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Servitù Ribelle - Party (2)


di Smithmarcus
12.01.2024    |    3.062    |    1 9.7
"" le ordina sedendosi su un divano, e sfilandosi le elegantissime scarpe da sera con tacco 12..."
Quando Michela vede avvicinarsi Anna, vestita come suo solito elegantissima, ha un fremito di angoscia. Nella sua mente tornano immediatamente lontani ricordi.
Le sovviene di quando erano appena ventenni, a Paradiso del Mare, la località balneare più alla moda della Riviera, e loro due si dividevano le preferenze maschili. Erano entrambe ragazze di grande classe, di elevata estrazione sociale, alte, con corpi molto slanciati, ma avevano notevoli diversità fra loro. Anna era più androgina, bionda, magra, quasi delicata nel fisico, sembrava una principessa russa, mentre Michela, carnagione chiara, occhi azzurri, era invece decisamente più femminile e formosa. Inutile dire come queste caratteristiche fisiche le valessero la maggioranza degli sguardi e dei desideri dei ragazzi, nelle lunghe giornate al mare, e questa cosa ben presto aveva determinato una malcelata antipatia fra le ragazze. Anna non amava affatto essere la numero due.
Col passare degli anni, crescendo e maturando, si erano sostanzialmente perse di vista, entrambe con le proprie vite e i loro matrimoni, ma ora sono passati quasi vent'anni, e la presenza di Anna al "party" non lascia presagire per Michela, nel frattempo quarantenne, e sempre decisamente fascinosa, nulla di buono.
"Mi sorprende molto trovarti qui!" sbuffa lei, infatti, cercando di mostrarsi ferma e indignata nel vedere in quel contesto la ex rivale.
"A me invece non sorprende affatto trovarti qui, Michela. In queste condizioni, poi..." risponde serafica l'altra, ponendo l'accento sulle sue nudità piuttosto evidenti.
Le parole di Anna fanno ricordare a Michela la non trascurabile circostanza di essere priva di indumenti, e ammanettata al suo cospetto, in una posizione di assoluta inferiorità. Oltretutto, è lampante come Anna abbia anche appena assistito alla sorprendente scena di Sara che fotteva sia lei che Roberto portandoli entrambi a godere senza alcuna vergogna.
"Cosa vorresti insinuare?" obietta Michela, cercando di reggere ancora la sua poco credibile dimostrazione di fermezza.
"Che sapevo benissimo che in fondo, dietro l'apparenza della ragazza di buona famiglia, fossi una gran troia." la smonta subito Anna.
"Ma...come osi?" ribatte lei indignata.
Ma Anna non le risponde nemmeno. Si avvicina a lei, e le conficca direttamente le unghie nei glutei con cattiveria, tirandola a sé, e fissandola nel profondo degli occhi.
"Baciami, schifosa puttana." le sibila approssimando le labbra alle sue.
"...no...no..." si oppone Michela, girando di lato la faccia.
"Non ricordo di avertelo chiesto." ringhia Anna.
E le afferra con una certa violenza i capezzoli, torcendoglieli. Michela urla, cercando di arretrare. Ma ovviamente quell'altra semplicemente la segue, impedendole di allontanarsi.
"No...lasciami...mi fai male...Anna!!..." si lamenta lei, nel panico, cercando di divincolarsi da quel pericoloso abbraccio.
La sua bionda rivale, allora, la costringe ad avvicinarsi, e nuovamente incolla le labbra alle sue. Michela sente che non può sfuggirle, e, capita la lezione, decide di assecondare il volere della sua nemica. Così, lascia penetrare la lingua della bionda dentro la sua bocca, e si trova forzata a rispondere calorosamente al bacio.
In ginocchio, Roberto, a testa bassa, si rifiuta di guardare, tenendo gli occhi puntati a terra. Ma la governante Luisa lo afferra per i capelli, tirandogli su la testa, e obbligandolo ad ammirare il caldo scambio di effusioni fra sua moglie e la sua vecchia conoscenza.
"Wow, che bacio! - commenta Luisa molto divertita – Mi sa che tua moglie si sta innamorando delle sua rivale di gioventù."
