Gay & Bisex
Il ragazzino stalker (quinta parte su Ionel)
di Difficilissimo
06.07.2018 |
5.447 |
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"Josif bevve di gusto, poi si tirò suo e, nell'atto di vestirsi, si voltò appositamente di spalle per mostrarmi il suo bel culetto rotondo e sporgente..."
Ormai avevo capito che Fabietto stava avendo un'influenza totale su di me e ne era ben consapevole. Mi stavo letteralmente sciogliendo dinanzi a lui e alle sue perversioni, lo adoravo, mi faceva eccitare come mai in vita mia. Non riuscivamo a fare a meno di scopare come ricci, lo facevamo ogni giorno e ogni volta si parlava delle mie esperienze avute e future. Fabietto impazziva all'idea di me che scopavo con altri ragazzi e non riusciva più a togliersi dalla testa questa cosa. Soprattutto quello che aveva visto, tra me e Ionel, lo aveva segnato in maniera indelebile e stava spingendo sempre più per farmi ripetere la cosa. Intanto, però, iniziai a fare i conti anche con quei messaggi che mi aveva costretto a inviare al ragazzino albanese Josif. Sapevo che era stata una mossa avventata visto che praticamente neanche lo conoscevo ma soprattutto avevo palesemente dato corda a Josif, che già da un po' mi stava corteggiando su Messenger. Nei giorni a seguire il giovane albanese mi tempestò di messaggi ad ogni ora fino a che, qualche mattina dopo, non si presentò all'interno della mia attività lavorativa. Era da diversi mesi che non lo vedevo, praticamente dalla scorsa estate. Appena lo entrò, il cuore iniziò a battermi a mille, spaventato da cosa avrebbe potuto fare. Non ero solo, visto che lavoro assieme a mia cugina e quindi iniziai a pregare che non dicesse niente di compromettente. La scuola era chiusa da pochi giorni e lui si stava preparando per andare al mare. Indossava un paio di pantaloncini corti di cotone, una maglietta e un paio di infradito. Lo guardai bene: era molto basso, molto molto magro (quasi scheletrico) ma con un bel culetto e lo sapeva bene, perché amava sculettare e mettersi in mostra. Feci anche caso ai suoi comportamenti e mi accorsi che era veramente effemminato. Si avvicinò a me, approfittando di un momento in cui mia cugina e le dipendenti stavano lavorando e mi sussurrò:“Ho voglia di farti un pompino”. Rimasi di ghiaccio, mai potevo immaginare che me lo chiedesse in maniera tanto esplicita, anche se dagli ultimi messaggi avevo intuito che aveva per la mente cose del genere.
Gli feci notare che non era il momento ma lui continuò a insistere e capì che avevo poche alternative, avrei rischiato un casino se lo avessi respinto. Gli feci segno di non fare casino e di non dire niente, poi comunicai a mia cugina che mi sarei assentato per qualche minuto. Lo portai nel magazzino e chiudemmo la porta. Josif mi guardava voglioso e si avvicinò lentamente a me, mi poggiò una mano sul pacco e iniziò a strusciare. Prima di iniziare, fui chiaro e gli dissi che ero fidanzato e non volevo né usarlo, né ferirlo e né illuderlo ma lui non sembrò preoccuparsene troppo e mi rispose che gli bastava che lo facessi divertire ogni tanto. A quel punto decisi di lasciarlo fare in tutto e per tutto e vedere fino a dove era in grado di spingersi. Senza farsi pregare troppo, mi slacciò i jeans e me li scese fino alle caviglie, poi poggiò il viso sulle mie mutande. Si stava inebriando dell'odore, strusciava il viso e mi guardava voglioso. Era una piccola troietta e la scena mi fece diventare il cazzo di marmo. Lui se ne accorse e mi abbassò le mutande, mettendo a nudo il mio cazzo. La visione di quel membro maschile adulto lo estasiò, lo osservava come un trofeo, con la bava alla bocca. Rimasi diversi secondi a guardarlo e toccarlo. Me lo segò lentamente, poi lo odorò, infine tirò fuori la lingua e lo assaggiò. Dopo avermelo leccato, mi prese finalmente il cazzo in bocca e iniziò a succhiare. Capì subito che non era alle prime esperienze ma aveva già avuto modo di fare pompini perché sapeva come muoversi ed era discretamente bravo. Josif, aiutandosi con la mano, mi stava accuratamente spazzolando tutto il cazzo con la sua lingua e devo ammettere che arrivai presto a provare un grande piacere. Lo afferrai per la testa e iniziai a scopargli la bocca avanti e indietro. Lui era rosso in volto ma non diminuiva il ritmo e me lo stava succhiando a mille. Improvvisamente mi accorsi che si stava tirando