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Mio cugino e il sacrestano


di armaco854
19.03.2024    |    595    |    0 9.6
"Andava tutto a gonfie vele, io stavo diventando bravo con il calcio balilla e giocando con gli altri miei amici ci divertivamo moltissimo..."
Questo racconto non è frutto di fantasia, ma di realtà che vado a raccontare, ma riguarda la pubertà di mio cugino Marco(nome di fantasia). Quello che vado a raccontare non è altro che l’esperienza vissuta in adolescenza da un mio cugino ,con il quale fin da ragazzini ,quando andavo al paese ,avevo molto affetto e complicità, è uno dei pochi che vedo solo saltuariamente perché vive in un paese delle marche . Queste cose me le ha confidate qualche mese fa, perché mentre ci stavamo facendo una chiacchierata, ci siamo accorti che avevamo dei segreti che ci accumunavano e ho il desiderio di condividere la sua esperienza con voi. Nel mio racconto descriverò i fatti come se fosse lui a raccontarlo: - “ -Avevo 11 anni quando per poter fare comunione e cresima ( a quei tempi si faceva tutto insieme), dovetti andare al catechismo, la parrocchia era a circa 500mt dalla nostra casa e quindi si andava a piedi, cosa che si faceva per molte altre cose, non c’erano tutti i mezzi che ci sono al mondo di oggi. Per i miei genitori , mia madre lavorava mezza giornata facendo le pulizie ad una casa di signori, mio padre era manovale e lavorava in una ditta edile, quindi io dopo la scuola e dopo i compiti, non dovevo fare altro che giocare e due volte a settimana andare al catechismo. Al parroco venne l’idea, a noi che dovevamo fare la comunione e cresima, di farci fare anche i chierichetti, per convincerci ci prospettò la possibilità di poter giocare a calcio balilla e a ping pong nelle stanze adiacenti la sacrestia. Noi eravamo strafelici e anche mia madre lo era, perché poteva stare tranquilla che non avremmo preso strade con giochi pericolosi o cattive compagnie e così iniziò un nuovo modo di passare le giornate. Andava tutto a gonfie vele, io stavo diventando bravo con il calcio balilla e giocando con gli altri miei amici ci divertivamo moltissimo. In parrocchia , a dare una mano al parroco c’era Antonio ,un uomo sulla cinquantina, che faceva da tutto fare e da sacrestano, molte volte si divertiva a vederci giocare e a darci consigli, notai che molte volte, quando lo faceva ,sembrava che era interessato più a darli a me anziché agli altri e spesso avvicinandosi mi faceva i complimenti e mi carezzava i capelli. Un pomeriggio ,come spesso facevo anche quando non dovevo fare catechismo, andai in parrocchia per passare come al solito un po’ di tempo con i miei amici chierichetti, ma sorpresa, non ci trovai nessuno, aspettai circa un ‘oretta ,ma niente ,non arrivò nessuno e mentre me ne stavo per tornare a casa mi sentii chiamare da Antonio, il tutto fare ( sacrestano), mi disse che, visto che mancava poco all’ora di suonare le campane, se mi sarebbe piaciuto imparare a suonarle, io sorpreso da quella strana richiesta e curioso di vedere come si faceva accettai. Dovemmo aspettare quasi un ora dall’ora stabilita , per passare il tempo Antonio mi chiedeva informazioni sui genitori ,che lavoro facevano, come andavo a scuola ,cosa mi piaceva fare, ecc.ecc. Arrivata l’ora ci avvicinammo sotto il campanile, dove c’era la corda tirare per far suonare la campana e così lui mi fece aggrappare con tutte e due le mani alla corda e mi disse ti cominciare a tirarla, non vi dico come era duro tirare quella fune, Antonio sicuramente sapeva che io non ce l’avrei fatta e così corse in mio aiuto, si mise dietro di me e con le sue mani ,più in alto delle mie, iniziò a tirare