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Scambio di Coppia

Casa Mastroianni pt. 13


di tongue81
20.09.2022    |    8.589    |    2 9.6
""Pronto? Finalmente ti fai viva! Si..."
Quella notte, io e Antonella dormimmo nello stesso letto, abbracciati ed impregnati reciprocamente l'uno del piacere dell'altro.
Il giorno seguente, conclusi gli impegni universitari, ci ritrovammo finalmente soli, in casa e liberi di esprimerci senza alcuna remora: "Non avrei mai pensato di dirlo ma mi è piaciuto prendere il tuo cazzo in culo" esordì Anto senza alcuna remora morale.

"Posso confermarti che il piacere è stato reciproco!"
"Levati quel ghigno dalla faccia, anche perchè stasera non c'è nessun pertugio pronto ad accogliere il tuo pisello. Ieri mi hai farcita come un tacchino ed oggi mi sento senza un briciolo di forze. Come se non bastasse, domani devo scendere alle 7:30 per andare a lavorare."

Sentendo quelle parole strabuzzai gli occhi: "Lavorare? Da dove spunta questo lavoro? Ma poi, alle 7:30 devi andare ad aprire il cantiere?"
"Che cazzo ti ridi? Veramente vado ad aprire un cantiere a Pozzuoli e mi passa a prendere Giovanna con il motorino, altrimenti sarei dovuta scendere ancora prima. E' una attività obbligatoria per il laboratorio di progettazione edilizia!"
"E tra una progettazione e l'altra, per me non ci esce manco un pompino!" affermai sfociando in una fragorosa ma spontanea risata. Giocammo e scherzammo ancora per un po’ con la speranza di farmi fare almeno una meravigliosa spagnola ma, alla fine, Anto andò a dormire lasciandomi a bocca asciutta.

Il mattino seguente, trovai un biglietto di Anto, lo lessi e decisi di andare a correre: tuttavia, durante l'allenamento, con la mente provai a decifrare il messaggio che mi aveva scritto e che recitava testualmente: "Non torno a casa ma stasera ci sarà una sorpresa per te: mi raccomando aguzza la vista. :)". Eppure, nonostante avessi ispezionato la casa dettagliatamente in tutto e per tutto, non scoprii nulla di anomalo che presagisse la sorpresa promessa e solo dopo pranzo ricevetti un sms da Anto, con il quale mi avvisò che non sarebbe affatto rientrata ma che mi avrebbe contatto solo nel tardo pomeriggio per informarmi sugli sviluppi serali.

"Pronto? Finalmente ti fai viva! Si... si... ho letto il foglietto e ho cercato di trovare la sorpresa ma in casa tutto è al proprio posto, anche in camera tua. Vaffan... va bene, mezz'ora e vi raggiungo!" posai il telefono, guardai l'orologio e mi fiondai sotto la doccia. Antonella mi disse di raggiungerla a casa di Giovanna armato di macchina fotografica e tutto l'occorrente.

Arrivai all'appuntamento con una decina di minuti di ritardo: "Ciao coinquilino affascinante, ti sei fatto attendere!" mi accolse Giovanna con un bacio morbido. Abitava in un monolocale per nulla angusto ricavato dall'unione parziale di due appartamenti adiacenti, molto carino e arredato con gusto, tanto da prestarsi perfettamente a set fotografico.
Anto apparve dopo qualche secondo, uscendo dall'unica porta presente, mi schioccò un bacio sul bordo della labbra ed esortò l'amica a finire di prepararsi e me di iniziare a sistemare le luci.

"Se prendi una sedia, inizio a fare qualche scatto alla mia coinquilina preferita!"
"Oggi non mi esibisco, voglio vedere se vale la pena concedersi ad un fotografo dilettante!" rispose facendo un linguaccia.
La voce di Giovanna squarciò il silenzio: "Eccoci siamo pronte! Gino, ti presento Monica, una nostra collega di corso."

Omise di aggiungere che anche questa nuova ragazza fosse una bellezza mozzafiato: alta e slanciata come le amiche, Monica aveva un viso dolce, lunghi capelli ricci castani, occhi verdi come smeraldi e un corpo da capogiro, dove spiccava un seno importante, più pieno anche rispetto a quello di Antonella.

