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IL MIO REGALO DI LAUREA: 2


di Membro VIP di Annunci69.it Gibberish
20.01.2025    |    195    |    8 9.7
""Certo, Signora Tamara, " risposi, con voce tremante..."
Sembra che tu abbia un po' di tensione qui," disse Tamara, con una voce sensuale ma decisa come se fosse piena di desiderio perverso. "Lascia che ti aiuti a rilassarti."

Prese il mio grosso cazzo con entrambe le mani e iniziò a massaggiarlo con movimenti esperti. Il silenzio tipico di una sega riempiva l'aria, il suono ritmico delle sua mani che mi sbattevano il cazzo mi faceva dimenticare tutto il resto. Ero imbarazzato che mi stesse facendo un segone pazzesco mentre eravamo soli e il marito potesse sentirci, ma ero troppo dolorante nel braccio affinché mi curassi di suo marito e del fatto che ero un ospite a casa loro.

Tamara spremeva il cazzo con una delicatezza che mi lasciò senza fiato. Sputava sulle sue mani e come una carezza liquida spalmava la saliva sul mio braccio con movimenti circolari e precisi. Era una sensazione incredibile, un mix di piacere e sollievo che mi faceva dimenticare tutto il resto.

A un certo punto, preso dalla foga, afferrai le sue mani e le diedi un ritmo più veloce. Tamara, senza esitare, seguì il mio ritmo, aumentando la pressione e la velocità della sega. Era come se fossimo in perfetta sintonia, un balletto di sensazioni e desideri.

Fu allora che accadde l'evento scatenante. Mentre agitava il mio cazzo, la sua vestaglia si aprì leggermente, rivelando uno dei suoi seni. Era una visione di pura bellezza, un momento di pura tentazione, un capezzolo turgido circondato da un'aureola grande e rotonda. Preso dalla foga, il mio cazzo scoppiò, imbrattando tutto: petto, vestaglia, divano, faccia, labbra, viso, occhi e capelli di Tamara. Ma lei, come se nulla fosse, continuava a massaggiare professionalmente, senza perdere un colpo.

Ero incredulo. La Tamara che avevo davanti era completamente diversa da come l'avevo immaginata. Meno timida e più sfacciatamente professionale, sembrava avere il pieno controllo della situazione. Era tutta sborrata e continuava. Era una rivelazione, una scoperta che mi lasciava senza parole.

Mentre il cazzo continuava a scalciare e lacrimava sborra, Tamara mi guardò con un sorriso enigmatico mordendosi il labbro: "Non preoccuparti, Leo. Sono qui per prendermi cura di te."

Ero completamente perso in quel momento, in quel gioco di seduzione e desiderio. Tamara era una tentazione irresistibile, una passione che mi consumava.

La notte avanzava, e io mi lasciai trasportare dalle sensazioni, dalle emozioni. Tamara era la mia guida in quel mondo di piacere e passione, e io ero pronto a seguirla ovunque mi avrebbe portato.

Lei aveva preso con due mani il mio grosso cazzo e, tutta imbrattata di sperma, continuava il massaggio. La sborra mista alla sua saliva scivolava sulla mia pelle, creando una sensazione di freschezza e sollievo che mi faceva dimenticare tutto il resto.

Ad un certo punto, mentre disse "Quanto mi piace è proprio bello," si chinò con le labbra sulla mia cappellona. Era una sensazione completamente ipnotica, un mix di piacere e sorpresa che mi lasciò senza fiato.

Tamara praticava il pompino con una maestria che mi lasciava senza parole. Le sue labbra si muovevano con delicatezza sulla mia pelle, creando una sensazione di calore e morbidezza che mi faceva impazzire. Era come se ogni suo bacio fosse una carezza, un tocco leggero e sensuale che mi faceva dimenticare tutto il resto e trasportava tutto il sangue del mio corpo sui corpi cavernosi del mio membro.

Le sue labbra si muovevano lentamente, con una precisione e una delicatezza che mi facevano saltare e tremare. Sentivo il calore del suo respiro sulle mie palle, il tocco leggero delle sue labbra, e ogni fibra del mio corpo desiderava di più.