anche lui, chiaramente lui era decisamente più forte di me, così la corda iniziò a scendere muovendo la campana sopra il campanile, Antonio sempre dietro di me mi disse di non mollare mai la fune e di seguire il suo corso, ma io leggero come ero andavo su e giù appresso alla corda . Oramai la campana aveva iniziato ad ondeggiare regolarmente e io, sempre con le mani sulla corda ,andavo su e giù, dietro di me Antonio ,quasi attaccato continuava a tirare e lasciare la corda ed io iniziai a sentire dietro la schiena qualcosa che mi strusciava e che si puntava all’altezza del sedere , mi girai verso Antonio per capire cosa stava succedendo, ma lui mi disse di continuare e di non preoccuparmi. Questa suonata di campana durò alcuni minuti e quando lasciammo la corda e mi girai soddisfatto verso Antonio ,mi accorsi cosa era quella cosa che sentivo ogni volta che scendevo, lui quasi dispiaciuto mi disse che era per colpa mia se lui aveva avuto quella reazione e che lo strofinamento che avveniva ogni volta che scendevo le aveva causato quell’ingrossamento al basso ventre. Io ancora neanche sapevo cosa poteva causare una reazione così al pisello, a me non era mai successa e non capivo, Antonio poi mi tranquillizzò e mi disse che c’era un modo per riportare il “coso” in posizione normale e mi invitò, con la promessa che mi avrebbe pagato un gelato se gli avrei risolto il “problema” . Io ci pensai un po’ e non sapevo a cosa andavo incontro, ma visto che di gelati in casa mia non se ne vedevano un granchè, la golosità prese il sopravvento e anche se non sapevo cosa dovevo fare accettai. Antonio, sicuro di se e che il parroco li al campanile non ci sarebbe venuto, iniziò a sbottonarsi i pantaloni , li tirò giù e attraverso i bottoni delle mutande fece uscire il “problema “ da rimettere in sesto. A quella vista spalancai gli occhi e non credetti a quello che stavo vedendo, non pensavo che un pisello potesse essere così grande e che la punta fosse scoperta ,violacea e lucida, lui mi tranquillizzò e mi disse che era tutto normale ,solo che bisognava fare qualcosa per farlo tornare a riposo, quindi mi fece avvicinare, prese la mia mano e se la portò sul suo problema, io seguii quello che mi indicava di fare e così me lo fece impugnare, mi servì l’aiuto anche dell’altra mano per poterlo avvolgere, poi mi invito a massaggiarlo andando con le mani su e giù, non avevo mai fatto una cosa del genere, avevo sentito delle volte dai più grandi parlare di seghe, capii in quel momento cosa intendevano, solo che quando loro ne parlavano, ognuno diceva che se le facevano da soli, non che uno le facesse all’altro. Oramai ero in gioco e non vedevo l’ora di andare a mangiare il gelato promesso, così lui in piedi davanti a me ,io in ginocchio con le mani sul quel palo rigido, continuai ad andare su e giù con le mani, mi disse di aumentare il ritmo, iniziò a respirare affannosamente fino a che ,insieme ad un mugolio soffocato sentii delle contrazioni nelle mani e di seguito un liquido biancastro mi schizzò inondandomi la faccia e che per poco non mi entrò dentro gli occhi. Antonio con un sorriso mi disse che ero stato bravissimo e che da grande avrei fatto il medico perché sapevo già curare le persone con problemi improvvisi. Non ero convinto che avevo fatto una cosa buona, ma quando andammo via per andare al bar già i miei dubbi passarono. Con la scusa di offrirmi il gelato Antonio mi convinse a fare queste cose molte altre volte, non ne parlai mai con nessuno, ero il suo segaiolo personale e per me era diventata una cosa normale , in più avevo sempre il gelato pagato d’estate e in inverno pastarelle di cui ne andavo matto. Nel frattempo