tradimenti
La mamma della mia ex vicina
di Writer722
03.11.2024 |
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"Ci siamo diretti verso la doccia, l’acqua scorreva e le nostre lingue erano intrecciate, mi piaceva toccare il suo corpo bagnato, sentire le sue forme..."
Per staccare dallo stress del lavoro e dagli impegni quotidiani, qualche volta mi capita di prendere un giorno di ferie, lo chiamo il mio giorno sabbatico, ne approfitto per andare in bici, fare qualche lavoretto a casa o semplicemente per oziare.I primi anni di matrimonio, prima di trasferirci a casa nuova, abitavamo in un piccolo appartamento al piano terra, nel centro storico, con un piccolo cortile interno dove in estate, quando potevo, al riparo da sguardi indiscreti, mi crogiolavo nudo al sole.
I nostri vicini di casa erano una giovane coppia, ragazzi molto discreti con cui avevamo fatto amicizia, erano catechisti in parrocchia e spesso con mia moglie innescavano lunghe discussioni teologiche, io ero spettatore divertito sapendo delle idee di mia moglie, atea convinta, che non di rado metteva a dura prova la loro fede; intuito con chi avevano a che fare, avevano desistito dall’introdurre certi argomenti alla presenza di mia moglie.
Spesso era loro ospite la mamma della vicina, la signora Rita.
Rita era differente dalla figlia, era una donna estroversa, molto attiva e con svariati interessi, aveva molta cura della sua persona, all’epoca aveva poco meno di 60 anni che non dimostrava, capelli biondi e lisci di media lunghezza, occhi grandi di un bel verde scuro, una terza abbondante di seno e un fisico ancora asciutto, non disdegnava di indossare gonne sopra il ginocchio che risaltavano delle gambe ancora piacenti.
Andava molto d’accordo con mia moglie e ogni volta che veniva dalla figlia ne approfittava per fermarsi a cena non disdegnando qualche bicchiere in più di vino e digestivo oltre che ad approfittare del cortile interno per poter fumare. A me piaceva molto, era socievole, loquace, non invadente, di mentalità aperta e parlava di sesso con naturalezza facendoci partecipi delle sue esperienze.
Il suo spirito libertino mi divertiva e incuriosiva, mi piaceva la sua loquacità , il modo di gesticolare, la sua spontaneità e il suo abbigliamento sempre alla moda, giovanile e indossato con eleganza e le sue gambe spesso scoperte che attiravano il mio sguardo.
In uno dei miei giorni sabbatici, era estate e mia moglie al mare dai suoceri, avevo deciso di prendermi un giorno per oziare, mi ero alzato presto per il caldo e con l’idea di andare al bar a far colazione, mentre ero seduto al tavolino ho visto arrivare Rita e la figlia che, dopo avermi salutato, si sono accomodate non lontano da me, mi aveva colpito la notevole diversità tra le due donne, se non lo avessi saputo, mai mi sarebbe venuto in mente che fossero mamma e figlia, una vestita in maniera pudica con colori tenui e anonimi, sandali francescani, carnagione biancastra e capelli castano smorto, l’altra con un vestito a fiori scollato e corto, zeppe, abbronzata e capelli biondi e curati.
Prima che il sole riscaldasse troppo l’aria mi sono riavviato, prima di rincasare mi sono sentito chiamare da Rita che stava anche lei tornando a casa: “Aspetta che entro con te, ma oggi non sei a lavoro?”
“Oggi ho preso un giorno di ferie, mia moglie è al mare dai genitori e io ne approfitto per rilassarmi e poi domani la raggiungo” le rispondo.
“Ahh…” ha reagito con aria pensosa ma compiaciuta.
Ci siamo salutati e ognuno e rientrato nel proprio appartamento.
Ne ho approfittato per mettermi in libertà, mi sono diretto nel cortile ma il suono del campanello mi ha arrestato, ho indossato un paio di pantaloncini e sono andato ad aprire incuriosito da chi potesse essere.
“Rita!” entra.