Ma dopo qualche secondo, Anna si stacca all'improvviso, e aumentando dolorosamente la torsione dei capezzoli di Michela, la costringe a inginocchiarsi davanti a sé.
Vedendola così indifesa e soggiogata, la bionda ride di gusto.
"Sai Miky, quando avevamo vent'anni, mi ritenevo bellissima. E infatti lo ero, è fuori di discussione. Non mi spiegavo come molti preferissero te a me. Cominciarono a venirmi dei dubbi sulla mia stessa avvenenza, per colpa tua. Ti odiavo, avrei voluto riempirti di schiaffi e pugni, distruggerti di botte! Ma non ebbi mai il coraggio di provarci. Ma ora...ora che è passato un bel po' di tempo, ho cambiato idea. Sono cambiate le cose che ho desiderio di farti, cara mia. Ho cominciato a fantasticare di averti in mio completo potere, di ridurti alla mia cagna personale, e credo proprio che realizzerò tutti questi propositi. Ti piace l'idea? Per iniziare...leccami subito i piedi, troia." le ordina sedendosi su un divano, e sfilandosi le elegantissime scarpe da sera con tacco 12.
"Tu sei pazza!" mormora Michela. Non può negare di sentirsi la zona intima bagnata, ma non può crollare, deve fare pensare a tutti che questa costrizione la stia fortemente indignando.
Gli occhi sono tutti su loro, gli invitati le osservano con gli occhi sbarrati, chiedendosi se Michela subirà questa onta dalla sua rivale storica o se troverà la forza di opporsi, trovando motivazioni nel profondo odio che da anni sente verso di lei.
E infatti, orgogliosamente, volta la testa lateralmente, schifata.
"Oh! Che coraggiosa!" Anna è divertita da questa resistenza.
Ma senza scomporsi più di tanto, si rivolge a suo marito, Luca.
"Amore! Ti dispiace fare capire a questa vacca schifosa che deve SEMPRE eseguire i miei ordini?" gli dice.
"Certo, cara." risponde lui ossequioso.
E' davvero elegante, e, leggermente brizzolato, vestito con un inappuntabile smoking nero, si avvicina a Michela, si inginocchia dietro di lei, e la afferra senza troppi riguardi per la coda dei capelli.
"Oh! Ma cosa vuoi?? Non toccarmi!" protesta lei allarmata.
"Nulla di personale, credimi." risponde lui.
E senza preavviso comincia a sculacciarla con forza, ripetutamente, più volte, colpendola a mano piena sui glutei rotondi e formosi. Michela urla e strilla di dolore e umiliazione, ma non può fare nulla per evitare quella dura punizione. Il suo bel fondo schiena diventa presto rosso fuoco, e sente che la sua resistenza morale si sta sbriciolando rapidamente.
"Mi lecchi i piedi, o vuoi che mio marito ti faccia diventare fucsia il tuo bel culo, Miky?" le chiede Anna comodamente seduta, ammiccandole.
"Ahhh...no! No! Fermalo! Va bene...ti lecco i piedi..." geme lei piegandosi, per la verità, piuttosto velocemente.
E così, sommessamente, sprofondando nella vergogna, Michela avanza a carponi, tira fuori la lingua davanti a tutti, e comincia a leccare bene i deliziosi piedini di Anna, passando bene la lingua prima sull'alluce, poi fra le dita. E' impossibile non notare che i suoi capezzoli sono incredibilmente turgidi.
Oltretutto Luca non resiste alla tentazione di sfiorarle con le dita la fica, trovandola oscenamente bagnata.
"Tesoro, questa schifosa cagna ama essere la tua schiava..." dice rivolto a sua moglie, leccandosi le dita fradicie degli umori.
"No! Non è vero!" tenta di difendersi Michela, scuotendo la testa, tentando di negare pateticamente l'evidenza.
Ma istantaneamente gli alluci di Anna vanno sui suoi capezzoli, affondando nel morbido delle sue grandi tette. Michela sobbalza sorpresa, ma non può evitare di farsi sfuggire un gemito soffocato di eccitazione. I piedini di Anna la spingono all'indietro, con forza sempre maggiore, facendola cadere schiena a terra. Lei si sente inerme, ancora una volta incapace di reagire alle angherie di un'altra donna, anzi eccitata da ciò. Sente liquido caldo colare dalla fica in mezzo alle cosce. Accavalla le lunghe gambe, avvertendo che il suo corpo le richiede irresistibilmente di provare piacere. Si vergogna da morire nel pensare ciò, e nel subire un simile trattamento in pubblico. Una parte di lei vorrebbe alzarsi e fuggire, lontanissimo.
