Gay & Bisex
L'obiettivo - capitolo 3
di Difficilissimo
08.02.2012 |
8.443 |
3
"Ora stava di nuovo a me scoparmelo e lo portai sulla panchina, lo feci sedere e glli feci alzare le gambe sulle mie spalle, poi entrai di colpo e ricominciai..."
Scoprì ben presto che Pier era un ragazzo molto viziato, abituato ad avere sempre tutto ciò che voleva, soprattutto per il fatto che era molto molto ricco di famiglia e girava sempre col portafoglio carico di soldi, una cosa del tutto esagerata per un diciannovenne. Macchina nuova, vestiti sempre all'ultima moda, scarpette da calcio a ripetizione e tante altre spacconerie che iniziai a scoprire pian piano che iniziavo a conoscerlo meglio. E poi questa storia dei trans non sembrava avere veramente più fine, da quella prima volta iniziò un vero e proprio tour per tutta la provincia, e non solo, per sperimentare ogni genere di transessuale che vedesse sui giornaletti o sui siti di annunci. Mi "costringeva" a seguirlo, la cosa accadeva ogni 3-4 giorni e dopo un pò provai a spiegargli che stavo spendendo troppi soldi e dovevo darci un taglio ma nemmeno in questo caso demorse, iniziò a pagarmi lui gli incontri nonostante il mio rifiuto. Quando riuscivo a oppormi mi toccava aspettarlo sotto la casa del trans fino a che non avesse consumato i suoi rapporti. Voi mi direte: e perchè continuavi a farlo se non ti andava più a genio la cosa? Semplice, perchè mi volevo assolutamente scopare Pier e aspettavo l'occasione giusta per farlo perchè nonostante non mi avesse mai veramente dato una vera apertura verso un rapporto gay, il mio radar rimaneva sempre attivo su "possibile" e non volevo assolutamente demordere. So che molte volte il fatto di amare i transessuali non sia assolutamente sinonimo di omosessualità o bisessualità, ma qualcosa in lui mi spingeva a credere che le mie occasioni potevo ancora giocarmele. Nel frattempo anche il tempo sembrava essere contro di me, nel senso che era trascorsa tutta l'Estate, avevamo girato decine e decine di case di appuntamenti di transessuali e io non ero riuscito a ricavare nulla di nuovo, nemmeno la possibilità di farlo a tre così da riuscirlo almeno a vedere mentre scopava. A complicare ulteriormente le cose, Pier iniziava il primo anno di Università e si trasferì, limitando ancor di più i nostri incontri e le mie possibilità. Era ormai Ottobre, lui aveva da poco iniziato i corsi ma si era già trasferito da Settembre al fine di ambientarsi meglio e scendeva solo qualche fine settimana, che solitamente era "costretto" a trascorrere con la sua ragazza, col quale ormai il rapporto sembrava veramente giunto agli sgoccioli visto che Pier era veramente troppo ingrifato per la storia con i trans. Mi raccontava che anche nella sua nuova città universitaria si concedeva alcune visitine e che il materiale trans a disposizione era notevole anche se gli mancava il suo compagno di avventure, cioè io. La cosa ovviamente mi rinfrancò e mi diede quel pizzico di speranza che stavo iniziando a perdere. FInalmente però, sia per quanto concerne me sia per voi che leggete, giunse l'occasione che aspettavo da mesi e che avevo sognato in tutte le maniere possibili, ma non nella maniera in cui accadrà poi veramente!!!Io e Pier, insieme ai nostri amici comuni, ci ritrovammo ad una di quelle sagra di paese, una di quelle feste che qua nelle mie zone sono molto frequenti e non solo di Estate. Visto il clima di festa un pò troppo "paesano", fatto di balli, musica con orchestra e salsicce a iosa, decidemmo di gettare il nostro divertimento nell'alcool. Io cercai di tenermi un pò più degli altri visto che avrei dovuto guidare ma tutti esagerarono, anche chi portava la macchina. Soprattutto Pier mi dimostrò nuovamente, come aveva già fatto in altre occasioni, di non avere un rapporto idiliaco con l'alcool, specialmente col vino e non vi lascio immaginare le condizioni in cui si trovava quando dovetti riaccompagnarlo a casa. Era l'ultimo del giro, dal momento che abitava in un paese diverso da quello mio e dei miei amici, per cui riaccompagnai prima tutti e poi presi la strada che ci portava da lui. Mi aspettava un pò di strada da fare ma Pier non sembrava assolutamente intenzionato a voler tornare a casa, mi chiese di accostare con la macchina e iniziò a telefonare a tutti i transessuali della zona di cui aveva il numero o che trovava con l'internet del telefono. Inutile dirvi che essendo quasi le 3 di notte, non fece che trovare telefoni spenti, incassare qualche vaffa o qualche rifiuto più gentile ma non sembrava voler demordere. Gli tentai di spiegare che a quell'ora non vi era soluzione e che ci saremmo tornati il giorno seguente quando i suoi occhi si illuminarono con la faccia di chi aveva appena avuto una geniale intuizione e, mentre si massaggiava la patta sopra i jeans ormai da un pò di minuti, mi guardò e mi disse:
- So dove possiamo trovare i trans, alla bonifica è pieno, portami là per favore, ti metto benzina ma fammi fare sta scopata, sennò non ci riesco ad andare a dormire
- Pier ma là fanno schifo, non sono transessuali, sono uomini con le parrucche, che senso ha?
