Lui & Lei
Casa Mastroianni pt.1
di tongue81
20.06.2022 |
14.797 |
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""Scala con la regina e dopo ti monto a pecorina!"
"Poker di 7, inizia a farmi vedere le tette!"
L'eccesso di sicurezza mi portò ad una..."
Era giunto il momento che, come i miei cugini e come mia sorella prima di me, entrassi in possesso della camera padronale di casa Mastroianni, un immobile acquistato da zio Gianni e da mio padre quando Chiara e Francesca, mia sorella e mia cugina, si iscrissero all'università di Napoli. Per un paio di mesi lo avrei condiviso con mia cugina Stefania, 25enne laureanda in ingegneria gestionale, per poi prendere il pieno possesso della stanza suddetta.Ovviamente, Stefania non era l'unica abitante dell'appartamento, che era e sarebbe stato ancora locato ad Antonella, 24 studentessa di Ingegneria Edile, e a due ragazze, Caterina e Angela, iscritte al secondo anno di Ingegneria dei materiali.
Le tre ragazze, anzi i rispettivi genitori, accettarono di buon grado la mia presenza, considerando quanto fosse impossibile trovare una sistemazione tanto confortevole e ben tenuta nel panorama delle case per studenti, nonostante la presenza in caso in un ragazzo giovane e alla prima esperienza di vita lontano dalla casa natale.
Se loro erano contente, io lo ero ancora di più; Antonella poteva essere classificata come fica imperiale di livello 10, tanto bella quanto bona. Alta, slanciata, con due gambe lunghe e tornite, un paio di bocce importanti e un culetto scolpito nel marmo. Caterina ed Angela erano meno appariscenti e molto più introverse; ciò nonostante, erano due tipette interessanti. La prima si presentava, al primo sguardo, come una ragazza normale, senza particolare appeal, camuffando un corpicino ben fatto in vestiti larghi e sformati, mentre Angela era la "tap" model di casa, una figa imperiale stile Antonella in scala 1/2.
Durante i primi giorni di permanenza in casa, gli unici abitanti dell'appartamento fummo io ed Anto. Infatti, mia cugina si assentò per assistere mia zia durante un breve ricovero ospedaliero mentre la strana coppia decise di trascorrere qualche giorno al paese di origine per ultimare la preparazione di un esame che avrebbero dovuto sostenere a fine settembre.
Tra le mura di casa, complice le temperature elevate di inizio settembre, gli abiti della mia coinquilina erano ridotti al minimo sindacale, ovvero top e pantaloncini, sollecitando in continuazione i miei sguardi e le mie fantasie, diventando fonte d'ispirazione per seghe memorabili concluse da sborrate copiose. Purtroppo, sia per la differenza di età sia per le raccomandazioni ricevute da mia cugina, i contatti erano ridotti all'osso, limitati a qualche vaga chiacchierata a colazione o a cena. Tuttavia, nel weekend arrivò una svolta improvvisa, grazie alla collaborazione imprevista di Giove Pluvio: le avverse condizioni meteo ci obbligarono a rimanere in casa e decidemmo di affrontare la serata con film, vino, salumi e formaggi.
Ad un certo punto della serata, dopo aver contestato il quantitativo di cibo consumato, in modo innocente e scherzoso rappresentai ad Anto con approvazione il mio stupore, in quanto pensavo che fosse una persona che si nutrisse solo di insalate e cibi dietetici. Aggrottando gli occhi, mi rispose: "Vedi che a me piace mangiare e proprio per questo mi alleno per almeno un'ora in camera! Dovresti farlo anche tu... È un peccato non tenere in forma un fisico come il tuo!" .
In effetti, in casa utilizzavo spesso t-shirt over sized che mi facevano apparire grosso e nascondevano la mia vera conformazione, perciò riempii il bicchiere di vino, lo sorseggiai guardando fuori dalla finestra e, infine, mi recai in camera mia per indossare una maglia tecnica aderente.