Poi, inaspettatamente, Tamara si mise a succhiarmi tutto il cazzo. Era una sensazione incredibile che mi lasciò senza fiato. Le sue labbra avvolgevano la cappella con una delicatezza e una sensualità che mi facevano impazzire. Sentivo il calore della sua bocca, la morbidezza delle sue labbra, e ogni suo movimento che risucchiava il mio sesso.

Mi portò al limite del piacere. Preso dalla foga, decisi di staccarmi. Il cazzo mi si era indurito come un osso. Mi alzai e ribaltai Tamara. La presi da sotto con una mano tra le gambe toccandole la fica umida e con l'altra abbracciandola sulle spalle e la misi sdraiata sul divano. Sentivo che gemeva e si sentì in preda ai desideri più perversi di un giovanotto voglioso, così, per ammirarla meglio, le aprii la vestaglia e la vidi finalmente nuda.

La sensazione era indescrivibile. Tamara, nuda davanti a me, era una visione di pura bellezza. La sua pelle liscia e vellutata brillava sotto la luce soffusa della stanza. I suoi seni, pieni e sodi, si alzavano e si abbassavano con il respiro affannoso. I capezzoli, rosei e turgidi, erano un invito irresistibile. Il suo ventre piatto e tonico si muoveva leggermente, seguendo il ritmo del suo respiro. Le sue gambe, erano leggermente divaricate, rivelando il suo punto più intimo come una protuberanza di carne arrossata e umida.

La situazione era surreale, un mix di desiderio e preoccupazione che mi lasciava senza parole. Tamara, nuda, sborrata e vulnerabile, era una tentazione irresistibile. Il suo respiro era ancora affannoso, ansimava come una cavalla in calore e io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo corpo perfetto.

"Leo, per favore," sussurrò, con voce tremante. "Dammi il cazzo. Ne ho bisogno."

Ero indeciso, se godermela un altro po, ma la sua richiesta sembrava urgente. Mi alzai e afferrandomi il cazzo tornai sul viso di Tamara, con il cuore che batteva all'impazzata.

"Ecco, Tamara," dissi, avvicinando il cazzo alla sua bocca. "Prenditelo, ti piace?"

Lei annuì, gli occhi pieni di gratitudine e desiderio. "Sì, Leo. Tutto nella mia bocca. Ne ho bisogno."

La situazione era imbarazzante. Con foga, infilai la nerchia nella sua bocca. Tamara deglutiva e cominciava a respirare, emettendo suoni che potevano sembrare imbarazzanti alle orecchie del marito che dormiva al piano di sopra. Tipo mugolii.

"Più forte, Leo," implorò, la voce soffocata dal tubo di carne che aveva dentro e non mollava. "Più in fondo. Lo voglio, Leo."

Ero in preda all'eccitazione e risposi dicendole: "Sei sicura? Non voglio farti male" mentre in realtà glielo spingevo in gola scopandole la bocca.

Poi incalzai: "Succhia e zitta che ti sente tuo marito" mentre le afferravo il volto con le mani.

"Sì, Leo," rispose lei, con voce decisa. "Non preoccuparti di Stefano. Dorme profondamente. Ho bisogno che tu ti dedichi a me. Per favore, più in fondo."

Spinsi il cazzo più in fondo nella sua gola. Tamara emise un gemito di sollievo, e il suo respiro si fece più regolare. La saliva cominciava a uscire dalla sua bocca, ma lei sembrava stare meglio.

"Grazie, Leo," sussurrò,con voce riconoscente. "Mi sento molto meglio ora. Ma tu continua, per favore."

Era appena venuta, e sentii le sue mani bagnatissime che mi afferravano le palle.

"Certo, Signora Tamara," risposi, con voce tremante. "Stasera ti concio per le feste"

Mentre il mio cazzo rimaneva inserito nella sua gola, Tamara continuava a emettere suoni di sollievo e gratitudine. Era un gioco di seduzione e desiderio, un balletto di sensazioni e piacere che mi lasciava senza parole.

