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Al Parco


di Smithmarcus
23.08.2024    |    816    |    2 8.7
"La bionda le sputa sul viso, incattivita..."
E' sera tardi, e il parco è quasi vuoto. C'è una discreta oscurità, spezzata dalla luce dei lampioni. Michela si chiede come possa essere finita in quella situazione devastante. Le sembra di vivere un incubo. Se non fosse che questo incubo la eccita da morire.
Ripercorre con la mente la sequenza degli eventi: Luisa, la governante di casa sua, che entra in possesso di fotografie compromettenti per lei, donna di gran rango in città. Si trova immediatamente ricattata dalla donna. Vorrebbe resistere, ma presto si rende conto che sarebbe rovinata. Così, si sottomette a Luisa, e, di conseguenza, anche alla giovane Greta, ragazza delle pulizie. Finisce presto schiavizzata, utilizzata in festini dove amiche e nemiche abusano di lei. Ma tutto peggiora quando le due decidono di fare un viaggio, con lei come oggetto di divertimento. In aereo, in hotel, in piscina, a cena...Luisa trova sempre un modo per renderla il proprio giocattolo sessuale.
E dopo la reazione iniziale di resistenza e rifiuto, Michela non può negare che dentro di sé questo gioco le scateni un'irresistibile eccitazione.
Ora cammina a quattro zampe sul prato, mentre Luisa la tiene al guinzaglio, seguendola un metro dietro, sull'erba verdissima del parco.
"Luisa...dove mi porta? E' buio qua..." chiede lei timidamente.
Ma dentro di sé sa perfettamente che è una fortuna che sia buio. Luisa la costringe a camminare a carponi, vestita con un abito aderente e piuttosto trasparente, abbassato quanto basta perché le sue grosse tette pendano completamente libere.
Non indossa ovviamente nessun indumento intimo, le è tassativamente vietato, e ciò rende visibile anche il buchetto del sedere, dove la governante le ha infilato un plug con annessa una codina svolazzante, Una cagna effettivamente non può non avere una coda.
"Gira di qua." comanda Luisa, dando un lieve strattone al guinzaglio legato a un collarino.
Michela obbedisce, preoccupata e curiosa per la destinazione che la attende. Si augura che non sia troppo lontana. La camminata a gattoni è piuttosto faticosa, in particolare col plug infilato dietro.
Ma i suoi dubbi sono fugati presto. In una panchina poco distante, sotto la luce di un lampione, vede una Dama elegante, che indossa un vestito lungo con ampi spacchi. E' sufficiente un soffio di vento più forte per scoprire la zona intima della donna, perfettamente depilata, con un piercing alle labbra. Osservandola meglio, Michela riconosce essere la donna che era al ristorante poco prima. E al guinzaglio anche lei porta la sua schiava. Anch'essa era al ristorante, e anch'essa è assolutamente poco coperta. E' una ragazza bionda, decisamente carina, e indossa sempre lo stesso vestito cortissimo, in rete, quindi molto trasparente, che non arriva a nascondere nemmeno il suo sesso né il buchetto posteriore, dove si distingue un plug, rosso e voluminoso, anch'esso dotato di coda. Michela non può fare a meno di notare come l'altra schiava abbia poco seno, ma anche un bellissimo culetto. Subito si chiede perché stia facendo queste inutili considerazioni. Non vuole trovare attraente un'altra donna. In nessun modo.
"Siamo venute, Dama." esordisce intanto Luisa, facendo intuire che l'incontro fosse concordato.
"Sono contenta, volevo proprio vedere le due cagne interagire...non capita spesso. - risponde la Dama – Al ristorante mi hanno davvero ispirato..."
A queste parole Michela vorrebbe alzarsi, e fuggire. Essere definita cagna da una sconosciuta, tra l'altro in pubblico, è fin troppo umiliante. Ma la sua forza di volontà è sopraffatta dall'eccitazione di sentirsi dominata e usata da Luisa, e dalla curiosità di cosa significhi che lei e la sua corrispettiva debbano "interagire". Luisa la trascina vicino alla schiava accucciata ai piedi della Dama.
"Michela, bacia quest'altra cagna." ordina Luisa, accomodandosi sulla panchina a fianco dell'altra padrona.
"No... - prova a rifiutarsi lei – io non voglio..."
