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UN WEEKEND di GIBBERISH


di Membro VIP di Annunci69.it Gibberish
06.02.2025    |    899    |    36 9.9
"Lo guardo, mordendomi il labbro..."
UN WEEKEND di GIBBERISH

PARTE 1

Anche questo weekend il meteo prometteva bene. Il sole, il mare, la libertà e la voglia di trasgredire che bruciava sotto pelle. Io e Stefano non abbiamo avuto dubbi, la casa al mare ci aspettava.
Mentre preparo la borsa, scelgo con cura anche il mio abbigliamento. So già che sarà un weekend di passione, quindi opto per qualcosa di provocante, qualcosa che lo faccia impazzire.
Appena salgo in macchina, Stefano mi squadra con aria critica: “Sei troppo vestita” borbotta con un sorriso storto.
Rido piano,” Non ti preoccupare, amore, è solo per uscire di casa, quando saremo in autostrada, cambierò look.”
Il tempo di superare il casello, mantengo la promessa. Lentamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi sfilo i fuseaux, rimanendo con il mio vestitino cortissimo, tutto abbottonato sul davanti.
Sento gli occhi di Stefano scivolare sulle mie gambe nude, sul tessuto che accarezza le mie forme. Lo guardo, mordendomi il labbro.
Poi senza distogliere lo sguardo, inizio a slacciare i bottoni, uno ad uno. Lui deglutisce, quando il vestito scivola giù lungo le spalle, il suo respiro si fa più pesante. Il colpo di grazia arriva quando abbasso gli slip, lasciandomi completamente nuda sotto il vestito aperto.
La sua mano scivola subito sulla mia coscia, risalendo lenta, esplorandomi. Mi accarezza, sollevando appena l’orlo del vestito: “Fagli prendere un po' d’aria,” sussurra con voce roca.
Un brivido mi percorre la schiena ma il suo desiderio diventa ancora più evidente quando prende la mia mano e la porta sulla sua erezione, dura sotto il tessuto: “Vedi?” Mormora con un sorriso soddisfatto: “Ha già capito cosa ci aspetta questo weekend.”
Rido piano, mentre le mie dita lo sfiorano attraverso la stoffa. Voglio farlo impazzire, voglio sentirlo fremere sotto di me. Mi abbasso lentamente verso di lui, pronta a.
Un clacson rompe l’incantesimo. Un suono forte, insiste, quasi impaziente. Stefano solleva lo sguardo nello specchietto e si irrigidisce: ”Cazzo, c’è un camion dietro di noi che abbaglia e mette la freccia.”
Mi volto istintivamente, senza rendermi conto che il vestito è completamente aperto. Quando i miei occhi incontrano quelli del camionista, capisco subito che ha visto tutto. Il suo sguardo è incollato a me, la bocca socchiusa in un’espressione di sorpresa ed eccitazione.
Mi accorgo solo in quel momento che il mio seno è completamente esposto. Il camionista mi fissa con bramosia e inizia a farmi cenni espliciti, indicando l’area di sosta più vicina.
Istintivamente mi stringo il vestito addosso, il cuore che batte più forte. Ma Stefano mi lancia un’occhiata complice, gli occhi accesi di desiderio: “Dai, fatti vedere un po'.”
Il suo tono mi accende una fiamma dentro. Esito solo un istante, poi cedo alla tentazione. Con un movimento lento, lascio scivolare il vestito sulle spalle e lo faccio cadere del tutto, rimanendo nuda sul sedile posteriore.
Il camionista spalanca gli occhi, la sua bocca si apre in un’espressione famelica. Con la lingua disegna gesti osceni nell’aria, facendomi capire chiaramente cosa vuole.
Il mio corpo reagisce in modo che non mi aspettavo. Il battito accelera il respiro si fa irregolare. Vedere il suo desiderio così sfacciato, sentirmi così esposta, così osservata, è una scarica di adrenalina che mi scuote all’interno.
Ma è troppo. Troppo intenso, troppo rischioso. Mi mordo il labbro e sussurro a Stefano: “Vai accelera.”
Lui mi obbedisce, lasciando il camion alle spalle. Ma il fuoco dentro di me non si spegne, anzi, brucia, ancora di più, il cuore mi batte forte e la mia vagina inizia a bagnarsi.
Mi volto verso Stefano, i suoi occhi brillano di eccitazione. Sento un fremito dentro di me al ricordo di quando, al risveglio, gli ho preso il cazzo in bocca, assaporandolo con piacere. Quel pensiero mi fa venire l’acquolina in bocca e deglutisco lentamente.
L’auto scivola sulla strada il motore ronza piano ma il fuoco è dentro l’abitacolo.
Mi inginocchio sul sedile, il corpo girato verso Stefano, il viso all’altezza del ventre.
Con la mano, accarezzo il suo membro teso, lui stringe il volante con forza, cercando di mantenere il controllo della guida ma il tremore che gli attraversa le cosce mi dice che lo sto mandando fuori di testa. Mi lecco le labbra prima di affondarlo, nella mia bocca calda.
Stefano geme piano, una mano lascia il volante per posarsi sulla mia nuca, mi afferra i capelli: “Sei pazza” sussurra con voce roca, ma non c’è traccia di resistenza nelle sue parole. Anzi, il suo respiro accelera mentre il mio ritmo aumenta, le mie labbra lo avvolgono con più intensità, la lingua gioca attorno alla sua durezza.
L’auto oscilla leggermente mentre lui cerca di mantenere la traiettoria, ma è chiaro che il vero viaggio è quello che gli faccio vivere con la bocca.
Ogni tanto rallento lasciandolo scivolare fuori, soltanto per guardarlo dal basso, gli occhi accesi di malizia. Poi riprendo, più affamata, più profonda, il suo respiro diventa irregolare e le sue dita mi stringono i capelli con più decisione.
Stefano accelera leggermente, forse per cercare un posto più sicuro, ma non gli lascio scampo, continuo a succhiare, il suo pene si gonfia tra le mie labbra, eiacula fiotti di sperma caldo, riempiendomi la bocca.
Intanto la strada scorre sotto di noi ignara della nostra intimità.
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