la curiosità venne anche su di me e provai a segarmi da solo per sapere cosa avrei provato, visto che ad Antonio piaceva molto, non sapevo a cosa andavo incontro e volli iniziare a toccarmi per vedere la reazione, in effetti la mia mano esperta sull’altro sembrava funzionasse anche su di me, così iniziai a segarmi e vedere il mio cosino che si induriva, poi continuando a fare su e giù ,ad un certo punto sentii come una scossa che mi mise paura, dal pisello non uscì niente e per fortuna dopo un po’ torno in posizione di riposo. Quella mia prima sega mi fece stare in ansia tutto il tempo fino a che non lo dissi ad Antonio , che mi tranquillizzò dicendomi che era normale e che ci sarebbe voluto del tempo prima di emettere quel liquido anche io. Quell’anno si conclusero le lezioni di catechismo, ma continuai insieme ad altri due a fare il chierichetto , dopotutto il bigliardino mi piaceva, facendo le seghe ad Antonio avevo anche il gelato assicurato, quindi andava bene così. Continuando a frequentare la parrocchia ,l’amicizia con uno dei chierichetti era diventata sempre più forte e un giorno vidi Nicola, così si chiamava, serio e sembrava preoccupato, io cercai di capire cosa avesse , ma non voleva proprio dirmi cosa le succedeva, io insistetti tanto che alla fine mi confidò, facendosi promettere che non lo avrei detto a nessuno, cosa lo faceva stare così. Mi disse ,quasi piangendo, che Antonio, il sacrestano gli faceva fare delle cose sporche, spiegando che gli faceva le seghe e che da un po’ di tempo pretendeva che glielo prendesse anche in bocca e anche se non voleva farlo tutte le volte finiva così e gli schizzava in bocca. Io rimasi paralizzato , non mi sarei mai aspettato una cosa simile da Antonio, come se mi avesse tradito ed ero quasi geloso che lo facesse con un altro, logicamente Nicola non sapeva di me e lui e neanche gliene parlai. Cercai di tranquillizzarlo e di spingerlo a lasciare perdere di fare quelle cose con un uomo molto più grande di lui e che davvero erano cose sporche e non si dovrebbero fare. Non lo convinsi di sicuro ,però si tranquillizzò e nei giorni successivi lo vidi sempre sereno ed io non tornai più sull’argomento . Quella confessione però mi turbò, ma non volli affrontare la cosa con Antonio, però in uno dei giorni a seguire, mentre gli facevo il solito servizietto, mentre lo segavo gli chiesi se gli sarebbe piaciuto che glielo prendessi in bocca, lui non se lo fece ripetere e mi disse : - daiii, mi piace si!!! prima di iniziare però a me sfuggì una frase e senza rendermene conto che era un segreto gli dissi : - Poi mi dici se sono più o meno bravo di Nic..!! ….. interruppi improvvisamente quello che stavo dicendo! avevo fatto una cazzata a fargli sapere che sapevo, per fortuna lui non si scompose , come se non avesse sentito e si mise a disposizione della mia bocca, io titubante stavo per prendere per la prima volta un cazzo in bocca, era difficile inserirlo perche la bocca era piccola ,ma la cosa era fatta e dovevo andare avanti, per la prima volta sentii l’odore e il sapore del suo cazzo e devo dire che la cosa non era brutta come pensavo e come mi chiedeva lui iniziai a leccarlo su tutta la lunghezza e larghezza e ogni tanto infilavo di nuovo la sua cappella gonfia e lucida tra le labbra, lui mi prendeva la testa tra le mani e guidava i miei movimenti, provavo una sensazione nuova molto gradevole e non capivo perché a Nicola non piaceva, Antonio non ci mise molto a venire, la cosa gli piaceva davvero e ad un tratto, con un gemito soffocato mi bloccò la testa con le mani facendomi tenere almeno la metà del suo cazzo in bocca riempiendomi la gola del suo liquido caldo che