Racconti Erotici > incesto > Morbosa Corrispondenza - Capitolo 13 parte 2
incesto

Morbosa Corrispondenza - Capitolo 13 parte 2


di milflover95
27.01.2025    |    1.780    |    0 8.8
"Mena riuscì a trattenere le risate ma non la sua risposta..."
Mena

Valerio le si avvicinò e le mostrò la posizione con un sorriso insolente. “Così.” Spiegò, posizionandosi accanto a lei, ruotando leggermente i piedi e ficcandole gli occhi dritti nella scollatura. “In questo modo sprechi meno energie, ti viene tutto più naturale.”
Mena si trattenne dal sorridere. Aveva intuito il gioco di Valerio: prima la panca per attirare l’attenzione, ora questo “consiglio” come scusa per avvicinarsi e osservarla più da vicino. Ci vedeva una certa sfacciataggine, ma anche una sicurezza che, doveva ammettere, non le dispiaceva. Con un leggero cenno del capo, decise di far finta di nulla.
“Così?” Chiese Mena, facendo come le aveva suggerito e continuando gli squat, spingendo con forza e precisione, notando come lo sguardo di Valerio si posasse su di lei, attento a ogni movimento.
“Perfetto.” Rispose lui, osservandola con un’espressione compiaciuta. “Vedi? Con un piccolo aggiustamento, diventa tutto più semplice.”
Mena, continuando gli squat, lo sfidò con un mezzo sorriso. “Tieni d’occhio ogni dettaglio, eh?”
“Embè, qualcuno doveva pur sacrificarsi, no?” Rispose Valerio, ridacchiando e mantenendo spudoratamente gli occhi sulle sue morbide colline coperte dal sudore.
“Ehm… va meglio adesso? Non senti anche tu la differenza?” Le chiese Valerio, con un mezzo sorriso.
“Sì, credo di sì,” replicò Mena e, sorridendo, intensificò i movimenti, saltellando con più energia, e aggiunse: “Con gli squat è così: all’inizio è difficile, ma quando prendi il ritmo…”
Valerio quasi iniziò a sbavare sentendo il doppio senso nelle sue parole, senza smettere di aggiustarsi il pacco e lei si rese conto di quanto fosse divertente farlo rimanere in quell’equilibrio tra concentrazione ed eccitazione.
Sembrava una situazione degna di quelle che descriveva nelle sue conversazioni online con i suoi clienti.
Era un tasto dolente per Mena e il pensiero la bloccò. Risolti i suoi problemi economici, aveva pensato fosse giusto sospendere il suo account. I suoi giorni come “arrizza-cazzi online” era finiti.
Quando lo aveva deciso ne era stata sollevata. Adesso, invece, le capitava spesso di ripensare a quei giorni bollenti. Non si masturbava decentemente da allora, questa era la verità che non aveva avuto il coraggio di confessare al Don.
Adesso doveva riprendere i panni della madre, rispettabile e dedita alle cure della sua famiglia.
Che avrebbe pensato suo figlio Toni di lei se avesse scoperto la sua vecchia “doppia vita?” Meglio non pensarci.
Interruppe gli squat, con sommo dispiacere del bulletto.
“Io vado.” Disse Mena, facendosi più seria, decisa a tornare nello spogliatoio e a rimettersi il reggiseno, visto che aveva già attirato abbastanza attenzione.
“Perché?” Replicò Valerio con un sorrisetto. “Puoi rimanere se vuoi, a me non dà nessun fastidio.” Aggiunse lui, sempre con quello sguardo curioso che passava rapido dal viso al seno prorompente di lei.
“Tra poco la palestra riapre e non mi piace stare qui quando è affollata.” Concluse Mena facendo un cenno verso la porta.
Lui la guardò con un sorriso rilassato. “Io resto ancora un po’,” risponde, stiracchiandosi. “Mi sono allenato troppo poco per oggi.”
“Ci vediamo, Valerio.” Lo salutò, lasciandolo solo.
Mena entrò nello spogliatoio e si concesse un attimo per riprendere fiato, dirigendosi verso il borsone con il cambio.
Si affrettò a togliersi la maglietta, recuperando finalmente il reggiseno coppa D, colore rosa.
Mentre stava per indossarlo, sentì un’improvvisa scarica di emozione al pensiero di essere “scoperta” proprio in quel momento, magari da Valerio.
