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La cognata pt.14


di tongue81
07.02.2023    |    11.908    |    4 9.9
"Infuriato, rientrai dentro casa e venni seguito da Susanna pochi minuti dopo mentre iniziavo a rivestirmi: si avvicinò a me brandendo due bustine con la..."
L'avventura con Carmen e Riccardo ci obbligò a riflettere sul nostro rapporto clandestino ed incestuoso: decidemmo di comune accordo di essere più prudenti nei nostri incontri evitando scopate improvvisate in auto o all'aperto. La relazione tra me e mia cognata continuò anche dopo il suo matrimonio con Gennaro e anche durante e dopo l'immediata gravidanza. Contestualmente, crebbe anche il rapporto tra noi quattro cognati, come spesso accade in tutte le famiglie

Con mio grande stupore, il rapporto tra me e mio cognato con il passare del tempo divenne sempre più solido, trovandoci spesso in sintonia su tanti argomenti e su tante passioni tanto da farci diventare come due fratelli. Con il passare dei mesi, un piccolo senso di colpa mi assaliva prima di ogni singolo incontro con Stefania ma non riuscì mai a placare il mio desiderio fedifrago ed incestuoso.

Un pomeriggio di fine luglio, un paio d'anni dopo l'inizio della tresca con mia cognata, Gennaro mi chiamò chiedendomi se avessi impegni per la serata e, considerato che le nostre mogli erano al mare con la prole e i suoceri, gli risposi che avrei accettato un volentieri un invito.
"Ti vengo a prendere alle 21. Andiamo a farci un giro di birre in un locale in costiera!"
"In costiera? E quando arriviamo? Ti giro un link di Facebook e mi fai sapere se ti interessa!"
Gennaro rimase in silenzio, lesse il messaggio e rispose: "Antò, a questo punto perché non andare alla rassegna su Ingmar Bergman? Forse sulla costiera hai ragione ma affidati a me... Ore 21 giù da te."

Mi guardai distrattamente allo specchio prima di uscire: in quei due anni ero cambiato: avevo perso l'ombra di pancetta che si era formata sull'addome ma i capelli erano variegati da numerose strisce argentate e le prime rughe di espressione comparvero sul mio viso.
Vidi Gennaro in sella alla sua Vespa, battendo il dito contro l'orologio fingendosi spazientito per il ritardo: "Jamm.... Sei peggio di mia moglie!"
"E tu sei più scassacazzo della mia... Dove andiamo?"
"Ti voglio fare una sorpresa che ti lascerà senza parole..."

Arrivammo in un locale del centro dove era in corso un'esposizione fotografica, uno di quei locali da intellettualoidi, dove si possono incontrare facilmente persone di tutti gli orientamenti sessuali.
Prima che riuscissi a fare qualche facile e scontata battuta di dubbio gusto, riconobbi all'ingresso la sagoma di Susanna, la migliore amica di mia cognata che prese parte all'orgia organizzata dal mio gemello Enrico qualche anno prima.

La sua presenza mi destabilizzò e mi imbarazzò non poco: ci salutammo e ci invitò ad entrare per presentarci Monica, la fotografa nonché sua attuale amica speciale.
"Vedi che so tutto... " affermò sibillino Gennaro, lasciando la frase in sospeso appena raggiungemmo l'altra ragazza. La serata si svolse tra finger food, diversi calici di ottimo bianco freddo al punto giusto e qualche cocktail ma riuscii a scogliermi e a superare l'imbarazzo iniziale solo dopo aver aver parlato con Susanna: "Senti, Azzurro mi ha confidato di sapere tutto... Ma tutto cosa e fino a che punto?" domandai con apprensione.

"Azzurro? Bel nomignolo vi avete affibbiato!"
"Non tergiversare... Cosa sa?"
"Sa che abbiamo scopato, io e te... Perchè anche lui è finito nel mio letto!"
"Stai scherzando? E Stefania lo sa? "
"Ovvio che lo sa, anche se Gennaro non ne è a conoscenza..."
"Cazzo! Ma che ti passa per la testa e per la fica? Ti fai il marito della tua migliore amica.."
"Sì e non può dire nulla dato che si scopa il marito della sorella e una volta al mese si fa anche scopare il culo... Sappi che mi è anche grata, così lei può incotrarsi con il suo cognato porcellone!" affermò allungando una mano sul mio culo.

