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Gay & Bisex

I TRE COMPARI


di gianfrancesco
23.03.2023    |    15.224    |    11 9.5
"La cena sarebbe stata tutta a base di pesce accompagnata da un vino bianco che uno zio mio mi regalava ogni anno, un vino da lui prodotto..."
Mi chiamo Antonio, ho 45 anni, sono nato in provincia di Bari, in un piccolo paese, che conta ora circa 4000 anime.
Qui sono cresciuto assieme ai miei due più cari amici, Lorenzo e Franco, della mia stessa età.
Sin da piccoli avevamo frequentato la stessa scuola, elementari e medie, poi alle superiori avevamo preso settori diversi e ci siamo ritrovato all'Università di Bari in facoltà diverse.
Tutti e tre ci eravamo poi laureati, chi prima chi dopo, e avevamo intrapreso strade diverse.
Non trovando sbocchi di lavoro avevamo lasciato il paese ed eravamo andati via, io a Milano, Franco a Londra e Lorenzo a Napoli.
Ci sentivamo ogni tanto, e solitamente in estate ci trovavamo nel nostro paese, dove c'erano tutti i nostri affetti.
Io, dopo circa dieci anni, sono ritornato al mio paese.
Con la morte di mio padre e la lontananza di mio fratello, anche lui a Milano, per non lasciare mia madre da sola, e con un po di fortuna, sono riuscito a tornare.
Si era liberato un posto da docente all'Università di Bari, ed ero riuscito ad entrare in pianta stabile, così da poter lavorare ed accudire mia madre.
Ero scapolo per un motivo ben preciso.
Oramai da tanto tempo avevo scoperto che mi piacevano gli uomini e non le donne, e così ero rimasto scapolo, con grande dispiacere di mia madre, che si augurava sempre di vedermi sposato.
Io in paese, non manifestavo la mia tendenza di omosessuale, per tutti ero uno spirito indipendente e basta.
Mi capitava di dare sfogo alle mie pulsioni sessuali ogni tanto con viaggi in altre città.
Di Franco a Londra non si sapeva di donne, fidanzate...
Invece Lorenzo si era sposato e dopo qualche anno si era separato.
Questo per dire della nostra sessualità.
Non avevo mai rivelato a loro la mia tendenza sessuale ed era un argomento, stranamente, che non avevamo mai trattato.
Da ragazzini andavamo dietro le ragazzine, come tutti, poi capitava, qualche volta, che insieme, in qualche masseria isolata ci segavamo tutti assieme, ma niente di più.
Venne così agosto, ed i miei due amici tornarono al paese, ci siamo incontrati, e come al solito, avremmo cenato assieme.
Solitamente al ristorante, a volte a casa di qualche familiare dei miei amici.
Questa volta li invito a casa mia, d'altronde ero un bravo cuoco, e mi piaceva anche.
Stabiliamo la sera ed io mi appresto a fare delle cose che sapevo gli piacevano.
La sera stabilita però successe un imprevisto per Lorenzo che dovette accompagnare un nipote non so dove.
Decidiamo di stare assieme egualmente con Franco, un altra sera ci saremmo riuniti tutti e tre.
La mattina della cena, vado al mercato del pesce e trovo dei pesci bellissimi e freschi.
La cena sarebbe stata tutta a base di pesce accompagnata da un vino bianco che uno zio mio mi regalava ogni anno, un vino da lui prodotto.
Arriva Franco, lo faccio accomodare, avevo una terrazzina con la pergola sopra, un leggero venticello si era levato, insomma una tipica serata di agosto.
Parliamo un po delle nostre vite, dei nostri progetti, di quello che avremmo voluto e forse non è stato, insomma due vecchi amici da sempre.
"Allora Franco, sempre solo a Londra?".
"Per la verità non sono più solo".
"Racconta, racconta", dico io, sempre più incuriosito.
"Si, ora ti racconto, e alla prima occasione anche a Lorenzo".
"Hai beccato qualche londinese?".
Mi guarda, sorseggia il vino, deglutisce e poi: "ascolta, non mi interrompere, altrimenti non riesco a parlare".
Rimango un po' perplesso.
