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La cognata pt.13


di tongue81
31.01.2023    |    12.373    |    4 9.6
"Carmen, con la bocca ancora piena di sperma, mantenne la parola data e cancellò il video dal tablet per poi avvicinarsi al marito comodamente seduto sul..."
Chiamai Valentina, mia moglie, per comunicarle che quella sera avrei soggiornato in una struttura diversa da quella prenotata, che viste le condizioni meteo era preferibile fermarsi prima di giungere alla destinazione prefissata e lo stesso fece mia cognata: ovviamente Vale, così come Gennaro, disse che quella era la scelta più assennata, che la prudenza in certe situazioni non è mai troppa ed altre ovvie considerazioni.

Approfittando del leggero diradamento della nebbia, io e Stefania ci dirigemmo verso il B&B indicato da Carmen dove ci avrebbe raggiunto per cena.

Durante il tragitto, mia cognata mi chiese se avessi gradito l'imprevisto incontro; con grande sincerità risposi di essere stato colpito duro dalla presenza del video ma anche di aver gradito la figa della benzinaia e l'accordo da lei proposto.

"Se me lo dici esplicitamente, vuol dire che non sono più la tua troia preferita!"
Mi volle provocare ed io alzai la posta in gioco, accostando in una piazzola della desolata strada di campagna che portava al nostro alloggio, poi abbassai la zip dei pantaloni e dissi: "Se vuoi riprenderti lo scettro, eccolo. Ma sappi che oggi l'hai rifiutato."
"Il mio rifiuto ti ha regalato una bella scopata... Ma ora lo riprendo!"

Senza alcun briciolo di pudore, Stefania mi spompinò incurante delle sporadiche vetture che ci incrociarono ed ingoiò tutto il mio sperma senza battere ciglio.

Dopo una rapida cena nel ristorante attiguo al B&B, finalmente fummo raggiunti da Carmen: indossò un vestitino di lana aderente che fasciava e valorizzava il suo corpo esaltandone le forme.
Osservai prima lei e poi Stefania, abbassai gli occhi verso il mio cazzo, come se scambiassimo un cenno d'intesa su come riuscire a soddisfare quelle due meraviglie, e, infine, mi alzai per accogliere e salutare la nuova arrivata.

Quando fummo tutti vicini, Stefania mi chiese di accomodarmi su una sedia: lei e Carmen iniziarono a spogliarsi e a baciarsi ma pregandomi di rimanere spettatore privilegiato del loro eccitante spogliarello. Con il cazzo che mi stava esplodendo nei pantaloni, mia cognata si avvicinò a me, sbottonò il reggiseno facendolo cadere a terra e offrendo i suoi capezzoli alle mie labbra.

Poco dopo, capii che quel gesto era un efficace diversivo per farmi distogliere la vista da Carmen che con una rapidità fulminea afferrò i miei polsi e li legò dietro lo schienale della sedia per poi bendarmi con un drappo scuro. Rimasi così per tutta la serata: ascoltai i loro gemiti e i loro sospiri, respirai l'aria pregna di ferormoni ma sempre legato come un salame e all'oscuro di tutto, schiumando rabbia e con il cazzo in tiro.

Solo quando si sentirono appagate di sesso e furono rivestite di tutto punto mi liberarono: "Prima che tu dica qualcosa, ti ricordo che sono io a dettare le condizioni per la cancellazione del video." Affermò con tracotanza e malizia Carmen
"Ovviamente! Eppure sarebbe stato molto appagante lasciarmi almeno la possibilità vedere il vostro divertimento." risposi cercando di tenere a freno ira ed eccitazione
"Non avresti mai accettato di rimanere spettatore... Ci vediamo domani sera, vi dico dove vederci." disse la benzinaia salutandomi leccandomi il collo e saggiando la mia erezione.

Quella sera, con l'uccello in fiamme, scopai in modo selvaggio mia cognata, aprendole per bene il culetto e riversandone al suo interno tutto lo sperma che avevo in corpo.

Il giorno seguente non parlai di ciò che era successo con Stefania, anzi in modo brusco e sbrigativo stroncai ogni suo tentativo di discussione in merito a quanto accaduto.

Attesi pazientemente la sera e, come concordato, all'orario stabilito ci recammo a casa di Carmen per la cena.

"Avete portato del vino? Grazie ma non c'era bisogno!" disse vedendoci arrivare con due bottiglie di ottimo Sagrantino di Montefalco.

Alle sue spalle, apparve un'ombra, un omone alto quasi quanto me ma molto più grosso: "Piacere, Riccardo." disse stringendomi la mano vigorosamente.

