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Gay & Bisex

I TRE COMPARI (seconda parte)


di gianfrancesco
18.04.2023    |    6.365    |    10 9.9
"La casa era bella, molto bella, lo zio Carmelo non ci andava spesso per via della sua salute che lo costringeva a cure continue, ed i due figli erano in..."
Come tutti gli anni, solitamente ad agosto, ci trovavamo al nostro paese, e ricordavamo sempre la nostra infanzia e giovinezza.
Quel giorno, però, era successo, che io ed Franco avevamo rivelato, l'un l'altro, la nostra attrazione verso il nostro stesso sesso, e lo avevamo messo in evidenza facendo sesso tra di noi.
Lorenzo, che era arrivato dopo, e anche lui messo al corrente delle nostre tendenze sessuali, era rimasto sbalordito, non ci voleva credere, ma vedere noi due che ci scopavamo a vicenda lo aveva sbalordito ancora di più.
L'alcol quella sera non era mancato, io e Franco avremmo dormito assieme, e volevamo convincere anche Lorenzo a fermarsi a casa mia.
"Ma voi siete matti, finisce che mi trovo un cazzo in culo!", non ne voleva sapere.
A noi dispiaceva che se ne andasse e cercavamo di convincerlo.
"Stai tranquillo, tu dormi nel lettino e non succede nulla che tu non voglia":
La nostra forte amicizia prende il sopravvento e così finalmente decide anche lui di restare.
Si era fatto tardi, intanto, ed io propongo di fare i nostri spaghetti aglio e olio che facevamo sempre nelle nostre nottate.
Vado in cucina a preparare e scorgo i due che in salotto parlano fitto fitto.
"Che cazzo avete da parlare piano piano, fate sentire anche me".
"No, niente", risponde Franco, "è ancora incredulo di quello che ha visto".
Allora Lorenzo: "facevamo chilometri a piedi per andare a vedere due gambe di donna, ed ora ve lo menate a vicenda".
"Lo so, può sembrare strano ma a noi piace così e non facciamo torto e male a nessuno":
"D'accordo, d'accordo, non vi cancello dalla mia rubrica, per ora...".
Ridiamo di cuore, eravamo troppo amici, avevamo passato anche brutti periodi, ma sempre uniti.
In poco tempo gli spaghetti sono pronti, i nostri quattro spaghetti, il solito mezzo chilo.
Gli spaghetti accompagnati da un vino buonissimo, che solitamente mi regalava un mio cugino.
Finiamo di mangiare, ancora due fette di salame, qualche pesca ed infine caffè e limoncello.
Eravamo sazi e carburati a volontà.
Andiamo in salotto, accendo la tele, non c'è nulla che ci interessa e spegniamo.
Mi sovviene che avevo un paio di dvd un po spinti.
Se tutti erano d'accordo avrei messo un film, uno di quelli senza trama ma con tanto sesso.
Nessuno fa obiezione e cosi metto il dvd.
Metto un dvd in cui c'erano uomini e donne, cosi Lorenzo si rilassa.
"Ti piace il pesce, ma i dvd li hai con la figa", mi canzona Lorenzo.
"Per rispetto a te, ho messo questo, ma ho anche tanti solo con pesce".
Non ci mancava l'armonia e la felicità di quando eravamo più giovani.
Il film fa effetto, Franco mi viene vicino, allunga una mano sul mio cazzo, e da sopra i pantaloni mi accarezza.
Io ero gà in tiro, o faccio lo stesso la mia mano.
Manco a dirlo a breve limoniamo di brutto, Lorenzo ci guarda ancora come dei marziani, non se ne fa una ragione.
Però noto, non è indifferente o schifato, lo vedo dal bozzo sui pantaloni.
Io e Franco ci guardiamo e con un movimento unico allunghiamo le mani sul cazzo di Lorenzo.
Finge di spostarsi, ma non si muove, allora capiamo che possiamo provare a vedere e sentire il gusto del cazzo di Lorenzo.
Uno da una parte, uno dall'altra, gli sbottoniamo i pantaloni, glieli tiriamo giù, poi le mutande, ed esce il suo magnifico cazzo.
Lo avevamo già visto, ma ora notavamo la sua potenza, la sua maestosità, il suo colore.
Franco si accuccia per primo e lo prende in bocca, comincia a spompinarlo, con maestria.
Lorenzo non può non sobbalzare ad ogni risucchio di Franco, gradisce, cazzo se gradisce, alza il culo e spinge verso la bocca di Franco.
