Gay & Bisex
Lorenzo l'approfittatore, parte 2
di Difficilissimo
12.06.2019 |
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"Sapevo del debole che Fabietto aveva per Lorenzo e se fossero finiti a letto chissà che ne sarebbe stata della nostra storia..."
Non ci vollero che un paio di giorni per far si che Lorenzo mi richiamasse e mi chiedesse di andare da lui. La scusa ufficiale era quella di chiarire quanto accaduto quella notte ma sapevo benissimo che non sarebbe andata così. Era tarda mattinata e in quei giorni Lorenzo stava preparando un importante esame all'università. Gli suonai e mi aprì in mutande, maglietta e calzini, invitandomi a entrare. In sala c’era il PC acceso con tutto il materiale di studio, a testimonianza che effettivamente si stava dando da fare. Chiarimmo? Niente affatto, perché nemmeno 5 minuti dopo mi aveva messo a pecora sul divano e mi stava facendo il culo. Una parte di me non voleva farlo, mi sentivo terribilmente in colpa nei confronti di Fabietto ma non riuscivo a farne a meno. Lorenzo mi affascinava, era sempre stato così. Mi prendeva tanto la sua sicurezza, il suo carisma e la sua maniera di fottermi, c’era molta alchimia sessuale tra noi e questo faceva la differenza quando si trattava poi di scegliere se fermarlo o meno. La cosa andò avanti per alcuni giorni, con scadenza quotidiana. Rispetto ai nostri incontri di anni fa, non c’era mai stata versatilità, era sempre stato lui a coprire la parte dell’attivo. Lorenzo venerava il mio culo, lo faceva letteralmente impazzire e non perdeva occasione per farmelo presente. Sapevo di avere un bel sedere ma non fino a questo punto. Pensai che, se stesse così in fissa col mio culo, immaginarsi cosa avrebbe potuto fare con quello di Fabietto. Già, proprio questa era la mia più grande preoccupazione. Sapevo del debole che Fabietto aveva per Lorenzo e se fossero finiti a letto chissà che ne sarebbe stata della nostra storia. Oltretutto mi sentivo tremendamente in colpa nei suoi confronti, avrei voluto dirgli la verità come avevo sempre fatto in questo anno insieme ma temevo le conseguenze. Sempre in quei giorni, dopo un periodo in cui non ci eravamo praticamente mai visti, a causa delle sue problematiche psicologiche che lo aveva nuovamente portato a chiudersi in casa, finalmente riapprocciai con Fabietto. Lo misi un po' alle strette, quasi costringendolo a farmi andare a casa sua, visto che era da 4-5 giorni almeno che non avevo modo di stare insieme a lui. Inizialmente provò a opporsi ma alla fine cedette così che mi presentai a casa sua all'orario concordato. Sapevo che a quell'ora era solo, come tutti i giorni, visto che la famiglia era a lavoro. Al mattino avevo scopato con Lorenzo, pertanto i sensi di colpa erano vivi dentro di me. Suonai al campanello e, dopo un po' di attesa, Fabietto si presentò ad aprirmi. Era da poco uscito dalla doccia, probabilmente lo avevo colto proprio mentre si stava vestendo visto che indossava solo un paio di fantasmini grigi e un boxer azzurro. Sul petto vi erano ancora delle gocce di bagnato così come i capelli non erano stati asciugati. L’espressione nel vedermi sembrò quella di un ragazzo innamorato e contento di vedere il suo fidanzato, anche se non fece poi trapelare troppo. Tuttavia quella visione, di lui mezzo bagnato e mezzo nudo, con gli occhiali da vista, mi scatenò completamente. Mi avvicinai a lui, chiudendo la porta alle mie spalle, poi lo presi per le braccia e lo feci poggiare sul muro, iniziandolo a baciare in bocca. Fabietto provò a fare il prezioso, divincolandosi senza convinzione dalla mia presa ma io continuai. La sua lingua si iniziò a fare pian piano più coraggiosa fino a cedere completamente. Cominciammo