giù i pantaloncini e le mutande. Le sfilò via, rimanendo nudo e mostrandomi il suo cazzetto minuscolo, davvero microscopico, con un piccolo cespuglietto di peli. Tra l'altro era molto sottile e di lunghezza non superava i 7-8 centimetri. Iniziò a segarselo a mille reggendolo tra il pollice e l'indice e dopo pochi colpi capitolò, spermando sul pavimento. La scena mi eccitò oltremodo e iniziai a muovermi ancora più a ritmo col bacino. Stavo provando un grande piacere, soprattutto a guardare il suo minuscolo cazzo e quella macchietta di sborra per terra. Venni anche io, inesorabilmente, un paio di minuti dopo, sborrandogli tutto in bocca. Josif bevve di gusto, poi si tirò suo e, nell'atto di vestirsi, si voltò appositamente di spalle per mostrarmi il suo bel culetto rotondo e sporgente. Mi avvicinai e glielo accarezzai, lui si fermò ed ebbe un brivido. Mi abbassai e gli iniziai a baciare il collo mentre con la mano gli esploravo ancora quel bellissimo culo. Con il dito iniziai a fare pressione verso il suo buchetto senza trovare alcuna opposizione. Girò il volto verso di me e le nostre bocche si trovarono, ci baciammo e sentì la sua lingua avvolgersi alla mia, con il chiaro retrogusto della mia sborra. Intanto gli avevo penetrato il buco del culo col dito e iniziai a sditalinarlo. A Josif piaceva e, terminato di baciarmi, iniziò a respirare in modo affannoso. Sempre appoggiandomi da dietro, gli impugnai anche il minuscolo cazzetto, sempre con due dita, e iniziai a segarlo. In pochi istanti tornò durissimo e continuai la doppia masturbata al suo culo e al suo pene. Lo vidi davvero scatenarsi, sembrava quasi che le gambe non gli reggessero più. A volte si girava e mi baciava, più spesso socchiudeva gli occhi e ansimava. Venne in fretta anche questa volta e mi sborrò in mano. Mi ringraziò e mi baciò, chiedendomi di vederci ancora per fare anche altro. Appena Josif andò via, dopo essermi ben risistemato e accertatomi che nessuno si fosse accorto di niente, mandai un messaggio a Fabietto per avvisarlo dell'accaduto. Subito si scaldò e si eccitò e mi chiese di recarmi da lui alla pausa pranzo. Era una cosa che facevo spesso, approfittando del fatto che lui stesse sempre solo in casa. Da Fabietto mangiavo malissimo, visto che a cucinare era negato ma in compenso scopavamo come ricci per tutto il resto del tempo. E stavolta non fu da meno: arrivai e lui mi aspettava in mutande. Era bellissimo, come sempre. Il suo pacco mostrava una chiara e imponente erezione. Mi guardò sorridendo con i suoi meravigliosi occhi azzurri, poi si avvicinò a me e si alzò sulle punte dei piedi per baciarmi. Ci scambiammo una lunga e intensa slinguazzata, poi lo caricai in braccio continuando a baciarlo e lo portai in camera sua, adagiandolo sul letto. Fabietto mi guardava con i suoi occhi maliziosi, uno sguardo che mi mandava in estasi. Mi iniziai a spogliare, rimanendo presto completamente nudo, poi afferrai le sue mutande e gliele sfilai via, facendo balzare fuori il suo bel cazzo, duro come il marmo. Mi adagiai sopra di lui e riprendemmo a baciarci, mentre i nostri corpi si strusciavano. Poi ci mettemmo a 69 e io presi in bocca il suo cazzo mentre lui fece lo stesso con il mio. Adoravo il cazzo di Fabietto e mi piaceva immensamente succhiarglielo. Quando ritenni che avevamo scaldato per bene la situazione, lo misi a missionaria e lo penetrai, iniziandolo a scopare in culo. Mentre Fabietto ce lo prendeva, si segava il cazzo e ansimava guardandomi negli occhi. Lo amavo e gli dissi più volte, lo baciai e gli leccai il collo, il petto, le orecchie, tutto quello che trovavo sulla mia strada. Lui rispose a sua volta di amarmi ma poi iniziò a parlarmi di Josif e di ciò che avrebbe voluto che gli facessi dinanzi a lui. La cosa lo scatenò e io iniziai a spingere come un pazzo mentre lui si segava l'uccello a mille. Fu proprio Fabietto il primo a sborrare e mi schizzò il suo sperma sulla pancia, gemendo come una puttanella. Poco dopo anche io svuotai completamente le palle nel suo magnifico culo. Rimanemmo un po' a coccolarci, poi pranzammo e infine ci rimettemmo ancora un po' sul letto. Sapevo quali sarebbero state le sue prossime richieste ma ero intenzionato ad accontentarlo, lo tranquillizzai e ripresi a scoparlo...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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