Mi rilassai e ripercorsi mentalmente il discorso appena concluso: "Quindi sa che io e te abbiamo scopato ma ignora completamente di me e Stefania!"
Susanna si avvicinò al mio orecchio e senza alcuna inibizione, ne leccò il lobo: "Tranquillo, non immagina che ti scopi sua moglie. Ti considera un vero amico, un fratello e stasera ti ha portato qui perchè sei il quarto perfetto per il nostro gioco!"

Mi rilassai e iniziai ad essere partecipe al gioco imbastito da Gennaro, iniziando a essere sfacciato e disinvolto tanto con Susanna quanto con Monica e scambiando occhiate d'intesa con mio cognato, il quale prese le redini della situazione non appena la serata si avviò verso i titoli di coda: "Ragazze, abbiamo bevuto un po' troppo... Possiamo venire da voi per un caffè salvavita?"
"Certamente!" rispose Monica facendo l'occhiolino all'altra ragazza.

La sua abitazione non era lontana dal locale e ci avviamo a piedi tra i vicoletti del centro, scherzando e canticchiando, scambiando in continuazione le coppie affinchè potessimo iniziare a conoscere i corpi degli altri a vicenda.
L'appartamento di Monica era all'ultimo piano di un palazzo antico, con un ascensore stretto e troppo piccolo per contenerci tutti senza dover stare a stretto contatto: uscii dalla cabina con l'uccello fuori dai pantaloni e saldamente impugnato dalle mani della padrona di casa, una ragazza dal fisico longilineo e con poche tette ma con un culo da favola, come quello di Susanna, che, una volta dentro casa, inizio a spompinare il cazzo di Gennaro.

"Vedi quei due porci!" disse indicandoli.
"Vedo... vedo... cosa vedo? Un bel pompino! Perchè non lo fai anche a me?" canticchiai sulle note di una nota canzone per bambini.
Monica si sfilo il vestito giallo a pois, mostrandosi con indosso solo il perizoma dello stesso colore dell'abito prima di inginocchiarsi e tuffarsi famelica sul mio bastone.

A differenza dell'amica, iniziò a succhiarmi il cazzo senza giocarci, senza utilizzare la lingua per leccarlo ma massaggiandomi con vigore le palle, dimostrandosi poco pratica nella nobile arte della fellatio benché volitiva e passionale, cercando di accoglierlo in gola in tutta la sua lunghezza ma con risultati non sempre adeguati.

Chiusi gli occhi cercando di lasciarmi andare, di godermi quel pompino ingordo ma venni destato dal caldo contatto con due mani piccole che sbottonavano la mia camicia.

"Stasera sei il mio giocattolo" sentenziò Susanna appoggiando le sue tette contro la mia nuca e rivolgendo uno sguardo deciso all'amica che venne repentinamente raggiunta da Gennaro.
Restando alle mie spalle, mi lasciò a torso nudo cercando senza cambiare posizione di raggiungere il cazzo ancora grondante della saliva di Monica.

"Perché non andiamo in posto più comodo?"
"C'è un lettone fuori al terrazzo, dove sono diretti anche Genny e Monica ed è al sicuro da occhi indiscreti perché è protetto da un pergolato. Poi c'è la camera da letto, poi..."
"Immagino che tu voglia andare fuori!"
"Se te la senti... Tonino..."

Uscimmo sul terrazzo dove Monica stava disegnando una v con le gambe per consentire a Gennaro di lavorare bene la sua fica: Susanna si spogliò consendomi di ammirare il suo fisico scultoreo per poi assumere la stessa postura dell'amica.

Assetato di sesso, mi tuffai tra le sue cosce leccando tutte le parti del suo corpo a tiro, iniziando ad insinuare la lingua e le dita dentro la sua vagina perfettamente depilata e rischiando anche una contrattura ogni qualvolta allungai una mano sul seno.

