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LA GIOVANE PREDA


di gianfrancesco
06.04.2023    |    6.529    |    3 8.9
"La bacio da sopra le mutande, sento il calore della micetta, la accarezzo sui fianchi, salgo su sino al seno..."
Un brevissimo preambolo prima di cominciare il racconto.
Tutti i miei racconti sono frutto della mia fantasia e della mia voglia di sesso, voglia ho detto, poi farlo è un altra cosa, e nel tragitto da casa al lavoro mi viene in mente un nome, una labile traccia, e poi al lavoro, se ho tempo, in qualche spazio vuoto lo metto giù.
Essendo un po scarso con il computer non riesco a farlo e poi copiarlo in una volta sola, e quindi lo scrivo direttamente e poi lo aggiorno sino alla fine.
A volte l'italiano non è perfetto, scusatemi, e godetevi, possibilmente il racconto, frutto come ripeto della mia fantasia..
Mi chiamo Alfio, sono un 40.enne docente universitario, vivo a Bologna, dove i miei si sono trasferiti dalla Sicilia tanti anni fa.
Quindi come capite, il mio nome proviene da mio nonno paterno, nonno che per tanto tempo in estate mi ospitava a casa sua, durante le vacanze estive.
Tornare in Sicilia è sempre, ancora ora, un piacere enorme, ed ogni volta che posso ritorno.
Sono sposato con Elena, di qualche anno più piccola, una bella donna, conosciuta proprio in Sicilia, durante un mio ritorno li.
Con lei tutto funziona bene, sia nelle vita di tutti i giorni che nella nostra vita sotto le lenzuola.
Ancora oggi, dopo 10 anni di matrimonio ci unisce tanta passione.
Non abbiamo figli nostri, ma una bambina che abbiamo adottata circa tre anni fa, che ci da tanta gioia.
Tutto normale, direste, invece no, sono un po biricchino, mi piace scopare in giro, poi mi pento sino alla prossima volta.
Mi piacciono le ragazzine, naturalmente maggiorenni, e soprattutto quelle con un fisico molto delicato.
Ho avuto qualche relazione negli anni passati, e se capita, o lo faccio capitare, me le porto a letto.
Ho a disposizione un appartamentino, in uso con un mio amico, lo teniamo tutti e due per lo stesso scopo, tutto all'insaputa delle nostre mogli.
Lui più che altro per incontri con altri ragazzi, io invece con ragazze, anche se lui dice, che prima o poi lo scoperò.
Come dicevo mi piacciono le ragazze giovani ed all'Università non mancano sicuramente, anche se mi muovo con una certa cautela, visto che li mi conoscono tutti.
Ora voglio raccontare la mia storia con Sara, una bellissima 20.enne, che frequentava Architettura, ed era venuta dalle Puglie.
L'avevo adocchiata qualche volta ed ho fatto in modo di farla finire nella mia rete, anche se ho impiegato un po di tempo.
Voglio descrivere questa bellissima ragazza, non tanto alta, belle gambe e soprattutto un seno ed un culo da urlo.
Vestiva sempre in modo sobrio, ma lasciava trasparire molto sensualità.
All'interno dell'Università avevamo una mensa, dove anche noi docenti, a volte pranzavamo, ed è li che generalmente faccio delle conquiste.
L'avevo vista più volte, sapevo più o meno i suoi turni ed ho fatto in modo di sedermi vicino a lei.
Ovvero sapevo dove di solito sedeva lei, e andando prima a sedermi li, è sembrato tutto casuale.
Abbiamo scambiato qualche parola, poi giorno dopo giorni, l'ho invitata a bere qualcosa non li, e siamo arrivati al primo appuntamento, soltanto per bere una cosa assieme.
Il giorno stabilito ci ritroviamo in questo bar, in una zona non frequentata da studenti, diciamo una zona non bellissima.
Sara mi appare più bella di quanto avevo visto, un paio di jeans, una camicetta, una leggera apertura sul seno, insomma bella, molto bella.