"Sai, mi avete sempre chiesto come andava con le donne, ed io sono sempre stato molto evasivo".
"Sai perché?".
"Onestamente, non l'ho mai capito".
"Non vi potevo parlare di donne, perché, perchè, a me piacciono gli uomini":
Rimango basito.
Qualche minuto e mi riprendo.
"Ed allora?".
"Allora ora dopo tanto tempo volevo che lo sapevate".
"Bene, allora visto che siamo in tema di confessioni, ti voglio dire che lo stesso è per me".
"Ma come è possibile?".
"Mai, proprio mai, ci siamo accorti uno dell'altro?".
Ci abbracciamo, e ci diciamo che in fondo ognuno percorreva la strada che più gli piaceva.
Tutti e due ci eravamo liberati di un peso, e un senso di allegria ci accompagnò per la serata.
Ora dovevamo dirlo a Lorenzo, e quindi un altra sera ci saremmo visti a casa mia, lontani dagli occhi di altre persone.
"Ma allora, a Londra, hai detto che non sei più solo?":
"Si, da un po di mesi sto con un irlandese, li va bene, ma qui da noi sarebbe una follia farsi vedere assieme".
"Quindi ho deciso di venire da solo, poi in seguito faremo delle vacanze in un altro posto".
"E tu, qua, non stai con nessuno, e quando ti prende la voglia?".
"Due, tre volte l'anno vado in ferie in giro per l'Italia....".
Lasciamo da parte questi discorsi, dopo l'aperitivo preparo due spaghetti, poi un fritto misto, il vino scendeva che era una bellezza.
Non dovevamo guidare e Franco poteva restare a dormire a casa mia.
Alla fine della cena mangiamo i dolci che Franco aveva portato, e per finire un limoncello che preparavo io stesso.
Belli pieni ed abbastanza bevuti, ci mettiamo su un divanetto sulla terrazzina, sorseggiamo il nostro limoncello.
Il terrazzo era da una parte della casa, una casa con due appartamenti, uno di mio zio ed uno mio.
Tutti e due con un terrazzino, fatto in modo che aveva il massimo della riservatezza.
Ai tempi nel costruirla i due fratelli avevano fatto in modo che ognuno avesse la propria indipendenza, sia nell'entrare a casa, sia nel viverci.
Come detto, siamo sul divanetto, vicini, sarà per l'alcol, sarà per le confessioni di prima, mi si indurisce il cazzo, e visto che indossavo dei pantaloncini, la cosa era evidente.
"Cazzo fai, ti sei fatto venire il cazzo duro?".
"Non so cosa mi succede, ora ti vedo in un altro modo".
"Vuoi dire che non ti dispiacerebbe....".
Non finisce la frase, mi avvicino e lo bacio.
Non si nega, anzi mi bacia con tutta la passione possibile.
La nostra ritrosia, la nostra timidezza, la nostra mentalità, ci aveva fatto perdere tanto tempo.
Squilla il telefono.
"Chi cazzo è a quest'ora", dico.
"Guarda e vedi chi è".
Era Lorenzo.
"Ciao, tanto lo so che siete svegli e bevuti", comincia.
"Che cazzo vuoi?", dico io, per prenderlo in giro.
"MI avete lasciato qualche goccio di limoncello?".
"Va bene, vieni, vieni, che mezzo bicchiere è rimasto".
Ci mettiamo un po in bolla, perlomeno tentiamo, poi ci guardiamo e pensiamo se dire tutto a Lorenzo oppure rimandare.
Dice Franco: "oramai facciamo serata, che anche lui sappia tutto quanto e ci togliamo il pensiero".
Arriva Lorenzo, ci guarda per bene, e dice: "che cazzo avete fatto, mi sembrate un po ubriachi":
"In effetti si, abbiamo un po bevuto", rispondo io.
"Solo bevuto?".
"Abbiamo bevuto ed abbiamo scoperto che ci piace il pesce".
"Che novità sarebbe, anche a me piace il pesce".
Scoppiamo a ridere.
Naturalmente lui non può capire di che pesce si tratti.
"Allora avete bevuto veramente tanto?".
Riacquistiamo un attimo di lucidità per mettere al corrente Lorenzo delle nostre voglie sopite di cazzo.
