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A Parigi, da Escort o da Legale


di unodeidue
18.04.2024    |    896    |    1 9.2
"Adesso eravamo nudi entrambi e quando Izmail ha cominciato a baciarmi, sul volto e sugli oc-chi e sulla bocca, a me piaceva molto e mi sono eccitato..."
E in questo ruolo (quale, mi chiederesti tu, quello di escort, o quello di legale?) era necessario che ti accompagnassi a Parigi; avevamo un appuntamento in quel locale di Montmarte, con Izmail, nel frattempo diventato tuo procacciatore d’affari per l’Egitto, e il suo collega francese per il mercato del Marocco, Antoine.
Izmail sapeva che c’ero anche io, non come esperto legale, mi conosceva come tuo amico/amica, e aveva spiegato al suo collega che, se non aveva nulla in contrario, la tua amica Maximine che gli avreste presentato al ristorante e che avrebbe diviso con voi la serata, ero io, come amico-amica, insomma una trav.
Se ti ricordi, Antoine, alle presentazioni ci chiese:
- ma chi di voi è Gaby e chi è Maximine?

Siamo quasi alti uguali, tu avevi tacchi bassi e mi superavi in altezza solo di un centimetro o due.
Avevamo entrambi i pantaloncini attillati, i collant color carne, le mie gambe più belle delle tue, tu con i capelli lisci e corti, io con i miei riccioloni castani quasi biondi più lunghi, il volto abbronzato entrambi, io porto un trucco leggerissimo, invisibile, come il tuo del resto, quella sera mi avevi appena appena allungato gli occhi che ho color nocciola chiaro, con un filo invisibile di rimmel.
Insomma, Antoine non sapeva chi dei due era femmina sul serio e chi invece era il suo femminiello (come dicono a Napoli) di quella sera.
E ti ho raccontato, poi, che Izmail, quando tu stavi ballando con Antoine e io con lui, il tuo amante (oramai lo avevo capito), e ballavamo quella canzone di Vasco Rossi, Senso credo che si chiamasse, ti ho raccontato che Izmail mi ha stretto forte al suo petto, poi con le mani è sceso a toccarmi i fianchi, le cosce e il sedere e mi tirava contro il suo ventre, così ho sentito benissimo la sua eccitazione! E baciandomi l’orecchio, mi ha detto: sei bellissima, più dell’altra volta, ho voglia di te, te nei accorta, vero?
E spingeva il ventre, tante volte avessi avuto qualche dubbio su com’era grande il coso che ha tra le gambe e su come gli tirava.
E, come ti ho raccontato già dopo, io gli ho risposto sporgendo il mio bacino contro il suo e strofinandolo leggermente contro, per fargli sentire anche la mia, di eccitazione.
Accadde di tutto quella sera stessa, Izmail si era messo d’accordo con te per fare un giro con me, lasciandoti libera di assaggiare Antoine.
Quella notte è davvero accaduto di tutto.
Quando siamo saliti nell’appartamento di Izmail, mezze luci, musica da night, champagne nel secchiello, divani e tappeti dappertutto, ci siamo spogliati tutti, e tu e lui avete cominciato a ballare stretti.
A lui gli si stava rizzando, strusciando sulle tue cosce, ma tu non te ne curavi, gli stavi baciando i capezzoli e lui si piegava verso di te, accompagnando i tuoi movimenti.
Poi finalmente ti sei sdraiata sul divano più vicino, le gambe erano fuori dal divano, i piedi per terra, hai allarga-to le cosce e gliel’hai preso e guidato fra le tue.
Ti piace sempre, lo so, strofinartelo contro, sulle grandi labbra, e poi fuori, e poi dentro, e poi sul clitoride, e non ti dispiaceva farci vedere bene i tuoi movimenti.
Lui continuava a baciarti, in bocca, sul collo, sulle tette¸ a te piaceva farsi guardare, a noi piaceva guardarvi, lui è un bell’uomo, bruno, con gli occhi a mandorla, bel fisico, un vero macho.
Non mi ricordo nemmeno di quando Izmail ti ha presa, ero distratto in quei momenti; Antoine, eccitato dalla scena, si era spogliato e me lo spingeva tra le mani e mi abbassava la testa.
Non sapeva, lui, che cosa sono capace di fare con la bocca, sembrava quasi un gesto di routine, uno va con un travestito e prima di tutto vuole una cosa orale.
Così ho eseguito la mia performance, con attenzione, con impegno, con la classe che mi contraddistingue quando faccio un pompino, anzi un po’ di più quella volta.
Così avevo fatto e i gemiti, i gridolini e le urla di Antoine mentre godeva con me vi hanno di-stratto, avete smesso di fare l’amore e siete venuti vicini a noi per guardarci meglio.