Scambiamo qualche parola e poi ci andiamo a sedere in un posto più appartato, ordiniamo da bere e poi cominciamo a parlare fitto fitto.
Tutti e due sapevamo il motivo di essere li, comunque io la corteggio apertamente, sono un gran figlio di brava donna, lei si dice confusa, non vorrebbe che io la prendessi per una poco di buono, insomma alla fine accetta di vedersi con me in un posto tranquillo e fare sesso.
Sesso sarebbe stato, senza mezzi termini. Sono ansioso di vederla e cosi decidiamo per un incontro tra un paio di giorni.
Anzi, per evitare contatti e telefonate decidiamo giorno ed ora e le do l'indirizzo esatto.
Ci scambiamo il numero di telefono per un eventuale imprevisto.
Restiamo ancora un po, parliamo di noi, e poi andiamo via.
L'avrei accompagnata per un po di strada e poi l'avrei lasciata ad una fermata del bus.
Stavo sempre attento a non farmi vedere da qualcuno e poter dare fastidio alla mia vita familiare.
Per i due giorni successivi non penso ad altro che a quello che doveva succedere quel pomeriggio del nostro incontro.
Organizzo tutto con mia moglie, raccontando l'ennesima frottola, ma sempre ben costruita e protetta da amici che mi tenevano il sacco delle mie bugie.
Arrivo al nostro appartamento un po prima, prosecco in frigo, mi faccio una doccia, mi metto una tuta che tenevo li, ed aspetto di sentire il citofono.
Quasi puntuale Sara arriva, vestita sempre in jeans e una maglietta stretta, che lasciava
immaginare quello che c'era sotto.
L'abbraccio e la bacio. Risponde in modo meraviglioso, si vede che anche lei mi vuole.
Le mie mani frugano dappertutto, finalmente arrivo a toccare quel seno bellissimo.
Le chiedo di lasciarsi spogliare da me, un pezzo alla volta, e cosi faccio.
Tolta la maglietta vedo un reggiseno nero di pizzo, che non serviva neppure tanto era eretto quel seno.
Le chiedo se era per me quel reggiseno nero, e sorridendo lo ammette.
"So che a voi maschietti queste cose vi fanno piacere, e poi servono...".
"Servono?".
"Si, si, servono, basta un reggiseno nero e diventate di marmo".
Non aveva tutti i torti. Gli tolgo le scarpe, e poi le sfilo i jeans.
Le gambe mi appaiono in tutta la sua lunghezza e perfezione.
Naturalmente anche le mutandine non potevano essere che nere.
Mi inginocchio, la bacio, cominciando dalle gambe e su sino alla figa.
La bacio da sopra le mutande, sento il calore della micetta, la accarezzo sui fianchi, salgo su sino al seno.
Capezzoli dritti come chiodi, una sensibilità elevata, con la lingua bastava che la sfiorassi.
Anche lei non voleva perdere tempo e comincia a spogliarmi.
Io non ero andato tanto per il sottile, e sotto la tuta nulla, solo un cazzo eretto ed eccitato.
Non eravamo neanche sul letto, ed allora io la prendo per una mano e la porto in camera dove il letto era pronto e profumato.
La stendo sul letto e ritorno a baciarla, comincio dai piedi, belli, piccoli e curati, poi salgo salgo sino ad arrivare alla figa.
Ben curata, un leggero ciuffo, molto piccola ma già inumidita.
Metto tutto il mio saper fare con le donne, e poco tempo dopo comincia a gemere ed a premere la mia testa con le sue mani sulla figa.
La martello per un bel po, e la porto all'orgasmo, non fortissimo ma intenso.
La stringo tra le mie braccia, la coccolo, era tenera, molto tenera.
La mia giovane preda era mia. Ora dovevo farla godere ed anche io avrei potuto farlo.
Senza dire niente si abbassa e mi prende il cazzo in bocca, e comincia farmi un pompino.