"Leo, sei fantastico," sussurrò Tamara, con voce piena di desiderio. "Continua così. Ho bisogno di te."

Mentre stava rilassata, con la minchia in bocca, le sue parole unite alle sue mani umide dei suoi umori dopo essersi masturbata, mi crearono uno scompiglio di emozioni che mi fecero esplodere schizzandola senza freni in faccia, riempiendola in viso e in gola e facendole uscire la sborra anche dal naso. Oltre a questo, lo schizzo imbrattò di sperma parte del pavimento e del divano, creando un disastro.

Tamara era distesa sul divano, il suo corpo nudo ricoperto di crema, non curante del fatto che la stanza l'indomani mattina a colazione sarebbe odorata di sesso.

"Leo," sussurrò Tamara, con voce debole ma decisa. "Devi spalmarmela".

Presi il cazzo e iniziai a pulirmelo sul suo corpo. Era un momento imbarazzante, ma anche intimo e sensuale. Ero a cavalcioni sul divano sopra a lei nuda, e mi imbarazzava che potesse scendere Stefano. Tra un massaggio e l'altro, mi riprendevano i momenti di preoccupazione, poi interveniva la foga.

Iniziai dalle sue gambe, passando il cazzo come un pennello con delicatezza sulla sua pelle liscia. Ogni movimento era una carezza, un tocco leggero e sensuale che mi faceva dimenticare tutto il resto. Tamara emetteva piccoli gemiti di sollievo, soprattutto quando glielo strusciavo sui punti a lei più sensibili. Io mi sentivo sempre più coinvolto in quel gioco di seduzione e desiderio.

Poi, mi spostai verso il suo ventre, spennellando la cappella grossa con movimenti circolari e precisi. La sua pelle era morbida e vellutata, e ogni mio tocco sembrava accendere il fuoco dentro di me.

Quando arrivai ai suoi seni, il mio cuore batteva all'impazzata. Passai il cazzo con delicatezza, accarezzando la sua pelle sensibile. I suoi capezzoli, rosei e turgidi, erano un invito irresistibile. Li sfiorai con la cappella, sentendo il calore del suo corpo contro il mio, e ogni fibra del mio essere desiderava di più.

Tamara emise un gemito di piacere, e io mi sentii ancora più coinvolto in quel gioco di seduzione e desiderio. Continuai a strusciarlo sui suoi seni, accarezzando ogni centimetro della sua pelle, e ogni mio movimento era una promessa di piacere.

"Leo, sei fantastico," sussurrò Tamara, con voce piena di desiderio. "Continua così. Dammi tutto il tuo cazzo. Dammelo dappertutto."

La tensione nella stanza era palpabile, un mix di imbarazzo e desiderio che mi lasciava tremolante. Ero a cavalcioni su Tamara, il suo corpo nudo e sborrato sotto di me. Ogni tocco del mio cazzo sul suo corpo era una carezza, un invito a esplorare di più. Tamara emetteva piccoli gemiti di sollievo, e io mi sentivo sempre più coinvolto in quel gioco di seduzione e desiderio.

Poi, con un misto di imbarazzo e foga, scesi lentamente verso il suo pube. Il cuore mi batteva all'impazzata, e ogni fibra del mio essere era tesa. Con il cazzo, iniziai a girare intorno al suo punto più intimo, senza toccarlo ovviamente. Era un movimento delicato, una danza di sensazioni che la torturava di piacere.

Tamara era in preda al desiderio sessuale, i suoi occhi lucidi e pieni di piacere. "Leo, cosa stai facendo?" sussurrò, con voce tremante ed invitante.

Ero ancora più imbarazzato, ma anche eccitato. "Zitta. Ci penso io a te."

Continuai a muovere il cazzo con delicatezza, girando intorno al suo clitoride senza toccarlo. Era un momento di pura tensione, un gioco di seduzione che mi consumava. Tamara emetteva piccoli gemiti di piacere, e io mi sentivo sempre più coinvolto.

