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SERATA DI TRASGRESSIONE


20.02.2025 |
5.598 |
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"“Andiamo a ballare, ” ho sussurrato, mordendomi il labbro..."
Stamattina, appena svegli, Stefano mi ha guardato con quel suo solito sguardo malizioso e ha sussurrato:” dove andiamo oggi a trasgredire, amore?”
Ho sorriso, stropicciandomi gli occhi con languida pigrizia: “Non ti ricordi? Oggi è il compleanno di Alessio. Dobbiamo stare lì tutto il pomeriggio, saremo liberi solo dopo cena.”
Stefano ha sbuffato, visibilmente poco entusiasta. “Non ho proprio voglia di passare ore nella confusione!”
L’ho accarezzato con dolcezza, le dita leggere sulla pelle calda: “Non preoccuparti, amore. Stasera recuperiamo, vedrai, non te ne pentirai.” Ho lasciato che il mio sguardo si accendesse di complicità dicendogli: “Ho comprato un completino sexy da mettere sotto il vestito a portafoglio, ti piacerà da impazzire.”
Lui ha inarcato un sopracciglio, incuriosito e un lampo di desiderio gli ha attraversato gli occhi: “Adoro quando mi fai queste sorprese.”
Il pomeriggio è volato tra chiacchiere e brindisi, la mia mente già proiettata a dopo, al momento in cui avrei potuto finalmente giocare con il desiderio di Stefano.
Tornati a casa, facciamo una doccia veloce, il vapore caldo avvolge i nostri corpi già carichi di aspettativa.
Poi, mi infilo il mio intimo provocante: reggicalze nero, balconcino rosso che esalta il seno, perizoma con strass che brillano a ogni movimento. Sopra, un vestitino a portafoglio leggero e malizioso, abbastanza corto da promettere, ma non abbastanza da svelare tutto subito.
Esco dalla camera, Stefano mi guarda e deglutisce a fatica. Nei suoi occhi c’è pura adorazione: “Sei uno schianto, amore, sei fatta per essere desiderata.”
Con un sorriso complice ci avviamo verso il nostro locale preferito, un posto elegante e anche un po' trasgressivo, perfetto per giocare senza inibizioni. Luci soffuse, musica avvolgente, atmosfera sensuale, tanta gente intrigante.
Essendo lontani da casa posso vestirmi come voglio, senza preoccuparmi degli sguardi giudicanti.
Appena entrati, ci dirigiamo verso il nostro solito tavolino riservato, un divanetto su un piano rialzato, perfetto per osservare e per essere osservati.
Stefano, impaziente, i suoi occhi già accesi di desiderio, si avvicina, sfiorandomi il collo con le labbra: “Perché non facciamo qualche foto per A/69? Voglio vedere come rende il tuo intimo.”
Un brivido mi attraversa il corpo. L’idea di mostrarmi lo eccita, e questo basta a infiammarmi.
Accavallo lentamente le gambe, facendo scivolare il vestito lungo le cosce.
Iniziamo con qualche foto osè, la mia schiena inarcata contro il divanetto, il vestito che lascia intravedere la pelle nuda sotto il pizzo, le mani di Stefano si insinuano lentamente, creando un’atmosfera carica di attesa.
Ma il locale si sta riempiendo e non possiamo spingerci troppo oltre, almeno non lì.
“Andiamo a ballare,” ho sussurrato, mordendomi il labbro.
Sulla pista, mi muovo sinuosa, il corpo avvolto dalla musica e dallo sguardo bruciante di Stefano che mi stringe contro di sé, le sue mani vagano lungo i miei fianchi, scivolano sulle cosce nude sotto il vestito leggero.
Poi, con voce roca, mi sussurra all’orecchio “Andiamo di sopra, lì ci sono divanetti più nascosti, possiamo continuare.”
Non ho risposto. Mi sono lasciata prendere per mano, il cuore che batte forte per l’eccitazione.
Nella penombra inizio a posare per lui. Il vestito a portafoglio si apre sempre più a ogni movimento, lasciando intravedere il reggicalze nero, il balconcino rosso che solleva il seno, il perizoma di strass che brilla alla luce soffusa. Stefano scatta, il respiro affannato, gli occhi pieni di desiderio.
Ogni volta che qualcuno passa vicino, ci fermiamo, trattenendo il fiato, il brivido della trasgressione che ci percorre la pelle. Ma poi un ragazzo si sofferma a qualche metro da noi. Non distoglie lo sguardo, chiaramente incuriosito.
Stefano coglie l’occasione: “Ehi, ti va di scattarci qualche foto? Così Sara può mettersi in mostra per bene.”
Il ragazzo sorride, si avvicina con fare disinvolto. “Volentieri, non è la prima volta che una coppia mi fa una proposta simile.” I suoi occhi si posano su di me, la voce si abbassa e mi dice: “Lei era molto sexy, ma tu lo sei ancora di più.”
Sento un brivido lungo la schiena. Senza pronunciare una parola, lascio scivolare lentamente il vestito lungo le spalle, fino a vederlo cadere delicatamente ai miei piedi. Rimango lì, in reggicalze e lingerie, mentre il suo sguardo si incendia, divorandomi da capo a piedi.
