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IL MIO REGALO DI LAUREA:


18.01.2025 |
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8
"Monica sembrava stanca e cercò di stendersi sul divano..."
IL MIO REGALO DI LAUREA: LA MOGLIE DI STEFANO....Ringraziamo
Leonardodavinci1989.... che ci ha dedicato questo racconto..... buona lettura a tutti...
Mi guardavo intorno, ancora incredulo di essere finalmente giunto al traguardo della laurea. La sala era gremita di amici, parenti e colleghi, tutti lì per festeggiare il mio successo. La musica riempiva l'aria, le risate echeggiavano tra le pareti, e il tintinnio dei bicchieri si mescolava al brusio delle conversazioni. Era una serata perfetta, e mi sentivo al culmine della felicità.
Tra gli invitati, spiccava una figura che conoscevo bene: Stefano, un imprenditore piacione che avevo avuto l'occasione di conoscere a Firenze. Era stato proprio Stefano a farmi la cortesia di recapitarmi un abito smoking che mi serviva per una festa universitaria. Ci eravamo presi in simpatia fin da subito. Stefano era il classico imprenditore che non ne lasciava una, sempre pronto a dispensare consigli su come godersi la vita e farsi avanti con le ragazze e le donne, una cosa che io non mi facevo sicuramente ripetere.
Quella sera, Stefano non era venuto da solo. Accanto a lui, c'era una donna che catturò immediatamente la mia attenzione. Altezza media, portamento elegante e deciso, Monica si muoveva con una grazia naturale che lasciava senza fiato. Nonostante un velo di pudicizia e timidezza, il suo abbigliamento quella sera era un contrasto affascinante: una camicetta bianca che evidenziava il suo seno prosperoso, sotto forse un reggiseno di gran classe perché si intravedevano delle paillette. La gonna nera, stile scolaretta, non era troppo corta ma sicuramente non abbastanza lunga per una cena di laurea. Era estate, e Monica non portava calze, un piacere per i miei occhi. Il tutto culminava con dei tacchi platform neri alla moda che fungevano da base monumentale per quella statua di marmo che era la signora Monica.
Mi avvicinai a Stefano e Monica, cercando di nascondere il mio stupore. "Stefano, che piacere vederti!" esclamai, stringendogli la mano. "E lei deve essere Monica, vero?"
Monica sorrise, un sorriso che illuminò la stanza. "Sì, sono io. Congratulazioni per la tua laurea, Leo. Stefano mi ha parlato molto di te."
Sentii un nodo alla gola. "Grazie, Monica. Sono davvero felice che siate venuti."
Stefano, sempre pronto a rompere il ghiaccio, intervenne: "Leo, ti ricordi quando ti ho portato quello smoking a Firenze? Eri un po' in difficoltà, ma alla fine hai fatto colpo su tutte le ragazze!"
Risi, ricordando quella serata. "Sì, è stato un bel momento. Grazie ancora per il tuo aiuto."
Monica osservava la scena con un sorriso enigmatico, come se sapesse qualcosa che io ignoravo. "Stefano è sempre pronto a dare una mano," disse, posando una mano sul braccio del marito. "Ma ora è il tuo momento, Leo. Goditi la serata e tutto ciò che la vita ha da offrirti."
Annuii, sentendo un'ondata di emozioni contrastanti. La presenza di Monica aveva aggiunto un elemento di mistero e fascino alla serata, e sapevo che quella notte sarebbe stata indimenticabile. Mentre la festa continuava, non riuscivo a togliere gli occhi da Monica, chiedendomi cosa il futuro avesse in serbo per me.
A un certo punto, Stefano mi spinse verso Monica con un sorriso malizioso. "Dai, Leo, balla con mia moglie. È una serata speciale, no?"
Ero un po' eccitato per il traguardo raggiunto e un po' per l'alcol, così assecondai Stefano e mi lanciai in un ballo con Monica. La musica era lenta e sensuale, e sentivo il calore del suo corpo contro il mio. Il suo profumo mi avvolgeva, e ogni movimento dei nostri corpi mi faceva sentire sempre più eccitato. Stefano, con la scusa della festa, aveva sempre più un atteggiamento poco convenzionale, e io mi lasciai trasportare dal momento.