"Nessuna donna mi ha mai succhiato così", esclama.
Ed io penso, "è questo non è niente".
Oramai Lorenzo è preso per bene, mette le mani sulle testa di Franco, gli detta i tempi, di questo passo non reggerà a lungo.
Passano alcuni minuti, inarca le game, spinge, geme, insulta Franco, chiamandolo "puttana", ed infine le molla una sborrata colossale.
Franco quasi si strozza, fa fatica, ma ingoia tutto.
Si rialza da in ginocchio, ed allora io: "aspetta che ti pulisco io".
Ed in un baleno sono in ginocchio e prendo in bocca il cazzo di Lorenzo, oramai quasi mollo.
Bevo quella poca sborra che era rimasta, cerco di rianimare il cazzo, e devo dire che non ci mette tanto a diventare semiduro.
"Certo, che siete proprio delle zoccole", dice Lorenzo.
Io annuisco con la testa e continuo.
Avevamo fatto godere Lorenzo con il suo primo pompino avuto da un maschio ma noi dye eravamo ancora insoddisfatti e cerchiamo di recuperare in fretta.
Lasciamo il divano ed andiamo sul letto, e quindi per iniziare un bel 69, a tutto tondo, con le mani intanto cercavamo l'uno il buco dell'altro.
Ci spompiniamo per circa dieci minuti poi io chiedo di essere inculato.
Franco non se lo fa dire due volte, mi metto a pecora e non ci vuole molto per essere inculato.
Godevo da morire a sentirlo dentro, lui ritmava con calma, voleva durare e farmi godere.
Intanto Lorenzo, che era rimasto sul divano si avvicina al letto, e dimostra che il pompino gli era piaciuto, si mette in piedi e da il suo cazzo in bocca a Franco.
"Allora ti è piaciuto, brutto stronzo, che con il tuo atteggiamento ci hai fatto sembrare delle brutte persone?", le dico io, mentre mi gustavo il cazzo di Franco.
"Devo ammettere" risponde Lorenzo, "si, mi è piaciuto ed anche tanto".
Sicchè il trio si stava consolidando.
Franco in un solo colpo soddisfava me ed anche Lorenzo.
Io incitavo Franco a spingere di più, Lortenzo lo incitava a succhiare come una zoccola, ed in poco tempo mi riempe di sborra ed a sua volta riceve quella di Lorenzo.
Alla fine tutto tornava.
Io e Franco ci guardiamo ed abbiamo lo stesso pensiero.
Se continuiamo così Lorenzo tra un po vorrà incularci oppure prenderlo lui.
Bisogna dargli tempo e sarà anche lui dei nostri.
Prendiamo un po di respiro, mangiamo qualche tarallo che aveva portato Lorenzo, prendiamo un caffè e seduti sul divano ci raccontiamo le nostre vite.
Avevamo una chat tutta nostra ma raccontarci un po dal vivo era un'altra cosa.
Poi riprendiamo in mano un nostro vecchio progetto, mai potuto fare, un viaggio negli Stati Uniti.
Guardando i nostri prossimi impegni sia di lavoro che di famiglia, sembra che questa volta sia quella giusta.
Verso febbraio prossimo potevamo programmare e realizzare il nostro sogno da quando eravamo piccoli.
Viene incaricato Franco che poteva guardare e poi decidere.
"In questo nostro viaggio", dice Franco, "poteva venire anche il mio compagno, ma poi pensandoci bene, meglio di no, sarà un viaggio tutto nostro, esclusivamente nostro".
Brindiamo al nostro viaggio e decidiamo di andare un po a riposare.
La giornata era stata lunga, era tardissimo.
Lorenzo non va nel lettino ma andiamo tutti e tre sul mio letto, un bel letto, molto ampio.
Ci addormentiamo quasi subito, dopo un breve chiacchiericcio.
Cominciava ad albeggiare, dalla finestra entrava un timido raggio di sole, mi sveglio per primo, gli altri due dormono, è ancora presto, ma ho voglia di caffè.
Mi alzo, piano, per non svegliarli, metto su la macchinetta del caffè, mi piaceva l'odore del caffè mentre lo mettevo nella caffettiera e poi quando cominciava a venire su.
Un profumo intenso era sprigionato dalla caffettiera.
Ne metto una tazzina, e poi vado sul terrazzino, mi siedo, sul tavolo c'erano ancora dei taralli, mischio salato e dolce, e mi prendo il primo caffè della giornata.
