Lui & Lei
Casa Mastroianni pt. 17
di tongue81
20.01.2023 |
3.842 |
7
"Ormai, la storia di casa Mastroianni sembrava chiusa per sempre dato che i contatti tra me e le ragazze erano ormai inesistenti, tranne che con mia cugina..."
La sveltina in auto fu solo un antipasto: nei pochi giorni in cui fu nuovamente ospite di casa Mastroianni, scopai con Antonella come un forsennato, così come accadde in tutte le altre occasioni in cui ci rivedemmo.Iniziammo a organizzarci per periodiche trasferte di sesso, da lei a Milano, da me a Napoli o incontrandoci a metà strada, oltre a sfruttare tutte le occasioni in cui si festeggiava qualche ricorrenza o qualche evento che vedeva protagonista uno di noi coinquilini.
Tuttavia, durante il mio ultimo anno di studi, qualcosa si ruppe: Anto iniziò a rifiutare le mie proposte, fino a confessarmi, poche settimane prima della discussione della mia tesi magistrale, che si era impegnata con una persona, un suo collega, che ne era innamorata e che non meritava di essere cornificato, anche se sotto le lenzuola non riusciva a farla godere quanto me.
Ormai, la storia di casa Mastroianni sembrava chiusa per sempre dato che i contatti tra me e le ragazze erano ormai inesistenti, tranne che con mia cugina Stefania e con Cate, che rimase all'università per il dottorato e che talvolta incrociavo per strada ma rimase sempre fidanzatissima con quel Mattia, che negli anni diventò geloso e quasi ostile nei miei confronti.
Del resto, anche l'appartamento aveva subito un cambiamento strutturale: da casa studenti si era evoluto nell'abitazione di un giovane ingegnere, che aveva preso possesso esclusivo di tutti gli ambienti e che, come sempre, non disdegnava di dividere il letto con amiche e colleghe, ma senza modificare l'etichetta presente sul citofono, rimanendo profondamente legato a quel nome e alle avventure avvenute in passato.
Per esigenze di lavoro, durante qualche trasferta milanese, provai ancora a contattare Antonella ma senza mai ricevere neppure mezza risposta: ci incontrammo solo una volta alla stazione di Milano centrale per pochi minuti, in compagnia di Davide, che sarebbe diventato suo marito di lì a pochi mesi.
Eppure, il destino decise di sparigliare nuovamente le carte sul tavolo: una sera d'ottobre, rientrando a casa da lavoro, scorsi una sagoma familiare intenta a bussare ai citofoni del palazzo: "Cate, che ci fai da queste parti? Nostalgia del tempo che fu?" domandai con tono ironico.
"Stronzo!" rispose stizzita, dalla pioggia, dalle valige, che non notai a prima vista e dalla mia spiritosaggine fuori luogo.
"Sali, così eviti di inzupparti e mi racconti tutto!"
"Scusami ma sto da 20 minuti in attesa che mi rispondano dal B&B!"
Sgranai le pupille e pensai che Barbara, l'allegra MILF che gestiva la struttura probabilmente era troppo impegnata a spompinare Falljlu, il ragazzone della Sierra Leone che la supportava nella gestione della struttura e non solo.
Nel raggiungere il mio posto auto, condividi con lei il mio pensiero, strappandole una risata di gusto e facendola esclamare che, come sempre, pensavo che tutto ruotasse intorno al sesso.
"Che ti ridi? Vedi che Barbara la conosco bene e me la sono anche sbattuta più di una volta... Ma mai quanto Falljlu! Ma come mai vai in un B&B?"
Vidi un misto di tristezza ed imbarazzo velare il suo volto: "Senti, facciamo così: sali a casa e, se ti va, mi racconti tutto al caldo e davanti ad un bicchiere di vino!"
"Meglio di no. Con la fortuna che mi ritrovo, sono sicura di avere un mio studente tra i tuoi coinquilini..."
"Prof. la devo aggiornare: sono l'unico abitante di Casa Mastroianni da oltre due anni!"
"Allora accetto ma non vorrei disturbarti o romperti le palle con le mie disavventure."
Non risposi, scesi dall'auto e presi i suoi trolley e il mio zaino, poi dirigendomi verso il portone le feci cenno di seguirmi.
"Wow! Oltre lo specchio del corridoio e la cucina non è rimasto nulla di quando abitavo qui. La mia stanza è diventata uno studio molto professionale!"