La macchina fotografica inizia a scattare. Ogni posa diventa più audace, più provocante. Posso vedere il desiderio crescere nei suoi occhi e il rigonfiamento evidente nei suoi pantaloni.
Il pensiero di eccitarlo così tanto mi procura un fremito, facendomi bagnare. Stefano mi osserva, rapito, mentre il gioco si spinge sempre oltre.
Dopo fatto le foto, ci saluta e promette di tornare più tardi, per avere dei chiarimenti su A/69.
Poco dopo, noto il ragazzo seduto a pochi metri da noi. Lo guardo, ma ogni volta che incrocia il mio sguardo abbassa gli occhi, quasi intimidito.
Dico a Stefano: ”Vai un attimo in bagno, voglio vedere se trova il coraggio di avvicinarsi.”
Non appena Stefano si allontana, il ragazzo si siede accanto a me. Il suo corpo vicino al mio, il calore della sua pelle che arriva fino a me. Mi guarda con desiderio, il respiro leggermente più profondo: “Parliamo un po' di A/69? Mi spieghi come funziona?” Dice con un sorriso appena accennato, mentre i suoi occhi scivolano lungo il mio corpo, soffermandosi sul pizzo del reggicalze che spunta dal vestito leggermente aperto.
La sua gamba sfiora la mia ed io sento un brivido percorrermi la pelle. Il contatto è sottile, quasi casuale, ma carico di sottintesi. Poi, con finta indifferenza la sua mano si posa tra le mie cosce.
Non mi tiro indietro. Anzi, accavallo lentamente le gambe, lasciando che il movimento sollevi il vestito, esponendo ancora di più la pelle nuda e la striscia di pizzo del mio intimo.
Stefano ci osserva con un sorriso divertito. Sa esattamente cosa sta accadendo, e la cosa lo eccita visibilmente.
Mentre parliamo la sua mano affonda sempre più tra le mie cosce. Gli sorrido dicendo: “Qui ci sono troppi occhi indiscreti, andiamo di sopra.”
Risaliamo e il ragazzo si siede accanto a me, mentre gli spieghiamo il sito, si avvicina sempre di più, la sua mano inizia a esplorarmi con audacia.
“Che hai fatto con l’altra coppia?” Gli chiede Stefano intrigato.
Lui sorride: “Mi hanno premiato con tanti complimenti e con un bel gioco di bocca.”
Siamo tutti e tre eccitatissimi. Il mio corpo reagisce immediatamente. Vorrei toccarlo, vorrei sentire la sua pelle sotto le dita.
Poso una mano tra le sue gambe, sento la sua erezione imponente. Sollevo lo sguardo su di lui che mi sussurra: “Eh si, è una XXL.”
Il desiderio mi divora, ho voglia di esplorare quel corpo che trasuda eccitazione. Cerco di abbassare la cerniera dei suoi jeans, ma è troppo compresso. Lui, con un gesto rapido e deciso, l’abbassa da solo, liberando la sua eccitazione palpitante sotto il tessuto dei boxer.
Con un brivido, infilo la mano dentro, sfiorando la sua erezione. Lo sento enorme, pulsante contro il mio palmo. Senza pensarci, mi abbasso, le labbra premono il tessuto teso, sento la sua durezza fremere sotto il mio bacio.
Gli sfugge un gemito roco, le sue dita si intrecciano nei miei capelli, tirandomi leggermente all’indietro: “Prendilo tutto in bocca, non ce la faccio più!” Sussurra, la voce carica di tensione.
Lo libero dai boxer, lasciando che la sua virilità esca fuori, calda, tesa, palpitante di desiderio. Lo assaporo lentamente, le mie labbra scivolano lungo la sua lunghezza, mentre stringe i denti, con il respiro spezzato.
“Oddio, mi stai facendo impazzire.” Ansima, i muscoli tesi sotto le mie mani. Lo sento fremere e il controllo sfuggirgli sempre di più.
Il respiro si fa più affannato, le dita affondano nei miei capelli con più decisione, un sussulto, un ringhio profondo e gutturale. Il sesso si gonfia tra le mie labbra, il corpo scosso da brividi mentre un’ondata calda riempie la mia bocca con violenza, il viso stravolto dal piacere, si lascia andare completamente a quell’estasi proibita.
Mi volto verso Stefano, il cuore che martella nel petto, vedo il suo sguardo acceso di puro desiderio. Si avvicina, la voce roca di eccitazione. “Basta, amore, forse abbiamo esagerato. Troppa gente sta facendo caso a noi.”
Il ragazzo sorride, ancora ansimante. Si alza, mi prende il viso tra le mani, mi bacia profondamente, un bacio umido, carnale, che mi lascia con il fiato corto e il corpo in fiamme. Poi, con un sussurro carico di promesse, dice: “Tornerete qui, vero? Io vi aspetterò!”
Quella notte, io e Stefano facciamo l’amore come due amanti travolti da una passione incontrollabile. Ma nel buio, tra le lenzuola intrise di desiderio, il pensiero di quel ragazzo e del suo corpo XXL non mi ha mai abbandonata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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