"Oh, vedo che la tua non è ancora molto ben addestrata eh? - sorride divertita la Dama – Forse può essere divertente fare un gioco: costringerla."
"Potrei costringerla io." dice Luisa.
"Aspetta, sarebbe troppo facile...fai provare la mia schiava. Sarà più divertente...e io e te ci gustiamo lo spettacolo." dice la Dama, appoggiandosi sullo schienale della panchina, in totale relax.
Quindi si rivolge direttamente alla sua cagnetta bionda con tono imperativo, che non ammette repliche:
"Claudia! Sottometti questa lurida ribelle schifosa..."
Michela istintivamente si volta verso l'altra, ma non fa in tempo a muoversi che Claudia è già dietro le sue spalle. E la abbraccia.
"Ma che fai... - protesta – Non dobbiamo sottostare ai loro ordini..."
"Ma che dici...lasciati condurre..." le sussurra all'orecchio Claudia, leccandole il lobo destro con molta bravura.
E' in ginocchio dietro Michela, anch'essa nella stessa posizione, e da quella posizione di vantaggio, comincia a baciarla sul collo, massaggiandole i capezzoli, duri e turgidi, con le dita. Michela deglutisce, emettendo un sospiro, mentre le punte dei suoi seni diventano enormi e gonfie.
"Mm, - ridacchia Luisa – devo ammettere che la tua cagnetta è addestrata molto meglio della mia..."
"Però è molto bella, la tua, un po' troppo principessa aristocratica forse...– risponde la Dama – vale la pena sprecare un po' di tempo per sottometterla e istruirla...quando ti impadronisci di loro, ti danno ancora più soddisfazione..."
Infatti intanto, di sua iniziativa, Claudia ha iniziato a mordicchiarle l'orecchio, e a esplorare con le mani tutto il suo corpo, e Michela è in totale confusione, non riuscendo che a balbettare patetiche richieste.
"Luisa...fermi questa donna...mi sta...mi sta..." ma non è capace nemmeno di finire la frase, cominciando ad ansimare. Le dita di Claudia scendono rapidamente da dietro, in mezzo ai glutei di Michela, intorno al plug, sfiorandole tutti i buchetti. Da sopra la panchina, la Dama e Luisa osservano divertite le dita della bionda penetrare nel sesso di Michela, che è ormai caduta a carponi, senza poter offrire alcuna resistenza. Scuote la testa ansimando mentre viene subito penetrata e fottuta senza pietà.
"Ora con tre dita!" ordina la Dama.
Ma Claudia, senza permesso, infila anche un quarto dito, facendo sobbalzare Michela, ormai invasa dal piacere.
"La tua schiava ci sa fare...e ha belle idee!" commenta compiaciuta Luisa.
"Sì, è vero." annuisce la Dama."
"Ho molto da imparare..." afferma Luisa ammirata.
"C'è tempo. - risponde l'altra – Ora credo che possiamo tentare un ulteriore step. Claudia! Fottila col pugno. Tutto."
Michela sgrana gli occhi sconvolta, mentre tutto il pugnetto della bionda le penetra dentro. Ha le mani piccoline, ma il pugno intero è ovviamente di dimensioni considerevoli. Luisa osserva ipnotizzata. E' nuova nella sua esperienza di padrona, e, vedere la propria schiava scopata così duramente, la sta decisamente eccitando. Si volta verso la Dama, e, con grande entusiasmo, la bacia in bocca.
Il caldo bacio dura qualche secondo, per essere interrotto dal grido di Michela che raggiunge l'orgasmo senza possibilità di scampo.
"Mm, - ridacchia la Dama – Credo che la tua schiava abbia imparato una prima lezione...Ora potrebbe farci divertire un po' lei, restituendo il favore, no?"
Luisa annuisce.
"Alzati schifosa, - dice rivolta a Michela – Prenditi cura di Claudia...falla godere...."
Michela si solleva faticosamente da terra, riprendendosi dall'orgasmo, e rimettendosi in ginocchio. Claudia, maliziosamente le espone i glutei perfetti, con il grosso plug a coda infilato nel buchetto, come a provocarla, e lei le va dietro, e comincia a baciarla sulla schiena nel canale centrale, poggiandole le sue tette nude sul culo. Claudia mugola, mostrando di gradire quel tipo di attenzione.
"Di' alla tua cagna di leccarla..." richiede la Dama curiosa.