L'avrei fatta meno esperta, invece era spigliata, e per niente imbarazzata.
Mi sembrava anche esperta, ma non importava, non la dovevo sposare, solo chiavare.
Mai pompino così sublime, con una delicatezza unica, la lingua sembrava entrasse nel mio cervello, ed in pochissimo tempo mi porta a sborrare.
Non sapendo se voleva prendere il mio seme, glielo dico, e lei a tutta risposta spinge sempre di più sul cazzo e beve la mia sborra senza lasciare perdere una goccia.
Meravigliosa, bellissimo.
Il primo approccio non poteva essere migliore.
Ci abbracciamo, ci baciamo.
Andiamo in cucina, prendo il prosecco dal frigo e beviamo.
Avevo portatp anche dei dolcini e divoriamo tutto. Ci facciamo un secondo bicchiere e poi, d'intesa, riprendiamo da dove avevamo lasciato.
Evidentemente molto contenti di prima ci poniamo nella posizione del 69 che ci regala momenti incredibili di piacere, la faccio godere e poi lei stessa: "ora mi devi scopare, fottere, ne ho proprio voglia!".
In un attimo nella più classica delle posizioni gli metto il cazzo in figa, nessuna difficoltà, era bagnata anche tanto.
Come una pantera mi stringe a sé, mi mette le gambe sopra e mi incita a chiavarla forte.
Mi fa eccitare al massimo, non resisto a lungo e scarico nel preservativo tutta la mia sborra.
Ancora una volta ci coccoliamo, ci raccontiamo un po di noi.
Poi mi mette un attimo in imbarazzo.
"Ma anche con tua moglie scopi ancora con tutta la passione che vedo qua?".
Rimango un po sorpreso, poi mi riprendo: "si, magari non proprio come la prima volta che abbiamo fatto l'amore, ma con tanta passione, anche dopo tanti anni".
"E' una domanda che mi faccio, per quando incontrerò l'uomo giusto, e se decidiamo di legarci".
Sorseggiamo ancora un prosecco, ci scambiamo qualche bacio e si era fatta l'ora di andare.
Va via da sola, ci saremmo rivisti in mensa tra un paio di giorni.
Vado in mensa al solito orario, e non la trovo nel solito tavolino ma accanto in un tavolo da tre persone in compagnia di un altra ragazza.
La guardo ed allora lei con tranquillità: "venga professore, che le faccio conoscere la mia amica".
Non capisco ma mi adeguo, mi avvicino e lei mi fa segno di sedermi.
"Questa é Marisa, la mia più cara amica, non ho segreti con lei".
Rimango ancora perplesso, allora lei in sottovoce: "Alfio, lei sa tutto di noi, non ti devi preoccupare".
"Va bene, va bene, ma questo non è il posto giusto per parlare".
"Siediti a mangiare, che ci mettiamo d'accordo".
"D'accordo su cosa?":
"Dove ci vediamo per parlare".
Mi siedo e comincio a mangiare, loro avevano quasi finito.
"Ci vediamo al solito posto domani alle 3 e parliamo di tutto", dico io.
"Va bene", risponde Sara, e dopo un po vanno via.
Non conoscevo la ragazza, ma l'avevo vista in giro per l'università.
Poi penso, parlare di che cosa?
Comunque l'indomani avrei saputo cosa voleva dire e tutto sarebbe finito li.
L'indomani vado al nostro solito appartamento e puntuale arriva Sara e la sua amica.
Gli apro la porta, la bacio ma senza tanto trasporto, ero sulle mie.
Cosa vorranno mai?
Le faccio accomodare in cucina, faccio un caffè e così Sara mi dice: "io e Marisa siamo come sorelle, ci raccontiamo tutto, e quindi lei sa che sono venuta a letto con te, ma non c'è nessun problema".
"Va bene, lo sa anche lei ed allora?".
"Allora, lei vorrebbe partecipare ai nostri giochi".
"Ma sei matta? tutti e tre assieme?".