Avevo dimenticato quanto fosse sensibile Susanna, i suoi sussulti e i suoi gemiti ad ogni singolo tocco mi frastornano. Ogni leccata di lingua venne seguita da una piacevole ma innaturale contorsione del suo corpo sinuoso.

"Leeeccaaaaalaaaaa.... Non tiiiiii fermaaaareeeee!"
Il suo piacere divenne una litania peccaminosa: "Leeeccaaaaalaaaaa, leeeeeeeccalaaaaaaaaaa, leccaaaaalaaaaaa!"

Leccala, leccala.... Quell'invito, quella preghiera oscena mi scollegò il cervello dalla realtà, iniziai a desiderare di abbeverarmi degli zampilli del suo piacere e riuscii nell'impresa. A pochi centimetri da noi, anche Monica e Gennaro si stavano dando alla pazza gioia, con lei che mugulava sotto i pesanti e violenti affondi di mio cognato, il quale alzò il braccio come segno di scambiarci le ragazze, come fanno i wrestler americani.

Alla mia richiesta di dove potessi trovare un preservativo non avendoli portati, Gennaro mi mostrò fiero il suo cazzo, privo di qualsiasi protezione per poi rassicurarmi sulla salute delle ragazze.

Mi gelai, pensai a Valentina e anche a mia cognata, al fatto che con entrambe scopavo a pelle, al rischio che anche una piccola ed insignificante candida potesse distruggere il castello di carte che portavo avanti con fatica da anni.

Nonostante gli inviti osceni di Monica a farcirla a dovere mi tirai indietro, scatenando l'ilarità di mio cognato e la furia della fotografa, che, nonostante volesse essere sbattuta dal mio arnese, mi pose innanzi a un aut aut.

Infuriato, rientrai dentro casa e venni seguito da Susanna pochi minuti dopo mentre iniziavo a rivestirmi: si avvicinò a me brandendo due bustine con la fierezza con cui si esibivano gli scalpi dei nemici sconfitti: "Ti bastano? " domandò sorniona liberando nuovamente il mio bastone e accogliendolo tra le sue tette abbronzate.

Nonostante le rimostranze di Monica e la minaccia di cacciarmi dalla sua casa, mi accomodai con Susy sul divano del soggiorno e ci abbandonammo ad un scopata intensa come poche.

"Non mi piace il cazzo, mi piace il tuo cazzo!" disse dopo due essere stata sconvolta da due orgasmi e con il mio sperma che le colava dalle tette.
"Voglio provarlo nel culo..." sentenziò portando alle labbra le dita impiastricciate di sperma.

Fu così che quella sera d'estate mi tolsi il capriccio che mi venne negato alla spa, che riuscii a vedere il mio bastone penetrare in quell'anfratto caldo e ostile che in breve tempo divenne un peccaminoso luogo di piacere.

Da quella sera, Susanna entrò prepotentemente nella mia vita e in quella della mia famiglia, da quella sera misi un freno alle mie avventure, evitando situazioni rischiose che avrebbero compresso la stabilità della mia casa.

Ma le cose non andarono come preventivato: il natale seguente Valentina decise di porre fine al nostro matrimonio tradendomi con l'unico amante con cui non avrei potuto competere, la morte.

Ci vollero mesi per tornare a vivere e Susanna fu la speranza a cui mi aggrappai, il salvagente lanciatomi per impedirmi di annegare in un mare di melanconia e sofferenza . Oggi è la mia compagna di vita e di giochi ma non ha preso il posto di Valentina, perché nessuna potrà occuparlo.

Eppure, mi rende meno faticosa e dolorosa la vita, mi concede la libertà di continuare a scopare con Stefania... A proposito, forse è meglio chiudere la storia: è appena arrivata ed è meglio non farla aspettare.

P.S. anche in questo racconto c'è un piccolo messaggio per un utente del sito, sperando sempre che accetti di fare un primo passo.
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