a limonare furiosamente mentre io gli carezzavo dolcemente il petto, con i suoi addominali appena pronunciati che mi mandavano in visibilio. Fabietto, decisamente più basso di me, era salito un po' sulle punte per arrivare a baciarmi e sembrò perdere il controllo. Mentre ci baciavamo, si abbassò i boxer, facendoli cadere ai suoi piedi e scalciandoli via. Mise a nudo il suo enorme cazzo e iniziò a segarselo senza ritegno. Senza pensarci molto, decisi a mia volta di agire e mi slacciai i jeans, liberando anche io il mio cazzo. Inizialmente ognuno segava il proprio ma ben presto ci scambiammo le mani. Quella scena durò poco, circa 5 minuti, poi mi prese un vero e proprio raptus e, senza quasi neanche riflettere, afferrai Fabietto per il braccio e lo trascinai sull'enorme tappeto persico del suo salone. Quasi lo lanciai a terra, con lui che mi guardò quasi preoccupato, poi mi liberai dei jeans e della maglia. Feci inginocchiare Fabietto e gli infilai il mio cazzo in gola. Lui divenne subito rosso in volto ma si impegnò a succhiarmelo al meglio. Aveva delle labbra fantastiche, belle carnose e in grado di avvolgermi per bene il pene, senza dimenticare che da quando stava con me aveva fatto talmente tanta esperienza in tal senso da diventare anche bravissimo nell'uso della lingua, con la quale mi spazzolava il tutto con grande maestria. Fabietto era scatenato, mi succhiava il cazzo senza sosta, palpandomi i coglioni mentre con l’altra mano si menava il suo uccello. Ogni tanto alzava lo sguardo e mi osservava con i suoi grandi occhi azzurri, che trapelavano chiaramente dalle lenti rettangolari dei suoi occhiali da vista.“Andiamo in camera, dai” provò a propormi Fabietto.
“Stai zitto” lo liquidai senza troppi giri di parola e facendolo quasi cadere con una spintarella. Non gli diedi neanche il tempo di riprendere l’equilibrio e la corretta posizione che, afferrandolo per i fianchi, lo feci posizionare a novanta. A nulla valsero le sue lamentele, volevo scoparlo su quel tappetto perché era uno dei pochi posti della sua casa dove non avevamo mai chiavato e, non so perché, mi aveva ispirato fin dalla prima volta che l’avevo visto. Mi posizionai alle sue spalle e lo penetrai deciso. Fabietto ebbe un sussulto di dolore e piacere, chiuse gli occhi e attese che io trovassi la giusta posizione, permettendomi così di dare il ritmo alla scopata. Presi a fotterlo a mille, quasi a volermi sfogare di tutto il casino che stavo combinando in privato. Si lo so, era un po' una cosa folle visto che mi stavo rifacendo sull'unica vittima del tutto, ma ne sentivo l’enorme bisogno. Volevo rovesciare la situazione che provavo io con Lorenzo e sentirmi nuovamente io l’uomo e non la troietta di qualcuno come ormai era da qualche giorno. E Fabietto il ruolo della troietta lo sapeva fare divinamente. Ben presto, i suoi iniziali freni si fecero da parte e il ragazzo perse completamente il contegno. Se fino a un paio di minuti prima aveva mille paure, come quella che qualche famigliare potesse improvvisamente rientrare in anticipo e scoprirci, ora sembrava fregarsene di tutto, perfino del fatto che c’era la finestra della sala aperta a pochi passi da noi e i suoi urli di piacere sarebbero stati uditi da tutto il vicinato. Iniziò a gridare come un pazzo, ad ansimare e a gemere, contorcendo il suo corpo e spingendo il suo meraviglioso culo in direzione del mio cazzo. Prese quasi a chiavarsi da solo, visto che io spingevo con meno veemenza, restando praticamente fermo in attesa che lui desse il ritmo a lui più congeniale. Intanto si segava a tutta birra il cazzo e a quel punto fui preso dalla voglia di sostituirmi a lui in quel gesto, allungai la mano, sostituendola