Preparai un piccolo aperitivo, stappai un bottiglia di rosato e le feci cenno di accomodarsi sul divano, dove, dopo un primo sorso, ruppe gli indugi e raccontò quello che era successo. Tra lacrime e singhiozzi, mi confidò che aveva dovuto lasciare Mattia dopo aver scoperto che, nonostante avesse giurato e spergiurato di aver smesso, continuava ad avere il vizio delle carte e del gioco d'azzardo, una vera e propria ludopatia che svuotava ogni mese le sue tasche e aveva trasformato la loro relazione in un vero inferno.
Per questo motivo, aveva fatto armi e bagagli e si stava recando al B&B di Barbarella in attesa di trovare una nuova sistemazione.
La abbracciai, le asciugai le lacrime e le mostrai che nello studio c'era un divano sommier, confortevole e comodo: "Inoltre, non devi rispettare gli orari per la colazione! Però devi rigovernati la stanza!"
Quella sera iniziò una convivenza nuova ed imprevista, radicalmente diversa dalla precedente, senza alcun coinvolgimento sessuale, come due buoni amici e come tali, una sera in cui tornammo esausti da lavoro, decidemmo di uscire per mangiare una pizza calda e fumante.
Durante il percorso osservai con attenzione per la prima volta la nuova Caterina: aveva cambiato il modo di vestirsi, adottando un look sempre molto femminile e curato, i lunghi capelli mogano erano stati accorciati in un taglio più fresco e sbarazzino, il trucco si era ingentilito, puntando su makeup decisamente più essenziali e raffinati.
Una volta accomodati al tavolo, studiai la sua figura, decisamente più asciutta e longilinea rispetto al passato ma in grado di evidenziare ancora di più le sue tette giunoniche anche grazie a scollature mai volgari o eccessive.
Anche quella sera, però, rimanemmo nei binari dell'amicizia, nonostante avessimo iniziato a guardarci con occhi diversi, non risparmiando battutine e giochi di sguardi.
Dopo ormai 10 giorni di convivenza, Mattia iniziò a tornare alla carica, presentandosi fuori all'università, mandando messaggi e arrivando anche ad uno scontro verbale nei pressi di casa, che mi raccontò a cena: "Ti rendi conto? Lui si è giocato anche i soldi che deve ancora guadagnare ed io sono una puttana che si è fiondata nel tuo letto? Alla fine, cosa voleva? 500€ e una chiavata!"
"Che idiota!"
La abbracciai in modo fraterno, mosso da un sentimento per me sconosciuto, le accarezzai una guancia e mi allontanai di scatto, con il preciso intento di non dare adito a fraintendimenti.
Indugiò qualche secondo poi mi abbracciò da dietro, incrociando i palmi sul mio petto e poggiando il suo viso contro la mia schiena: il tempo si cristallizzò per diversi minuti fin quando non ci abbandonammo ad un bacio lento, languido, dolce.
Iniziammo ad esplorare i nostri corpi e li trovammo diversi, nuovi ma dicotomicamente conosciuti: gustai ogni centimetro della sua pelle, del suo seno florido e burroso, massaggiai tutti i muscoli delle sue spalle e della sua schiena facendola sobbalzare di piacere, assaporai il nettare della sua fica, calda, umida e bramosa di sesso, bramosa del mio cazzo.
Iniziammo a scopare come selvaggi, con la fame di due persone che al termine di una dieta ferrea si concedono un'abbuffata senza limiti, cercando ciascuno di regalare all'altro il piacere più inteso mai provato prima.
Le dita di Caterina solcarono e graffiarono il mio corpo, la sua lingua e le sue labbra dedicarono passione e attenzione al mio collo, alle mie mani, alle mie braccia e al mio bastone.
Scopammo ad occhi semichiusi, cercando di nascondere l'uno all'altro il desidero di cogliere tutte le espressioni di godimento dei nostri volti, scopammo con passione anzi, per la prima volta nelle nostre vite, facemmo l'amore, combinando passione, desiderio, amore, rispetto e dolcezza in modo assolutamente perfetto.
Con un filo di voce, mi supplicò di venirle dentro, mi supplicò di riversare tutto il mio desiderio dentro di lei.
Due mesi esatti dopo quella sera, rimossi per sempre il nome "Mastroianni" da quello che era diventato il nostro appartamento, la nostra casa. Ci sposammo dopo quasi due anni e mille battaglie tra le lenzuola, chiudendo per sempre il capitolo delle avventure dei ragazzi di Casa Mastroianni.
[FINE]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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