Esitò, lasciando che la parte più maliziosa le sussurrasse qualcosa, cercando di convincerla… Si scoprì eccitata al pensiero di essere scoperta con le succose bocce al vento, solo coi pantaloni neri della tuta indosso.
Dopo qualche attimo di indecisione, in maniera quasi inconscia cedette alla tentazione, e corse il rischio.
Rimanendo in piedi, appoggiò la maglietta bianca sulla panca.
Ora era davvero libera, finalmente in topless.
Un brivido le percorse la schiena, mentre fissava la porta con attenzione, cercando di percepire il suono di passi che si avvicinavano, ma non sentì nulla. Afferrò il reggiseno, pronta a indossarlo, ma si fermò, indecisa, tenendolo sulle cosce. Alzò una mano come per grattarsi la pancia tonica, ma la mano proseguì lentamente, di vita propria, fino a sfiorare con il dorso la curva del seno nudo.
A quel punto non riuscì a resistere alla tentazione e con delicatezza posò le dita attorno ad una delle sue grosse mammelle, facendo salire l’altra mano per esplorare pienamente la superficie così familiare di quei globi di piacere.
Il reggiseno cade per terra, inutile.
Dopo pochi minuti, il massaggio diventò progressivamente più audace, nonostante il timore che qualcuno potesse entrare da un momento all’altro.
Le sue splendide tette reclamavano l’attenzione che troppo spesso in quelle ultime notti si era negata.
Le stringeva grosse e sode nelle sue mani. I capezzoli sempre più sensibili reagivano a quelle carezze facendola mugolare di piacere.
Nemmeno sembra interessarle si rischiare di essere sentita o vista da Valerio. Anzi…il pensiero di quel ragazzo così vicino e di aveva appena saggiato i muscoli la eccitava ancora di più.
Non poté non pensare a quel cazzo possente, di cui aveva solo intuito la forma e la consistenza ma di cui da subito aveva sentito la voglia e il desiderio.
Anzi, Mena si scoprì sempre più eccitata proprio dalla possibilità di essere scoperta e iniziò a mugolare: “Mmmmm”, mentre strizzava tra loro le grandi tette, stimolando sempre più sfacciatamente i capezzoli turgidi. Ormai avvertiva chiaramente di avere le mutandine irrorate dei propri umori.
“Mmmmm”.. Sussurrò Mena, indecisa.
Avrebbe voluto stimolare la propria fica bagnata ma cercò di trattenersi, anche se nulla le impediva di sfregare le gambe l’una contro l’altra, facendola bagnare ancora di più.
Ormai si stava palpando i seni spudoratamente, con tanta veemenza da sentirle indolenzite sotto le sue dita affusolate …pensava a come fosse stata in grado di fare arrapare quel ragazzo con un semplice esercizio fisico. Era brava a emozionare con le parole, ma anche il suo corpo la aiutava a gettare gli uomini ai suoi piedi.
E la sua attitudine da birichina non guastava.
A quel punto Mena chiuse gli occhi e tirò fuori la lingua, lasciandosi andare, infilando con cautela una mano nelle mutandine e percependo come fosse subito accolta dal tessuto bagnato e appiccicoso grazie ai suoi umori.
Cominciò a stuzzicare i pochi peli sul pube curato, frizionando le labbra sensibili e la clitoride con tocchi leggeri, che le suscitarono onde di piacere crescente.
Finalmente si sentiva pronta ad avere un orgasmo come si deve, ora non doveva più controllarsi.
La figura di Valerio, con il suo fisico scolpito, si insinuò nella sua mente, evocando inaspettatamente che quel corpo, così atletico e muscoloso, appartenesse a Toni, suo figlio.
Era come se stesse vedendo una versione più adulta del proprio figlio, anche se tra i due c’era un abisso: in quanto a educazione, intelligenza e sensibilità, suo figlio era di un altro pianeta.
Mena si fermò un attimo, guardandosi allo specchio e sforzandosi di allontanare quel pensiero, ma non ci riuscì completamente. Sentiva l’orgasmo avvicinarsi, tanto strisciante quanto inaspettatamente rapido e si preparò ad accogliere quel piacere, nonostante quello strano e inopportuno confronto tra Valerio e suo figlio.
Purtroppo, proprio in quel momento, Mena sentì dei passi veloci avvicinarsi alla porta dello spogliatoio. Non fece in tempo a girarsi che la porta si aprì di colpo. Valerio entrò con passo svelto, quasi di corsa.
“Eh, senti… posso entrà un attimo?” Chiese con voce un po’ concitata. “Mi scappa da morì e il bagno dello spogliatoio maschile è chiuso. Ci metto due secondi, giuro.”