Ci accomodammo a tavola e iniziammo una piacevole cena e una conversazione davvero interessante: in breve tempo, quell'omone grosso ma gentile ci informò di conoscere tutti i dettagli della storia tra me e Stefania che raccontammo a sua moglie, oltre alle avventure degli scorsi giorni a cui prese parte la stessa Carmen. Un velo di tristezza cadde sul suo sguardo: "Purtroppo, da oltre due anni io e Carmen non possiamo avere più rapporti sessuali. Una brutta avventura che non mi va di raccontare, una malattia che mi ha quasi ucciso e che mi ha reso totalmente impotente." disse con la voce strozzata da un senso di melanconia e conducendoci verso il soggiorno, verso la stanza dove consumavano le loro serate nella quotidianità e nell’intimità del focolare.

Proprio di fronte al divano, campeggiava in posizione alquanto anomala un letto dove mi fece cenno di accomodarmi mentre lui si lasciò cadere pesantemente sul sofà; stessa cosa fecero le due donne e quando fummo tutti ai proprio posti, Riccardo prese la parola: "Scopate per noi e cancelleremo il video. Ma dateci dentro per bene, seguite le mie indicazioni le mie indicazioni: sarete le nostre proiezioni, scoperete come facevamo noi prima della mia malattia!"

Mi alzai goffamente e gli allungai la mano, ricambiando con lo stesso vigore la stretta e attesi che impartisse le prime direttive.

A sorpresa fu Carmen a prendere in mano le redini del gioco, descrivendo minuziosamente come iniziare una lenta e sensuale danza durante la quale io e la mia cognatina rimanemmo nudi, accaldati ed eccitati come altre poche volte: successivamente fu Riccardo a prendere il comando delle operazioni, chiedendomi di iniziare a dedicarmi alla fica di Stefania con la stessa cura e con le stesse attenzioni con cui lui avrebbe fatto con la moglie.

Iniziò una gara contemporanea tra noi e loro per scegliere chi tra le due donne avrebbe goduto maggiormente e chi tra gli uomini sarebbe stato in grado di resistere più a lungo con la testa in una posizione innaturale, schiacciata a pacia in giù contro la fica della partner.

Carmen, tra un gemito e un sospiro, dovette gestire la regia della sinfonia di cui eravamo interpreti, divincolandosi con maestria tra almeno tre orgasmi che le trasfigurarono il volto prima di comandarci di cambiare posizione.

"Cazzo! Mi hai insudiciato il tappeto con la tua broda, Ste! Prendilo prima tutto in bocca e poi sputati tra le menne per fargli una bella spagnola!" incalzò la signora.
"Abbassa la testa e fai in modo che la capocchia di Antonio ti entri in bocca! Dai che lo so che sei una succhiacazzi dello stesso livello di mia moglie" replicò il marito
"Prendilo in bocca, come facevi ieri sera con il mio cazzo di gomma! Dai che sai fare di meglio!" incalzò nuovamente Carmen che iniziò a martoriarsi la fica con un vibratore.

Fu una spagnola memorabile e feci fatica a trattenermi dallo sborrare senza aver ricevuto l’autorizzazione dei nostri registi, arrivando a diventare di colore bordeaux per lo sforzo. Quando furono appagati, ci chiesero di iniziare a scopare mettendo Stefania a pecora ma in modo tale che potesse guardarli dritti negli occhi, in modo tale che fossero anche loro partecipi del nostro amplesso.
Cercai un preservativo ma mi venne mossa l'obiezione che loro non avrebbero utilizzato, quindi penetrai a pelle la mia cognatina e con grande foga, dandole colpi violenti che, nonostante avesse la figa bollente e ben dilatata, inizialmente risultarono poco gradevoli, come impartito dai nostri amici.

Finalmente Stefania raggiunse il numero di orgasmi conseguiti da Carmen e così autorizzarono, finalmente, anche me a sborrare, ovviamente sul viso di mia cognata, già imperlato da alcune goccioline di sudore.

Riccardo, vedendo la mia erezione ancora vigorosa e il desiderio della moglie di ricevere anch'essa la propria razione di sperma, autorizzò la moglie a raggiungerci ad un unico patto, al loro solito patto, lasciandoci in un alone di mistero.

Questa volta, mi fu concesso di indossare un preservativo e mi venne offerto da Riccardo del lubrificante, facendomi intendere quali fossero le condizioni del patto tra lui e sua moglie. Iniziai a scopare prima il culo di Carmen e poi quello di Stefania con decisione, godendo appieno dei loro buchetti tortuosi e roventi, facendole zampillare di piacere e lasciandole stravolte e con le budella sconquassate dall’abbondate dose di cazzo ricevuto. Mi scambiai uno sguardo d’intesa con Riccardo e avvicinai la mia capocchia alle labbra della moglie, che accolse senza alcun indugio prima tutto il mio arnese e poi tutta la sborra rimastami nei coglioni.

Carmen, con la bocca ancora piena di sperma, mantenne la parola data e cancellò il video dal tablet per poi avvicinarsi al marito comodamente seduto sul grande divano: aprì la zip dei suoi pantaloni e sputò il mio seme su quel cazzo moscio e inerte.

[Continua]
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