Terminati i convenevoli di presentazione, fu l'ultima arrivata a prendere in mano la situazione, spronandoci ad iniziare e dimostrando di essere a suo agio con un ragazzo conosciuto da pochi secondi.

Le ragazze andarono a cambiarsi ed io mi dedicai alla regolazione delle luci e della fotocamera: per la prima serie di scatti, indossarono degli abiti più eleganti dai colori pastello mentre per la seconda scelsero un abbigliamento casual ma sexy. Giovanna scelse un top blu elettrico con una generosa scollatura e una mini a pieghe di colore grigio perla mentre Monica optò per una camicia bianca annodata in vita e una gonna a portafoglio in tessuto tipo tweed, assomigliando ad una scolaretta birichina.

Ovviamente, ero spettatore e regista di uno spettacolo assai eccitante e la voce fuori scena di Anto gettava ulteriore benzina su un fuoco bello vivo, incitandole incessantemente a sbottonare bottoni, ad abbassare spalline e ad assumere pose sempre più provocanti.

"Anto, la vuoi finire? Sbottona qui, scopri di là... Hai rotto, sorella! Faccio prima a spogliarmi!" rispose Monica in modo sfacciato e senza il minimo imbarazzo si mostrò con addosso solo un intimo velato nelle nuance del bianco e del rosa, che non riusciva a nascondere le sue grazie, e le immancabili autoreggenti.

Venne imitata anche da Giovanna che rivelò il suo intimo nero di pizzo con piccoli vezzosi fiocchetti rossi che si coordinavano con la fantasia delle balze delle calze.

"Che sfacciate! Non vedevate l'ora di spogliarvi!" osservò maliziosamente Antonella dando il la ad una escalation di immagini sensuali e pose ammiccanti che catturai con la fotocamera avidamente e che, al contempo, svegliarono dal torpore il mio cazzo.
Giovanna e Monica si abbandonarono al gioco, aumentando incessantemente la sensualità delle posizioni scelte, strusciandosi l'un altra, accarezzandosi a vicenda con trasporto e passione, sfiorandosi a turno in modo sempre più esplicito.

"Vedo che hai messo lo zoom!" mi sussurrò Antonella all'orecchio guardando verso l'erezione che non riusciva più ad essere nascosta dai pantaloni: "Che ne pensi di queste due?"
"Che sono due troiette molto invitanti e appetitose!"
"Ahhhhh... sfacciato ed impertinente! Ma resto sempre io la tua preferita, giusto?"
Guardai le ragazze e vidi che si stavano abbandonando ad un piacere saffico, incuranti della nostra presenza e andai all in: "Anto, le vedi? Fisicamente sono eccezionali e poi non vedi quanto sono porcelle? Tu, invece, stai qui, vestita di tutto punto, a fare la guardona come i vecchietti ai cantieri... Vincono loro!"

Sorrise, dicendo qualcosa tra i denti che non riuscii a capire e poi mi strizzò una chiappa con la mano: la vidi spogliarsi e quando rimase nuda, indossando solo un perizoma minuto verde e un paio di autoreggenti color carne, tirò fuori il mio cazzo per spompinarlo con la solita maestria.

Avendo ancora la reflex in mano, immortalai quel momento, il momento in cui il mio cazzo penetrò all'interno della sua bocca, incurante della sua possibile reazione: "Che bel souvenir che mi porto a casa!" affermai in tono provocatorio.

Anto sfilò il mio bastone dalla bocca, mi baciò la cappella con passione e si alzò in piedi per afferrare il mio arnese e condurmi verso le sue amiche come un cagnolino al guinzaglio: "Stronzetto, ora vediamo quanto vali... Ragazze, vi ho portato un regalo!" e si inginocchiò nuovamente. Con un balzo felino, Giovanna scattò in piedi, mi spogliò completamente, accarezzò il mio torace e infine raggiunse l'amica, imitandone la posizione.
Guardai Monica fissandole oscenamente le tette come richiesta di mostrarmele in tutto il loro splendore. Mi rispose con un occhiolino e carponi raggiuse le amiche, slacciando per primi i loro reggiseni e infine il proprio: "Bel cazzone amico coinquilino! Non ne ho mai visto uno così largo ma, in generale, ne ho visti pochi." affermò accarezzando prima le proprie tette e poi quelle delle altre due.