Al mio ritorno, Anto, forse anche un po' su di giri per l'alcool, iniziò a ridere dicendomi che la maglia indossata era contenitiva e mi lanciò un cuscino in segno di sfida.
Accettai la provocazione, terminai il vino e mi sfilai la maglia dandole le spalle; solo dopo qualche secondo mi mostrai a torso nudo, mostrando una buona definizione muscolare.
"Contenta? Vedi che la maglia non alterava la realtà? Gioco a tennis quando avevo 9 anni e sono sempre stato allenato. Piuttosto, parli tu di fisico artefatto? Chi mi garantisce che non usi intimo push up?"
Maledetto vino! In quegli attimi di silenzio, valutai le mie affermazioni, restando indeciso tra lo scusarmi o l'iniziare a ridere. Due secondi dopo, fu Anto ad alzarsi dal divano, iniziò a sfilarsi il reggiseno color petrolio senza levarsi il top e, infine, si avvicinò a me esponendo l’indumento come trofeo.
"Non ho bisogno di alcun trucco! Le mie tette riescono a tenere testa alla costante g e credo che non siano le sole in questa stanza, furbacchione. Devo riconoscere che ti sei giocato una buona mano... Pensavo che fossi un fessacchiotto senza malizia e senza molto carattere: ti avevo valutato male."
Guardando la mia erezione imprevista, sventolò il reggiseno sotto al mio naso e tornò in camera sua, lasciandomi solo, col cazzo quasi in tiro e con una scena negli occhi meritevole di un bel segone serale.
Attesi qualche secondo che tornasse a finire la visione del film ma non vedendola ricomparire, decisi di andare in bagno per assecondare i desideri del mio pisello: Antonella mi chiamò mentre ero sull'uscio della porta dicendo: "Ah sì? Mi deludi se ti accontenti di un "cinquecontrouno"!"
"Primo: chi ti dice che sono soddisfatto di ciò che ho visto? Secondo: sei sicura che stia andando a farmi una sega? Terzo: il film non è ancora finito e, di conseguenza, neppure la serata lo è!"
Ero riuscito a girare la frittata in un colpo secco; entrai in bagno, presi un fazzoletto per soffiarmi il naso e, prima che riuscisse a replicare, le dissi: "Sei tu che mi deludi se non fai nulla per ribaltare la situazione e rispondere alla mia provocazione. Sai, pensavo che avessi un carattere più indomito, che non ti facessi spiazzare da un ragazzino senza replicare al colpo".
Anto entrò in camera sua, ne uscì dopo pochi minuti avendo indossato nuovamente il reggiseno, entro in soggiorno, prese un mazzo di carte e riempì i nostri bicchieri di vino.
"Il film non mi sta piacendo e mi sta annoiando. Sai giocare a scala 40? " asserì spegnendo la TV e facendo un primo assaggio dal bicchiere.
Annuendo mi sedetti al tavolo e mi scesi un bel sorso di vino, dimostrandole che le avrei tenuto testa fin da subito.
"Le regole sono semplici: cinque mani di carte, al termine di ognuna chi l'ha vinta fa togliere all'altro un indumento. Chi vince la partita, ovvero chi accumula meno punti complessivi, vince un "tuttoquellochevuoitu" fino a domattina. Ci stai, ragazzino?"
D'istinto risposi "Va bene ma il "tuttoquellochevuoitu" scade lunedì mattina."
"Ok, però vorrei ognuno di noi definisse le richieste che possono essere rifiutate: niente sesso anale, niente umiliazioni e mi rifiuto di pulirti la stanza"
Accusai il colpo sull'anale e risposi: "Perfetto. Mi rifiuto di fare roba sadomaso e di pulire il cesso!", terminando il vino rimasto nel bicchiere.