“Scusa ma avevo esigenza di farmi una sigaretta e non volevo uscire fuori perché fa troppo caldo e se posso …..” prima che finisse di parlare l’ho fatta accomodare, le ho preso il posacenere e un asciugamano per farla stendere su uno dei due lettini nel cortile.
Ha cominciato a chiacchierare in maniera incessante ma non fastidiosa divorando la prima delle tante sigarette, il tempo trascorreva velocemente ma anche il caldo diveniva meno sopportabile, Rita aveva salito la gonna ancora più su mettendo in mostra le gambe, era un bel vedere.
“Perché non pranzi con me?” le ho proposto intrigato dalla sua visione.
“Con piacere ma dammi la possibilità di andare a rinfrescarmi e mettermi qualcosa di più comodo” mi ha detto mentre si avviava verso la porta.
Mi chiedevo cosa avrebbe indossato di più comodo visto che il vestito che indossava non era molto castigato ma la curiosità è stata subito appagata dal vederla rientrare indossando un bikini con un minuscolo pareo e con in mano una scodella di insalata di riso.
Il suo bikini bianco lasciava poco spazio all’immaginazione, entrata in casa si è liberata del pareo, io indossavo i pantaloncini senza gli slip e la visione di Rita non mi lasciava indifferente, in ogni caso non m’importava che si accorgesse del mio apprezzamento.
Abbiamo pranzato non disdegnando qualche bicchiere di vino bianco fresco in più, dopo il caffè ci siamo accomodati nel cortile, nella zona d’ombra per fumare e parlare, lei sembrava inesauribile ma mi divertivo ad ascoltarla.
“Che ne dici se prendo il sole?” mi chiede.
“Va bene, ne approfitto anche io”, sono rientrato a casa per indossare il costume e, una volto tornato in cortile l’ho trovata sdraiata prona, con il reggiseno sfilato e la crema protettiva in mano che mi porge, mi sono avvicinato con un’ inizio di erezione, ho cominciato a spalmarle lentamente la crema partendo dalle spalle e scendendo giù fino a risalire sul collo e massaggiandolo con movimenti lenti ma decisi, lei era con gli occhi chiusi, ho continuato passando la crema sulle braccia fino a soffermarmi sulle mani, i suoi occhi erano ancora chiusi, ho preso altra crema e l’ho spalmata sulla schiena scivolando verso i fianchi, la mia erezione era evidente e i suoi occhi ancora chiusi, poi sono sceso verso le gambe accarezzandole fino ai piedi per poi lentamente risalire verso l’interno coscia, ha divaricato leggermente le cosce per favorire il passaggio delle mie mani, mi sono soffermato in quei punti per diverso tempo accrescendo la mia voglia, i suoi occhi ancora chiusi.
Mi sono diretto verso il mio lettino con il membro fuori dal costume e mi sono disteso prono per far sbollire la mia voglia, ho sentito che si avvicinava, mi sono voltato e ho visto che si era liberata del costume, potevo osservare la sua vulva ornata da una curata peluria bionda, il seno con capezzoli piccoli e scuri, si avvicinava con la crema in mano, mi sono liberato del costume e atteso il suo arrivo, ricordo bene quei momenti, mi eccitano ancora mentre tornano vivi mentre ne scrivo.
Ho chiuso gli occhi in attesa di sentire il contatto delle sue mani sul mio corpo, il suo era un massaggio più che uno spalmare la crema solare, il suo tocco era delicato ma deciso, ha percorso le mie spalle, le braccia, il collo per poi scendere e soffermarsi sui glutei, ho divaricato leggermente le gambe per accogliere le sue mani che pian piano si sono intrufolate fino a raggiungere il perineo, ho inarcato il bacino, il mio uccello provava un piacere intenso mentre le sue dita mi accarezzavano, lo sentivo pulsare desideroso di essere tastato.