Michela non ha nemmeno bisogno dell'ordine diretto dalla sua padrona, cominciando lentamente a scendere con la lingua lungo il canalone centrale della schiena, andando in mezzo ai due glutei, esplorando il buchetto della bionda, leccando i margini dell'ano dilatato dall'oggetto, proprio come la Dama aveva chiesto. Claudia sobbalza, mugolando inconfondibilmente. E' eccitatissima, e istintivamente si mette a carponi, esponendo ancora di più la sua passera, perfettamente depilata, gocciolante.
Michela procede a lavorarla di lingua, trovandole il clitoride molto bagnato. Letteralmente fradicio.
Luisa e la Dama, eccitate si baciano nuovamente, facendo scivolare le mani reciprocamente lungo gli spacchi dei loro vestiti.
"La tua schiava ha un culo meraviglioso, Dama...non trovi?"
"Vero...davvero ben modellato...sarà lo sport...ma la tua ha dei meravigliosi capezzoli. Enormi e duri..."
"Appena finisce di leccare il sesso della tua Claudia, la faccio avvicinare così puoi tirarglieli un po'...sono il suo punto più sensibile..."
"Oh non manca molto, senti come ansima la mia...e come si muove il plug che ha nel suo perfetto culetto..."
La previsione della Dama si rivela infatti presto azzeccata. Con un deciso urlo stridulo, Claudia viene rumorosamente, rimanendo per qualche secondo prima sulle braccia, poi stesa a terra a pancia in giù, priva di forze.
"Vieni qua Michela!" ordina subito imperativamente Luisa. Lei la guarda con gli occhioni azzurri imploranti. Le due padrone non le danno nemmeno il tempo di respirare. Si sente sopraffatta.
"Luisa...cosa vuole ancora...ho fatto ciò che mi avete chiesto..." risponde lei pulendosi la bocca, cercando di guadagnare qualche istante di riposo.
"Vieni qua, ho detto. Non voglio ripeterlo." risponde quell'altra un po' infastidita dalle sue obiezioni.
Soggiogata dalla sua governante, lei esegue, camminando sulle ginocchia e avvicinandosi alle due donne sedute comodamente vicine sulla panchina. Si dispone sull'attenti davanti a Luisa e alla Dama, che la studiano centimetro per centimetro. Finché quest'ultima non allunga le mani e le prende i suoi grossi capezzoli nudi, tirandoli, prima con delicatezza, poi un po' più forte.
Michela non può fare altro che emettere delle leggere grida di dolore, supplicando la Dama, di smetterla. Ma la donna, un po' cattivella, glieli tira ancora un po' più forte. Lei si morde il labbro. I capezzoli le fanno molto male, ma quel dolore la eccita irresistibilmente. O forse è la sensazione di essere inerme nelle mani di un'altra donna.
"Oh oh, hai visto?– sorride Luisa – Come avevo detto, hai trovato il punto debole della mia schiava!"
Istintivamente Michela si accuccia ai piedi della Dama, cominciando a leccarle i piedi. E lo fa bene, entrando con la lingua negli spazi fra le dita, e succhiando l'alluce.
"Brava schiava, mi piaci così..." commenta la Dama.
"Così boriosa e altezzosa...appena la tocchi nel posto giusto diventa una perfetta cagna in calore..." conferma Luisa.
Michela in silenziosa sottomissione, con gli occhi socchiusi, continua a leccarla, salendo lungo le gambe, prendendole i piedini e mettendoseli sul seno, facendola giocare con gli alluci sui capezzoli, quindi riprendendo a leccarla in mezzo alle cosce, salendo fino alla fica, anche per lei perfettamente depilata. Michela, con la faccia completamente immersa fra le gambe della Dama, lavora perfettamente con la lingua, titillando anche il piercing sulle labbra della donna. Le titilla il clitoride con estrema precisione.
La Dama mugola, sotto gli occhi attenti di Luisa e della sua schiava Claudia, un po' gelosa che Michela stia rubando le attenzioni della sua padrona. Ed è molto brava a farlo perché col suo lavoro di lingua, la fa eccitare sensibilmente. La Dama resiste un po', cercando di prolungare il suo piacere, ma poi, il piacere arriva forte e inesorabile, facendola godere con estrema intensità. La bocca di Michela preme ancora sul clitoride, prendendosi tutto il suo liquido completamente dentro.
