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Gay & Bisex

Caro il mio amichetto


di Difficilissimo
12.01.2012    |    20.084    |    4 9.6
"RImasi un attimo di ghiaccio, poi feci quella che, col sennò del poi, è una stronzata da sconsigliare ovviamente a tutti, ma ero troppo coinvolto nella..."
Del mio amico Davide ho parlato già in due distinti racconti, citandolo in quanto è con lui che ho avuto i miei primi rapporti gay. Lui ha 3 anni meno di me, è un ragazzo che a me personalmente fa impazzire e per il quale ho sempre avuto un debole. E' molto alto, magro e slanciato, con un fisico ben dosato ed equilibrato, un viso molto regolare e particolare, da ragazzino. Purtroppo, come già detto negli altri racconti, io e lui ci siamo ultimamente persi di vista per via dei suoi gravi e continui problemi di droga che hanno già più volte rovinato il nostro rapporto. Non che io non voglia aiutarlo ma è proprio lui a non volere la mia figura troppo vicina nei periodi di maggior sbandamento e dopo anni di tentativi e litigate, sono giunto alla conclusione che se non si occupa di lui chi di dover, non posso fare nulla io, soprattutto se la persona in causa non accetta l'aiuto. Detto questo, nell'ultimo anno ho avuto modo di vederlo molto poco, giusto qualche volta che ci siamo incontrati per strada, fermandoci comunque volentieri a scambiare quattro chiacchiere. Avevo intuito che sicuramente non si era ripulito, anche se, avendo ormai imparato a conoscerlo, la situazione era forse meno grave di quanto lo era stata in passato. Qualche giorno fa mi trovavo su Facebook, era notte e non avevo nulla da fare, ingannavo il tempo girando caoticamente sui vari profili quando improvvisamente sentì il suono tipico di quando qualcuno di contatta in chat: era proprio Davide. Ne rimasi subito sorpreso, nell'ultimo anno come detto ci eravamo visti poco ma non avevamo veramente mai parlato in chat ultimamente. Parlammo un pò del più e del meno, come stai come non stai, che si dice, eccetera, e capì che come faceva sempre, cercava di far passare tutto per normale al fine di coprire la sua vera situazione. Poi mi disse che sarebbe dovuto andare via per un periodo e che gli avrebbe fatto piacere se il giorno seguente fossi andato un pò da lui così ci saremmo salutati e mi avrebbe spiegato. Gli promisi che sarei passato a trovarlo e andai a letto dubbioso: di cosa poteva trattarsi??? Faticai non poco a prendere sonno, pensavo un pò a tutto quello che avevamo passato, alla nostra prima volta e ai litigi che ne scaturirono nel periodo subito seguente, quando lui si sentiva un pò confuso e spaventato dalla possibilità che ci scoprissero. Poi pian piano capì che questa cosa stava solo a noi, che se non avessimo detto niente a nessuno e ci fossimo incontrati (sessualmente parlando) nei posti e nei modi corretti, nessuno avrebbe sospettato che dietro alla nostra amicizia potesse nascondersi una sorta di relazione. Anche perchè lui era costantemente fidanzato e quindi diciamo che la sua "copertura" era più che valida per metterlo a riparo da voci sgradevoli. Devo ammettere che questi pensieri mi eccitarono e iniziai a strusciare il bacino sul materasso, strofinando con colpi lenti ma decisi il mio cazzo sulla soffice superficie e in pochi minuti mi accorsi di essere giunto ad un violento ma inevitabile orgasmo e di aver imbrattato completamente le mie mutande, che provvidi a sostituire dopo un'accurato lavaggio intimo. Il giorno seguente feci tutto come al solito, lavoro, pranzo, riposo pomeridiano, ma la mia mente era tutta per quell'incontro. Verso le quattro e mezza, così come mi aveva detto lui, presi la mia auto e mi recai a casa sua. Suonai e mi venne ad aprire lui, aveva una coperta sulle spalle, mi sorrise e mi invitò a entrare. Lo osservai bene, obiettivamente nell'ultimo anno si era un pò imbruttito, forse la sua vita di eccessi aveva segnato quel viso candido da ragazzino innocente che tanto mi faceva impazzire però restava comunque bello. Mi disse che a casa non c'era nessuno e che sarebbe rimasto solo tutto il pomeriggio fino a tardi, poi mi invitò a sedermi vicino a lui sul divano e mi passò un pezzo di coperta in modo da