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Per fame e per piacere pt.9


di tongue81
19.02.2024    |    5.296    |    0 9.6
"" "Perché? Qui intorno non ci sono pizzerie o pub?" "Ce ne sono tanti ma preferisco andare in qualche locale dove non mi conoscono o dove..."
"Approvato con 30. Complimenti e, se ha piacere, mi rendo disponibile a farle da relatore per la sua tesi triennale."
Ringraziai compiaciuto il professore, gli strinsi la mano e corsi al bar della signora Veronica, lo stesso dove lavoravo prima che Lorena desse una svolta alla mia vita.
La vidi appena entrati, seduta al solito tavolino, assorta nei suoi pensieri, bella come sempre e calamita per gli occhi di tutti i maschi presenti.
"Com' è andata socio?"
"Benissimo. 30 e disponibilità di tesi per la triennale!"
Saltò dalla sedia per abbracciarmi e darmi un bacio, facendomi arrossire leggermente: "Ma pensi di farcela per settembre?"
"Credo di sì. Potrei riuscirci... Anzi devo."
"Michele, perché ti sei rabbuiato? Hai conseguito un risultato eccezionale solo pochi minuti fa..."
"Lory, stavo pensando che devo fare il possibile per laurearmi nei tempi più brevi se voglio condividere questa gioia con i miei nonni. Purtroppo, non sono eterni e il tempo, per loro, scorre ancora più velocemente..."

Venni zittito dalla vibrazione del cellulare, da un SMS di Giada, la mia ricca, generosa e troia cliente posillipina, che mi chiedeva aggiornamenti sull'esame appena sostenuto.
La rassicurai e le promisi che il giorno seguente sarei andato a prenderla per la solita scopata infrasettimanale.
"Scusami ma era Giada."
"Tranquillo, una benefattrice come lei è prioritaria rispetto a tutti..."
"Posso chiederti una cosa? Sei mai uscita con un ragazzo senza farti pagare? Per il piacere di uscire con lui..."
"Che razza di domande fai? Certo... Ogni tanto mi concedo anche una serata per me, magari con qualcuno che non è un cliente!"

Afferrai il bicchiere della cedrata e feci un lungo sorso, socchiudendo gli occhi e naufragando nei miei pensieri.
"Non ce la faccio a vederti così... Dovresti essere la persona più felice di questo bar e invece stai cupo come se ti avessero dato una brutta notizia!"
"Sai perché? Stasera vorrei uscire con amici e ragazze: festeggiare, brindare, diventare brillo e poi scopare senza essere pagato. Vorrei una serata di svago normale... Lo so: siamo fortunati a fare la vita che facciamo ma ogni tanto, vorrei anche assaggiare un pizzico di normalità."
"Uh Gesù.... E fallo! Chi te lo impedisce?"
"La realtà di non avere amici, di avere decine di ragazze da chiamare che, però pagano per farsi fottere..."

Presi una banconota e la lasciai sul tavolo, diedi un bacio a Lorena e le dissi che ci saremmo visti l'indomani in facoltà e corsi via verso casa. Durante il tragitto, venni travolto da uno tsunami di stanchezza, sonno, tristezza ed insoddisfazione, decisi che l'unica soluzione era tuffarsi sotto la doccia e, magari, concedersi lo sgarro di una pizza.
Mentre ero intentò ad asciugarmi i capelli, presi la decisione di uscire, di non accontentarmi di una pizza, di andare ai baretti a Chiaia e cercare un po' di svago, nuove amicizie e, anche, una ragazza con cui divertirmi. Inaspettatamente, vidi il display del cellulare illuminarsi per l'arrivo di un nuovo SMS: era di Loredana, una ragazza conosciuta la mattina stessa all'esame, a cui avevo promesso di prestarle i miei appunti e a cui avevo lasciato il mio numero. Presi la palla al balzo e la chiamai, la ringraziai per il messaggio e dopo i soliti convenevoli le chiesi se avesse impegni per la serata.
"Non mi dispiacerebbe uscire stasera ma non abito a Napoli e non ho disponibile l'auto di famiglia. Altrimenti, sarei ti avrei accompagnato a casa per prendermi i tuoi appunti e i tuoi riassunti"
"E mica è un problema. Ti vengo a prendere ma devi darmi qualche indicazione, dato che non sono pratico della zona."

Non fu semplice raggiungerla a Bacoli, dato che non conoscevo il posto, né le strade e, senza navigatore, fu decisamente complicato ma ne valse la pena: vidi salire in auto una ragazza molto diversa da quella del mattino, molto più affascinante di quanto potessi aspettarmi.
"Wow... Che bella macchina!"
Risposi con un sorriso guardandole gli occhi verdi, i lunghi ricci biondi, le gambe affusolate nel jeans aderente e, senza alcuna remora, le schioccai un bacio sulla guancia in un punto non lontano dalla bocca.
Loredana avvampò in viso, manifestando la sua sorpresa per il mio gesto, poi mi chiese di mettere in moto il veicolo e di seguire le sue indicazioni.

