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Coppia scatenata 1: a parole


di unodeidue
19.08.2022    |    7.617    |    6 9.7
"“Cioè, vorresti un altro uomo nel nostro letto?”..."
Premessa
Abbiamo deciso insieme di raccontare le nostre trasgressioni.
Prima di tutto, per noi stessi, volevamo riepilogare per ricordare e capire come sia cominciata questa che, a qualcuno, può sembrare una storia di semplici e ripetute perversioni di coppia.
Invece è molto di più, per noi: chi ci conosce lo sa che siamo una coppia affiatata, che siamo capaci di vivere intensamente e serenamente la nostra sessualità, niente di più. Insieme, abbiamo trovato un modo nuovo e completo di vivere le nostre sessualità di coppia. Quelli che non ci conoscono, a leggere questi racconti, penseranno che siamo dei pervertiti, maniaci sessuali, erotomani compulsivi, promiscui. Niente di tutto questo. Forse.
Il fatto è che non avevamo nessuna voglia di trasgredire ciascuno per i fatti suoi, come fanno tanti che conosciamo, anche coppie sposate, addirittura coi figli in casa.
Noi stessi l’avevamo fatto per anni, prima di incontrarci e di metterci insieme.
Stavamo insieme da sei anni, quando ci siamo accorti che volevamo rendere più vivace il sesso che facevamo insieme.
La cosa più giusta è sembrata, a tutti e due, prima a Roxi, ovviamente (le donne capiscono le cose sempre prima), di procedere insieme, di vivere in diretta, passo passo, le tappe del piacere erotico multiplo: non più tabù repressi, relazioni nuove né inconfessabili, ognuno per i fatti suoi, come succede a molte coppie: non volevamo nascondere l’un l’altro, dietro le bugie, le cose che avremmo fatto, non volevamo essere costretti a mentire per non far sapere all’altro, prima, e a confessarle, dopo, essendo stati scoperti.
Noi, le cose che ci piaceva fare, volevamo farle insieme, uno di fronte all’altra o, se preferite, una di fronte all’altro, aiutandoci e partecipando insieme al piacere sessuale, da condividere oppure da rifiutare.