Ma la bionda non le da il tempo di fare nulla, ammesso che lo volesse. Si alza, e torreggiando sopra di lei le mette il suo piede in faccia, penetrando nella sua bocca socchiusa. E' sconvolta, ma lecca tutto il piede della sua aguzzina. Goffamente con la bocca piena, vorrebbe chiedere pietà, ma riesce solo a emettere suoni inarticolati.
Anna la prende per i capelli, risollevandola a quattro zampe. Aristocratica nei movimenti, la sua antica rivale la trascina nel salotto davanti a tutti, come se fosse realmente una cagna, il suo animale domestico personale. Quindi estrae dalla sua borsa due palline di vetro unite da una cordicella, e gliele mostra.
"Oddio, no... - mormora Michela spaventata, ma irrimediabilmente eccitata – cosa vuoi fare con quelle..."
Anna sorride, e senza nemmeno risponderle, ne infila una nella fica e una nel culo di Michela. Lei sgrana gli occhi, indignata per questa ulteriore violazione, ma appena sente il movimento delle palline dentro di sé, non riesce a impedire che la sua respirazione diventi accelerata e pesante. A quattro zampe, si trova inconsapevolmente a muovere il culo sensualmente, per provocare lo strofinamento delle palline all'interno della passera. Quando Anna la costringe ad alzarsi in piedi, e camminare, lei non riesce a non ansimare.
Segue la rivale che la tira per i capezzoli, turgidi come chiodi, ondeggiando e ancheggiando penosamente. Cammina piegata su sé stessa, ma cercando di mantenere un minimo contegno, devastata dallo sfregamento delle palline che la stanno forzatamente portando all'orgasmo.
"Sembra che la nostra cagna non riesca a evitare di essere patetica. Guardate un po' come si sta eccitando!" dice Anna dandole una spintarella che la fa finire giusto in mezzo a tutti gli altri presenti, che, in piedi, ammiravano estasiati la sua degradazione.
E nessuno ha ovviamente pietà di lei. Roberto è a terra in ginocchio. Anche lui guarda sua moglie subire quella oscena umiliazione. Luisa le infila le dita in bocca, facendosele succhiare. Greta le sputa in faccia e sul seno, facendola sentire ancora di più sporca e inerme. Sara le sculaccia i glutei, mentre suo marito Giovanni le torce i capezzoli. Sono tutti intorno a lei. Giocano col suo corpo, che è a loro disposizione. Senza limiti.
Michela urla, sa che sta per godere, non riesce a evitarlo. Sa anche che è una umiliazione terribile, ma la voglia di arrivare all'orgasmo è molto più forte della sua dignità. Passano solo pochi secondi e viene, non riuscendo a bloccare un urlo liberatorio.
Si piega su sé stessa.
Quindi crolla in ginocchio, sfinita.
Respira, cerca di rifiatare , le palline sono ancora dentro di lei, ma ora le sente leggermente meno efficaci. Realizzando cosa sia appena successo, non riesce a trattenere qualche lacrima di vergogna. Roberto la guarda schifato, ma lui, obiettivamente, è l'ultimo che può parlare.
Ma, mentre cerca di riordinare le idee, sente le mani di Anna spingerla con forza a terra.
"Cosa vuoi...ancora? Non mi hai già fatto abbastanza?" chiede spaventata alla sua dominatrice.
"Pensi di avere finito, troia?" le risponde l'altra con disprezzo.
