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Servitù Ribelle - In viaggio
di Smithmarcus
26.07.2024 |
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"" nega Michela, tentando di salvare una parte della sua dignità..."
Sono ormai mesi che marito e moglie non si sentono padroni in casa loro. Da quando il personale domestico alle loro dipendenze li ha ricattati, e ridotti all'obbedienza, hanno perso ogni potere decisionale (per dettagli, vedere episodi precedenti di Servitù Ribelle), e sono costretti a subire ogni genere di sopruso da parte di Luisa, la governante, e di Greta, la giovane donna delle pulizie.Recentemente le due perfide donne li hanno costretti a prenotare una breve vacanza per quattro, comprendente oltre a Roberto e Michela, marito e moglie, anche ovviamente, loro stesse, Luisa e Greta.
Quando arrivano all'aeroporto, le due domestiche sono vestite casual comode da viaggio. Michela, invece, imbarazzatissima, è costretta a indossare una gonna lunga e stretta, che ne fascia perfettamente le forme femminili, senza alcun indumento intimo, e di sopra una canottiera stretta bianca e scollata, che nasconde poco all'immaginazione sull'ampio seno della donna.
Quando lo strano quartetto prende posto sull'aereo, le posizioni sono molto ben definite.
Roberto è seduto da solo nel posto sul corridoio. E' rosso in viso, e leggermente sudato, in quanto le due inservienti lo hanno obbligato ad allacciarsi intorno alle palle e al cazzo, una cinghia strettissima, che gli causa un intenso dolore alle parti intime. La sua espressione di sofferenza gratifica parecchio la giovane Greta, che lo carezza con finta benevolenza, prima sul viso, poi scendendo lungo l'elegante camicia, fino ai pantaloni. La maliziosa ragazza lo tasta sulle palle senza alcun riguardo.
"Come va, stallone, fa male il cazzo?" gli chiede con un sorrisino provocatorio.
Lui vorrebbe reagire, rispondere, ma sa benissimo che quelle due hanno in mano del materiale che li rovinerebbe per sempre. Contrastarle vorrebbe dire essere costretti a scappare via dalla città e iniziare da zero altrove. Quindi, con gli occhi bassi, mastica amaro e si limita ad annuire remissivamente.
Nei tre posti sull'altro lato del corridoio, Michela è seduta esattamente in mezzo alla stessa Greta e a Luisa. E' terrorizzata, e in preda alla vergogna per l'abbigliamento sconcio a cui Luisa l'ha costretta. Ogni respiro evidenzia l'abbondanza del suo petto. Spera ovviamente di non sudare, immaginando cosa succederebbe se l'indumento diventasse trasparente.
"E' in tensione, signora? O meglio dovrei dire, sei eccitata, cagna schifosa?" le sussurra la governante all'orecchio, sfiorandole il capezzolo in modo assolutamente non casuale. Quella donna sa come parlarle, e come accendere le reazioni del suo corpo, contro la sua stessa volontà. Si maledice mentre i suoi capezzoli diventano immediatamente turgidi, e ben evidenti al di sotto della leggerissima canottiera.
Quindi piega la testa in avanti, in modo che i lunghi capelli castani coprano il rossore del suo viso.
"Datti un contegno, troia, non vorrai che ti vedano tutti!" le sibila Greta all'orecchio.
"Vi prego... - mormora lei, mordendosi il labbro inferiore – almeno non qui sull'aereo..."
Lo sguardo schifato della hostess, che passa nello stretto corridoio, mostrando le dotazioni di sicurezza dell'aereo, non fa che imbarazzarla di più.
Il rombo dei motori, l'aereo che prende velocità e si alza in volo, Michela è in evidente tensione.
Dopo alcuni minuti, per sua fortuna, il personale di bordo serve da bere, e lei sorseggia un bel bicchiere d'acqua, riprendendo un minimo di calma, e tirando un bel respiro. Forse quelle due megere la lasceranno in pace, almeno per la durata del volo.
Ma all'improvviso sente molto freddo, proprio all'altezza del seno. Con gli occhioni azzurri sgranati non può fare a meno di guardarsi, e vedere che le sue due aguzzine, da ambo i lati, le hanno versato sul petto tutta la loro acqua. La canottiera è fradicia, incredibilmente trasparente, e i capezzoli, turgidi ed enormi, sono ora completamente visibili.
"Oh dannazione, che distratte!" ride Greta.
Michela sprofonda per la vergogna, non sa cosa dire o peggio, cosa fare. Vorrebbe sotterrarsi, o scomparire da quella situazione senza via d'uscita.
"Mi scusi... - dice Luisa, ad alta voce, rivolta allo steward poco distante – la nostra amica, molto sbadata, si è versata addosso tutta l'acqua. Un vero disastro. Non è che potrebbe darle una mano ad asciugarsi?"