per non soffocare dovetti ingoiare . concluso il pompino Antonio mi riempì di complimenti ,mi fece capire che ero stato bravissimo e per ricompensa quella volta oltre al solito gelato, mi regalò mille lire. Ero strafelice di come erano andate le cose, in fondo la cosa non era poi così disgustosa come si poteva ipotizzare. Tornando a casa, guardavo il campanile della chiesa e pensavo a chissà quante cose e con chi Antonio avesse fatto in quella base del campanile con la scusa di suonare le campane; pensai anche a Nicola , che avevo considerato un rivale e forse per questo mi ero offerto a fare il pompino ad Antonio. Da quel giorno, oramai avevo anche raggiunto i 12 anni, i nostri giochetti erano diventati più completi e tutte le volte mi veniva in bocca, però Antonio diventava sempre più audace e iniziava a palparmi il sedere, devo ammettere che la cosa non mi dispiaceva finche un giorno mi disse che lo avrebbe voluto vedere senza indumenti, eravamo in confidenza e anche se ero un ragazzino non ci trovai niente di male, era estate e avevo i pantaloncini corti e non ci misi molto a toglierli e fargli osservare ìl mio sedere nudo. Mi riempì di complimenti e lo volle toccare iniziando a strizzarmi le natiche, ebbi subito dei brividi, la cosa mi piaceva proprio, quindi rimasi a disposizione delle sue mani, mi si era addrizzato anche il mio pisellino e la cosa era veramente piacevole, poi mi fece appoggiare le mani sul muro e lui dietro di me con molta delicatezza iniziò a provare ad infilare un dito nel mio buchino , strinsi le natiche perché avevo paura che mi facesse male ma lui mi disse di stare tranquillo che non sarebbe successo , cedetti alla sua richiesta e lui si bagnò il dito con la saliva e bagno anche il buchino, poi piano piano provò a farlo scivolare dentro, a me quel dito iniziava a dare un certo fastidio e non mi piaceva , così cercai di sottrarmi ma lui insistette ,mi disse che mi sarebbe passato subito quel fastidio e mi promise di regalarmi altre 1000 lire, io di soldi a casa ne ricevevo davvero pochi e colsi l’occasione per rimpinzare la mia misera cassa, quindi mi rassegnai e stetti al suo gioco. Antonio si mise all’opera e ogni tanto toglieva il dito e lo ribagnava con la saliva, ogni volta che faceva questo e infilava nuovamente il dito ,lo stesso entrava sempre più ed io invece sentivo sempre meno fastidio ; per paura che si accorgesse che la cosa mi stava quasi piacendo e per il rischio che non mi avrebbe dato i soldi fingevo che mi stava facendo un po’ male, lui continuò a tranquillizzarmi che presto avrei avuto solo piacere. Oramai era riuscito ad infilare tutto il dito dentro il mio culetto , avevo brividi di piacere e lui si accorse che la cosa mi piaceva, così iniziò a muoverlo e sfilarlo e infilarlo di nuovo in modo sempre più veloce, il mio pisello era durissimo, ma lui da dietro non lo vedeva, io iniziai a toccarmi e mi dava piacere, Antonio si era reso conto che il mio buco non faceva più nessuna resistenza , provò ad aggiungere un ‘altro dito e sussurrandomi all’orecchio , mi disse che mi stava preparando per la prossima cosa che avremmo fatto, cioè mi voleva infilare il suo cazzo nel culo , in quel momento avrei voluto scappare ,non avevo nessuna intenzione di farmi rompere il mio buco con il suo cazzo che non era certo piccolo , ma lui insistette con il secondo dito che alla fine con un po’ di dolore riuscì ad infilarlo in fondo ,io stetti per urlare , ma lui mi tappò la bocca cercando poi di tranquillizzarmi. Io ero ancora con le mani appoggiate a l muro e Antonio con le sue due dita nel mio culo iniziava a muoverle su e giù, il dolore piano piano si affievolì ed io