Fu così che mi ritrovai a parlare con Monica in un angolo più appartato della sala. La sua vicinanza era inebriante, e il suo profumo mi avvolgeva come una promessa sensuale. "Leo, sei davvero un ragazzo speciale," mi disse, avvicinandosi leggermente. "Stefano ha ragione, devi goderti la vita."
Sentii il cuore accelerare. "E tu, Monica? Ti godi la vita?"
Lei sorrise, un sorriso che era un invito. "Cerco di farlo, Leo. Ma a volte, la vita ha delle sorprese inaspettate."
Mi avvicinai ancora di più, sentendo il calore del suo corpo. "E tu sei una di quelle sorprese, Monica?"
Lei non rispose, ma il suo sguardo parlava più di mille parole. In quel momento, capii che la serata stava prendendo una piega inaspettata e che il mio futuro era pieno di possibilità.
Ci appartammo sempre di più, rimanendo appiccicati e abbracciati come lo eravamo durante il lento. Le mie mani scivolarono lungo i suoi fianchi, accarezzandoli con delicatezza. Sentivo il suo respiro farsi più veloce, il suo corpo rispondere al mio tocco. Era come se ogni movimento fosse una danza, un balletto di seduzione e desiderio.
E poi le luci si accesero improvvisamente, e il momento magico si interruppe bruscamente. Era l'ora della torta, e ci staccammo velocemente, come due adolescenti colti in flagrante. Ero eccitato e rosso in viso, ancora inebriato da quanto era successo. Non avevo occhi che per Monica, mentre quel furbacchione di Stefano si divertiva per tutta la festa. La sua presenza, quasi austera e timida, era in realtà un fuoco vivo, un contrasto affascinante che mi aveva completamente stregato.
Mi diressi verso la torta, cercando di mantenere la calma, ma il mio cuore batteva all'impazzata. Gli ospiti si radunarono intorno a me, applaudendo e cantando, ma io ero altrove, perso nei miei pensieri e nelle sensazioni che ancora mi avvolgevano. Tagliai la torta con un sorriso forzato, cercando di nascondere il tumulto interiore.
Finita la torta, Stefano si avvicinò come per raffreddare la situazione e renderla tutta più naturale. Mi parlava di ragazze e conquiste, di viaggi in programma, e io condividevo dettagli della mia vita di gioventù e dei miei viaggi. Era come se stessimo recitando una parte, cercando di mantenere le apparenze mentre dentro di me bruciava un fuoco incontrollabile.
Tra un po' di incredulità e un po' di vergogna per quanto non ancora accaduto e non so cosa sarebbe successo, mi sentivo timido e restio ad essere con Monica ancora sfacciato come lo ero stato prima. Nonostante l'attrazione, sapevo che avrei dimostrato un attaccamento morboso nei suoi confronti, ma non avrei potuto sputtanarmi perché c'era sempre il marito e l'amicizia di mezzo. Era un gioco pericoloso, un equilibrio sottile tra desiderio e rispetto, tra passione e prudenza.
A un certo punto, Stefano mi guardò con un sorriso malizioso e disse: "Sai, Leo, avrei il piacere di invitarti nella mia villa al mare. È un luogo ben frequentato dalle ragazze che potrebbero fare al caso tuo. Belle, raffinate, di classe. La mia villa in quella località alla moda è fatta per te."
Rimasi sorpreso, ma anche intrigato. "Davvero? Sarebbe fantastico," risposi, cercando di mantenere la calma.
Stefano continuò: "Conosco tutti lì, e farò in modo che tu possa introdurti in un ambiente adatto. Non quello di Ibiza e Mykonos, che sono inutili e troppo per la massa. Questo è un posto speciale, perfetto per te."
Accettai l'invito senza esitare. "Grazie, Stefano. Sarebbe un onore."
Lui sorrise, soddisfatto. "Perfetto. Domenica sera passerò a prenderti a Firenze. Preparati per un'esperienza indimenticabile."
Mentre la festa continuava, non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea di trascorrere del tempo nella villa di Stefano, con Monica e tutte le possibilità che quel luogo prometteva. Ero eccitato e nervoso allo stesso tempo, ma nonostante non sapessi bene come e cosa avrei potuto fare, sapevo che quella era un'opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire.
La serata si concluse con un ultimo brindisi e saluti calorosi. Mentre gli ospiti si disperdevano, io rimasi a guardare le gambe e le tette di Monica, chiedendomi se avrei visto di più a casa loro. Stefano, con il suo atteggiamento disinvolto e la sua capacità di rendere tutto naturale, aveva creato un'atmosfera di attesa e desiderio che mi avvolgeva completamente.