"Ascolta, e siamo seri, io e Franco ci siamo dichiarati, senza mezzi termini, che ci piacciono gli uomini":
"Mi prendete per il culo?".
"Magari ci potremmo pensare, ma il fatto è che veramente noi due abbiamo tendenze bisex, anzi più propensi verso persone dello nostro stesso sesso, ed abbiamo deciso di dirtelo anche a te".
Lorenzo ci guarda stupito, ancora incredulo, ed allora io per non lasciare dubbi mi avvicino a Franco e lo bacio.
"Ma voi siete pazzi, come cazzo è possibile?".
Allora gli spieghiamo tutto, delle nostre paure, di tutti i pregiudizi, e della nostra timidezza.
"Va bene, se a voi piace così, non sarà sicuramente che guastiamo la nostra amicizia".
"Comunque, ora mi date una birra da bere?, mi è venuta sete".
"Serviti pure, il frigo è a tua disposizione".
Il bacio che ci eravamo scambiato ha acceso comunque le nostre voglie, e avvicinandosi sempre più sul divano, cominciavamo a limonare.
Lorenzo ci guardava sempre più incredulo.
Si siede su una poltrona e beve la sua birra.
Intanto noi andavamo avanti con baciarci e non solo, e dopo poco eravamo nudi.
I nostro cazzi evidenziavano la nostra voglia, e dopo un po, per la scomodità del divano andiamo in camera da letto.
Senza nessun freno inibitorio eravamo decisi a fare sesso e cominciamo con un 69.
Quel bel cazzo che mai avrei pensato di mettere in bocca, finalmente era mio.
Leccavo le palle, con una mano accarezzavo il suo culo, sfioravo il suo buco, e poi piano piano infilavo un dito e poi un altro ancora.
Franco mi succhiava avidamente, non mi sembrava interessato al mio culo, mi spompinava meglio di una donna.
Lorenzo era rimasto nell'altra stanza, la porta era aperta, noi emettevamo gemiti di piacere.
Non mi sembrava la cosa lo disturbasse, anzi, guardando bene, lo vedevo con il cazzo di fuori che si trastullava.
Tocco Franco per fare vedere anche a lui Lorenzo.
Sorridiamo, poi Franco dice: "Lorenzo, puoi venire anche tu qui, anche senza partecipare".
"Siete proprio dei maiali, però mi avete fatto venire il cazzo duro".
Lo sapevamo, ci speravamo, prima o poi lo avremmo messo in mezzo.
Intanto io affondavo sempre di più con le dita nel culo di Franco, ed allora lui: "ora basta giocare, devi mettere quel cazzo nel mio culo, sino in fondo".
Non volevo sentire dire altro.
Si mette a pecora, chiedo a Lorenzo di prendere in un cassetto un gel lubrificante, riempio per bene il culo di Franco e subito dopo appoggio il mio cazzo.
Tra le dita e il gel, era una seta, non impiego tanto ad entrare, ho impressione che quel culo ha già preso tanti cazzi, ma ora era tempo di spingere, di fottere.
Avevo una bella resistenza e lo martello per bene per un bel po.
Oramai all'apice del piacere scarico nel preservativo tutta la mia sborra, urlo dal piacere.
Lorenzo non era stato indifferente al nostro accoppiamento, e gode anche lui.
"Non pensavo mai che mi potessi eccitare a vedere due maschi chiavare", dice.
"Vedere, sapessi farlo", dico io.
Faccio la battuta ed ora dovevo pensare a fare godere Franco, mi avvicino al suo cazzo e comincio a pomparlo.
Lui era già eccitato dal cazzo in culo, e poco dopo viene con un mare di sborra.
Io, che non disdegnavo la sborra, soprattutto di persone fidate, mi lascio inondare la bocca e ingoio tutto.
Suggelliamo la nostra scopata con un bacio, e quindi le trasmetto un po della sua sborra, ed anche lui noto non gli dispiace.
Si era fatto tardi, convinciamo Lorenzo a rimanere con noi anche la notte, e cosi facciamo.
Ci facciamo una doccia, un bel caffè e poi....
Una lunga notte ci aspettava, ma forse sarà un altro capitolo.
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