L’INIZIO: I DESIDERI PROIBITI
Anche quella sera, mentre facevano sesso, Vittorio parlava dei suoi desideri a luci rosse: le stava chiedendo se avrebbe mai accettato di farlo a tre, con un altro uomo, e di quanto gli sarebbe piaciuto se …
Non è una cosa strana, questa situazione era già capitata con il primo marito di Roxi e, in seguito, con il fidanzato che ha avuto dopo il divorzio, prima di incontrare Vittorio. Perciò, sapeva già come comportarsi.
“Scusa, amore mio, me lo stavi dicendo per eccitarti? In effetti, ho sentito che ti si è ingrossato, mentre parlavi di fare sesso in tre; se è solo la fantasia del momento, magari noleggiamo una video cassetta hard, così ti sembrerà di essere in tanti a fare sesso insieme”.
Vittorio invece le rispose serio: “No, Roxi, non una cassetta, pensavo proprio a persone in carne e ossa …”.
Insomma, gli sarebbe piaciuto fare qualcosa di erotico in compagnia.
“Se vuoi, Vittorio, ne parlo a Sandra, la mia amica, lei e suo marito hanno dei giri – diciamo così – disinvolti; lo sai, vero? che una volta al mese vanno insieme in un club-privee vicino Treviso, magari mi faccio dare l’indirizzo …”.
“No, non quello … mi vergogno a dirtelo, Roxi, … è proprio una cosa a tre che mi piacerebbe fare, o almeno provare, per una volta; non uno scambio di coppia, non un’ammucchiata … Un po’ mi vergogno, magari stai pensando che sono un maniaco sessuale, un pervertito, come quelli che … che …”.
“Ma no”, l’ha interrotto lei, “no davvero, amore, non ti preoccupare; abbiamo tutti delle fantasie erotiche, qualche volta anche strane; ma se è una cosa che facciamo insieme, una volta tanto, non vuol dire che siamo diventati maniaci sessuali …, se vogliamo fare sesso come dici tu, non succede niente … Se vuoi, ne parliamo con Sandra e Giuseppe“.
No. La cosa è diversa: non è stata detta così per eccitarsi.
Roxi l’aveva capito, del resto, così le era già successo, in passato.
Roxi è bella, sempre elegante, ha cinquant’anni – ma tutti dicono che ne dimostra dieci di meno - vissuti intensamente, da sposata, prima, poi da separata e, prima del matrimonio con Vittorio, aveva sperimentato un po’ di tutto, parlando di eros; e più volte si era sentita proporre dal compagno di turno, perfino dal primo marito, se ci stava a fare qualche serata a tre.
Sapeva, per esperienza diretta, che se il partner lo dice una volta, è solo un’idea eccitante: in certi momenti il maschio ha bisogno di pensare a qualcosa di strano, fa bene all’eros; se è così, meglio non farci caso, per non fare la figura della porca che non aspetta altro che buttarsi in un’ammucchiata di porconi.
Ma se ogni volta che stanno facendo sesso, come stava accadendo da più di un mese, lui tira fuori la storia di avere un'altra persona nel letto, allora no, allora bisogna fare qualcosa per davvero.
Insieme. Altrimenti le fa lui le cose che proponeva di fare con lei, ma le fa con qualcun’altra. E Roxi non vuole perderlo, il suo Vittorio, così caro e gentile e affettuoso; un bell’uomo, un piacione, prestante, anche se, passati i cinquant’anni, un po’ appesantito.
È bravo a letto, ha una lingua prodigiosa, certe volte le procura degli orgasmi incredibili grazie alle sue capacità orali e, a parte qualche caso eccezionale, non ha nemmeno bisogno di prendere la pillolina azzurra per farla godere non solo con l’orale.
Insomma, la soddisfa al cento per cento. Non vuole perderlo, un uomo così.
Non è una questione di soldi, come dice qualche amica invidiosa e pettegola; anche Roxi sta bene, non è ricca come Vittorio, ma è indipendente e non ha bisogno di farsi aiutare economicamente.
Vittorio parlava liberamente; adesso che aveva fatto il suo ‘outing’, non si vergognava nel precisare i dettagli delle sue fantasie erotiche: “Scusa Roxi, è giusto dirti che non mi interessa uno scambio di coppia, né farlo a tre con un’altra donna”.
“Cioè, vorresti un altro uomo nel nostro letto?”.
“Nel nostro letto? Potremmo andare in un motel, è più discreto. Però è come dici tu, con un altro uomo”.
“E cosa dovrebbe fare, questo tizio? Guardare noi due che scopiamo?”.
“Anche. Oppure guarderei io … “.
“Ah, quindi lui dovrebbe scopare me e tu staresti a guardare?”.
“Non lo so, Roxi, scusa, è una fantasia, ancora imprecisa adesso, certamente farei sia una cosa che l’altra … , poi dipende, magari … , sono tante le situazioni. Scusami, anzi, se ti sei schifata per quello che ho detto, lasciamo perdere, è una fantasia che magari poi mi passa, domani prendiamo una cassetta hard e mi accontento di vedere sullo schermo quello che si fa in tre … va bene?”.