Mentre mi preparavo per la notte, non riuscivo a smettere di pensare a Monica, a quella situazione che forse avrebbe portato ad un bacio appassionato, ma che non ne ero sicuro. Sapevo che il nostro rapporto sarebbe cambiato, ma non in che termini, e che la villa di Stefano sarebbe stata il palcoscenico di nuove emozioni e scoperte. Non vedevo l'ora che arrivasse domenica sera, ma allo stesso tempo, sentivo un nodo di ansia e incertezza.
Ero consapevole che avrei dovuto navigare con cautela, mantenendo un equilibrio delicato tra il desiderio per Monica e il rispetto per Stefano che seppur molto "inusuale" come marito, non volevo farmi troppe aspettative fuori dagli schemi. Ero in un gioco di ombre e luci, di segreti sussurrati e sguardi rubati. Ero pronto a immergermi in quel mondo di sensazioni e scoperte, ma sapevo che avrei dovuto farlo con prudenza, per non rischiare di perdere tutto spinto dalle mie illusioni, inebriato dalle forme di Monica.
La notte avanzava, e io mi lasciai cullare dai sogni, immaginando scenari di passione, di desideri nascosti e voglie inconfessate. La villa di Stefano mi attendeva, e con essa possibilità e incognite.
La domenica sera arrivò più velocemente di quanto mi aspettassi. Stefano passò a prendermi a Firenze con la sua auto sportiva. Il viaggio in macchina fu piacevole, come due amici che si conoscono da tempo. Parlammo di tutto e di niente, ridendo e scherzando, mentre il paesaggio scorreva fuori dai finestrini.
Arrivammo alla villa al tramonto, e la vista mi lasciò senza fiato. La villa era un'opera d'arte, un mix di eleganza e modernità, circondata da un giardino curato e una piscina scintillante. Ma ciò che catturò davvero la mia attenzione fu la figura che ci attendeva sulla soglia.
Monica era lì, avvolta in una vestaglia di seta nera che le arrivava appena sopra il ginocchio. La vestaglia era leggermente trasparente, rivelando le sue forme sinuose e il suo corpo perfetto. Il tessuto scivolava sulla sua pelle come una carezza, e ogni suo movimento era un invito sensuale. I suoi piedi, scalzi e sexy, si muovevano con grazia sul pavimento di marmo. La vestaglia era corta, e ogni passo rivelava un po' di più delle sue cosce, facendomi desiderare di vedere sempre di più.
"Benvenuti!" esclamò Monica con un sorriso radioso, avvicinandosi a noi. "Sono felice che siate arrivati sani e salvi."
Stefano le diede un bacio sulla guancia e mi presentò come se fossi un vecchio amico. "Eccoci qui, tesoro. Leo è finalmente arrivato."
"Ciao, Monica," dissi, cercando di mantenere la calma nonostante il tumulto interiore. "Grazie per l'ospitalità."
"Di nulla, Leo. Spero che ti troverai bene qui," rispose lei, con un sorriso enigmatico.
Nella mia mente la volevo già ringraziarla e dirle che per il materiale visivo che mi forniva e che se fosse continuata cosi, mi avrebbe fornito durante la mia permanenza, mi ci sarei segato per anni!
Seguii Stefano e Monica all'interno della villa, cercando di non fissare troppo apertamente le sue forme. La casa era magnifica, arredata con gusto e lusso, ma tutto ciò che riuscivo a vedere era Monica. Ogni suo movimento, ogni suo gesto, era una tentazione irresistibile: desideravo leccarla tutta!
Arrivati nella mia stanza, posai la valigia e mi guardai intorno. La camera era spaziosa e accogliente, con un letto king size e una vista mozzafiato sul mare. Ero tentato di lasciarmi andare, di farmi una sega e di cedere al desiderio che mi consumava, ma decisi che non era il caso. Dovevo mantenere il controllo, almeno per ora.
Scesi al piano di sotto, dove Stefano e Monica mi attendevano in salotto. La tensione erotica nell'aria era palpabile, e ogni sguardo, ogni parola, sembrava carica di significato. Stefano, sempre pronto a rompere il ghiaccio, mi offrì un drink.
"Leo, devi assolutamente provare questo vino. È una delle mie bottiglie migliori," disse, versando il liquido rosso nei bicchieri.
