo: Cri lo notò presto, e con quel suo adorabile sorriso da bimba impertinente disse “Cucciolo, sei davvero strano… Mi hai baciata, mi hai toccato le tette, hai infilato la mano nelle mie mutandine e poi abbiamo fatto sesso un sacco di volte, eppure ti imbarazza tenere la tua ragazza per mano? Che amore…”
Distolsi lo sguardo per un attimo, borbottando tra me e me, e Cri continuò a punzecchiarmi: mi prese a braccetto all’improvviso, facendomi sentire la dolce pressione del suo seno sul gomito; a quel contatto mi sfuggì un versetto da roditore, e lei rise graziosamente: “Ma guardati”, disse in tono affettuoso, “sei tutto rosso…” Mi trovai a sorridere a mia volta: come potevo essere arrabbiato con lei?
Parlando di passeggiate romantiche, ricordo che una mattina accadde un fatto che diede un po’ di pepe alla giornata: era verso le dieci, il sole picchiava e la spiaggia era affollatissima; Cri si guardava attorno, e ad un certo punto mi afferrò il braccio: “Cucciolo, guarda, guarda!” disse puntando qualcosa nei paraggi. Guardai nella direzione del suo indice e notai una ragazza su una sedia a sdraio che esibiva ai passanti lo spettacolo di un topless sfacciatamente attraente. “Hai visto?” continuò, tutta eccitata, “quella ragazza ha due tette enormi!”
Ammisi che si, erano decisamente notevoli, e sul viso di Cri comparve il solito sorrisetto beffardo: “Ehi, qualcosa da ridire sulle mie tettine?” disse, dandomi un pugnetto scherzoso alle costole.
Guardai giù, verso quelle due belle collinette rosa che si muovevano a ritmo con il suo passo: “Ine… parliamone…” obiettai.
“Beh, sono piccole rispetto a quelle di Paola… Sto ancora crescendo…” Tacque per un attimo, pensierosa, per poi tornare alla carica: “Dimmi, cucciolo, quale preferisci? Le mie o quelle di mia sorella?”
Domanda pericolosa: cercai di sviare il discorso, ma Cri non era una da mollare facilmente, mi incalzava sollecitandomi a rispondere. Alla fine, in qualcosa di appena più forte di un sussurro dissi “… le tue, Cri…”
Sorrise compiaciuta, stringendosi a me. Per un po’ se ne stette lì buona, poi improvvisamente lasciò andare il mio braccio, piantandosi davanti a me con un sorrisetto volpino: ahia, pensai, ci siamo. Ormai la conoscevo abbastanza da sapere che quel sorriso era il segnale che la sua testolina porcella stava macchinando qualcosa; detto fatto, Cri si fece vicina vicina e, tenendo la mano accostata alla bocca, mormorò “E se tipo ora mi facessi una bella corsetta con le tette al vento???” Deglutii: mentre lo diceva, le sue dita armeggiavano maliziosamente con il laccetto del reggiseno, rivelando quella piccola valle tra i seni. Con uno sforzo erculeo dissi “Ma sei fuori, c’è gente qui, non si può!!”
Si fece una gran risata: “Cucciolo, tranquillo, sto scherzando, dai… Tu sei l’unico che può vedermi senza veli, lo sai…”
Mi riprese sottobraccio, posando la testa sulla mia spalla; quel contatto così intimo e dolce mi tranquillizzó, almeno finché Cri mi chiese di guardare verso di lei, e con mia enorme sorpresa scostò la coppa del seno sinistro, mostrando fugacemente la tetta: bianca, succulenta e dal capezzolo che sembrava un muto invito. Ridacchió alla mia espressione da zombie, ricoprendosi la tetta: “Ti è venuto qualche prurito, cucciolo?”
In tutta risposta la riportai quasi di peso in albergo, e raggiunta la stanza chiusi a chiave, mettendola all’angolo; sorrideva beata, un sorriso innocente da vergine Maria. Stavo per farle un bel discorsetto quando mi bació a tradimento, lasciandomi basito: la rabbia evaporó rapidamente, mi calmai e risposi al bacio, accarezzandole la guancia. Dopo un po’ ci separammo; Cri mi rivolse uno sguardo dolcissimo, tenero e tiepido: “Meglio, adesso? Ti sei calmato?”