L’OUTING MANCATO
Doveva ammetterlo, non è stata sincera: avrebbe dovuto dirglielo subito che le cose che sarebbe piaciuto fare a lui, lei, in passato, le ha fatte per diversi anni.
Con la sua amica Sandra le ricordano spesso: il sesso a tre, con due maschi, lo faceva Sandra, poi è diventata l’abitudine di tutte e due.
All’inizio di quel periodo di scorribande, andavano a vere e proprie orge, dozzine di maschi e femmine seminudi riuniti in qualche posto buio per fare sesso con chi capita.
Poi si sono accorte, per prima lei, Sandra, sempre sveglia in certe cose, che invece di avere tanti maschi in tiro e tante femmine vogliose, invece di aspettare i maschi migliori, al momento già impegnati con le altre donne, invece di accontentarsi di quelli ancora liberi, di sicuro più scarsi di quelli già impegnati, era meglio, molto meglio, più riposante – niente concorrenza – e più piacevole fare sesso con uno che hai scelto e invitato il giorno prima, e poi fare sesso con l’altro, anche lui scelto e invitato in precedenza, e poi di nuovo con quello di prima, e insieme tutti e tre: ogni volta, beninteso, li hai scelti prima i due maschi compagni di gioco della serata, senza dover lottare né aspettare, per averne almeno uno decente tra le cosce.
E di maschi con cui dividere una serata a tre ne trovavano quanti ne volevano.
Qualche volta Sandra le ha prestato uno dei suoi preferiti, altre volte lei ha ricambiato il favore.
Giuseppe, per esempio, l’attuale compagno di Sandra, era uno degli invitati di una simpatica serata di Roxi: il partner abituale di quelle avventure, Giorgio, aveva invitato a cena (e al successivo dopocena) un suo collega di Pordenone e questo tizio s’era presentato con un amico. Era in crisi, ci aveva spiegato, era stato appena piantato dalla moglie, non era giusto lasciarlo solo; non sapevano che sarebbe stata una cosa di letto e si scusavano per l’equivoco.
Comunque, anche se erano in tre invece che in due, lei stessa gli ha proposto di venire tutti e tre a casa sua, e Giorgio e gli altri due ci sono stati, altro che, se ci sono stati.
Una serata favolosa, Giuseppe era carino, un po’ in crisi moralmente ma, fisicamente, ne aveva da vendere, di centimetri e di resistenza; la settimana successiva a Sandra mancava un membro (gioco di parole) e lei le ha dato il numero di telefono di Giuseppe.
Inutile dirlo, date le dimensioni e le prestazioni, Sandra si era entusiasmata del maschio, di lui e non l’ha più restituito: si sono piaciuti subito, sono andati a vivere insieme, sono passati ormai quasi sei anni e stanno sempre insieme, felici e contenti.
Scopano come ricci (tra di loro o con altri, affari loro).
Ogni mese fanno un giro al club-privee di Treviso e dicono che si divertono entrambi.

Avrebbe dovuto spiegare queste cose, a Vittorio, magari fargli vedere i filmini che aveva fatto girare dal partner di turno sul suo smartphone (così non andavano in giro) e che aveva salvato sul computer, così avrebbe potuto vedere come funziona una serata-trio e scegliere in quale ruolo giocare la partita: il contemplativo, l’esibizionista, fare una doppia in versione classica (uno davanti e uno di dietro), la doppia stretta (tutti e due davanti), quella francese (tutti e due dietro), oppure il singolo a turno, o ancora giocare al trenino, per fare il vagone di mezzo e, come conseguenza, scopare e farsi scopare il culo in diretta, oppure fare il vagone di coda e scopare il culo di quello che stava scopando lei.
Invece non gli ha detto niente, come se l’argomento fosse chiuso: aveva deciso, però, che al primo accenno anche di traverso alle cose dette quella sera, l’indomani o qualche giorno dopo, avrebbe dovuto dirgli la verità, che la sua idea le piaceva, che non era scandalizzata per niente, che – tardiva e parziale sincerità – da ragazza qualcosina del genere l’aveva già fatta e che – se lui desiderava – l’avrebbe aiutato a combinare le cose.

La sera dopo, appena a letto, in mezzo ai primi approcci, Vittorio entrò subito in argomento:
“Bambolina mia, sei ancora scandalizzata per quello che ti ho detto ieri sera?”.

BELL'IDEA
Non aveva nemmeno finito di chiedere che lei, subito, l’ha abbracciato, gliel’ha toccato e ha cominciato a rispondergli, con parole e con gesti che non lasciavano spazio a dubbi: sì, le sue fantasie erano condivise.
Gli ha raccontato delle sue esperienze a tre, con tanti dettagli simpatici ed eccitanti.
Lei raccontava, qualche volta simulavamo le cose che stava descrivendo e che aveva fatto, tanto per far capire meglio le cose.
Una serata stupenda, l’hanno fatto in tutti i modi, in tutte le parti.
Appena Vittorio si metteva tranquillo per riposarsi un attimo, lei si metteva davanti, la vagina all’altezza della sua testa e, senza complimenti, gli chiedeva di baciarla lì, mentre continuava a raccontare le sue vecchie vicende hard a tre.
È venuta chissà quante altre volte, mentre parlavano e lui le succhiava la baggiana.
Baciava e lappava, e lei gli raccontava come la prendevano in due, e di quella volta che ne aveva perfino un terzo in bocca, dato che quella volta, gli aveva spiegato, per motivi strani, erano tre i maschi e non due come di solito.