Accettai il bicchiere e sorseggiai il vino, sentendo il calore diffondersi nel mio corpo. Monica si sedette accanto a me sul divano, le sue gambe leggermente scoperte dalla vestaglia. Ogni suo movimento era una provocazione, una tentazione a cui era difficile resistere.
"Allora, Leo, raccontaci un po' di te," disse Monica, avvicinandosi leggermente. "Stefano mi ha parlato molto di te, ma voglio sentirlo dalla tua voce."
Sentii il cuore accelerare ed avrei desiderato mi proponesse qualcosa di osceno davanti a suo marito come nei migliori film porno, ma trattenendomi le risposi: "Beh, non c'è molto da dire. Ho appena finito l'università e sto cercando di capire cosa fare della mia vita. Sono grato a Stefano per avermi invitato qui."
Stefano sorrise, compiaciuto. "Leo è un ragazzo speciale, Monica. Ha un grande futuro davanti a sé."
Monica mi guardò intensamente, i suoi occhi pieni di desiderio. "Ne sono sicura," disse, con una voce che era un sussurro sensuale.
La conversazione continuò, ma ogni parola sembrava carica di doppi sensi, di promesse nascoste, ma forse mi stavo facendo troppi film. Ero inebriato dall'eccitazione e reso poco lucido dal desiderio sessuale verso la milfona della signora Monica. La presenza di Stefano rendeva tutto ancora più eccitante, un gioco di seduzione e pericolo. Ogni sguardo di Monica lo vedevo come un invito, ogni suo movimento mi provocava dei riflessi al cazzo.
A un certo punto, Monica si alzò e si avvicinò alla finestra, guardando il mare. La sua figura era illuminata dalla luce del tramonto, e la vestaglia sembrava ancora più trasparente. Potevo vedere le sue curve, la sua pelle liscia, e il desiderio mi consumava.
"È bellissimo qui, vero?" disse, voltandosi verso di me. "C'è qualcosa di magico in questo posto."
Annuii, incapace di parlare. La tensione erotica era palpabile, e ogni fibra del mio corpo desiderava avvicinarsi a lei, toccarla, leccarla, sentire il calore della sua pelle e farle sentire la potenza sessuale del mio organo. Ma sapevo che non potevo, non con Stefano lì, non con tutto ciò che c'era in gioco.
Stefano, sempre attento, sembrò percepire la tensione. "Bene, credo che sia ora di preparare la cena. Leo, perché non mi aiuti in cucina?"
Annuii, grato per l'interruzione. "Certo, Stefano. Sarà un piacere."
Mentre ci dirigevamo in cucina, non riuscivo a smettere di pensare a Monica, alla sua presenza sensuale, alla promessa di passione che aleggiava nell'aria. Sapevo che quella notte sarebbe stata piena di tentazioni e desideri, e che avrei dovuto navigare con cautela, mantenendo un equilibrio delicato tra passione e prudenza.
La cena fu un'esperienza sensoriale, un mix di sapori e aromi che stimolavano i sensi. Ma tutto ciò che riuscivo a vedere era Monica, la sua figura avvolta nella vestaglia di seta, i suoi movimenti eleganti e provocanti. Ogni sguardo, ogni parola, era carica di significato, di promesse nascoste. Speravo che in ogni momento la vestaglia cedesse alla grandezza del suo seno cosi da poter vedere di più.
Mentre la notte avanzava, sapevo che quella era solo l'inizio di un'avventura erotica e sensuale, un viaggio di scoperta e desiderio che mi avrebbe portato oltre i confini della passione. Ero pronto a esplorare, a scoprire, a lasciarmi andare. E sapevo che Monica sarebbe stata la mia guida in quel mondo di sensazioni e piacere.
La cena era finita, e ci ritrovammo tutti e tre sul divano, con Monica al centro tra me e Stefano. La bottiglia di vino era quasi vuota, e l'atmosfera era carica di erotismo e tensione. Stefano mise su un film, ma nessuno di noi sembrava realmente interessato alla trama.
Monica, con la sua vestaglia corta e i piedi nudi, era una visione di pura sensualità. Ogni tanto, i suoi piedi sfioravano le mie gambe o le mie mani, in un gioco di tocchi che sembrava non avere fine. Era una danza di seduzione, un balletto di desiderio che mi faceva impazzire. Ogni tanto con la scusa di spostarmi tentavo di manovrami il cazzo e assecondarlo per non esplodere.