coprirci insieme, cosa che facevavamo spesso quando guardavamo insieme DVD a casa sua. Gli chiesi di dirmi subito quello che doveva e lui deglutì, poi mi guardò "So che ti ho deluso ancora però tu sei l'unico che nel bene e nel male ha sempre creduto in me quindi mi sembra giusto dirti la verità. Si è vero, sono stato un annetto a farmi le canne e pensavo di poter continuare così ma avevi ragione tu, dopo un pò non mi basta più e ho rifatto ancora quelle cazzate che tu sai". Mentre me lo dice inizia a lacrimare, è difficile che lui pianga ma ora lo sta facendo, capisco che deve aver veramente combinato un casino e infatti pian piano vuota il sacco e mi racconta una vincenda pazzesca da film, roba di furti, spaccio, una roba allucinante che mi lascia quasi senza parole, così come la notizia che il giorno seguente sarebbe partito per una comunità di recupero, spiegandomi così dove sarebbe dovuto andare. Non so nemmeno io bene se l'ho iniziato ad accarezzare sulla pancia da sotto la coperta perchè volevo tranquillizzarlo o perchè volevo provarci, probabilmente per entrambe le ragioni, fatto sta che lui smette di parlare, all'inizio si irrigidisce un pò, poi pian piano che la mia mano scosta la maglia e inizia a scivolare sulla sua pelle liscia e morbida si scioglie sempre più e mi inizia a guardare. Ha gli occhi ancora rossi per il pianto ma mi guarda e io ricambio lo sguardo. Decisi di baciarlo e provai ad avvicinarmi, lui non fece niente, permise alle mie labbra di toccare le sue ma non rispose al bacio, rimase così, immobile. Presi un pò più di iniziativa e gli salì a cavalcioni sopra, liberandoci della coperta che era di ingombro. Sempre con la mano sotto la sua maglia ad accarezzarlo, continuai a premere sulle sue labbra, gli baciai e gli leccai il collo, poi passai la lingua sulla sua bocca e lui finalmente la aprì e ricambiò il bacio. Slinguazzammo con intensità, non ci eravamo baciati molte volte nelle nostre innumerevoli scopate perchè per lui era una cosa da coppia e noi non eravamo una coppia ma stavolta oltre a farlo, lo stava facendo con passione e voglia e probabilmente aveva bisogno di un pò di affetto. Quel ragazzo era veramente solo, negli ultimi mesi aveva perso quasi tutte le amicizie, la ragazza e la fiducia della sua famiglia e tutto questo lo stava sfogando in quel bacio. Gli sfilai la maglia, mettendo a nudo il suo petto, poi con la mano gli cercai il pacco, strofinai a lungo con foga e sentì che era già duro e in tiro e pulzava colpi decisi verso l'alto come per chiedermi di tirarglielo fuori. Sbottonai il suo jeans e dall'orlo del boxer era già uscita la cappella, poi gli abbassai tutto fino alle caviglie e lui con un colpo deciso si sfilò le scarpe e fece cadere tutto quanto ai suoi piedi, restando soltanto con i calzini. Il suo cazzo era abbastanza grande e largo, sicuramente più del mio, per carità niente da record ma i suoi 19 centimetri li raggiungeva e lo vedevo di nuovo turgido e gonfio nella mia mano, come non accadeva da tempo. Lo iniziai a segare e lui cercò nervosamente il bottone dei miei jeans, non riuscendo però a slacciarlo, cosicchè lo aiutai io e mi denudai a mia volta, senza tuttavia smettere mai di toccargli il cazzo. Anche io rimasi in calze e continuai a segarglielo mentre anche lui faceva lo stesso, poi feci per scendere con la bocca verso il suo cazzo, ci passai la lingua e lui ebbe un sussulto. Non aveva affatto un buon sapore, lui non amava lavarsi molto, soprattutto nei periodi di sbandamento ma ci ero comunque abituato e in fondo quell'odore forte mi eccitava per cui passai una seconda volta la lingua sulla sua asta ma lui si tirò indietro e mi disse "No fermati ti prego, non so se sono pulito, non mi sono fatto il test". RImasi un attimo di ghiaccio, poi feci quella che, col sennò del poi, è una stronzata da sconsigliare ovviamente a tutti, ma ero troppo coinvolto nella situazione, pensai che potesse essere la nostra ultima volta o comunque l'ultima così intensa, per cui deglutì e gli dissi "Davide non me ne frega niente di cosa hai e di cosa non hai, io voglio te", lui provò a obiettare un paio di volte ma vacillava dinanzi alla dimostrazione di affetto