acconsentivo con piacere quel movimento, constatai che aveva ragione e la cosa mi piaceva veramente, lui continuò per almeno una decina di minuti co quella manovra, ma mentre stavo godendomi quel dolce massaggio nel mio sfintere , sentii le sue dita uscire e qualcosa di diverso che stava cercando di farsi strada per entrare, come già anticipato da Antonio ,stava per passare alla mossa successiva e mi prese per i fianchi attirandomi a se e il suo cazzo prepotentemente spingeva verso il mio buco allargato fino a quel momento solo da due dita, sentivo che spingeva a tratti e ancora sentivo solo fastidio, ogni volta che non spingeva , sentivo le dita bagnate dalla sua saliva che di continuo bagnava il buco interessato , poi la spinta iniziava a diventare più insistente e mi stava facendo male , stavo per gridare dal dolore, ma lui mi chiuse la bocca e mi raccomandava di resistere perché il dopo sarebbe stato piacevole, quando riuscì a penetrarmi con la punta del suo cazzo, non riuscii ad urlare perché la sua mano era davanti alla mia bocca, ma reagii al dolore mordendogliela ; lo avessi mai fatto!!! Antonio reagì al mio morso con una grossa spinta del suo cazzo nel mio culo che lo fece entrare fino in fondo, il dolore che provavo in quel momento era insopportabile, ma non riuscii a farglielo togliere, mi inculò con forza e con rabbia fino a che non scaricò tutto il suo seme nel profondo del mio culo. Non ci mise molto poi ad uscire ,mi aspettavo che fosse incazzato con me per il morso alla mano ,invece mi diede le 1000 lire promesse e mi invitò ad andare a prendere un gelato. Io ero molto arrabbiato con lui, il culo mi faceva molto male e nel pulirmi con dei fazzoletti di cotone ( in quei tempi si usavano quelli ) che mi diede lui notai che insieme al suo liquido che scendeva fuori, c’erano molte tracce di sangue, praticamente me lo aveva proprio rotto ed ero preoccupato per il seguito. Antonio notò la mia preoccupazione e per tranquillizzarmi mi disse che la stessa cosa era successa con il mio amico chierichetto Nicola, ma che dopo qualche giorno era tutto passato, io a quelle parole rimasi di stucco e subito pensai che Nicola non mi aveva detto la verità e quello che non voleva più fare con il nostro sacrestano era quello che avevo appena fatto io. Comunque quel pomeriggio dopo che mi aveva dato le 1000 lire e pagato il gelato, tornai a casa mogio e dolorante, ma non potevo far capire ai miei che non stavo bene e resistetti per non dare sospetti fino all’ora di andare a dormire. Andai al bagno, mi chiusi dentro e mi feci il bagno, cercai con la mano di sentire come era ridotto il mio buchetto e mi resi conto, oltre che come lo toccavo mi faceva male, che non si chiudeva come si chiudeva prima ed ero preoccupato che avrei avuto problemi di contenimento. Andando poi a letto , i pensieri andavano su quello che era successo e che a soli 11 anni avevo iniziato a fare seghe agli altri e che a 12 mi ero fatto rompere il sedere solo per qualche soldo, qualche gelato e per far contento il sacrestano . Capii che dal quel momento non sarei più stato lo stesso, quella notte tra i pensieri e il dolore che anche se non era forte c’era ancora, presi sonno molto tardi. Il giorno dopo ,al risveglio non avevo più tanto dolore , lo sentivo solo per fare i bisogni , quella settimana non andai alla sacrestia cercando di evitare il sacrestano, ma tutti i giorni mi tornava in mette quello che era successo quel pomeriggio e una cosa di piacevole mi frullava sempre più nella testa, in effetti , prima che il suo cazzo mi lacerasse il buco, mi tornava il ricordo delle sue dita, che in fondo mi davano piacere , così una sera, dopo che era