Vittorio le chiedeva del sesso anale, così Roxi ha capito che il tema lo interessava personalmente: nessuna sorpresa, però: “siamo abbastanza simili, lì” diceva lei “sia noi femmine che voi maschi”.

Non è appassionata dell’amore alla francese: certo, facendo sesso con due maschi, più volte le era capitato di prenderlo nel culo: gli spiegava “certe mie amiche, anche Sandra, per esempio, sono fanatiche del sesso anale, quasi lo preferiscono a quello vaginale, ma non è il mio caso”.
Gli ha parlato della sensibilità che abbiamo lì in quella che, a tutti gli effetti, è una zona erogena, sia per le femmine che per i maschi.
Non vuol dire essere culatone o culatoni: è solo questione di sensibilità in quei punti, qualcuno, maschio o femmina non conta, ne ha di più, per motivi che non conosciamo, oltre – naturalmente – alle componenti psicologiche: qualcuno prova piacere, in certi momenti, nel sentirsi dominato e posseduto fisicamente, e il possesso dell’altro lo avverti, non solo nel culo, anche nella testa, quando fai sesso anale.

Gli ha parlato dei maschi che desiderano essere puniti ed umiliati e se un maschio sta chiavando tua moglie, e tu guardi e basta, anzi fai da schiavetto, e gli offri da bere, e gli passi il preservativo e la cremina lubrificante per farlo entrare meglio, e fai le carezzine alla moglie, per farle sopportare un cazzo extralarge che altrimenti le fa male, in queste condizioni è proprio “umiliazione”.

Altri addirittura amano fisicamente sentire il dolore, sulle chiappe, sui testicoli, nel culo, ad altri piace non solo il dolore, anche l’umiliazione di doverlo subire; “non è il mio caso”, le ha spiegato Vittorio, “anzi non mi piace per niente, né fare lo schiavetto, né l’umiliazione, né la sofferenza”.
Solo sui capezzoli, “tu Roxi lo sai, mi piace il misto di dolore e di piacere che mi provoca quando me li strizzi, ma dev’esserci anche un poco di godimento: il dolore che fa male e basta, no, tanto meno l’umiliazione”.

Non le ha detto tutto delle sue passate e più recenti esperienze di eros trasgressivo, lei lo capirà, anzi lo vedrà e lo capirà, quando capiterà di fare sesso con lei e con un altro maschio.

Quella sera stessa, tra un orgasmo e l’altro, hanno deciso di informarsi, con tutta la discrezione del caso, se qualcuno (di bella presenza, come in una ricerca del personale) sarebbe disposto a fare il terzo con loro; per il momento, però, la regola assoluta è che nessuno dei conoscenti, nemmeno la sua amica Sandra, nessuno che in qualche modo è amico, o conoscente degli amici abituali, potrà essere il terzo dei primi incontri.
In questo modo, se la cosa non li soddisfa e decidono di non farne più, avrebbero conservato la nomea di coppia innamorata e fedele, morigerata e per bene; se invece fosse piaciuta l’esperienza e avessero voluto replicarla, l’avrebbero saputo solo quegli amici che, eventualmente, avrebbero condiviso le loro serate movimentate.

Vittorio si è iscritto in una chat di incontri erotici, nickname: unodidue; ha lasciato a Roxi l’indirizzo e la password, così non ci sarebbero stati segreti, tra di loro.

Nel profilo c’è scritto chiaramente che gli piacerebbe l’incontro a tre e, se gradito da tutti, avrebbe partecipato anche la sua compagna di giochi.
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