Izmail è rimasto colpito da quella scena, fatto sta che tu e lui vi siete messi a parlottare e dopo un poco tu ti sei dedicata ad Antoine, l’hai lavato con una salvietta, l’hai accarezzato, ti se sdraiata vicino a lui e vi siete baciati; e Izmail mi ha invitato a ballare.
Adesso eravamo nudi entrambi e quando Izmail ha cominciato a baciarmi, sul volto e sugli oc-chi e sulla bocca, a me piaceva molto e mi sono eccitato.
Pensava che io fossi passivo, mi ha detto lui, dopo. Certo che lo sono, gli ho detto, basta toc-carmi il culo e divento subito passivo, anzi fin troppo, ho una sensibilità esagerata dietro, qualcuno dice che sono peggio di una cagna in calore.
Lui mi trovava molto sexi, ma anche molto distinta ...
Una troia di classe, insomma, pensavo io.
Ci siamo seduti sul divano, ha cominciato a toccarmi le gambe, le cosce, le natiche, allora mi sono girato e, pregandolo di fare piano, gli ho chiesto di prendermi, ma prima, e gli ho dato il mio tubetto, l’ho pregato di lubrificarmi lì dietro.
Allora ti sei avvicinata tu – lascia, faccio io – e mi hai unto il buchino, gli hai messo sopra un po’ di crema, poi ancora una ditata di crema dentro il buco, e poi tu stessa gliel’hai pilotato dentro di me.
Intanto Antoine ti stava vicino, era di nuovo eccitato e, fianco a fianco, tu con lui, io con il tuo partner designato, ci siamo messi a fare sesso.
Io ero a testa in giù, per offrire il culo a Izmail, tu di fianco a me, a pochi centimetri alla mia sinistra, con la faccia rivolta in alto, vicinissima alla mia; avevo voglia di baciarti mentre Antoine ti prendeva e mentre Izmail prendeva me, ed anche tu avevi voglia di baciarmi, e così ci siamo baciati a lungo, in bocca, percorsi dai colpi che ricevevo io e che ricevevi tu.
Se potevo, liberavo una mano per strizzarti il capezzolo sinistro. Poi mi hai detto sottovoce, dai facciamoli venire, così dopo ne facciamo una noi due, ti va?
Eccome, se mi andava.
E allora, io con le mie tecniche, e tu con le tue, abbiamo incominciato a strizzare, ognuno strizzava la parte di sua competenza, e quando ho visto l’espressione del tuo viso, gli occhi soprattutto, ho capito anche i tuoi tempi e mi sono allineato a chissà se riuscivamo a farli venire insieme?
Non ci siamo riusciti, ma ci è mancato davvero poco.
Una cosa trasgressiva e romantica e dolcissima e porca come solo le cose romantiche riescono ad essere porche, trasgressiva come solo le cose dolcissime riescono ad essere trasgressive.
Ci siamo ripuliti tutti sommariamente, abbiamo bevuto e brindato ai nostri momenti di sesso e quindi, quasi invitati a farlo da Izmail e Antoine, che ci avevano visti baciarci, abbiamo cominciato a far l’amore noi due.
Antoine voleva toccarmi il sedere, mentre ti stavo chiavando, ma l’ho convinto a lasciarmi stare per un attimo; gli ho detto, per piacere, poi vengo da te, ma non ora, sì faremo l’amore, faremo tutto, ti darò tutto quello che vuoi, ti farò godere dopo, ma non adesso.
Non so se ho risposto alla tua domanda, ma quello che viviamo, qualche volta insieme, qualche volta separati, tu con i tuoi clienti e agenti, qui a Treviso, oppure in giro per il mondo, io con il mio giro, il fisioterapista, piuttosto che quelli del club privé e con qualche altro occasionale, oltre che, quando me lo chiedi tu, con qualche tuo cliente sporcaccione, quello che stiamo vivendo sembra piacere a tutti e due.
Dammi tempo, anche diamoci tempo un inverno, quello che stiamo vivendo; appena inizia la primavera, te la farò io la domanda, e la farò anche a me stesso: ne hai presi abbastanza, di cazzi?
Probabilmente sì.
E io ne ho presi abbastanza?
E allora magari decideremo di dire basta, una vita più regolare, un sesso quasi esclusivamente contrattuale, come dici tu, ci lasceremo una valvola di sfogo, una volta al mese tu andrai a fare la bagascia, dove ti piacerà farlo, ed io lo stesso, forse non più da travestito, ma magari da macho.
Quien sabe?
Chi lo può dire?
Que serà serà.
Domani è un altro giorno, si vedrà.
E lo scopriremo solo vivendo.
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