La vestaglia di Monica era così corta che ogni suo movimento rivelava un po' di più delle sue cosce, e io non riuscivo a distogliere lo sguardo. I suoi piedi, nudi e sexy, si muovevano con grazia, sfiorando la mia pelle e accendendo il fuoco dentro di me. Era una tortura deliziosa, un gioco di tentazioni che mi lasciava senza fiato.
A un certo punto, Stefano si addormentò sul divano. Monica mi guardò con un sorriso complice e disse: "Fa sempre così. Amore, vai sopra a letto, che qui russi e ci disturbi il film."
Stefano si alzò, sbadigliando, e ci augurò la buonanotte con un occhiolino. Poi, si avvicinò a Monica e le diede un bacio intenso e sessuale, un bacio che parlava di passione e desiderio. Mi sentii eccitato e imbarazzato allo stesso tempo, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo.
Quando Stefano se ne andò, mi ritrovai solo con Monica. Ero emozionato ed eccitato, il cuore mi batteva all'impazzata. Monica sembrava stanca e cercò di stendersi sul divano. Colsi l'occasione per prendere coraggio e chiederle se volesse stendersi, sperando di avere i suoi piedi sopra le mie gambe e desiderando poi approfittare per un massaggio.
Tuttavia, Monica si distese rivolgendo i piedi dall'altra parte, ma avvicinando la testa alla mia spalla. Ero un po' imbarazzato, e il pacco mi pulsava nei pantaloni estivi, rendendo evidente la mia eccitazione. Monica sembrava concentrata sul film, ma poi mi chiese se poteva stendersi meglio.
Si mise con la testa sulle mie gambe, usandole come cuscino. "È tanto rilassante," disse, con un sorriso dolce. Mentre si sistemava, si strusciava involontariamente sul mio pacco, accendendo ancora di più il mio desiderio.
Gradualmente, Monica si sistemò sempre meglio sul suo cuscino di carne, strusciando sempre di più l'orecchio e la testa sul mio pacco indurito. Era una tortura deliziosa, un gioco di seduzione che mi lasciava senza fiato. Ogni suo movimento era una promessa di piacere, una tentazione a cui era difficile resistere.
Alla fine, Monica si sistemò poggiando la sua guancia sul mio pacco, continuando a guardare il film come se nulla fosse. Ero completamente perso in quel momento, in quel gioco di seduzione e desiderio. Monica era una tentazione irresistibile, una promessa di piacere che mi consumava. Ero pronto a lasciarmi andare, a esplorare, a scoprire. E sapevo che quella notte sarebbe stata indimenticabile, un viaggio di scoperta e passione che mi avrebbe portato oltre i confini del desiderio.
Ero in preda all'eccitazione massima, così agitato mentre mi muovevo per trovare una posizione che non mi facesse soffrire, dissi a Monica: "Devo andare in bagno."
Lei, accarezzandomi il pacco, mi rispose: "Perché, che devi fare?" Sembrava aver capito tutto. Così trovai il coraggio di dirle: "Indovina?"
E lei rispose: "Non devi andare in bagno per quello," continuando ad accarezzarmi il pacco.
"Ah no?" chiesi, con il cuore che batteva all'impazzata.
"No," disse lei, poggiata con la testa sulla mia coscia, continuando ad accarezzarmi il pacco duro.
Così, non potendone più dall'eccitazione e timoroso di un arrivo di Stefano, le dissi: "Monica, ma ci vieni un attimo in bagno con me?"
Lei rispose: "No."
"Non resisto più, dai vieni un attimo," insistetti in preda alla eccitazione. Fu un momento in cui non percepivo nient'altro che me e Lei in quella casa e desideravo usarla come una puttana con cui svuotarmi le palle.
Lei, con un sorriso malizioso, disse: "Se vuoi, qui."
Fregandomene della presenza del marito al piano di sopra che poteva giungere da un momento all'altro, risposi: "Ok."
La tensione erotica era palpabile, e ogni fibra del mio corpo desiderava ardentemente quel momento. Monica continuava ad accarezzarmi e fece un cenno di alzarsi da quella posizione. Mi guardò negli occhi e mi accorsi mentre ricambiavo lo sguardo che le sue mani avevano il mio cazzo in mano.....(CONTINUA)....
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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