Mi sono voltato in preda ad un forte stato di eccitazione e voglioso di godere delle sue mani, Rita si era posizionata ai piedi del lettino, le sue mani scivolavano lentamente sempre più su, le mie gambe larghe aspettavano le sue mani, si era diretta verso il torace fino ai capezzoli che stuzzicava, poi scesa di nuovo si è divertita ad accarezzarmi intorno all’uccello facendo aumentare il mio desiderio e la mia attesa fino a quando, mettendo la crema sulle mani ha cominciato a spalmarla sull’asta oramai in procinto di esplodere, il suo tocco era leggero, lento, lo ha stretto delicatamente facendolo scivolare tra le sue mani, provavo a resistere ma il suo tocco era irresistibile, sapiente, ha accelerato i suoi movimenti percependo il tremore per il piacere che si palesava e accogliendo sul suo petto il mio piacere mentre imperterrita continuava a segarmi; l’ ho avvicinata leccandola tra le gambe aperte sopra il mio viso, sentivo il suo godere, ho continuato con la lingua a darle piacere e con le mani a massaggiarle il sedere per poi avvicinarmi con le dita con cui lentamente le ho penetrato l’ano, questo doppio piacere era accompagnato da un ansimare più forte, ho accelerato il movimento della lingua e delle dita fino a sentire il suo piacere esplodermi sul viso.
Ci siamo diretti verso la doccia, l’acqua scorreva e le nostre lingue erano intrecciate, mi piaceva toccare il suo corpo bagnato, sentire le sue forme scivolare sotto le mie mani.
Ci siamo diretti di nuovo in cortile con solo gli asciugami addosso, ci siamo distesi all’ombra e rilassati, la osservavo, avevo ancora voglia di lei, il suo corpo mi attraeva, mi sono liberato dell’asciugamano provocando in lei un sorriso di compiacimento, l’ho presa per mano e ci siamo diretti in camera, l’ho spogliata e cominciata a baciare per poi scendere sui seni e raggiungere la sua dolcissima vulva impreziosita da una piacevole e morbida peluria dorata, ho preso a leccarla voracemente, aveva un buono odore, le sue mani accarezzavano i miei capelli, si inarcava e ansimava, poi mi sono disteso, volevo la sua bocca, è arrivata, era morbida, calda, avvolgente, sapiente, mi ha risvegliato l’uccello ancora un po’ dormiente e indolenzito, lo ha preparato per accoglierlo nella sua intimità, lo ha condotto dentro di lei, l’ho presa per i fianchi e abbiamo cominciato ad amarci, si muoveva sopra di me strizzandosi il seno, il mio uccello era perso dentro di lei, lo sentivo duro che godeva toccando le sue pareti intime, ho accelerato i movimenti per darle maggiore godimento; si è voltata per farsi prendere da dietro, si è avvicinata e fatta penetrare , ho spinto più che potevo, solo i testicoli erano fuori, volevo godere del suo calore, ansimava sempre più forte, il suo orgasmo stava arrivando, ho continuato a scoparla anche dopo che ha goduto e poi, stanco, l’ho allungata sul letto, le ho allargato e piegato le gambe sulle ginocchia e l’ho fatta di nuovo mia, mi godevo l’uccello che si muoveva dentro di lei alternando movimenti lenti a quelli veloci, ho percepito il suo orgasmo arrivare dal fremere del suo corpo, ho spinto più forte, le sue grida hanno coperto altri suoni, ho continuato a scoparla da dietro facendola stendere prona sul letto e facendole inarcare il bacino per possederla meglio, amavo sentire il contatto del mio ventre sul suo sedere, usavo parole forti per eccitarla, facevo fatica a staccarmi dal suo corpo e godevo nel vederla godere.
Ho sentito l’esigenza della sua bocca, mi sono sistemato sopra di lei per darci reciproco piacere orale, ho sentito il calore avvolgere il mio uccello e la sua lingua deliziarsi del suo sapore, lo aveva tutto in bocca mentre la mia lingua e le mie dita stimolavano il suo piacere, la mia estasi aumentava e la mia voglia di godere anche, ho sentito la sua bocca farsi più insistente e custodire tutto il mio membro dentro, ha percepito il mio piacere arrivare preparandosi ad accoglierlo, ho scaricato tutta la mia voglia dentro la sua bocca, ne ha goduto di ogni singola goccia.
Con Rita ho continuato a vivere delle giornate di forte passione fino al trasferimento a casa nuova.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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