- Guarda sto talmente arrapato che vanno bene pure gli uomini...(fece passare qualche secondo, poi si accorse della gaffe e provò ad aggiungere)...con la parrucca
- O Pier se per te può andare possiamo fare qualcosa io e te, cioè così tanto per godere...tra amici (provai a prendere la palla al balzo, tanto era talmente a pezzi e voglioso che non rischiavo nulla nel tentare)
Al termine della mia frase mi osservò, mi diede l'idea che mi avrebbe mandato a quel paese da un secondo all'altro e invece di colpo sorrise e mi disse:
- ma...cioè, veramente dici? oddio io non pensavo che a te piacesse fare queste cose, se lo avessi saputo prima...ma ci hai messo tutti questi mesi a dirmelo?
- Beh veramente ci ho provato ma mi hai sempre smontato con le tue affermazioni!!!
- Eh ma io pensavo che mi volevi prendere per il culo,sai ho una paura pazzesca di essere scoperto
- Ma ci sei mai andato con un ragazzo?
- No...solo trans..il primo sarai tu! - non finiì la frase che ci guardiammo e ci iniziammo furiosamente a baciare, sentì la sua lingua in bocca e non ebbi più freni, ero, anzi sono, pazzo per quel ragazzo e per quel faccino. Ormai completamente impazzito, con la mano cercai la cerniera dei suoi jeans, gliela tirai giù e sentì il tessuto rigonfiato delle mutande sul quale poggiai il mio palmo ma Pier mi fermò di scatto.
- No tesoro...qua no...ho io un bel posto, qua ci scoprono.
RImisi in moto la macchina e senza perdere tempo seguì le istruzioni di Pier che, per la mia sorpresa, mi condusse dinanzi al parcheggio del campo da calcio del suo paese. Ero assai perplesso e non capivo dove intendesse scopare, fatto sta che comunque seguì i suoi ordini e parcheggiai poco oltre, in una vietta buia là vicino, poi scendemmo e a piedi arrivammo davanti all'ingresso, ovviamente chiuso. Continuavo a non capire ma Pier tirò fuori il mazzo di chiavi di casa sua e tra le tante c'era anche quella del campo. Mi spiegò che un giorno si prolungò troppo sotto la doccia e il custode, stufo di aspettare che finisse di lavarsi, che si asciugasse e si vestisse, gli lasciò la chiave a patto che gliel'avrebbe riportata il giorno seguente. Pier ovvamente lo fece, ma non prima di essersi fatto una copia della chiave in una Ferramenta. Gli serviva per portare la sua ragazza là a scopare la notte e mi disse che era un posto sicuro e tranquillo, dal momento che nemmeno per chi passava davanti potevano esserci sospetti. Entrammo e richiuse a chiave la porta principale, poi entrammo nello spogliatoio e ci infilammo subito le lingue in bocca, resistere era impossibile ormai. Lui mi prese la testa con le mani, mi sorrise e mi baciò con foga, con forza e passione, poi mi sussurrò "spogliati amore". Non perdemmo tempo a denudarci, ci togliemmo tutto e poggiamo sugli attaccapanni dello spogliatoio, rimanemmo soltanto con i calzini per non camminare scalzi in terra, visto che in certi posti non c'è mai il massimo dell'igiene. Lui indossava un paio di calze di quelle multicolor e piuttosto lunghe, che gli arrivavano quasi al ginocchio, io un paio di calze bianche normali e sportive. Lo feci stendere sul lettino dei massaggi e lo guardai. Per la prima volta vedevo il suo uccello arrapato, una cosetta di massimo 12-13 centimetri che sicuramente non strappava il massimo dei consensi, ma a me come detto più volte nei miei racconti, non mi è mai interessato nulla delle dimensioni, per cui mi tuffai avidamente sopra. Lo iniziai a leccare con abilità e bravura, mi soffermai a lungo sui coglioni, li mordicchiai, li succhiai e lui sembrava gradire viste le forti ansimate. Spostai poi la mia lingua sull'asta del suo cazzetto, feci diverse volte su e giù, era profumato, un sapore forte di igiene, di bagnoschiuma e lui era sempre più in estasi. Mi aveva afferrato per i capelli, me li stropicciava mugulando e incoraggiandomi a continuare. Mi occupai per qualche secondo della sua cappella con precisi e puntuali colpi di lingua, poi lo accolsi tutto nella mia bocca e iniziai a pompare al massimo. Bastarono un paio di minuti e Pier schiacciò la testa all'indietro, si lasciò andare ad un forte urlo di piacere e, dopo aver contratto tutti i muscoli, scaricò diversi schizzi di sborra nella mia bocca. Ovviamente non ne persi una sola goccia, lo ripulì tutto quanto, poi ci scambiammo posizione e stavolta fu lui ad occuparsi del mio cazzo. Era bravo, cazzo se era bravo, difficilmente avevo visto un maschio tanto abile con la bocca e la lingua