Michela può solo sgranare gli occhioni azzurri con terrore, mentre osserva Anna sfilarsi le mutandine da sotto l'elegante vestito, e avvicinarsi a lei. Schiena a terra, è indifesa, e assiste alla sua nemica, che con molta grazia le si siede sul viso, senza troppi complimenti. Ora non vede più nulla. Sente solo il sapore della fica di Anna. E' bagnatissima anche lei. Quella maledetta si è eccitata a dismisura a umiliarla in quel modo. Sa quello che deve fare. Non ha scelta. Estrae la lingua e comincia a leccare la passera della bionda, senza opporre nessuna resistenza. Può distinguere nitidamente i mugolii della donna mentre lei le stimola il clitoride. La sua bocca è ormai piena dei suoi umori. Ma non riesce più nemmeno a provare vergogna. Anna comincia anche ad agitarsi, muovendosi freneticamente sulla sua faccia. Michela è semplicemente devastata, quella posizione è molto scomoda, e la odiata rivale non ha certo riguardi verso di lei. Può solo cercare di farla godere in fretta per mettere fine a quel degradante supplizio. Le è difficile muovere la lingua, o anche respirare, con il culo della sua rivale che si muove sul suo viso.
Per sua fortuna, Anna in pochi minuti raggiunge l'orgasmo, venendole totalmente in bocca. Michela è sconvolta, rossa e dolorante in viso. Sfinita si trova a sperare che l'umiliazione sia conclusa. Forse. Anna, dopo aver goduto, si alza, e la guarda schifata. Luca suo marito, le si avvicina, e, baciandola, le sussurra
"Tutto bene, tesoro? Sei stata fantastica."
Lei non risponde subito, ma si avvicina all'orecchio di lui, e gli bisbiglia qualcosa. Michela è ovviamente in allarme. Cosa starà tramando la maledetta biondona? La risposta non tarda ad arrivare.
Sotto gli occhi basiti di tutti, Luca si abbassa i pantaloni, e si unisce a sua moglie, già priva di indumenti intimi. I due, in piedi, si dispongono in prossimità del viso di Michela, e, con una assoluta mancanza di rispetto, cominciano a urinarle in faccia. Lei cerca di proteggersi, di evitare di farsi pisciare addosso, ma presa dai due lati è impossibile evitare entrambi i flussi del liquido.
"Ah ah ah! Golden shower, Miky! Da quanto sognavo di farlo!" aggiunge Anna, con una aristocratica risata. Si sta trionfalmente divertendo a spingere sempre più in basso la splendida rivale.
I presenti osservano, tutti senza parole, ma con stati d'animo molto differenti.
Sara, Giovanni, e la servitù ribelle, quindi la signora Luisa e Greta, con malcelata soddisfazione, non riescono a frenare risatine maliziose e commenti di scherno. Roberto in ginocchio e ammanettato, prova una enorme vergogna e disprezzo verso la sua dolce metà, ma in fondo anche per sé stesso. Tuttavia non riesce a nascondere la potente erezione che questo stato di pubblica umiliazione gli crea.
La signora Luisa lo afferra per i capelli, costringendolo ad alzarsi in piedi col cazzo duro come una sbarra, e glielo agita, deridendolo e mostrandolo a tutti.
"Guardate che cazzone, il signor Roberto!" commenta scuotendo l'uccello dell'uomo duro come il ferro.
Greta invece, risolleva da terra Michela, completamente fradicia di ogni tipo di liquido, e distrutta nel fisico e nell'animo.
"Signori! - annuncia la governante, appagata – E' stato un piacere avervi a questo piccolo party, e, ovviamente, confidiamo di avervi presto nuovamente ospiti in questa casa! Grazie!"
E' ora di andare a casa.
Gli ospiti si rivestono, mentre Michela e Roberto vengono trascinati come bestie, verso il bagno dove saranno buttati sotto la doccia, e opportunamente lavati.
*****
E' passata appena mezz'ora.
Luca e Anna hanno raggiunto la loro lussuosa villa, in periferia. Rientrano stanchi.
"Tesoro, - dice lui con un filo di rammarico – il party è stato molto bello...e tu sei stata stupenda...ma io...io non ho avuto il mio orgasmo..."
"Oh caro, - risponde Anna – te lo saresti davvero meritato, ma...vedi, io e Michela siamo sempre state rivali. Di sicuro, mai e poi mai avrei voluto che tu la scopassi in nessun modo. Non proprio lei. Capisci? Però credo di averti regalato elementi per fantasticare un po', no? Quindi, tira fuori l'uccello subito. E fottimi."
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