L'uomo rimane un attimo interdetto, notando l'enorme imbarazzo di Michela, ma non può fare a meno di soffermarsi sulla trasparenza dell'indumento, che rivela la grandezza delle sue tette, e la turgidità dei suoi capezzoli.
"Ma certo..." risponde lui gentilmente, porgendo un panno verso Michela.
"No, no! - interviene ancora Luisa, la governante – faccia pure lei. Lo passi lei il panno, così siamo sicuri che si asciugherà bene."
Così dicendo abbassa la bretella della canottiera di Michela, le cui guance sono ovviamente di un colorito che va oltre il rosso, ben evidente sulla sua pelle candida, e il cui sguardo rimane fisso a terra, in preda all'umiliazione totale.
"Ok...come volete." annuisce l'uomo, perplesso, ma incuriosito. Si allunga, strofinando il panno asciutto sulla pelle nuda del seno della donna, che al primo tocco sul sensibilissimo punto non può fare a meno di emettere un leggero gemito.
"Molto bene, - fa Luisa, molto compiaciuta – come vede alla nostra amica non dispiace affatto. E poi bisognerà pure asciugarla in qualche modo, no? Ora se non le crea disturbo, potrebbe passare quel meraviglioso panno anche sull'altro?"
E, così dicendo, le abbassa l'altra bretella, scoprendo totalmente anche il seno destro.
"Ma certo." ridacchia l'uomo, ormai entrato perfettamente nella parte, strofinando meticolosamente l'asciugamano sul petto di Michela, che non riesce a trattenere un sommesso respiro.
"Perfetto. - commenta Luisa – Ora le saremmo davvero grate se volesse verificare che la pelle della nostra amica sia realmente asciutta."
Con un sorrisino diabolico, l'uomo allunga la mano sull'ampio seno di Michela, indugiando sulla pelle e notando come non vi sia più traccia di bagnato. Le sfiora i capezzoli con l'indice e il pollice, mandandole scosse elettriche irresistibili.
"E' asciutta, - conferma lui – ma direi che l'indumento è compromesso. Suggerisco di accompagnare la vostra amica, che vedo piuttosto imbarazzata, in fondo all'aereo, e di chiedere alla hostess, la mia gentile collega, se potesse darle una camicetta di riserva."
Roberto, a meno di un metro di distanza, osserva impietrito e rabbioso sua moglie che viene asciugata e palpata dallo steward, ma non ha il coraggio di aprire bocca. Vederla così palesemente in difficoltà lo ha sempre eccitato, e il suo cazzo cresce abbondantemente nelle mutande, ma, purtroppo per lui, in questo modo il laccio intorno alle palle, stringe ancora di più, causandogli un dolore che lo fa diventare paonazzo in volto.
"Signora Michela, ha sentito? Il problema è risolto. La hostess le presterà una camicetta di servizio per poter indossare qualcosa di asciutto." fa Luisa con accondiscendenza.
"Vi prego... - prova a difendersi Michela – risparmiatemi questa umiliante passeggiata, fino alla coda dell'aereo...vi supplico..."
"Oh no, quando mai...la accompagno io volentieri, signora!" interviene Greta con falso rispetto, e un sorrisetto soddisfatto.
"Alzati cagna, o ti prendo a schiaffi davanti a tutti i passeggeri." le sussurra all'orecchio immediatamente dopo.
Michela si risolleva le bretelle della canottiera, vorrebbe piangere, ma non può nascondere di provare una tensione altamente eccitante. Se ne vergogna profondamente. Seguita da Greta, che le rifila continue spintarelle da dietro, è costretta a percorrere tutto il corridoio con passo incerto, arrivando finalmente a rifugiarsi dietro la tendina sul retro dell'aereo.
La hostess la vede arrivare e la fissa ancora con maggiore disprezzo rispetto a quanto già non avesse fatto prima.
"Questa zona è riservata al personale di bordo, signora." le dice freddamente.
"Io..io..." farfuglia Michela in completo imbarazzo.
"La qui presente gran signora, voleva dirle che il suo collega ci ha suggerito di venire qua a chiedere a lei se fosse possibile avere una camicetta di riserva. Perché come vede è molto disattenta, e si è completamente bagnata la sua canottiera." interviene Greta con decisione.
"Se la sua gran signora avesse indossato un fottuto reggiseno, anziché voler fare vedere le tette ai nostri passeggeri, sarebbe stato tutto già risolto!" risponde seccamente la hostess stizzita.
"Signora Michela, la signora hostess ha ragione. Il suo voler esibire per forza le sue grosse tette è davvero fastidioso. - continua Greta assolutamente imperturbabile – Ma se lei porgesse delle sentite scuse, forse cambierebbe idea, e le presterebbe una camicia asciutta e pulita, in modo da evitare queste brutte figure, no?"