e al contrario di quanto avevo fatto io, lui passò più volte anche dentro al mio buco del culo. A mia volta non durai molto e scaricai anche io il mio getto caldo di sperma nella sua bocca. Con le bocche che sapevano di sborra ricominciammo a baciarci, non eravamo minimamente sazii e quando i nostri cazzi assecondarono nuovamente le nostre voglie, Pier mi prese per la mano e mi portò fuori dallo spogliatoio. Mi condusse fino al campo di calcio, io provai ad obiettare che faceva freddo ma non voleva sentire storie, tanto non c'era pericolo di essere scoperti perchè le tribune e il buio pesto impedivano ogni minima visuale a chi passasse con la macchina. Era il suo sogno, mi confessò, scopare con un maschio in un campo da calcio e mi portò fino all'area di rigore, poi lo adagiai all'altezza del dischetto del rigore e gli salì sopra, senza mai smettere un secondo di baciarlo. Avevo un dito nel suo buco del culo e lo stavo dilatando, con l'altro gli accarezzavo il petto, poi gli feci allargare le gambe e lo penetrai, abbastanza deciso. Eravamo praticamente in posizione missionaria, con la sola eccezione che il mio cazzo, ovviamente, si trovava nel suo culo. Non era una scopata violenta, più che altro una scopata veramente passionale e Pier continuava a baciarmi, staccandosi di tanto in tanto per ansimare. Strinse i piedi attorno al mio culo, sentivo la stoffa dei suoi calzini stringere le mie chiappe e iniziò anche a muoverli su e giù, quasi a volermi accarezzare la pelle. Io intanto ci davo dentro, continuava a stantuffargli nelle chiappe con passione e foga, continuando a baciarlo e a dirgli che era eccezionale, poi lui si accorse che stavo per venire e mi strinse attorno al culo con le gambe, quasi a chiedermi di non staccarmi, di continuare in quella posizione. Scaricai non so quanta sborra nel suo culo e mugulai di piacere, rimanendo quasi un minuti di fila con il cazzo dentro a svuotare ogni minima goccia. Ora toccava a lui scoparmi, mi fece alzare e mi portò verso il palo della porta, mi fece poggiare a novanta e da dietro mi penetrò deciso. Ci dava dentro con forza, anche se le ridotte dimensioni del suo cazzo non mi provocavano alcun tipo di dolore e nel frattempo mi impugnò con la mano sinistra il mio pene, ora moscio. Mi segava quasi a chiedermi di farmelo tornare duro, aveva ancora voglia di me, mi voleva sentire dentro e io avvertì chiaramente questo suo desiderio tant'è che mi bastarono pochi minuti per farmelo tornare completamente in tiro. Intanto Pier poggiò la testa sulla mia spalla, fece assai più affannoso il suo respito e i suoi rantoli di piacere e poi mi sborrò in culo. Ora stava di nuovo a me scoparmelo e lo portai sulla panchina, lo feci sedere e glli feci alzare le gambe sulle mie spalle, poi entrai di colpo e ricominciai a scopare. Pier mi guardava con un'espressione di assoluto piacere, mi sorrideva, poi si leccava le labbra e rovesciava la testa all'indietro, ripetè il gesto più volte fino a che non gli uscì un "ti amo" dalla bocca. Pochi istanti dopo sentì giungere il mio orgasmo, il terzo della serata, per cui aumentai vertiginosamente il ritmo, quasi a farla diventare una scopata violenta, poi venni alla grande nel suo culo e al culmine del piacere risposti al suo ti amo con "anche io Pier ti amo cazzoooo". Restammo alcuni minuti fermi a riprendere fiato, poi ci prendemmo per mano e tornammo nello spogliatoio, eravamo sudici, sporchi di erba, di terra e di gesso bianco, per cui sfilammo le calze, indossammo due paia di ciabatte che prendemmo in due borse e ci infilammo in doccia. Sotto l'acqua calda facemmo l'amore, ci insaponammo, ci baciammo, ci leccammo, lui mi penetrò segandomi contemporaneamente e venimmo quasi all'unisono, poi ci facemmo pipì addosso. Rimanemmo sul lettino dei massaggi quasi mezz'ora appagati e stremati, ma abbracciati e felici di quanto fatto. Ci rivestimmo e lo riportai a casa, prima di scendere mi baciò nuovamente in bocca, non volevo staccarmi da quel bacio e lo ritirai dentro alla macchina quando fece per calare, lo baciai di nuovo, lui mi sorrise e mi disse "Mannaggia a te, mi hai fatto sprecare mille e passa euro a trans, se sapevo che ci stavi!!! Ti amo", mi baciò ancora poi scese sorridendomi. E ora? Che sarebbe successo?? Pier e la sua ragazza??? Mi feci queste e altre domande durante il ritorno...CONTINUA
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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