e, perchè no, amore (in senso lato) che gli stava dimostrando quell'unico amico che forse gli era rimasto. Provai nuovamente a scendere con la bocca e stavolta, pur inizialmente rigido, mi permise di giungere alla mia destinazione. Lo presi in bocca, come avevo fatto centinaia di volte, e aiutandomi con la mano, così come piaceva a lui, iniziai a sbocchinarlo e segarlo contemporaneamente. Iniziò lentamente ad ansimare, poi si iniziò a muovere a ritmo col bacino verso di me e con la mano mi afferrò la testa e mi guidava alla velocità che voleva. Bastarono pochi minuti e mi trovai fiottoli densi della sua sborra in bocca e bevvi di gusto, poi continuai a spompinarlo nel tentativo di non farlo ammosciare del tutto. Davide portò nuovamente la sua mano sul mio cazzo e mi iniziò a massaggiare prima le palle e poi l'uccello. Non appena gli tornò duro completamente e io ripresi a spompinarlo a pieno ritmo, lui trasformò il massaggio in una furiosa sega. Venni subito sborrando sul divano e sulla coperta ma non era questo il momento di pensare alla pulizia e continuai a lavorargli il cazzo a mille con la mia bocca. Sempre stato molto bravo con i pompini, me lo diceva sempre e infatti ottenni presto il suo secondo orgasmo e la seconda corposa bevuta di sperma. Non mi fermai, sapevo che a lui piaceva così, anche tre-quattro orgasmi di fila e poi di solito crollava a terra stremato ed è proprio stremato che volevo farlo sentire, volevo fargli sfogare tutto ciò che aveva dentro in quella scopata. Quando gli tornò duro mi chiese di andare in camera, ci alzammo e lo seguì. Ci stendemmo sul letto e gli portai via i calzini con un veloce gesto, poi iniziai a leccargli i piedi. Lui era appassionato e anche molto di feticismo e infatti stava apprezzando e non poco, e io a mia volta amavo queste pratiche per cui passavo la mia lingua con attenzione e cura tra le sue dita e sulla palma del suo piede. Poi salì ancora un pò e giunsi al suo culetto, sodo e liscio proprio come piaceva a me. L'avevo scopato innumerevoli volte e ciò nonostante giunsi là con la stessa eccitazione, curiosità e voglia di un ragazzino che vede per la prima volta una fica. Leccai di gusto il suo culo, lo lubrificai bene bagnandolo e sapendo che non ce ne sarebbe quasi neanche stato bisogno dal momento che lui lo prendeva dietro continuamente, sia quando si prostituiva per soldi, sia con la ormai ex ragazza che lo penetrava con uno strap on e sia con alcuni suoi amici. Intanto il mio cazzo era nuovamente duro come il marmo per cui scivolai con il corpo verso l'alto e giunsi in una posizione praticamente identica a quella missionaria, con la sola differenza che penetrai Davide nel culo. Mi piaceva da morire e anche lui sembrava gradire, visto che continuava a leccarsi le labbra e la scopata si stava facendo intensa. Io respiravo ansimando e nel frattempo cercavo di leccarlo ovunque potessi, poi sentì giungere l'orgasmo e venni di getto nel suo culo, accompagnando il tutto con un piccolo gemito. Ora stava a lui fare di me quello che voleva, così come avevo appena fatto io con lui. Iniziò allo stesso modo, mi tolse i calzini e mi leccò a lungo i piedi, lo mandava in estasi farlo e lo lasciai agire per diversi minuti. Poi mi disse di mettermi a novanta, mi leccò un pò il culo e poi mi penetrò deciso, con forza. Spingeva sicuramente con più decisione di quanto avessi fatto io e lo sentivo rantolare di piacere, mi scopò per almeno 10 minuti poi sentì il suo corpo contrarsi e un caldo getto di sborra invadere il mio culo. Ci facemmo la doccia insieme e ci pisciammo addosso sotto l'acqua, così come adorava fare lui, poi mi rivestì e lo baciai nuovamente augurandogli buona fortuna, lui mi promise che al ritorno (quando esso sarebbe avvenuto) mi avrebbe chiamato e ci saremmo visti di nuovo. La sera ero confuso, da una partae felice per quanto fatto e dall'altra preoccupato e pentito di essermi concesso senza protezioni a un ragazzo tossicodipendente. Questo senso di angoscia me lo portai dietro per alcuni giorni, poi mi giunse un suo sms "Tranquillo, sono pulito! Ho fatto il test!!! Ci vediamo quando torno amico mio!!"
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