Mena si paralizzò per un attimo. La sorpresa la colse impreparata e il cuore le balzò in gola. In un lampo, si girò per cercare di rivestirsi più in fretta possibile, ma nel farlo il reggiseno le scivolò per terra.
“Eh… sì, certo,” rispose, cercando di sembrare tranquilla, ma il suo respiro tradiva la sua agitazione. “Fai pure, sto quasi finendo.”
Mena, cercando di mantenere la calma, si nascose dietro gli attaccapanni, cercando di non far trasparire troppo la sua eccitazione, ma dentro di sé era completamente tesa per l’orgasmo interrotto mentre le gambe le tremavano.
Non poté fare a meno di seguire Valerio con lo sguardo mentre si dirigeva verso il bagno, lasciando la porta aperta per la fretta. Mena lo guardò correre, e non poté evitare di pensare che il ragazzo stesse facendo pipì a pochi metri da lei.
Il suo cuore batté forte quando, senza pensarci troppo, Mena si chinò lateralmente sulla panca, cercando di vedere oltre lo stipite della porta che separa lo spogliatoio dal bagno. Sapeva di non voler essere scoperta, ma la sua mente era invasa da immagini che non poteva non guardare.
Quasi con dispiacere vide solo la schiena e un accenno del sedere del ragazzo, sentendo invece il rumore di un potente getto di urina e un mormorio di sollievo da parte di Valerio.
Mena lo osservava attentamente mentre lui, ancora un po’ imbarazzato, cercava di alzare i pantaloncini dopo la minzione. Ma nel farlo chiuse leggermente le gambe; il gesto ebbe un effetto imprevisto: i pantaloncini scivolano completamente giù, finendo sul pavimento bagnato dall’acqua delle docce.
“Ma porca…! Ecco perfetto!” Sbottò Valerio, non riuscendo a trattenere il suo disappunto, mentre si chinava per raccogliere i pantaloncini, lanciando un’occhiata furtiva in direzione dello spogliatoio.
“Mè!”
“Sì?”
“Puoi venì un attimo, per cortesia?” Disse Valerio, voltandosi in direzione del muro.
“Arrivo.”
Mena, che aveva seguito ogni singolo movimento con attenzione, tremendamente divertita dalla comicità della scena, arrivò rapidamente.
“Che c’è?” chiede Mena, fingendo una totale innocenza, ma con un tono che non nascondeva del tutto la sua curiosità.
Vide chiaramente il sedere liscio, alto e muscoloso senza neanche un pelo.
Valerio aveva il viso di una leggera sfumatura rossa, segno che stava cercando di mantenere il controllo sulla situazione, ma che l’imbarazzo era evidente.
“Guarda che casino, ora son tutti bagnati! Dio…” Imprecò il ragazzo.
Mena riuscì a trattenere le risate ma non la sua risposta. “Se me li dai, te li asciugo di qua col phon.” Disse, ridacchiando appena. La sua mente, presa dalla complicità del momento, si rese conto solo dopo di cosa aveva appena suggerito, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Valerio, inizialmente interdetto e sorpreso dalla proposta di Mena, restò un attimo in silenzio, come se stesse cercando di capire se avesse sentito bene.
“Grazie, Mè, sei gentile.” Rispose.
Mena si chinò a prendere i pantaloncini, sentendo una leggera tensione nell’aria e decise di prendersi il tempo di un’occhiata furtiva tra le gambe del ragazzo; stavolta vide fugacemente lo scroto, con i testicoli gonfi e lisci e l’ombra di quel bel tubo dondolante che aveva già visto sotto i pantaloncini del ragazzo. Per un istante fu tentata di dargli una pacca sul sedere, quasi come una provocazione scherzosa. Poi fece uno scatto e tornò nello spogliatoio con i pantaloncini in mano, azionando il phon per asciugarli. Il rumore del phon e il calore che iniziava ad emanare la misero in una bolla di concentrazione. La stoffa elasticizzata dei pantaloncini era leggera, ma molto bagnata, e Mena si accorse che ci sarebbe voluto qualche minuto perché tutta l’acqua evaporasse. La sensazione di tenere quei pantaloncini tra le mani la suggestionava, le sembrava quasi di percepire l’odore del membro di Valerio.