Alla fine, Tamara mi implorò con voce roca e piena di desiderio: "Leo, ti prego, esplora anche la mia fica . Ho bisogno di sentirti dentro."

Eccitato risposi: "Ancora no".

"Sì, Leo," rispose lei, con voce decisa. "Ho bisogno di te. Sbattimi completamente."

Con il cuore che batteva all'impazzata, mi avvicinai lentamente al suo buco. Poi, con una delicatezza infinita, entrai in lei, come un viaggiatore che trova finalmente il suo rifugio. Era un'unione di corpi e anime, un momento di pura magia. Sentivo il calore del suo corpo avvolgermi la cappella, accogliere il mio sesso, e ogni fibra del mio essere desiderava di più.

Mi fermai, guardando Tamara negli occhi. Lei mi fissava con uno sguardo pieno di desiderio e gratitudine.

"Leo," sussurrò , con voce piena di emozione. "Sei tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento. Non fermarti, ti prego. Sbattimi. Sono la tua Troia."

La stanza fu avvolta in un silenzio carico di tensione, un silenzio che parlava di desiderio e di attesa. Il divano, testimone muto delle nostre emozioni, era diventato il palcoscenico della nostra passione. Tamara, nuda e vulnerabile sotto di me, era un invito irresistibile a lasciarsi andare.

"Si troia, ora ti scopo per bene, sai..."

I nostri corpi si unirono in una violenta danza sensuale. Il silenzio della casa vuota era riempito dai suoni e dai versi dei nostri corpi uniti, dei nostri sessi che si sbattevano, come un applauso bagnato, una sinfonia di desiderio e passione che risuonava nella casa di notte.

Ero vigoroso. Mi sbattevo la signora, forte. Il divano si spostava a ogni mio affondo, come se volesse accompagnare il ritmo dei miei colpi. Tamara, sotto di me, era un mare di sensazioni, un oceano di piacere che mi avvolgeva e mi consumava.

I nostri corpi si muovevano in perfetta sintonia, come due mani che fanno a schiaffi, come onde che sbattono sugli scogli. Ogni movimento era un'esplosione di piacere, ogni affondo del mio cazzo dentro la sua fica una promessa di estasi. Il silenzio della casa era rotto solo dai suoni del nostro piacere, dai gemiti e dai sospiri che riempivano l'aria.

Capii che era un gioco di passione e una voglia di avventura della signora Tamara. Era una sorta di gioco di seduzione in cui forse i coniugi erano complici. La mia passione verso le grazie della signora si sfogò tutta in quell'atto che esprimevo in maniera forte e decisa, dove Tamara cadeva sotto i "colpi" di cazzo dettati della mia passione e delle voglie che aveva scatenato in me. Quasi pentendosi, ma non lasciandomi smettere.

Il divano si spostava a ogni mio movimento. Spingevo con ancora più forza, sapendo che l'indomani il marito lo avrebbe trovato spostato e, siccome avevo intuito il loro gioco, questa cosa mi spingeva a dare di più e più forte. Era un gioco perverso, un equilibrio sottile tra desiderio e prudenza, ma in quel momento, nulla importava più del piacere che stavamo condividendo. Avevo solo intenzione di sbatterla come se l'avessi rimorchiata in mezzo alla strada.

Tamara, schiacciata sotto di me. I suoi gemiti erano musica per le mie orecchie, i suoi sospiri mi facevano pulsare il cazzo.

Una volta che lei urlò dal piacere, si rilassò sdraiata con me sopra che le baciavo il collo e dopo un po di silenzio, ci alzammo. Lei mi diede un bacio, dicendomi: "Bravo. Ora vado da Stefano..Domani ti preparo una bella colazione perché sei stato bravo."

E così, con quel bacio e quella promessa, la notte si concluse, lasciandomi con un misto di soddisfazione e desiderio, pronto a vedere cosa il domani avrebbe portato. La vidi nuda, sborrata e sudata che saliva verso la camera del marito.
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