"Chiedile scusa in ginocchio, troia." le sussurra subito dopo all'orecchio.
"Ma...ma...io non devo scusarmi...io...io non ho..." mormora lei sempre più in difficoltà.
"Tu inginocchiati e zitta!" ordina Greta perentoria, visibilmente spazientita.
Le afferra un capezzolo, turgido e ben evidente sotto la canottiera bagnata, e lo torce con cattiveria.
Michela, sopraffatta dal dolore e dall'umiliazione, emette un flebile urlo, piegando subito le gambe, e inginocchiandosi davanti alla hostess, senza opporre ulteriore resistenza.
La donna osserva attentamente, e, compiaciuta, capisce immediatamente quale è la dinamica fra le due, e quindi si siede comodamente nel seggiolino, levandosi entrambe le scarpe.
"Va bene. Potrei prestarle una delle nostre camicette inutilizzate. Ma voglio che la cagna qui presente mi lecchi i piedi. Ora." e così dicendo, allunga uno dei suoi piedini, fasciato da collant, verso Michela prostrata in ginocchio davanti a lei.
"Hai sentito, cagna? Leccalo." comanda Greta a denti stretti, in piedi alle sue spalle.
Completamente soggiogata, cercando un minimo di comprensione, lei guarda in modo supplichevole verso la propria donna delle pulizie. La quale però la ricambia con un freddo sorrisino, che non le lascia nessuna speranza.
"Muoviti." le dice semplicemente.
Michela comprende l'inutilità di qualunque ribellione. Quindi prende il piede della hostess fra le mani, estrae la lingua, e comincia a leccarlo. E' brava nel farlo, e l'assistente di volo è molto compiaciuta del lavoretto che sta facendo.
"Ti stai eccitando, vero schifosa? - la ingiuria ancora Greta, afferrandole i capelli. - Ti piace essere sottomessa..."
"No...no..." nega Michela, tentando di salvare una parte della sua dignità.
Ma la hostess, spietata, allunga l'altro piedino sotto la lunga gonna indossata senza mutande, e saggia l'umidità delle sue parti intime. Il contatto del clitoride con l'alluce della donna è fatale per lei. Le sue scarse opposizioni crollano ancora una volta, e non riesce a trattenersi, mugolando sommessamente.
"Che troia. - commenta la hostess. - E' molto bagnata."
"Credo che voglia godere, la gran donna" conferma Greta.
"...vi prego...fermatevi..." supplica lei, ansimando in modo indecente.
Ma la hostess non ha nessuna intenzione di fermarsi e risparmiarla. L'alluce scorre delicatamente sul clitoride fradicio, stimolandola all'eccesso. Greta le afferra i grossi seni nudi da dietro, manipolando i capezzoli turgidi. Quindi li solleva fino alla bocca, abbassandole la testa per costringerla a succhiarseli. E lei ovviamente una volta ancora esegue alla perfezione.
Il movimento incessante dell'alluce dell'assistente di volo le sta facendo esplodere il clitoride, e dopo appena pochi istanti, Michela raggiunge l'orgasmo, sopprimendo l'urlo che vorrebbe liberare. Poi crolla a terra, esausta, ansimando.
"Che disastro signora... - la deride maliziosamente Greta – Non riesce a resistere nemmeno cinque minuti."
La hostess si infila le scarpe, si alza, la guarda ancora una volta schifata, e le lancia addosso la camicetta.
"Se la metta, lurida cagna in calore che non è altra." le ordina.
In quel momento Roberto apre la tendina, e vede sua moglie a terra, semi nuda, prosciugata da ogni energia.
"Oh no, tesoro! Cosa ti hanno fatto..." le dice abbracciandola, e aiutandola a risollevarsi. Greta con un sogghigno felice per la nuova vittoria si volta ed esce, tornando nella sua fila.
"Muovetevi a tornare ai vostri posti, e allacciatevi le cinture. L'aereo sta per atterrare." li apostrofa duramente la hostess, mentre Michela, riavendosi un po', si abbottona la camicia il più possibile.
Roberto la aiuta a riprendersi, la sostiene e la accompagna nuovamente al suo posto fra Luisa e Greta, che la accolgono con grandi sorrisi.
"E' tornata da noi signora Michela, finalmente!" la sfotte Luisa.
"Oh, credo sia un viaggio...soddisfacente per lei..." ride Greta, ammiccando.
"La vacanza è appena iniziata! E sarà molto divertente credo..." sorride Luisa, accarezzandola con dolcezza su una guancia.
Un brivido attraversa la schiena di Michela...Sarà il weekend più lungo della sua vita, ma almeno l'atterraggio è vicino.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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