E pensare che aveva lavato quintali di boxer di suo figlio Toni, senza fare certi pensieri. Eppure l’odore le sembrava lo stesso. Aroma vigoroso, essenza mascolina. In parole povere, sborra. Sperma. A quell’età i ragazzi ne sono ben carichi e sicuramente Toni non faceva eccezione, così come Valerio.
Mena fantasticò di annusare quei pantaloncini per sentire meglio quell’odore virile, mentre le passava sotto agli occhi l’immagine di quel nerbo massiccio penzolante tra le gambe del ragazzo e quei coglioni gonfi.
Era tremendamente eccitata e non desiderava altro che di finire quel teatrino e andare a casa a darsi sollievo.
“Ora gli faccio questo piacere e stop.” Si ripeté mentalmente.
“Ecco qua”, sillabò Mena, con voce leggermente tremante, portandogli il pantaloncino asciutto e voltando il capo per non guardargli i genitali.
Valerio lo prese e la ringrazio, divertito. “Grazie, Mè.” Rispose con un sorriso che non nascondeva una certa complicità.
Mena non riuscì a trattenersi e, con un tono scherzoso, tirò una frecciatina: “Certo che almeno un paio di boxer potevi indossarli…”
“E perché dovrei? Preferisco essere “libero”, penso che tu mi capirai.” Il tono di Valerio era nervoso, ma c’era una sfumatura sfrontata che Mena non poteva ignorare. Lei rispose, ormai presa dal gioco di sguardi e parole. “Sì, beh, in effetti anche io, prima di allenarmi, mi son dovuta togliere il reggiseno perché mi stava stretto…” Disse con un tono apparentemente casuale, ma carico di una certa malizia.
Valerio, evidentemente preso di sorpresa, rispose quasi subito, ma con una punta di imbarazzo: “Embè, me ne sono accorto prima.” La sua voce era un po’ più bassa, come se volesse nascondere quel momento di consapevolezza, ma era impossibile ignorare che Mena lo avesse incalzato.
Senza esitare, Mena decise di calcare ulteriormente la mano, spingendosi ancora oltre nella sua malizia. “Il problema è che ho un seno… grosso, e con questa maglietta si nota molto, infatti ero rientrata per rimettermelo.” Disse Mena, non credendo nemmeno lei alla civetteria nella sua voce e cercò di cambiare subito argomento, aggiungendo: “Sono più asciutti, adesso? Stai comodo?”
Stavolta Valerio rispose con un tono più rilassato. “Ancora un attimo… ecco.”
Disse, finalmente voltandosi verso di lei e mostrandole un cazzo duro in piena e indecente erezione.
“Oddio! Valerio!”
Il pantaloncino abbassato e le mani di Valerio sui fianchi conferivano a quella scena un aspetto surreale.
Mena cercò di distogliere lo sguardo da quel cazzone eretto, ma non poteva farci niente. L’occhio andava dove voleva e quanta abbondanza c’era tra quelle cosce!
“Valerio..”
I loro occhi si incontrarono e Mena avvertì un’improvvisa ondata di calore, le mani che si inumidivano di sudore, le cosce che strusciavano, la vulva inzuppata di umori bollenti.
Il membro di Valerio era degno di nota. Adesso che Mena lo vedeva chiaramente, aveva delle dimensioni ragguardevoli. Il tronco era venoso e piuttosto lungo, la cappella rosa e umida di pre-sperma. La pelle del cazzo non riusciva a trattenerla e Valerio provvide subito a liberarla del tutto con uno strattone, mostrando un bulbo fuori norma, mentre l’aria si riempiva di quell’inconfondibile odore aspro e virile. Un profumo che una donna che ha accudito e cresciuto un figlio conosce molto bene. Odore di ormoni in libertà, afrore di cazzo.
Mena era in tachicardia, sentiva le guance tingersi di rosso, le labbra schiuse in un respiro trattenuto, e una vampata bollente le attraversava le cosce. Si passò una mano nervosa tra i capelli, come per sistemarli, e abbassò per un istante lo sguardo, quasi timida.
“Mè… m’arrapi, che te devo dì?” Rispose lui, sornione e fiero del suo grosso arnese. Appoggiò della saliva sul glande usando il pollice e lo scappellò un paio di volte, col suo sorrisetto sfrontato.
“Potrei essere tua madre.” Disse Mena, vergognandosi come se avesse appena espresso una verità che risuonò nella stanza, un pensiero che prima non aveva mai osato formulare ad alta voce.
Valerio, però, non sembrò turbato, o almeno non come lei si aspettava. “Ma mica sei mì madre, vè?” Rispose secco, quasi se lo stesse chiedendo davvero.
