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Un club familiare pt.2


di tongue81
27.01.2023    |    11.917    |    0 9.8
"" Quell'annuncio mi fece sentire un dolore acuto alla bocca dello stomaco, ebbi un conato di vomito ad immaginare la piccola Vittoria tra le grinfie..."
Non raccontai nulla della serata agli amici e non chiamai Vittoria il giorno seguente, attesi che la mia nipotina prendesse l'iniziativa. Sì, Vittoria è la prima figlia di mio fratello maggiore, la mia piccola e adorata nipotina e le avevo sborrato in faccia in un club privee.

Quando maturai la decisione di relegare all'oblio quell'esperienza, arrivò una sua telefonata: "Zio, posso passare in ufficio, vorrei parlarti..."

Distinsi chiaramente nel tono della sua voce un forte sentimento di imbarazzo misto a paura e la rassicurai dicendole che sarebbe potuta passare per le 18:00 ma anche che, volendo, non c'era nulla da chiarire.
"No, no... Per me è indispensabile vederci ma fino alle 17:45 ho lezione all'università. Fa nulla se arrivo più tardi?"

Verso le 18:30, la mia segretaria mi annunciò l'arrivo di Vittoria: congedai la segretaria, dicendole che, essendo un incontro di famiglia, non era necessaria la sua presenza. Così come ogni qualvolta accolsi mia nipote con il sorriso, cercando di dissimulare il crescente ed improvviso imbarazzo.

Sull'uscio della porta il mio sguardo vide una ragazza di vent'anni, fresca e bella come si è belli a quell'età, con indosso jeans, sneakers e giubbino di pelle, una giovane donna che presi in braccio appena nata, per la prima volta, quando avevo grosso modo la sua stessa età.

Mi abbracciò forte come sempre, gettandosi con le braccia al collo e schioccandomi un bacio fragoroso sulla guancia.

Si tolse il soprabito, rivelando la felpa Nike azzurra che le regalai all'onomastico e che le piacque talmente tanto da farla saltare di gioia, si accomodò sul divanetto e la seguii, dopo aver allentato il nodo della cravatta.

"Zio, lo sai che dobbiamo parlare?"
La guardai nei grandi occhi verdi, uguali ai miei che a loro volta sono la fotocopia di quelli dei miei fratelli e di mia madre, inspirai forte e dissi: "Vic, non dobbiamo, possiamo! Così come, mi rendo conto che non sia facile, potremmo anche provare a dimenticare. Sono consapevole che non è semplice, che per te è stato un trauma..."

"Zio, smettila di dire cazzate! Come diavolo posso dimenticare che mi hai sborrato sulle tette dopo che ti ho spompinato!"
Arrossii, deglutii e, sotto shock dalla crudità del suo linguaggio, non riuscii a replicare.
"È un dato di fatto e non ho la minima voglia di dimenticare ciò che è successo. Sono giorni che rielaboro quella sera e sono giunta a questa conclusione: mi hai insegnato a nuotare, ad andare in bici e fare il crossover con la palla, ora puoi insegnarmi a scopare!"

Sbuffai come una pentola a pressione e provai a risponderle a tono ma venni interrotto immediatamente: "Ho vent'anni, ventuno tra due mesi, ho perso la verginità a 16 anni, sono andata aletto con diversi ragazzi, ho frequentato locali per scambisti e succhiato tanti cazzi ma non ho mai goduto come quella sera con te. Non sono più una ragazzina..."
"Mai sei mia nipote! La figlia di mio fratello! E porti anche lo stesso nome della nonna!"

"Appunto! Un bravo zio come te deve prendersi della nipotina preferita anche in questa circostanza!"
"Ma che cazz..."
"Scusami ma, secondo te, è meglio che diventi la puttanella di un altro over quaranta, magari conosciuto in un club che non avrebbe né scrupoli né riguardi o che lo diventi di uno zio premuroso e affettuoso? Meglio con te che con un estraneo. Si, perché così ho deciso, dato che i mei coetanei non hanno la minima idea di cosa significhi fare godere davvero una ragazza... Pensaci bene e passati una mano per la coscienza!"
"E a zia Sara? Ai tuoi cugini ci hai pensato? Passati anche tu la mano per la coscienza!"
"Zietto, non fare l'ipocrita. Frequenti anche tu quei locali all'oscuro della tua famiglia "
"Ero lì per l'addio al celibato di un amico..."
"Certo! E hai pensato bene di darti da fare, alle spalle della zia..." Vittoria si alzò in piedi e prese smartphone e proseguì: "Non facevi niente di male anche quando andavi da Intimissimi con Rosaria, la biondona che lavora con papà, a comprarle completini sexy e sbirciarla nel camerino o quando quest'estate ti chiudevi nella cabina con la mamma sexy dell'amico di Leonardo? Come si chiamava... Lorenza?"

Argomentò ogni affermazione mostrandomi foto che i ritraevano nelle situazioni descritte e mettendomi sotto scacco.
"Allora?"
"Allora cosa? Vic, hai ragione sul fatto che non sia mai stato un uomo fedele ma sei sangue del mio sangue!"
"Perfetto e stai tranquillo che tutto quello che ho scoperto rimarrà un nostro segreto. Vorrà dire che stasera mando un messaggio a Cesare, il tuo amico del liceo. So che è un vero porco e non si farà sfuggire l'occasione di svezzarmi."

Quell'annuncio mi fece sentire un dolore acuto alla bocca dello stomaco, ebbi un conato di vomito ad immaginare la piccola Vittoria tra le grinfie di un pervertito sempre scrupoli come Cesare.
"Fermati: non hai torto e, forse, se hai preso questa decisione è meglio che sia io il tuo maestro!"

Mi abbracciò sorridendo come quando da piccola le regalai un orso più alto di me e avvicinando le labbra alle mie orecchie bisbigliò: "Grazie Giovanni! Ho iniziato a masturbarmi a 14 anni guardando la tua foto in costume a casa dei nonni!"
Le risposi palpandole il culo e dandole appuntamento al mattino seguente, ormai consapevole che non saremmo più tornati indietro.

[Continua]
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