La Dama con un gioco di gambe, la tiene bloccata in quella posizione a lungo, con la faccia fra le sue cosce, costringendola a tenere la faccia immersa nel suo sesso. Lei rimane in quella posizione per qualche secondo, fino a che la presa non si allenta. Allora si lascia cadere a terra, sfinita.
Dopo pochi secondi, però, la Dama si alza dalla panchina, si posiziona perfettamente sopra il suo bel viso, e senza tanti complimenti, si abbassa e inizia a pisciarle in faccia.
"Ah ah ah – ride Luisa – finalmente stai ricevendo tutto ciò che meriti, Michela!"
Lei , investita dal getto non riesce sottrarsi, né a parlare né tanto meno a rispondere nulla di sensato.
"Apri la bocca." le ordina ancora la Dama.
Lei spalanca le labbra e la pioggia dorata la colpisce perfettamente, penetrando dentro, sulla lingua. Michela è costretta a ingoiare tutto il liquido, fino in fondo. Non può fare altro che subire sommessamente questa profonda umiliazione.
"Brava schiava. - le dice la donna complimentandosi – E' giusto che tu faccia queste esperienze."
Lei abbassa gli occhi, provando a ripulirsi come può. Mai aveva subito tutto ciò.
"Ma ora credo sia il momento di prepararti a qualcosa di nuovo, no?" è la domanda retorica.
Michela sgrana gli occhi con aria interrogativa. E' distrutta fisicamente, e provata nell'animo. Si chiede quale nuova prova la aspetti.
"Cosa...mi vuole fare, signora..." chiede con aria supplichevole.
"Signora? 'Signora' non va bene. Per te sono la Padrona."
"Sì, Padrona..." annuisce servizievole.
Passano pochi istanti, e, a un cenno della Dama, Claudia le si avvicina, mentre lei cerca un po' di riaversi. La bionda le sputa sul viso, incattivita.
"Vuoi rubarmi la mia padrona, cagna schifosa? - la insulta sottovoce all'orecchio con sguardo severo - Alzati sulle ginocchia."
Michela, ormai completamente dominata, è in bambola completa, non oppone più nessuna resistenza neppure a Claudia, schiava come lei, ed esegue l'ordine con lo sguardo rivolto a terra.
"Ora mettiti a quattro zampe." le ordina ancora l'altra.
Luisa è estasiata, vedendola usata, dominata e sottomessa anche da un'altra schiava. Era da troppo tempo che desiderava ridurla in questo modo.
E Michela esegue l'ordine, chiedendosi come possa permettere perfino a una ragazza nella sua stessa situazione di trattarla così. Ma ormai, si risponde, le sue difese sono state abbattute del tutto, la sua forza di volontà è annientata. Non riuscirebbe a fare nulla in nessun caso. Claudia le sfila il plug dal culo, senza tanti complimenti, avvicinandolo poi al suo viso.
"Mm, - dice ridendo – ora dagli una leccata per pulirlo..."
Schifata e indignata, si volta verso Claudia.
"Fottiti! - le ringhia – mi fa schifo!".
Si compiace con sé stessa di avere ritrovato un minimo di orgoglio e decisione.
Ma la bionda le rifila un secco ceffone sul viso, rimettendo subito in chiaro le gerarchie. E subito lei esegue mestamente anche questo nuovo comando. Quindi quell'altra le va con delicatezza sul suo culo, leccandolo con attenzione e cura, nella zona immediatamente prossima al buchetto. Lei sentendo la lingua della ragazza, non può fare a meno di eccitarsi, cominciando a mugolare vistosamente. Claudia sa perfettamente come leccarla, toccando i suoi punti più delicati ma anche più sensibili. Mugola, cercando senza riuscirci di contenersi.
"Che troia! - commenta Luisa – Si sta eccitando di nuovo."
"Beh, Claudia è davvero brava, eh..." prova a scusarla la Dama.
Entrambe sedute vicine sula panchina la osservano attentamente. Vedono come si morde il labbro, con gli occhi socchiusi, mentre quell'altra, la lecca e, piano piano, le introduce un ditino nel sedere. Lei sobbalza sorpresa, ma non troppo. Con tutta sé stessa vorrebbe non essere così sensibile al piacere, così a disposizione di tutte. Ma non ci riesce, essere trattata così le piace davvero troppo.