alla sua. Misi tanta energia in quella sega, scappellandoglielo fino in fondo quasi a fargli male. Muovevo la pelle del suo cazzo fino a sotto per poi riportarla su a tutta birra, sentendo le pulsazioni del suo muscolo farsi sempre più forti. Evidentemente gradiva quella violenza perché non provò mai a lamentarsi o a fermarmi. Quando giunse all'orgasmo, allungò le gambe, praticamente quasi stendendosi a pancia in sotto sul tappetto, emise un urlo di piacere con la sua voce da troietta e spermò completamente sul tappeto, sporcandolo con una macchia enorme di sborra densa e calda. In quel momento, però, non avevo nessuna intenzione di preoccuparmi del tappetto, lo afferrai nuovamente con vigore per i fianchi e mi alzai leggermente in piedi, quasi a scoparmelo da sopra in modo da avere più spinta e forza. Iniziai letteralmente a sfondarlo, assestando colpi forti e decisi, spingendo il mio cazzo fino a fondo nel suo fantastico culo. Il rumore delle palle che sbattevano sulle sue chiappe echeggiava per la stanza, appena coperta dai gemiti di Fabietto. Durai circa altri 5 minuti, poi mi lasciai completamente adagiare sulla sua schiena e schizzai un mare di sborra nel suo culo, emettendo anche un piccolo urlo. Una quantità del mio seme uscì dal suo culo e finì nuovamente sul tappeto, contribuendo a macchiarlo ulteriormente. Restammo stesi là ancora per un po', senza parlare, guardando il soffitto mentre le nostre mani si erano cercate e trovate. A rompere il silenzio ci pensò Fabietto, senza neanche guardarmi:
“Ti amo” mi disse con voce tremante.
“Ti amo anche io, cucciolo” gli risposi mentre una parte di me, dal mio profondo, mi urlava di dirgli la verità e metterlo al corrente del mio tradimento, volontario o meno che fosse. Il grido disperato di giustizia rimase tuttavia dentro di me e restai in silenzio. Dopo un po' ci rialzammo e aiutai Fabietto a ripulire, seppur parzialmente, quel disastro che avevamo combinato sul tappeto. Per tutto il resto del pomeriggio rimanemmo insieme e riuscii anche nel compito di farlo uscire dopo giorni di voluta reclusione casalinga. Il tempo trascorso insieme non mi fece trovare il coraggio di confidargli tutto ma mi fece trovare quello per parlare con Lorenzo e mettere il punto finale su quella situazione.
Il giorno seguente ci incontrammo in un bar, prendemmo un paio di birre e ci andammo a sedere in un punto vuoto del locale. Gli spiegai, senza vergogna, tutto il mio sentimento per Fabietto e l’enorme senso di colpa che provavo nei suoi confronti. Amavo quel ragazzo e non volevo e non potevo essere più la sua puttana finché Fabietto era nella mia vita. Ero convinto che Lorenzo avrebbe reagito male, magari ricattandomi come era un po' parte del suo carattere e invece lo aiutai ad aprirsi a sua volta. Mi spiegò che si stava ormai lasciando con la ragazza, non facevano sesso da settimane e litigavano di continuo. Per questo aveva sentito l’esigenza di sfogare il tutto nel sesso e pensava che a me quella situazione potesse piacermi e starmi bene. Alla fine, quando pensavo di essermela cavata al meglio, mi chiese però un enorme favore: quello di trovargli qualcuno che potesse dargli il culo e farlo divertire per un periodo. Inizialmente mi rifiutai di farlo, dicendo che non conoscevo nessuno ma sapeva benissimo che stavo mentendo e a quel punto pensai che sarebbe stato un modo per tenerlo lontano da Fabietto e da me. Il problema, ora, era trovare la persona giusta, qualcuno del quale potersi fidare ma anche adatto a soddisfare le passioni sessuali di Lorenzo, soprattutto qualcuno con un gran bel culo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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