passato tutto ( in questo aveva ragione Antonio) ,decisi di provare da solo e provare se mi avrebbe dato di nuovo piacere. Dopo cena mi sbrigai ad andare a letto e non vedevo l’ora di provare, così dopo spenta la luce ,mi tolsi gli slip ,bagnai un dito con la saliva e inizia penetrarmi, entrò subito e lo infilai tutto dentro , iniziò un piacere che mi dava i brividi e comincia a muoverlo su e giù, mi bagnai di nuovo il dito per lubrificare meglio e provai ad inserirne anche un altro, con il buco più aperto il piacere aumentava e tentai di inserire anche un terzo, insomma mi resi conto che dopo quel “fattaccio” con Antonio, le cose erano cambiate ed essere penetrato mi piaceva davvero. Da quella sera ,quasi ogni sera giocavo con il mio buchino sempre più aperto e come sempre finiva con una sega che oramai schizzava già qualcosa, un liquido no bianco ma quasi trasparente . Dopo un paio di settimane di assenza nella parrocchia, decisi di ritornare e cercare di continuare a frequentare gli amici della parrocchia e devo ammettere che volevo incontrare nuovamente Antonio. Infatti appena arrivai proprio lui mi venne incontro e mi chiese come stavo, io dissi tutto ok e andai a salutare gli altri e ripresi a giocare con loro come facevo di solito. Comunque mi sentivo cambiato e spesso pensavo a quelle cose che facevo con Antonio e che avrei voluto fare di nuovo, ma ci pensò proprio lui ,in un momento che ero da solo mi chiese se volevo andare a trovarlo a casa sua, lui non era sposato e viveva da solo. Io ci ho pensato un attimo e poi gli dissi di si, così il pomeriggio dopo ,come d’accordo andai a casa sua. Mi accolse con entusiasmo, mi fece sedere sul divano e mi offrì un bicchiere di coca cola . poi mi chiese nuovamente come stavo alludendo al fatto accaduto le settimane precedenti , io avevo voglia di giocare con lui e di riprendergli il cazzo in mano ,così gli feci capire che era tutto ok e che era passato tutto. Antonio si sedette vicino a me , mi prese la mano e se la portò sul suo cazzo già eccitato, portava solo dei pantaloncini corti e sollevandosi con il sedere ci mise un attimo a mettere a nudo il suo cazzo, io non vedevo l’ora di giocarci e inizia a segarlo, poi mi alzai e mi inginocchia davanti a lui che di conseguenza con una mano dietro la nuca mi invitò a succhiarlo come avevo già fatto molte volte, mentre ero intento a leccarglielo allungò una mano fino al mio sedere e inizìò a palpeggiarlo come fece l’ultima volta, in quell’occasione mi chiese come avevo passato quei giorni dopo il “ misfatto”, ma lo rassicurai anche perchè se ero li con lui alla fine era andato tutto bene e dentro di me, senza che lui lo capisse, vi era un mezzo desiderio di riprovare quella cosa con la speranza che il peggio era passato e quel giorno e quelli a seguire sarebbero andati come avrei voluto. Piano piano la mano di Antonio si fece strada tra i miei slip fino a toccare con un dico il mio forellino ,io ebbi un sussulto e dei brividi, lui se ne accorse e mi chiese se mi piaceva, annuii e cosi mi chiese di alzarmi facendomi capire che in un’altra posizione sarebbe stato più facile e piacevole. Mi fece mettere in ginocchio con le mani sulla spalliera del divano, mi chiese di attendere e si allontanò, quando tornò aveva in mano un barattolino e mi disse che quello era un unguento meglio della saliva e che le dita nel mio buco avrebbero scivolato meglio; ero in attesa di questa novità quando sentii spalmarmi quella crema in mezzo al solco delle mie natiche e poi sentii scivolare un suo dito dentro, era quello che desideravo e la cosa mi piaceva moltissimo, Antonio era delicato nei movimenti di penetrazione ed io sentivo