Dopo aver suggellato l’accordo con un ulteriore brindisi alla goccia e una stretta di mano, iniziammo la partita: le prime due mani furono vinte da Antonella ma, grazie ad una strategia oculata, riuscii a prendere solo 17 punti di penalità. Ovviamente, nello spogliarmi davanti alla mia coinquilina, cercai di mettere in evidenza il fisico asciutto e tonico, ricevendo complimenti sinceri, con parole e sguardi, quando rimasi in boxer.
La terza mano, invece, fu un trionfo, innanzitutto perché riuscii a sfilarle lo short, ad ammirare il suo culo perfetto deliziosamente incorniciato da una brasiliana e, infine, perché la povera Anto prese 36 punti di penalità.
“Che culo! E visti i risultati, è evidente che non mi stia riferendo alla tua fortuna al gioco…”
“Ragazzino sfacciato, fai attenzione che alla fine il culo te lo faccio io… e, volendo, in tutti i sensi!”
Nonostante la provocazione, la dea bendata decise di ricompensarmi anche alla penultima mano.
“Su, su… leviamo il top e fammi rivedere nuovamente quel bel paio di bocce. Se vuoi, dopo aver preso altri 35 punti, posso accettare la tua resa, promettendoti di non infierire con le richieste.”
“Vai in bagno, fissati bene la mia immagine in reggiseno e mutandine e fatti un segotto! Una volta che ti sei calmato, inizia ad accettare l'idea di essere sconfitto, perchè io non perdo mai.”
Con gli ormoni a palla, eccitato come un mandrillo, pregustai una vittoria schiacciante e una scopata memorabile e continuai con le provocazioni verbali.
"Scala con la regina e dopo ti monto a pecorina!"
"Poker di 7, inizia a farmi vedere le tette!"
L'eccesso di sicurezza mi portò ad una sconfitta netta nell'ultima mano.
"Fammi vedere cosa ti è rimasto in mano, ragazzino! Quando hai finito, vai in cucina a prendere la melanzana più grossa, così ti levo quel sorriso ebete dal viso."
Nonostante i tre assi rimasti nelle mie mani, il punteggio non fu sufficiente ad assegnare la vittoria finale ad Antonella.
"Non vale! Ho vinto più partite durate la serie e alla fine perdo per soli 4 punti! Facciamo ancora una e vediamo chi è il migliore"
"Per me si può fare però rinunci al vincolo sull'integrità del tuo culetto e giochi l'ultima mano con le tette al vento!"
"Assolutamente no! L’ultima mano la gioco totalmente nuda e, prima di riprendere il gioco, ti faccio il miglior pompino della tua vita! Questa è la mia controfferta."
Risi di gusto e, alzandomi dalla sedia, mi avvicinai ad Antonella: "In questo momento, essendo risultato vincitore del gioco da te proposto e secondo le tue regole, rifiuto la tua offerta e, ti ordino prima di spompinarmi e dopo di farti scopare nella posizione che maggiormente mi aggrada, senza che tu possa rifiutarti nè controbbattere, dato che hai stabilito tu le regole."
Mentre mi avvicinavo, lo sguardo di Anto era fisso sul mio cazzo, cercava di capirne le dimensioni mentre, astutamente, dopo essersi sganciata il reggiseno, si accarezzava a turno le tette per aumentare la mia eccitazione. Solo quando fui a pochi centimetri da lei, mi disse sorniona che avrei potuto avere tutto quello che era stato pattuito ma in modo meccanico, senza coinvolgimento.
Ero ipnotizzato dalle sue tette, volevo leccarle, toccarle, tintillare i due capezzoli dritti come chiodi ma recuperai tutta la lucidità rimasta e dissi: "Ultima offerta, alla quale non si accettano repliche: giochi nuda la mano e prima mi fai una spagnola e un pompino.... con ingoio!" e le allungai la mano.
"Se ti succhio il cazzo e non mi vieni in bocca o sulle tette, non posso affermare nè di averti fatto un pompino, nè di averti fatto il migliore della tua vita..."
[Continua]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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