"Dove andiamo?"
"Uhm... Se non ti scoccia, potremmo tornare a Napoli..."
"Perché? Qui intorno non ci sono pizzerie o pub?"
"Ce ne sono tanti ma preferisco andare in qualche locale dove non mi conoscono o dove è difficile incontrare qualcuno che mi riconosca o che conosca il mio fidanzato."
Trattenni un ghigno e seguii le sue indicazioni, cercando di recitare la parte del bravo ragazzo.
"Non pensavo che fossi fidanzata..."
"Si. Con lo stesso ragazzo dal secondo liceo: lui studia a Modena, alla scuola ufficiali dell’Arma dei Carabinieri. Ma, in zona, tutti conoscono lui o la sua famiglia... Aspetta… stammi a sentire tira dritto e non prendere la tangenziale, così facciamo prima e risparmi almeno il pedaggio."
Seguii il suo consiglio e iniziai a scaricare a terra i cavalli motore, lanciandole ogni tanto un'occhiata per captare e decifrare i segnali del suo corpo. Non appena poggiai la mano sul cambio, il suo ginocchio iniziò a sfregarsi contro il mio palmo iniziando a dare il via al gioco della seduzione.

"Ma il tuo ragazzo non è geloso se esci a cena con un collega di università?"
"La sua gelosia è quasi opprimente. È militare nell'animo: rigido, schematico, abitudinario. Penso che darebbe di matto se sapesse che sono uscita con un ragazzo, per di più molto carino."
Risi di gusto pregustandomi ciò che sarebbe accaduto e decisi di forzare la mano per capire se alle parole sarebbero seguiti i fatti.
"Addirittura? Rischio di trovarmi in un bel casino per una semplice pizza in compagnia...
Quasi quasi, faccio inversione e ti riaccompagno a casa!"
"Noooo! Mi lasceresti da sola a casa e senza cena! I miei genitori sono a Milano da mio fratello ed ho detto che stanotte avrei dormito a Napoli da un' amica... Daiiii!"
"Rischio tanto per una semplice pizza... Capiscimi!"
Ormai i giochi erano fatti: Loredana, abboccando alla mia provocazione, allungò una mano sul cazzo e iniziò a sghignazzare esplicitando le sue reali intenzioni.
Percorrevamo una strada semideserta e poco illuminata, dalle casse dello stereo la voce graffiante di Mick Jagger mi ricordava di poter avere ciò che desideravo e, con un filo di voce, le ordinai di succhiarmi l'uccello.

Non c'erano luci lungo la strada, solo qualche sporadica coppia di anabbaglianti squarciava il buio dell' abitacolo consentendomi di osservare la bocca di Loredana che pompava famelica mentre le sue dita si insinuavano avidamente e lussuriose dentro al suo jeans.
Scorsi da lontano un distributore di benzina dismesso ed abbandonato, decisi di fermarmi lì consapevole che non sarei mai riuscito ad arrivare alla pizzeria se prima non avessi scopato la biondina.
"Ma che fai? Perché ti fermi?"
"Per scopare!"
"Qui? Ma sei impazzito?"
La zittii infilandole la lingua tra le labbra ed iniziando a sbottonarle il giubbino.
"Voglio scoparti qui, a 90 gradi, sul cofano dell'auto!"
La mia mano sinistra si faceva strada sotto la stoffa sottile della camicia alla ricerca di un capezzolo che già svettava turgido.
"Ma se qualcuno ci vede? Se arrivano dei guardoni?"
"Se, se, se... Se arrivano, scappiamo via alla velocità della luce e poi andiamo a casa mia a completare il tutto… Anche perché, stasera, voglio aprirti anche il culo!"
Iniziò ad ansimare non appena la mia mano fu in grado di muoversi a proprio piacimento sul suo petto, non appena le sue deboli resistenza vennero piegate.
A dimostrazione delle sue intenzioni, con pochi gesti sicuri, abbassò prima il pantalone e poi le mutande rivelando una fica pelosa ma curata, già zuppa di umori e vogliosa di cazzo.

Le mie dita entrarono con una facilità disarmante venendo avvolte da un inferno di succhi bollenti.
"Non giocare, sono un lago e voglio scopare... Sbattimelo dentro, fottimi forte come un porca e non come fa il mio ragazzo!"
Non persi tempo di preliminari non richiesti, scesi dalla vettura e girai attorno al cofano, stendendo il mio giubbino su di esso prima di arrivare alla portiera del passeggero già con il cazzo duro e con un preservativo pronto ad essere indossato.
Aiutai Loredana ad uscire dall' abitacolo per consentirle di arrivare sul cofano dove iniziai a fotterla con impeto e senza la minima dolcezza, come da lei richiesto. Le luci della strada talvolta illuminavano il volto di lei stravolta dal piacere riflettendolo nel parabrezza della Mazda.

Incuranti del mondo che attorno a noi proseguiva le proprie attività, io e Loredana ci abbandonammo ad una passione animalesca ed incontrollabile, senza remore né pudori.
Le riversai in gola e sulla bocca tutta lo sperma presente nei miei coglioni e, dopo aver cenato in modo rapido, proseguimmo a casa mia, sempre con la stessa identica voracità, sverginandole il culo e appagando il mio desiderio di normalità, di sesso voluto e non obbligato.

[Continua]
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