I suoi capezzoli diventano di nuovo grossi e turgidi, mentre anche il secondo dito penetra nel suo buchetto. E non riesce a trattenere un gemito forte, quando le arriva dentro anche il terzo dito.
Claudia le muove dentro e fuori, e lei è sconvolta dal piacere debordante. Non riesce ad articolare nessun suono, scuotendo la testa come se volesse scacciare una eccitazione che invece continua a crescere.
Quando alza gli occhi, in preda ai sensi, ciò che vede la lascia letteralmente senza parole.
La Dama è in piedi vicino a lei, e ha indossato un fallo alla cintura, che le fa già immaginare quale sarà il suo destino.
"Pronta per la iniziazione, schiava?" le dice la Dama.
"No...io..." prova lei a farfugliare.
Capisce che tutte queste operazioni erano solo un preludio a ciò che sta per arrivare.
Ma non fa in tempo ad abbozzare un discorso, che in un attimo, la Dama le è dentro, penetrandola nel culo. Il fallo sembra ben lubrificato. Sobbalza, strabuzza gli occhi, cerca di respirare profondamente. E' la prima volta per lei. Inizialmente è doloroso, nonostante la preparazione meticolosa di Claudia, e nonostante la sostanza che fa scivolare il cazzo di plastica gommosa, dentro e fuori, un po' più dolcemente. Poi, lentamente, diventa sempre più scorrevole. E anche più piacevole. Molto più piacevole. Fino a essere proprio bello. Si sente invasa dal piacere, una volta ancora. I colpi della Dama aumentano di intensità, facendola gemere, senza controllo ad ognuno di essi. Con le mani tenta di reggersi alla panca, mentre le sue tette ballano libere. Luisa assiste ipnotizzata. Vedere Michela. invidiata e odiata, fottuta così nel culo, con ogni difesa completamente abbassata, le da un gusto incredibile, e, al tempo stesso la eccita a dismisura. Non riesce a trattenersi da dare due begli schiaffi sui glutei rotondi di Michela, che urla, un po' di dolore e un po' di piacere.
La Dama le afferra i capelli, tirandole la coda indietro come fossero delle briglie. Michela ora è devastata dalle sensazioni che le arrivano addosso tutte insieme. Gode, viene nel culo. Urla di piacere, abbandonandosi a terra distrutta, finita.
"Questo si dice fottere, Dama. Complimenti." dice Luisa ammirata.
La Dama sorride, si sfila il fallo, appagata da questa sessione completa di dominio.
Aiutata da Claudia, Michela, invece, si risolleva da terra, visibilmente provata, cercando di sistemarsi un po' gli indumenti addosso, almeno per coprire qualcosa.
Non ha la forza di dire nulla.
"Tra poco puoi andare a casa, cucciola. - le dice la Dama facendosi seria – Ma prima dobbiamo affrontare una questione importante. Vorrei che firmassi questo."
"Cosa...è..." obietta Michela preoccupata.
"Oh, un semplice contrattino." fa l'altra con naturalezza.
"Un contratto?? Per cosa..."
"Di lavoro. Ho letto che nella tua azienda, la società Star Consulting, cercate un direttore, o direttrice del personale. Beh ora l'hai trovata. Me..."
"Ma...ma..." strabuzza gli occhioni azzurri lei.
"Sai che sei il capo lì dentro. E che non puoi dirmi di no. In nessun campo."
Lei abbassa gli occhi a terra, sa che è sconfitta. Sa che la Dama la dominerà ogni giorno in ufficio, senza nessuna speranza. Vivrà in un inferno. Ma di piacere. E lei godrà. Senza alcun ritegno. Dovrà cercare di nascondere questo rapporto a tutti e tutte. Sarà difficilissimo. Questo la terrorizza. Ma sa benissimo che è anche la cosa che la eccita di più. E in ogni caso non può fare niente, Luisa l'ha in pugno, e ora, con lei anche la Dama.
Anzi quella donna la spaventa ancora più della propria governante, perché sembra sempre esattamente quali corde toccare per farla sentire, sottomessa e umiliata, sostanzialmente una cagna in calore.
Quindi prende la penna, e senza pensarci, firma.
Fra pochi giorni sarà il primo giorno di lavoro della nuova assunta.
Il peggio, o meglio, deve ancora venire.
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