Prime Esperienze

L'Evoluzione


di ask2me
15.01.2021    |    784    |    6 9.7
"I chilometri, passavano stanchi! Torino… Milano… Brescia… il mangiacassette continuava a suonare canzoni di un’intera generazione in particolare dei..."
Era oramai estate inoltrata. I chilometri, passavano stanchi! Torino… Milano… Brescia… il mangiacassette continuava a suonare canzoni di un’intera generazione in particolare dei cantautori italiani… Nonostante io avessi preferito ascoltare: Carl Orff o Béla Bartók…  Ma questa non era una condizione prevista! A quel tempo, per andare in Jugoslavia ci voleva il Passaporto… io mi ero preoccupato fin da quando era stato deciso di andare in un villaggio naturista dei primi anni ’70 per passare le vacanze estive, in Istria, a luglio, non fa caldo, ma l’acqua è bella calda! Si stava molto bene, il cambio era favorevole… specialmente se si fossero trasformate le Lire in Dollari… e poi conseguentemente in Dinari! Moneta corrente del momento!
Quando arriviamo a Trieste dico ad Aleska: “Prepara il passaporto fra poco dobbiamo passare il confine!” ed aggiungo: “Tutto OK?... la data di scadenza, la marca da bollo, tutto perfetto?” il silenzio crolla immediatamente, a questo punto chiedo: “Qualche cosa non va? Tutto OK?” ma il silenzio permane, fin quando lasciando Trieste per salire verso la frontiera, mi dice: “Fermati! Dobbiamo tornare a Trieste!”
La guardo stravolto: “Ma cosa succede?” dico… un po’ adirato!
Lei, senza guardarmi, mi dice: “Devo andare in questura, devo far verificare il Passaporto!” io non capisco e dico: “Ma cosa vuol dire: far verificare il passaporto?” aggiungo: “Il passaporto, o c’è ed è valido, o non c’è!!!”
Un attimo di silenzio, poi con un sibilo: “Non è valido… è scaduto!” la guardo con l’occhio da pesce rantolante e dico: “Quindi?” ma Lei abbastanza tranquilla mi dice: “Portami alla Questura di Trieste… vediamo che si può fare!” io subito, non capivo, ma arrivando davanti alla Questura dalla cabina di fronte ad essa… ho incominciato a capire… la catena era abbastanza semplice: Direttore della Banca in cui avevamo il conto (Suo amichetto primaverile), Questore di Torino (amichetto delle feste di Bardonecchia) Colonnello dei Carabinieri (partecipante ad esse…) amico del Questore di Trieste, al quale Lei si è rivolta direttamente, avendo avuto il suo numero di telefono da quello di Torino e dopo qualche telefonata… (considerate, che a quell’epoca, non esistevano ancora i cellulari) ecco spuntare la strada aperta per il rinnovo del passaporto, alle 18 del pomeriggio di quel lungo giorno d’auto!
Alle 19… tutto era compiuto e tutto era sistemato, passaporto, strada libera per arrivare a Koversada e verso le 21:30-35 eccoci arrivati giusto in tempo per poter ancora entrare la chiusura della reception era alle 22!
Ora, molti si chiederanno, ma come hai fatto? Ma come hai potuto sopportare una situazione di questo genere, bene la storia è lunga ed ha radici abbastanza lontane nel mondo di quello che era un certo ambiente libertario degli anni ’70! Oggi, è tutto più facile, ci sono i Privè, ci sono i siti di incontri, c’è una forma di complicità che permette di essere “disponibili” in quel periodo storico, non era così! Però c’era, in certi ambienti paraintellettuali un desiderio di assoluta libertà, una convinzione precisa di poter disporre di “se stessi”, le femmine proclamavano che: “il corpo è mio ed io ne faccio cosa voglio” i maschi dicevano che fosse giusto non solo di avere rapporti extramatrimoniali, ma che fossero soddisfacenti rispetto al matrimonio, condizione, mai raggiungibile senza COMPLICITA’.
Esatto, era sufficiente introdurre la variabile “COMPLICITA’” e tutto si sarebbe appianato, come il mare tranquillo al tramonto, in qualsiasi posto ci si trovi al mondo!
Una variabile, però difficile da inserire in un rapporto marito/moglie, in un rapporto fidanzato/fidanzata, perché si doveva superare il concetto di “rapporto” per passare a quello di uomo/donna! Senza un rapporto diretto, eventualmente legato alle problematiche sociali, ma non amorose!
Cioè provo a spiegare meglio… se si prende un rapporto uomo/donna e lo si spoglia dalle sovrastrutture sociali, diventano simili… anzi uguali, due umani! Fra di loro si possono intessere tutte le relazioni che la società ci ha proposto o imposto, ma rimangono due esseri liberi!
Oggi molta gente open-mind ha incominciato a capire a riflettere sul modo più positivo possibile di comportarsi, noi sessantottini abbiamo aperto la strada ma l’evoluzione è molto lenta… Io mi siedo tranquillo sulla mia poltrona e guardo cosa succede attorno! Forse un giorno o l’altro, imparerò qualche cosa! Baci.
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