Annuii, e lei proseguì: “Sei troppo teso, cucciolo, lasciati andare… Anzi, so io come farti rilassare…” Mi fece sedere sul letto e si accucció tra le mie gambe: diede lunghe, languide carezze alle cosce, strappandomi qualche brividino, le sue mani erano calde e vellutate, sembravano create apposta. Tutto bene fino a quando la sua mano si concentrò sul mio inguine; stesso visetto innocente, mentre le sue dita vagavano sul mio cazzo che iniziava ad alzare il capo. Dai e dai, mi ritrovai in piena erezione: Cri lo tirò fuori, osservando soddisfatta la sua opera. “E adesso?” le dissi, malizioso. Non si scompose per nulla: “Adesso ci penso io a questo bimbo cattivo. Ricordi? Abbiamo un pompino in sospeso…”
Ricordai la nostra prima volta, quando confessò di volermi fare un lavoretto di bocca ma di essere troppo eccitata: adesso sembrava proprio l’occasione perfetta. Cri si legò i capelli in una coda, fissandolo con l’elastico che portava al polso; un gesto banale, che tuttavia la faceva apparire mostruosamente sexy. Strinse delicatamente la base del mio cazzo, soppesando le palle gonfie. “Mmm~, senti che roba… Qualcuno è bello pieno, eh, cucciolo?” Feci spallucce, sorridendo, e lei disse “Adesso ci pensa la tua Cri a farti stare meglio. Rilassati e lascia fare…”
Le sue tenere labbra avvolsero lentamente la cappella, che sparí nella sua bocca: era morbida, caldissima, una tana paradisiaca. Piano piano stava prendendolo tutto, il suo mento arrivò a sfiorare le palle, facendo poi il percorso inverso. Si leccó le labbra, da vera lasciva: “È valsa la pena di aspettare, il tuo cazzo è fantastico…”
A quelle parole il membro sussultó nella sua mano, e Cri tornò a succhiarlo tutta felice; insisteva sulla cappella, una specie di mini pompino, la manina saldamente ferma alla base. Me la stavo godendo alla grande, quando mi venne un’idea: con la mano raggiunsi la spallina del costume, giocherellando distrattamente. Non sfuggì alla mia maialina: “Oh? Che c’è, vuoi che mi tolga il pezzo di sopra?”
Feci sì con la testa, in attesa: “Vuoi le mie tette? Le mie morbide, calde tette?” chiese in tono giocoso. Al mio assenso lasciò per un attimo il mio cazzo, e voilà, con un movimento da strip tease il reggiseno voló in un angolo. Ma non era finita: Cri balzò sul letto, mettendosi sdraiata. Indicò la piccola fessura tra le tette, con un sorriso eloquente. Non mi feci pregare: le montai sopra, posizionando il cazzo duro fra le sue tettine. Quando le strinse, mi sfuggì un gemito: morbidissime, erano una vera coccola, Cri le teneva schiacciate una contro l’altra, lasciando uno stretto passaggio. Ero abbastanza lubrificato, perciò il movimento non incontrò resistenza, solo di tanto in tanto Cri faceva colare un filo di saliva, giusto per sicurezza. La spagnola procedeva a meraviglia, vedere la propria fidanzata da quella angolazione era il massimo. “Stai scopando le mie tette, cucciolo… Dimmi, è piacevole?”
Domanda inutile, certo che si, anzi, stavo facendo forza su me stesso per resistere e godermela il più possibile. Cri tirò fuori la lingua, dando piccole leccatine ogni volta che la cappella faceva capolino vicino alla sua bocca. Non poteva durare a lungo: il mio cazzo tremava, sarebbe esploso a breve; Cri non disse una parola: mi spinse via, mettendomi pancia all’aria, e mi balzò sopra. Non stette neanche a togliere la mutandina, la scostò giusto il necessario per infilarsi sul mio cazzo. Mi cavalcó furiosamente, dandomi baci da levare il fiato, mentre dal canto mio le accarezzavo le tette a piene mani, affondando in quella tenera carne. Le scoppiai dentro dopo un paio di minuti, era impossibile resistere oltre: Cri gemeva sommessamente, soffocata dal bacio. Quando l’orgasmo si placó per entrambi, le nostre labbra si separarono, unite da un filo argenteo di saliva. Aveva il fiatone, le sue guance erano dolcemente arrossate, era decisamente sottosopra, e confesso di essermi sentito fiero di averla soddisfatta. Dopo essersi calmata mi strinse al seno, sentivo il suo cuore battere ancora fortissimo; “Sei fantastico, cucciolo, sono così felice di averti accanto…”
Mi lasciai accarezzare, la faccia affondata in quel bel seno caldo e accogliente. Credo di essermi assopito, dato che quando mi sveglia Cri era accanto a me, profondamente addormentata. Le misi addosso una coperta, guardandola dormire, bella come la principessa di una favola. La mia principessa porcellina, sorrisi tra me. Avevo come l’impressione che quella vacanza avrebbe riservato molte sorprese…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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