Ero patito del caffè, ne prendevo tanti al giorno e poi il rito della macchinetta mi ricordava sempre mia madre.
Adesso penso di tornare ancora a letto.
Vedo venire incontro i miei due amici.
"E bravo, prendi il caffè da solo, pensavi non avessimo i soldi per pagarti?".
"Non volevo svegliarvi", rispondo io.
In un attimo verso il caffè anche a loro.
"Oggi deve essere una bella giornata, se vi va, adesso ci prepariamo ed andiamo al mare, io oggi ho a disposizione la casa di mio zio Carmelo, ho in tasca le chiavi e passiamo un altra bella giornata, solo noi tre".
E chi mai aveva obiezioni?
Conoscevamo la casa di zio Carmelo, era una vecchia masseria, ristrutturata, isolata ed incantevole.
Ci prepariamo e decidiamo il menu per la giornata.
"Passiamo dal mio amico Tonino, prendiamo un po di pesce della giornata, poi un po di frutta da Nicola e via".
Prendiamo la macchina di Lorenzo e andiamo a fare le nostre commissioni.
La prima tappa, però, era al bar della piazza principale, devo facciamo colazione.
Ci conosciamo tutti, e per tutti era normale vederci sempre tutti e tre assieme, quasi sempre in estate.
Troviamo i pesci, la frutta ed altre cose e partiamo.
Il posto non era distante, una mezz'ora ed arriviamo.
La casa era bella, molto bella, lo zio Carmelo non ci andava spesso per via della sua salute che lo costringeva a cure continue,ed i due figli erano in Germania e non sempre potevano tornare oppure venivano nel mese di giugno.
Lorenzo quindi si occupava di qualche piccola manutenzione ed aveva sempre la disponibilità, e qui ci portava le sue conquiste amorose dopo che si era separato.
Mettiamo le cose a posto, alla bella e meglio, indossiamo il costume e andiamo in spiaggia.
Oltrepassata la linea ferroviaria c'era il mare.
Una bella spiaggia, un po isolata e non molto frequentata, noi la conoscevamo da sempre.
In qualche occasione avevamo fatto il bagno nudi, di sera, e qui avevamo portato anche delle ragazze.
Facciamo il bagno, stiamo in spiaggia un ora circa, e poi decidiamo di tornare a casa.
Io mi metto a preparare da mangiare, Franco e Lorenzo fanno un giro nell'orto-frutteto, curato da un contadino del posto.
Preparo un buon pranzo, un tavolo era sulla veranda sotto una pergola, e cosi pranziamo.
Non avevamo portato vino, la casa era fornita di una cantina che Lorenzo stesso curava ed aveva la piena disponibilità.
Mangiamo come degli affamati, il vino fa la sua parte, prendiamo il caffè ed andiamo a sederci sulle sedie sdraio.
Passa un ora circa, avevamo anche fatto un sonnellino, poi guardo Franco, lui capisce, ci alziamo e lasciamo li Lorenzo che stava dormendo ed andiamo in casa.
Le mura spesse della masseria facevano si che dentro non c'era molto caldo, andiamo in una stanzetta con un lettino, ci mettiamo li decisi a fare sesso.
La notte scorsa io lo avevo preso ma non dato ed avevo voglia di chiavarmi Franco.
Cominciamo a baciarci, poi passiamo al 69, ed infine Franco si mette a pecora per farsi scopare.
Mi piaceva però prima accarezzare la sua schiena, poi con la lingua inumidire il suo buco per poi affondare la mia verga dentro.
Comincio a fotterlo, per entrambi con grande piacere, ci eravamo scoperti da poco, ma eravamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Tutti presi dal nostro fottere, non ci accorgiamo neanche che entra Lorenzo.
"E bravi i miei due maiali, che non perdono tempo".
"Non fare storie, se vuoi puoi partecipare, puoi scegliere se darlo o prenderlo... il pesce!".
"Quasi quasi, intanto per primo meglio provare a darlo".
E con nostra grande sorpresa, si spoglia, il cazzo era già duro e si mette dietro di me.
Insomma mentre stantuffavo Franco sarei stato scopato, per la prima volta, da Lorenzo.
"Benvenuto a bordo", gli dico, "ora saremo una solo locomotiva oppure un treno".
Me lo schiaffò dentro senza tante remore, mi chiavò con energia, e quanto a sborra mi è colata sino ai piedi.
Questa è la storia del nostro trio, unico ed indissolubile.

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