"Cosa c'è di male?, non ti dispiace mica?".
Allora le spiego che non avevo messo in conto un incontro a tre, e sono rimasto spiazzato.
"E che io ho fatto in modo di portare a letto te, e non ho messo in conto altro".
"Si, si, tu mi hai portata a letto, hai sentito Marisa".
"Perché non è vero?".
Si mettono a ridere e non ci capisco proprio.
"Senti Alfio, mi hai scopata per bene, e sono proprio contenta di fare sesso con te, ma le cose sono andate in modo diverso".
"Io e Marisa avevamo messo gli occhi su di te, ed ti abbiamo fatto cadere nella trappola".
"Quindi io pensavo di averti conquistata ed invece eri tu che mi avevi preso al laccio, sto facendo la figura del coglione".
"Senti Alfio, in qualunque modo sia andata tutti e due siamo rimasti soddisfatti, ma ora quello che voglio sapere è se vuoi fare sesso con tutte e due assieme".
"Certo, certo, pago il pegno della mia presunzione".
Mi butta le braccia al collo e mi bacia. Rispondo al bacio appieno, ormai tutto era stato chiarito, o quasi.
In un attimo le ho addosso, mi spogliano e mi portano sul letto.
Marisa va diretta con la bocca sul mio cazzo, e Sara si mette a cavalcioni con la figa sulla mia faccia ed aspetta che lecchi la sua figa.
Sembravano sincronizzate, insomma mi stavano scopando loro.
Andiamo avanti per un po, poi cambiamo.
Faccio distendere Marisa e comincio a mangiare la figa, sicchè Sara si dedica al mio cazzo.
Marisa gode come un fiume in piena, ed io eccitato faccio lo stesso dentro la bocca di Sara.
Ci fermiamo un po e parliamo.
Marisa frequentava la facoltà di Economia ed uno dei professori era il mio più caro amico Francesco.
Ed ecco che sotto sotto tutto mi appare più chiaro.
"Avrei bisogno di un favore, se puoi, mettere una parola per me con il professore per l'esame di diritto, devo ridarlo per la seconda volta".
"Ma io lo conosco appena il professore", cerco di ribattere.
"Non dire bugie, che ti cresce il naso, siete culo e camicia".
Erano informate proprio bene.
"D'accordo, vedo cosa posso fare", dico io.
Allora Sara: "se lui volesse potrebbe anche essere qui con noi...".
La guardo e poi; "Marisa è una sua allieva e non è consigliabile che abbiano rapporti extra scolastici, e poi lui è molto attento a queste cose, se può aiutare lo fa, ma senza nulla in cambio".
Quindi le tue troiette, volevano che il mio amico Francesco avesse un occhio di riguardo per l'esame ma allo stesso tempo volevano divertirsi con me.
Tulti tutti dubbi, a questo punto a me non restava altro da fare che divertirmi e scoparmi anche Marisa.
Torniamo sul letto, e subito le due ragazze cominciano a limonare, ne sapevano una più del diavolo.
A vederle il cazzo si indurisce di brutto, e mi butto nella mischia, baciando le due ragazze e diventiamo un corpo unico.
Vado diretto alla figa di Marisa, già bagnata, la bacio, gli faccio sentire la lingua, si contorce, gode come una fontana.
Mi chiede di chiavarla, così senza mezzi termini, coricata sulla schiena, le alzo le gambe e le sono dentro in un baleno.
Non so se sono io a scopare lei o viceversa, era una forza della natura, in tanto Sara era vicina e Marisa con le dita la sgrillettava.
La scopo per un venti minuti buoni e poi erutto tutta la mia sborra dentro il preservativo, nel frattempo lei aveva goduto un paio di volte.
Stanchi ma molto soddisfatti, ci lasciamo con la promessa di rivederci ancora e se poi riuscissi a convincere Francesco sarebbero state più contente perchè al di la dell'esame lo volevano proprio scopare.
(fine)







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