solo piacere, roteava il dito nel forellino aprendolo sempre di più fino a che non inserì anche un secondo dito, questa volta non sentivo nessun fastidio e il piacere era alle stelle, le due dita si erano fatto strada nel mio buchetto oramai aperto, che entravano ed uscivano con molta facilità , io mi toccavo il pisello che si era indurito tantissimo ,lui dopo un po’ di questo movimento mi sussurrò nell’orecchio se volevo riprovare a prendere il suo cazzo nel culo, in fondo volevo e acconsenti , facendomi promettere che se mi avrebbe fatto male doveva sospende, in cuor mio speravo che non succedesse , avevo deciso di riprovare e speravo andasse bene. Antonio al mio consenso riprese il barattoletto con la crema lubrificante, la spalmo sul suo cazzo , mi rimisi in posizione in ginocchio sul divano e lui mise quella crema nel mio buchino e ne infilò un po’ anche dentro, io solo al tatto delle sue dita ricevetti altri brividi di piacere e attesi il seguito ,che non tardo certo ad arrivare, risentii nuovamente ,dopo settimane, di nuovo il suoi cazzo spingere per entrarmi dentro, in un primo momento non avevo nessun fastidio, Antonio mi consigliò di spingere come se dovessi fare un bisogno ,diceva che avrebbe aiutato la penetrazione. Così feci e in un attimo sentii la punta del suo cazzo già dentro di me, devo ammettere che mi fece male, ma passo quasi subito, neanche il tempo di urlare che subito mi abituai all’intruso, lui si fermò nello spingere e mi chiese come stava andando, non risposi e feci solo il segno con la testa facendogli capire che era tutto ok, così tenendomi per i fianchi continuò a spingere, a me cominciava a farmi male, il suo cazzo era più larghe della punta della cappella e il mio culo doveva per forza aprirsi di più per fargli strada fino in fondo; lui spingeva ed io strinsi i denti per sopportare il dolore che stavo sentendo, non era forte come la prima volta , ma faceva male. Ogni tratto di cazzo che entrava ,Antonio si fermava per uno due minuti cercando di farmi abituare piano piano, dopo varie soste mi sentii pieno , infatti Antonio mi sussurrò : - Hai visto che ce l’abbiamo fatta? Adesso lo hai tutto dentro, come va? Gli risposi che anche se mi faceva male era tutto ok. Da quel momento i suoi movimenti dentro il mio sfintere divennero sempre più gradevoli e il dolore a poco a poco svanì, in quel momento volevo solo che mi inculasse con più forza e velocità, il mio buco oramai completamente a disposizione del suo cazzo era aperto e non opponeva nessuna resistenza, certo è che oramai il buco era rotto definitivamente e poteva essere inculato in qualsiasi momento. Dopo circa venti minuti di quel su e giù nel mio culo oramai alla sua mercè , mi diete quattro cinque colpi forti e mugolando di piacere mi scarico dentro tutto il suo sperma , io che mi stavo già toccando da un po’, aumentai il ritmo della mano e schizzai anche io imbrattando la spalliera del divano. Antonio non si arrabbiò, ma provvide subito ad andare a prendere una spugna per pulire evitando macchie sulla tappezzeria. Quel pomeriggio si concluse con una doccia per entrambi, dove io lavavo lui e lui lavava me, soddisfatti entrambi ci salutammo con la promessa che lo avremmo rifatto e sempre a casa sua. “

Questa è l’esperienza che visse mio cugino dalla pubertà e per non dilungarmi ancora nei dettagli, posso solo dire che sia lui che io, oggi da bisex quali siamo i nostri giochi nascosti li stiamo ancora praticando con piacere nostro e di coloro che ce ne danno, certo lui sicuramente si è divertito di più , perché grazie al sacrestano ha potuto iniziare fin dalla pubertà.
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