trans
La serata burlesque di Massimo
di unodeidue
18.04.2024 |
411 |
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"Tu, che mi avevi visto troppe volte, anche lì, guardata ammirata desiderata corteggiata e posseduta da altri uomini, ora volevi essere tu il protagonista, ..."
L’occasione è venuta poco dopo: un club privé, che avevamo scovato su internet e che frequentavamo spesso per darmi modo di trovare più comodamente i due o tre partner dei miei sabati sera, quel privé aveva organizzato una serata a tema burlesque: ingresso gratuito agli uomini travestiti da donna, concorso di bellezza dei partecipanti e tessera gratuita per un anno al primo classificato. A me piaceva l’idea di renderti bello e sexi, anzi bella e sexi, come la meglio femmina della serata.
Tu, che mi avevi visto troppe volte, anche lì, guardata ammirata desiderata corteggiata e posseduta da altri uomini, ora volevi essere tu il protagonista, anzi la protagonista, volevi essere tu a far girare la testa ai maschi migliori, a fare letteralmente la figa, insomma, quasi quasi, volevi rubarmi il maschio migliore, che altrimenti sarebbe stato mio, come fin troppe volte era già successo nelle nostre serate trasgressive.
Inutile dirlo, hai vinto tu, il primo premio della serata trav; ti avevo preparato (preparata?), vestita, pettinata, truccata, come una star: il gioco del vedo non vedo, applicato alla schiena e alle natiche e al petto mostrava il meglio della tua mercanzia, ma senza trucchi, senza inganni, niente reggiseni imbottiti, semplicemente il tuo petto, i tuoi capezzoli che, opportunamente pizzicati prima da me, restavano grossi e turgidi, il tuo sedere e le tue gambe al naturale, e soprattutto la tua ambiguità sessuale, non volgare, non esasperata, ma forse per questo più intrigante, ha conquistato la giuria presieduta dal padrone del locale, e questo era già preventivato, o quasi.
Ma il seguito mi ha lasciato sconvolta, quando ho visto, e questa volta ero io la spettatrice, che il padrone del locale, dopo averti assegnato il primo premio, non solo ti ha invitato a ballare, stringendoti e corteggiandoti e baciandoti in bocca e toccandoti il sedere, ma ti ha chiesto di fare sesso con lui.
Lui ti ha fatto la corte, lui un puttaniere abituato a farsi tutte le femmine che venivano nel suo locale, me compresa, lui maschio al cento per cento, lui ti faceva i complimenti, era arrapato, ti corteggiava, ti stringeva, ti toccava, ti desiderava, si appoggiava.
Tu ci sei stato, senza fare storie ... insomma, siete andati insieme nella zona delle camerette, avete acceso la lucina fioca, per la gioia dei guardoni, il cordone all’ingresso della stanzetta era agganciato, quindi chi avrebbe voluto, sapeva che non poteva entrare, in compenso, però, poteva vedere tutto. I guardoni apertamente tali erano davanti al cordone, a guardare, e ce n’erano tanti, anch’io tra loro; gli altri, quelli che si masturbano mentre guardano, erano alle finestrine buie, non potevo vederli ma ne sentivo i movimenti affannati e i gemiti.
Gli hai fatto un servizietto orale, poi avete confabulato un poco, lui si è messo un preservativo, sempre gentilissimo e ben attrezzato, ti ha lubrificato con una cremina, ha aspettato che ti si dilatasse, e poi ti ha preso con dolce violenza, con forza, ma anche con tenerezza, accarezzandoti, toccandoti, baciandoti sulla bocca, giocando con i tuoi capezzoli, insomma trattandoti come un cavaliere valoroso tratta la sua dama.
La scena ha avuto repliche, quella sera stessa; dopo il padrone del locale, altri quattro o cinque dei presenti, uno con la scusa che faceva parte della giuria che ti aveva appena premiato, un altro invece perché ti piaceva, così mi hai detto, e ci sei stato senza spiegazioni, ed altri due o tre, non ricordo, hanno voluto assaggiarti, la bocca e tutto il resto, culo compreso.
Verso le tre di notte eri distrutto, hai rifiutato gli altri pressanti inviti, troppo male, mi hai detto, mi hai cercata e mi hai trovata subito, ero lì, non mi ero persa nemmeno una scena della tua notte brava.
Mi hai chiesto, ma come, non ti sei divertita con tutti questi maschi arrapati che ti hanno sempre tampinato, e con successo, tutte le volte che siamo venuti qui?
No, ti ho detto, stasera la meglio troia del locale eri tu, io ho fatto la guardona.
Ma la cosa proprio non mi andava giù; non sapevo che tu fossi gay, non pensavo che ti saresti comportato come una cagna in calore, come il più sgangherato culattone, proprio non avrei mai immaginato di vederti in quelle posizioni, a farti prendere e a chiedergli ancora il cazzo; lo sai che ti ho registrato sul telefonino?
Lo sai che queste cose non solo io le ho sentite, ma tutta la sala, cento persone ti hanno visto in ginocchioni, a gambe larghe, a farti inculare.
Hai avuto orgasmi più o meno con tutti, qualche volta prima e più di loro, insomma ti è piaciuto proprio fare la femmina.
E adesso? Come facciamo adesso? Io proprio non mi aspettavo di avere un marito culattone, passivo per di più.
Vedi tu, ma adesso che lo so, mi organizzo, vedrai.
E speriamo che non ci abbia visto nessuno che conosciamo, se no, sai che figura! Era questo che pensavo, quella sera, e questa te l’ho detta anche, mentre tornavamo a casa.
Le mie reazioni a caldo erano tremende, peggio dei tuoi bruciori al culo; ma un paio di giorni dopo, i tuoi bruciori tu non li sentivi più, e a me la mia incazzatura era passata, e stavo già immaginando come utilizzare questo lato del tuo carattere, o se preferisci pensarla così, questo lato, il lato B della tua sessualità.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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