Gay & Bisex
LA TROIA CHE SONO (seconda parte)
di gianfrancesco
02.03.2023 |
6.786 |
4
"Chissà, magari una leccata di figa?
Passano i giorni tranquilli, un giorno suona il telefonino ed era Mario..."
Contento di avere ancora una volta trovato quello che mi avrebbe scopato, ero già in agitazione per l'incontro che sarebbe avvenuto, ed anche dal fatto che ci sarebbe stata sua moglie a vedere mentre mi inculava.Era una situazione nuova per me, e mi eccitava anche il pensiero di vederli poi scopare.
Una sega non me l'avrebbe tolta nessuno... e poi.. chissà, magari una leccata di figa?
Passano i giorni tranquilli, un giorno suona il telefonino ed era Mario.
"Ho parlato con Sonia, ed anche lei non vede l'ora di vedermi all'opera".
Parliamo un po, e poi mi dice se per me andrebbe bene ci potremmo vedere tra qualche giorno in occasione di una festa e che quindi erano a casa.
Era perfetto, ero stato fortunato, perchè proprio in occasione di quella festa, mia moglie sarebbe andata da sua sorella, ed io, che avevo un impegno nel condominio, sarei rimasto a casa.
Ci siamo messi d'accordo e visto che io ero libero tutto il giorno, potevo andare da loro sulla tarda mattinata e pranzare assieme, tanto per sciogliere il ghiaccio.
Arriva finalmente il giorno tanto atteso, mi preparo giusto come una troia, mi doccio per bene, una cura particolare alla figa, intimo bello, ma niente di eclatante, mi profumo e vado ad incontrare i miei nuovi amici.
Mia moglie sapeva che sarei andato a correre e che il telefono li non avrebbe avuto campo sicchè lo spengo per evitare anche qualche videochiamata.
Arrivo da Mario e salgo in casa. Mi apre la porta Sonia, con una bella tuta sportiva, molto elegante nonostante fosse una tuta, una bella donna, molto formosa, oserei dire rotondetta, mi faceva sangue da morire.
Mi fa accomodare, intanto arriva Mario, mi mettono a mio agio, mi offrono da bere e cominciamo a chiacchierare.
Sonia, dopo avermi squadrato per bene e poi: "visto che qua siamo tutti adulti ed io e Mario non abbiamo segreti, sei venuto per fartelo piantare in culo?".
Esplicita come non mai, proprio come piaceva a me.
Senza ormai nessuna remora replico: "si, non in culo ma nella figa...".
Si mettono a ridere, si avvicina e mi bacia sulla guancia.
Il ghiaccio era rotto, e dopo anche la mia figa sarebbe stata rotta ancora una volta.
Era quasi ora di pranzo e mi offrono un aperitivo prima di mangiare.
Avevo portato un mazzo di rose ed una bottiglia di bollicine, già fredda.
Mario la apre e cominciamo a bere. La temperatura comincia a salire.
Beviamo, parliamo, ci lanciamo sguardi in armonia.
Sonia dice: "ho preparato un pranzo leggero per muoverci meglio dopo...".
E giù a ridere.
Io non avrei perso tempo a mangiare ma bisognava essere educati e seguire i consigli della padrona di casa.
Insomma mangiamo leggero ma beviamo forte, un paio di bottiglie di bollicine, una crostata, un caffè e poi ci trasferiamo nel salotto.
Mi mettono in mezzo, allungo una mano sulla coscia di Mario, salgo piano verso il cazzo, che già spinge verso l'esterno.
Era già in tiro, ma qui viene il bello, anche Sonia allunga una mano verso il mio cazzo, anche lui già eccitato, guardo Mario, e capisco che tutto va bene.
Da quel momento ad essere nudi è un attimo, il cazzo di Mario svettava bello in alto, non era lungo ma ben tornito, una bella misura comunque.
Ma la mia vista andava a Sonia, bella, un seno eccezionale, una bella figa con un pelo ben curato.
Naturalmente io stavo al mio posto con lei, aspettavo che fosse lei a muoversi.
Ero tutto preso dal cazzo di Mario, mi inginocchio e comincio a fargli un pompino.
Aveva un bel sapore, su e giù, tutto in bocca, Sonia mi mette una mano sulla testa e mi detta i tempi.
Sento il suo seno sulla nuca, il mio cazzo si alza al massimo, lei se ne accorge e mi prende in giro.
"Vedo che non ti piace solo il cazzo, anche il mio seno ti fa alzare il cazzo".
Non sono in condizione di rispondere, con un bel cazzo in bocca, Mario intanto allunga la mano sul mio culo e mi penetra con un dito.
Sobbalzo, gemo di piacere.
Sonia, da direttrice del trio, ci dice che era ora di andare sul letto.
Entriamo nella stanza, già pronta, luci soffuse, candele accese, un bel letto.
Guardo nella penombra, sul comodino un barattolo, presumo gel lubrificante e poi noto qualche aggeggio bello. Sono dei piccoli plug, ovvero quelli che servono ad allargare il culo prima di essere scopati.
Sono stupito perchè Mario non me ne aveva parlato.
"Allora anche te ti fai scopare Mario?".
Risponde Sonia: "Mario lo scopo solo io e nessun altro".
"Allora posso avere il piacere di essere scopato anche io da te?".
"Nessun problema, da quando ti ho visto non aspettavo altro".
Ci distendiamo e con Mario ci mettiamo nella posizione del 69.
Ci spompiniamo per bene, intanto Sonia viene dietro di me.
Sento freddo nel buco, era lei che mi colava del gel, poi delicatamente lo faceva entrare con un dito nel buco e muovendo il dito mi faceva indurire ancora di più il cazzo.
Mario succhiava da 10 e probabilmente percepiva il maggior vigore del cazzo.
Mentre continuiamo il nostro 69 Sonia mi appoggia una punta fredda, era un plug e lavorando con delicatezza lo faceva entrare quel tanto che mi dava piacere.
Il marito mi succhiava e la moglie mi inculava.
Ero quasi arrivato a godere e non sapendo se Mario gradiva la mia sborra, mi sollevo.
Anche Mario era quasi arrivato, lo sento, accelero la succhiata e ricevo in gola una sborrata piacevole.
Lo pulisco per bene, poi mi distendo sulla schiena, Sonia mi fa alzare le gambe, e mi continua a titillare il culo con un vibratore.
Mi comincio a segare, e dopo poco mi sborro sulla pancia.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.