"Come mai ne hai visti pochi?"
"Diciamo che appartengo ad una parrocchia diversa da quella delle ragazze. Ma non posso non complimentarmi per la tua "virtù"!" rispose maliziosamente.
"Vuoi assaggiarlo? Ti concediamo il primo boccone!" rispose Giovanna.
"Magari dopo..." replicò Monica infilando la testa sotto le gambe divaricate di Antonella e iniziano a leccarle la pucchiacca come una forsennata.

Così, demmo inizio alle danze: la riccia si intrufolava a turno sotto le cosce divaricate delle amiche che invece a turno leccavano e succhiavano il mio arnese ingordamente.
Ovviamente, pur essendo appassionata e coinvolgente, Giovanna non si avvicinò minimamente alle vette di godimento che mi regalò Anto mentre Monica riservava i suoi impulsi lesbici alla sua vagina.

Non appena si ritenne sufficientemente dissetata di umori, la riccia si alzò in piedi, si posizionò alle mie spalle e, accarezzandomi sensualmente la schiena, mi leccò collo e orecchio, bisbigliandomi: "Fammi vedere come sfondi la mia puttanella mentre io faccio vedere le stelle alla tua amichetta!"
"Poi, quando abbiamo finito con loro, ti converto a dovere!" le risposi con tono provocatorio.

Non reagì alla provocazione verbale ma insinuò un dito tra le mie natiche, facendomi vibrare come una corda di violino e si incamminò verso il bagno. Tesi le mani alle ragazze per aiutarle a rialzarsi e mi avvicinai ad Anto osservando minuziosamente il corpo di Giovanna: "Avevi già organizzato tutto nei minimi dettagli, vero?"

"Si... Vedo che sorpresa ti è piaciuta..." e si ammutolii alla visione di Monica, che aveva indossato un perizoma di pizzo color carne sui svettava un dildo nero e bitorzoluto, di dimensioni comparabili al mio.

All'improvviso si scatenò la tempesta perfetta: iniziammo a scopare come forsennati, nelle posizioni più disparate e con una irruenza primordiale e animalesca. Mentre Anto veniva sfondata a 90 gradi, presi Giovanna e la pompai in piedi, sollevandone una gamba per facilitare la penetrazione. Poi le ragazze si spostarono sul letto per darsi piacere con le gambe incrociate, nella posizione del loto, afferrandosi a turno una zizza, mentre la bionda, messa a pecora sulla sedia, godeva dei miei affondi profondi ed impetuosi.

Ogni tanto e con sempre maggiore frequenza, gettai lo sguardo verso l'altra coppia riuscendo finalmente a comprendere il vero desiderio di Antonella, un desiderio basato sulla promiscuità, sulla condivisione del godimento.

Sfruttando la piena disponibilità di Giovanna a farsi scopare in qualsiasi posizione, decisi di assecondare il presunto desiderio della mia coinquilina.
"Avviciniamoci alle ragazze!" le sussurrai con voce smielata, strizzandole con dolcezza i capezzoli.

Non rispose se non con un mugolio di piacere e si posizionò a pecorina su letto in modo che potessi affiancarmi a Monica: in quella sinfonia di gemiti più o meno profondi, i nostri quattro corpi si cercarono, si toccarono e si cercarono amalgamandosi alla perfezione. Senza privare Giovanna della sua dovuta dose di cazzo, iniziai a limonare con Monica, palpando le sue tettone, poi quelle di Anto ed infine quelle della mia partner, aggrovigliandomi a turno a quei corpi appetitosi e seducenti e lasciando che ne venissi fagocitato e catturato, come Lacoonte sulla spiaggia di Troia, ma senza lottare, senza cercare in alcun modo di divincolarmi.

Da quella burrasca di sesso, carne e orgasmi, mi feci travolgere senza opporre resistenza, tanto da riuscire a malapena a sfilare il bastone dalla fessa di Giovanna, devastata, arrossata e grondante di succhi, liberarlo dal preservativo e spargere la sborra sul viso di Giovanna e Antonella, che si stava facendo sfondare alla missionaria stesa a fianco all'amica.
Mentre la mia coinquilina continuò a farsi trapanare incessantemente dal cazzo di gomma di Monica, l’altra, stravolta dagli orgasmi e con il viso trasfigurato da un mix di stanchezza e piacere, rotolò giù dal letto, fuggendo dal campo di battaglia e rifugiandosi nella tranquillità della poltrona.

[Continua]
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