I due si scambiarono un sorriso carico di tensione. Potrebbero dirsi altro, Mena potrebbe provare a dissuaderlo ma la verità è che aveva la salivazione così alta da non riuscire ad aggiungere nulla senza sbavare.
Lui la guardò con il solito sorrisetto fastidioso. Mena, allora, lo fissò con un’aria ancora più sfrontata, incrociando le braccia sulle tette roventi e facendo ruotare nervosamente il tallone, come se volesse prendere il controllo della situazione.
Poi, con un sorriso malizioso, Valerio la guardò ancora, come se volesse dirle: “Ti piace quel che vedi?”
In risposta, Mena arricciò le labbra, sorridendo un po’ tesa, come a rispondere: “Non male, ma ho visto di meglio.”
Il moro non aveva molto da aggiungere e cominciò a masturbarsi davanti agli occhi di Mena, sconcertata.
Nell’aria si sentiva solo il rumore della masturbazione di Valerio, il ritmo della sega che cresceva progressivamente.
Mena non poteva accorgersene, ma aveva stampato in volto uno sguardo da puttana vogliosa di cui si sarebbe vergognata terribilmente, se lo avesse potuto vedere dall’esterno, mentre si mordicchiava le labbra e la lingua si muoveva senza ritegno sul contorno della sua bocca inquieta.
Sapeva solo di avere le mutandine fradice e di non sapere che fare, le gambe pesanti come il piombo fuso.
Fu Valerio ad agire: con un gesto silenzioso ma deciso, fece cenno a Mena di avvicinarsi, continuando a masturbarsi con l’altra mano. Che c’era di male? Voleva darle quello che in fondo lei desiderava ardentemente da mesi: un po’ di sollievo carnale, una scopata senza troppe complicazioni.
Mena, però, rimase immobile, il cuore in tumulto. La tentazione era forte, vide quel randello di carne tesò verso l’alto e iniziò a pensare a come starebbe bene appoggiato tra le sue tettone.
Esitò per un momento, indecisa tra l’impulso di andarsene e il desiderio di coccolare, assaporare, accogliere quel membro turgido dentro di sé. Poi, con un sorriso che tradiva l’emozione, fece un passo verso di lui, cercando di mantenere un’apparenza sicura mentre dentro avvertiva un turbine di sensazioni erotiche.
Cazzo. Visto da vicino è palesemente un cazzo più lungo e grosso di quello di suo marito. Decise che si sarebbe fatta fottere da dietro, per sentirlo tutto dentro.
Dio. Che stava facendo? Il suo corpo ruggiva, la sua fica trasudava umori e la implorava di infilare quella mazza rovente fino alla cervice.
Un altro passo.
Di colpo, Mena ebbe un sussulto.
Suo marito, a casa, la aspettava, malato. Non poteva fargli questo.
Quel pensiero, per quanto doloroso, le fece tirare il freno.
Mena riuscì solo a mormorare: “Devo andare.” E così, senza voltarsi indietro, uscì dallo spogliatoio.
Riuscì appena a sentire il gemito infastidito di Valerio, carico di desiderio insoddisfatto, nonché il suo commento: “Ma siete tutte na manica de profumiere in sta città? Porco…!”

Lia

I rampicanti avvolgevano il cancello della villetta come sottili fili carichi di tensione e desiderio e Lia non poté esimersi dal prendere il telefono in mano, mandando un altro messaggio ad Anna. “Voglio baciarti ovunque. Stanotte mi penserai?” Aggiunse un cuore e si morse un labbro. Non aveva il coraggio di chiederle una foto dei suoi seni piccoli e perfetti, ma avrebbe tanto voluto rivederli. Anna era l’unica cosa che riusciva a scuoterla, a farle battere il cuore in quel suo esilio dorato.
Da sei mesi viveva lì, al nord, nei pressi dell’università.
Sua madre non aveva badato a spese, pur di farla andare via: le aveva preso una casa bella, spaziosa e con un giardino curato. Annoiata, Lia aveva iniziato a frequentare le lezioni universitarie, per quanto svogliatamente.
Si riscosse, sentendo il ghiaietto del cortile di casa scricchiolare.
Alzò lo sguardo dal telefono e rimase pietrificata, come se avesse visto un fantasma. Incredibile.
C’era suo padre Sergio, davanti al portone.
“Ciao, Lia.”


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Morbosa Corrispondenza - Capitolo 13 parte 2:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni