bdsm
Michela al Club
di Smithmarcus
11.10.2024 |
1.410 |
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Daniela leva il dito della sua amica dalla figa fradicia di Michela, e infila il suo indice e il suo medio..."
Saletta privata del Club 84.Un centinaio di persone aspettano sedute nei divanetti eleganti le due star della serata. Due donne che saranno soggette a punizioni da parte dei fortunati, anzi delle fortunate, visto che il concorso sarà aperto solo alle donne, estratte nel pubblico.
Michela è una donna in vista in città. Quarantenne, alta, bella molto oltre la media. È una grande signora, quasi aristocratica. O almeno lo era. Da un po' di giorni le cose sono molto cambiate, tanto che ora ha una Padrona che stabilisce tutto ciò che lei deve, o non deve, fare. Daniela, questo è il nome della Padrona, assisterà allo spettacolo, riservandosi una ultimissima punizione per le due protagoniste della serata. Ma a ora non è ancora arrivata.
La seconda donna protagonista è una collaboratrice della azienda diretta da Michela, di nome Patrizia. E' una donna nella media, né bella né brutta, altezza media, bionda, sulla trentina o poco più. Sarà punita per non avere rispettato il compito, assegnato dalla Padrona Daniela di sorvegliare Michela, e impedirle di avere nessun orgasmo durante la giornata lavorativa. E invece Michela ha goduto eccome, per merito, o forse colpa, di sua sorella Sabrina. Per questo saranno punite entrambe, sia Michela che Patrizia.
Il momento è giunto. La proprietaria del club, vestita con un tailleur elegante, ma con minigonna, le conduce dentro la sala. Il pubblico rimane letteralmente a bocca aperta. Nessuno dei presenti avrebbe mai creduto di poter vedere Michela così. Coperta solo da un soprabito, bendata, un po' spaesata, si lascia condurre dalla ragazza, insieme a Patrizia. Appena levano il soprabito la sorpresa è ancora maggiore. Indossano scarpe decolleté tacco 12, autoreggenti, e niente altro. Entrambe hanno nel buchetto anale un plug di dimensioni diverse. Patrizia, essendo la prima volta, ne usa uno blu di piccole dimensioni, Michela invece, costretta a portarlo già da qualche giorno, indossa quello verde di dimensioni intermedie. La pressione più forte, esercitata dall'oggetto, oltre al farla sentire esposta allo sguardo di cento sconosciuti, la eccita a dismisura.
Entrambe si sono dovute perfettamente depilare il sesso. Anche questo per Patrizia è la primissima volta, e le trasmette una sensazione di nudità estrema. Sarà questo, sarà il pubblico numeroso, o sarà di avere accanto a lei, altrettanto nuda e indifesa, la sua titolare, inarrivabile, capa, ma anche lei si sente decisamente bagnata nelle parti intime.
La proprietaria le fa accomodare su due sgabelli posti al centro della sala, ed esce, lasciandole sole davanti alla platea. Michela avverte la presenza di molte persone, le sente parlare a bassa voce, ma non riesce a distinguerle. Il non sapere le crea una forte inquietudine ma al tempo stesso una enorme eccitazione. Si chiede chi saranno le persone che la stanno osservando in quelle condizioni, se la conoscano, e cosa stiano pensando di lei. Di sicuro la disprezzeranno totalmente. E magari ci sarà qualcuno che il giorno dopo incontrerà nella vita di tutti i giorni, e che l'ha vista così. Questo darà vita a una marea di possibilità e situazioni. e lei è eccitatissima a questo pensiero. Si volta verso Patrizia. La sua collaboratrice deve avere avuto gli stessi pensieri, perché Michela sente le mani della donna scorrerle nella schiena, fino a toccarle il culo. Un brivido le invade la pelle, facendole diventare immediatamente i grossi capezzoli due chiodi turgidi. Il pubblico nota questa reazione, e si alza subito un discreto vociare.
"Cosa vuoi...Patrizia?" chiede indignata, tentando di dissimulare la scossa elettrica che le ha trasmesso il tocco voglioso e irrispettoso della sua ex sottoposta.
"Siamo in questa situazione per colpa tua, Michela." le sussurra con acredine Patrizia, sporgendosi dal suo sgabello, strisciando contemporaneamente le unghie nel gluteo di Michela in modo leggero.
"Mmm! Patrizia! Le unghie...che sensazione.... - risponde Michela – Sento i capezzoli così grossi che mi esplodono..."
Sentendo ciò, la bionda va subito a cercarli con la mano, e verifica che la sua capa non stava affatto mentendo. Li sfiora col dito, poi con l'unghia, poi gioca con l'areola. Michela impazzisce, mugola mordendosi il labbro. Il pubblico assiste ipnotizzato.
"Ti piace, puttana, eh...questi grossi seni...te li abbiamo sempre invidiati tutte noi..." le dice Patrizia, che sta trovando molto gusto nell'insultare e umiliare colei alla quale aveva sempre dovuto portare enorme rispetto.
Michela, da parte sua, sente delle scosse che arrivano dalle parti intime, così forte da renderla incapace di ogni reazione. Riesce solo ad ansimare e mugolare, avvertendo già una voglia enorme di godere. Patrizia la afferra per i capelli, tirandola giù dallo sgabello, quindi la volta spalle al pubblico, piegandola a novanta gradi sullo sgabello stesso. Quindi ammicca al pubblico, e comincia a sculacciarla. Gli urli leggeri e ansimati di Michela, a ogni colpo ricevuto, lasciano esterrefatta l'intera platea. Anche perché lentamente assomigliano sempre di più a urli di piacere che non di dolore.
"Non mi dirai che sei già bagnata..." la sfotte la bionda.
"Patrizia...mm..oh...la...la smetta subito..." farfuglia lei.
Ma al contrario, Patrizia la sfiora, stavolta con delicatezza, nei glutei, sul plug, e poi nella figa, trovandola effettivamente fradicia. La penetra con un dito, Michela sobbalza, sa bene che tutti stanno osservando la sua dipendente che le infila un dito nel sesso. Sapranno quale è il loro rapporto? Il pensiero la fa bagnare ancora di più. Patrizia la tira ancora per i capelli, rimettendola in posizione eretta, e la bacia, penetrandole con forza e profondità la lingua in bocca.
"Questo volevo farlo dal giorno in cui mi hai assunto, cagna."
Queste parole e questo tono, sprezzante e violento, eccitano Michela sempre di più. Si appoggia allo sgabello, sperando che Patrizia la fotta duramente davanti a tutti. Spalanca le cosce, suscitando lo stupore del pubblico. Si sente letteralmente un animale in calore.
Patrizia si gode il momento di puro dominio, appoggiando le unghie sul morbido dei suoi grossi seni. Poi le affonda leggermente. Poi le affonda ancora di più, e Michela sospira per il leggero dolore. Quindi fa scorrere le unghie in profondità, lasciando dei netti solchi rossi nella candida pelle di Michela. Il dolore ora è più intenso, ma causa alla donna ancora più piacere e desiderio.
"Maledetta... - ansima Michela – scopami anziché graffiarmi..."
Ma poi si meraviglia di avere potuto dire una cosa del genere.
"Inginocchiati cagna...e forse ti gratificherò scopandoti." le risponde Patrizia, al settimo cielo nel poter ridurre così ai suoi piedi la sua titolare.
Michela, sottomessa, anche dalla sua assistente, si mette effettivamente sulle ginocchia, tanto si sente la voglia di godere.
Ma in quel momento un silenzio irreale cala sulla sala.
Entra una terza donna. Dal passo deciso si capisce immediatamente che lei è la Padrona. Anche perché in mano porta due collarini, con i rispettivi guinzagli. Si lascia condurre dalla proprietaria del locale. Indossa degli stivali alti, neri, lucidi, che coprono tutta la gamba, arrivando fino quasi al pube. I tacchi sono molto alti, e la parte anteriore ha una zeppa evidente, anche se la punta è sottile e affilata. Non porta nessun indumento intimo, e nelle grandi labbra degli anelli che gliele allungano, mettendole ancora più in evidenza. Dall'ombelico in su ha un bustino in latex, con balze alte, nero, lucido e molto aderente, sostenuto da stecche fini, che reggono le coppe, anch'esse nere, che evidenziano il seno con capezzoli appuntiti e duri, anch'essi con piercing a barretta. Nel suo buchetto ha inserito un plug, di grandi dimensioni, rosso, ma con la particolarità di essere luminoso. In ciò le differenze con le due schiave sono abissali. I suoi capelli sono biondissimi, quasi bianchi, e molto corti. E' la Padrona, evidentemente.
Il suo passo è deciso, saluta il folto pubblico con un gesto quasi noncurante, e si avvicina alle due schiave. Subito afferra Patrizia per i capelli.
"Cosa credi di fare? - le ringhia duramente – Devo ricordarti chi è la padrona? Michela è la mia schiava, non la tua. Tu esegui solo i miei ordini. E' chiaro?"
"Sì, Padrona..." mormora Patrizia, inginocchiandosi spontaneamente senza nemmeno aspettare l'ordine di Daniela.
Con le mani sui fianchi, Daniela osserva soddisfatta le sue due donne, sottomesse, in ginocchio. Pendono dalle sue labbra, e aspettano solo una sua parola.
Daniela, con calma estrema applica i collarini al collo delle due, e da un leggero strattone ai guinzagli. Quindi cammina verso il pubblico, tirandosi dietro le due schiave a quattro zampe come se fossero due cagne.
"Sculettate." ordina senza ammissione di replica.
Il pubblico assiste ipnotizzato. I fisici delle due donne sono ben diversi, ma a loro modo catturano entrambi l'attenzione delle persone presenti. Patrizia è assolutamente più normale, seno piccolo, sedere di una trentacinquenne in media forma, nel quale si può apprezzare il plug azzurro di ridotte dimensioni. Bendata, la bionda è in terribile imbarazzo, essendo la prima volta che subisce un trattamento di questo genere, con la fighetta depilata ed esposta all'attenzione della gente.
Anche Michela non vede assolutamente nulla. E anche lei è in estremo imbarazzo. Sa perfettamente che nel pubblico ci saranno diverse persone che la conoscono, e che saranno basite dal vederla umiliata così brutalmente. Ma questo la eccita, sentirsi dominata e degradata, come il plug di media dimensione che le dilata il buchetto oltre quanto fosse abituata, mandandole stimoli devastanti. In tutto il corpo. Sente gocciolare in mezzo alle cosce, mentre ancheggia gattonando, muovendo il suo bel culo rotondo. Durante la camminata, il suo seno giunonico penzola dolente, dopo i maltrattamenti della sua sottoposta.
"Bene, signore e signori! Siete molto numerosi! E questo ci fa veramente un grande piacere – esordisce Daniela rivolta verso la platea – Ora io e le mie schiave giocheremo un po', mentre verrà fatta una estrazione fra i vostri ticket, grazie alla quale, dieci di voi, donne, rigorosamente solo donne, potranno punire le nostre due schiave indisciplinate...vi presento...Michela e Patrizia!"
Il pubblico applaude e rumoreggia. Qualche uomo protesta sottovoce, sull'ingiustizia del fatto che i ticket maschili siano esclusi dall'estrazione. Ma sono le regole, prendere o lasciare.
"Chiarite le disposizioni del gioco di oggi, seguitemi nella camera delle torture!" ordina poi, dando una tirata ai guinzagli delle schiave.
Soggiogate, le due donne eseguono docilmente, seguendola e rendendo ben visibili, gattonando, i plug di diverso colore che sporgono dai loro buchetti. Per loro fortuna, essendo bendate non vedono tutto l'arredamento della stanza. Il pubblico si delizia osservando una gogna medioevale, una croce in legno, e una altalena con seduta di genere ginecologico, che costringe la vittima a tenere le cosce spalancate e il sesso del tutto esposto. La proprietaria ammira la maestria con cui Daniela afferra i capelli di Patrizia, la solleva da terra e la trascina alla gogna.
"Vieni, cagna." la insulta.
Immediatamente fissa la testa e i polsi, e successivamente li blocca con la chiusura. Ora il culo è completamente esposto, sia ai desideri della Padrona, che alla vista del pubblico. Un po' di panico si impossessa della donna, inerme e nuova a queste situazioni. Si chiede cosa possa succederle, ma è un pensiero che oltre che spaventarla la eccita terribilmente.
Contemporaneamente Daniela, con un cenno della testa, indica alla proprietaria la croce. Lei capisce subito, e collabora. Prende Michela, e dalla posizione a carponi la aiuta a sollevarsi in piedi. Quindi la prende per un capezzolo, torcendolo. La tira verso la croce, senza nessun rispetto, e lì la blocca per i polsi e le caviglie.
"Cosa vuoi...farmi..." chiede Michela preoccupata ed eccitata.
"Zitta schiava." la umilia la proprietaria del locale senza degnarla del minimo rispetto.
Daniela prende di nuovo il centro della scena, avvicinandosi alla gogna a cui è bloccata Patrizia.
"Eccomi schiava...stai per provare un nuovo tipo di piacere..." le dice.
"La prego, Padrona... - supplica lei – non mi faccia...male..."
"Il piacere supererà ogni tipo di dolore." sorride Daniela.
Senza ulteriori commenti, sfila il piccolo plug dall'ano di Patrizia, che emette un gemito di sorpresa. Quindi si avvicina a Michela, legata alla croce, e le mette l'oggetto a contatto della bocca.
"Apri le labbra, schiava." le dice.
Lei inizialmente pensa di ritrarsi, rifiutandosi di farsi mettere il plug, proveniente dall'ano della sua sottoposta, in bocca, ma poi si rende conto di essere del tutto asservita alla padrona, e accoglie remissivamente il piccolo attrezzo, aprendo le labbra quanto basta per accogliere l'oggetto. La proprietaria del locale sorride soddisfatta nel vedere una donna così bella e potente, ridotta a questi livelli di umiliazione, e le sputa in faccia, palesandole il proprio disprezzo.
Ma intanto, Daniela è tornata da Patrizia, concentrandosi sul suo ano, ora libero da qualsiasi gioco. Indossa uno strap-on doppio, con una parte, grossa e corta, che penetra lei stessa, e un'altra lunga e di minor spessore, destinata alla sua partner schiava.
"E' la prima volta qua dietro, vero cagnetta?" le dice massaggiandole la zona intorno al buchetto.
"S-sì...ho un po' di...paura..." balbetta quell'altra, tesa ed emozionata.
Patrizia sente lo strap-on entrare nel suo culo, e per qualche attimo le manca il fiato. La Padrona si muove avanti e indietro, prima lentamente, per farla abituare bene, poi prende ritmo più sostenuto, penetrando il suo ano senza sosta. All'inizio la sensazione di pienezza per Patrizia è invadente, ma poi diventa gradevole, sempre di più.
Michela, ammanettata alla croce, non sa ciò che sta succedendo, ma sente la sua sottoposta ansimare e mugolare sempre più intensamente.
"Cosa le sta...facendo?" chiede eccitata e curiosa.
Ancora una volta la proprietaria del locale la zittisce torcendole un capezzolo, facendola gemere di dolore.
Daniela continua senza pietà a fottere il culo della sua assistente. Per Patrizia il piacere è crescente, sta salendo sempre di più. Non pensava che le sarebbe piaciuto così tanto.
"Da domani ti cambio il plug, troia. - le dice – Metterai quello verde."
"Oh sì, Padrona..." geme lei, ormai completamente invasa dal piacere.
"E se fallirai un mio compito un'altra volta, vedrai cosa ti farò."
"Sì, Padrona...oh Dio, non si...fermi...la prego...."
Patrizia è prossima all'orgasmo, ma anche Daniela stimolata dalla parte dello strap-on dentro di lei è vicinissima a godere.
"No, che non mi fermo, troia!" le ringhia incrementando i colpi con il fallo.
Patrizia sta per godere, mille pensieri le attraversano la testa, completamente posseduta. Ma quelli sono gli ultimi pensieri, prima che dentro di lei esploda l'orgasmo devastante, lasciandola per qualche momento priva di forze, accasciata nella gogna. Gli ultimi colpi decisi sono determinanti per portare al piacere completo anche Daniela. Il suo orgasmo è sottolineato rumorosamente dai gemiti, ma anche dal plug che, infilato nel suo stesso culo, prontamente si illumina.
"La tua Padrona ha sverginato il culo della tua sottoposta, cara... - dice sorridendo la proprietaria rivolta a Michela – ma ora, credo si voglia divertire con te."
A questa frase capezzoli di Michela diventano immediatamente turgidi. Ormai ha accettato quanto la ecciti essere maltrattata da Daniela, e, pure senza poter vedere, percepisce nitidamente la presenza della sua Padrona vicina a lei. Ma quello che non può vedere è che Daniela, che si è ripresa dall'orgasmo appena provato, si è dotata di un frustino in plastica rigida. E la prima mossa che fa è darle un colpo secco sul capezzolo, che la costringe a emettere un piccolo stridulo urlo di dolore.
"Oddio, Padrona, no! Non sui capezzoli! Mi fanno troppo male..." strilla Michela, arrossendo sulle guance, visibilmente sotto la benda.
"E certo...guarda come ce li hai grossi e sensibili. E' ovvio che ti facciano male. - le dice – Ma un po' di dolore non fa che sensibilizzarli di più al piacere..."
E, immediatamente, parte il secondo colpetto deciso di frustino. Ancora una volta Michela geme lamentosamente. Il terzo colpetto arriva sul sesso, con grande precisione fra le sue grandi labbra.
"Ohhhh... - protesta Michela – Questo no...questo no..."
"Oh sì, schiava." conferma Daniela, infliggendole anche la quarta frustata.
"Basta, pietà..." mugola Michela.
La proprietaria del locale le infila indice e medio della mano in bocca, costringendola a emettere suoni inarticolati.
"Succhiami le dita, stupida. Così non dobbiamo sentire le tue sciocchezze..."
Michela lecca le dita della signora in piedi vicino a lei, mentre Daniela le infligge ancora una frustata sul seno destro e poi sul sinistro, facendola ansimare e gemere ancora più rumorosamente. I colpetti non sono forti, ma assolutamente secchi e precisi. Il dolore sta lasciando rapidamente spazio al piacere. Michela è in completo stato confusionale.
"Senti se è bagnata..." dice Daniela alla sua amica proprietaria.
E l'altra va subito a verificare.
"Santo cielo...è fradicia!" commenta immediatamente con un sorrisetto malizioso.
Con un dito infilza il sesso umido di Michela, che scuote la testa inerme e vogliosa. Daniela si avvicina al suo orecchio.
"Ormai bastano poche leggere frustate e ti ecciti come una cagna, vero?" le dice.
"Sì, Padrona...la prego..."
"Di cosa mi preghi, schiava?"
"Padrona, la supplico..."
"Cosa, schiava?"
"Voglio...voglio godere..."
Daniela leva il dito della sua amica dalla figa fradicia di Michela, e infila il suo indice e il suo medio.
"Oddio...." sussurra Michela, piegando la testa in avanti.
Per nulla intenerita, Daniela infila anche l'anulare.
"Allarghiamo bene questa bella figona, vero?"
"F-fa un po'...male, P-padrona..." balbetta lei.
Ma Daniela le mette dentro anche il mignolo.
"E adesso, troia?"
"Oddio, no...cioè...non smetta, Padrona...la prego..."
L'ultimo passaggio è ovvio. Tutto il pugno di Daniela penetra nel sesso spalancato e ricettivo di Michela, devastata dal piacere. Il pugno entra ed esce a ritmo perfetto, e lei è così eccitata, che in pochi secondi viene brutalmente, non riuscendo a trattenere un grido di piacere intenso.
Subito dopo, abbandona la testolina in avanti, provando un po' di vergogna per la presenza del pubblico.
Daniela se la ride, appagata per un breve momento. Le piace avere in pugno quella donna. Ma sa benissimo di non essere lì per abusarne solo lei. Vuole che anche altre persone possano farle capire quale sarà il suo destino di schiava da qui a sempre.
Quindi si volta verso il pubblico.
"Signore e signori.... - dice con un tono di voce alto – abbiamo preparato le nostre due protagoniste di oggi! Le avete viste in questi giochetti gustosi, ma sappiate che erano solo preliminari. Ora tocca a voi...o almeno a dieci di voi...Estrarremo le fortunate che potranno giocare a loro scelta con le nostre schiave, decidendo le punizioni da infliggere...Naturalmente non possiamo che augurarci che siano dieci vincitrici davvero cattive!"
Un intenso applauso scroscia dalla folla. Daniela ringrazia con un cenno della mano. Quindi si avvicina a una ampolla di vetro, dove ci sono dentro tantissimi biglietti di carta, numerati. Sono i ticket della fortuna. Il pubblico freme e rumoreggia. Adesso si deciderà tutto. Ogni vincitrice potrà fare alle due schiave ciò che vorrà. L'estrazione è aperta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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