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L'insaziabile Selena, troia senza limiti - parte finale


di Difficilissimo
06.05.2014    |    7.758    |    0 9.7
"Ma man mano che le lavorai il culo, il dolore iniziò a sciamare, lasciando inesorabilmente spazio al piacere puro che ben presto la invase..."
Mi sentivo umiliato, era davvero desolante la sensazione che si poteva provare quando una ragazza ti faceva sentire sessualmente inadeguato. Non mi ero mai definito un Rocco Siffredi ma sicuramente avevo sempre avuto la fortuna di fare buone prestazioni nel sesso, soprattutto con le ragazze ma stavolta con Selena qualcosa era andato storto secondo lei. La troppa eccitazione, l’incredibilmente voglia che mi scatenava quella maledetta nana dalle forme conturbanti, dagli occhi di cerbiatto e dal viso medio orientale perfetto, mi avevano giocato un brutto scherzo. Mi stavo sempre più convincendo che Selena non mi avrebbe più richiamato, una sensazione simile a quella che avevo provato dopo la nostra prima uscita, quando era sparita per alcuni giorni senza dare spiegazioni o notizie di lei. E invece la tipa non aveva alcuna intenzione di scomparire nemmeno stavolta, anzi, mi contattò per sms, come scritto nella parte finale del precedente racconto, dopo un paio di giorni per scusarsi del comportamento, invitandomi nuovamente da lei per “rimediare” all’intoppo della volta precedente. Per non farmi trovare impreparato stavolta, decisi di farmi una sega poco prima di uscire e utilizzai una sua foto dei tempi del liceo, riuscendo a venire dopo pochi minuti. Giunsi a casa di Selena e bussai, quando mi venne ad aprire me la trovai in vestaglia e mi fece strada, portandomi subito in camera da letto. La vidi chiaramente eccitata, non voleva perdere tempo e senza nemmeno darmi un bacio o scambiare chiacchiere, si aprì la vestaglia facendola cadere ai suoi piedi e restando totalmente nuda di fronte a me. Era meravigliosa, da togliere il fiato, un concentrato unico di sensualità, forme e perfezione, mi faceva davvero impazzire fisicamente ma ciò nonostante, pur trovandomela a pochi metri e pronta a baciarmi, notai subito che c’era un nuovo grande problema! La sega prima di uscire era stata una decisione pessima e non riuscivo a sentire l’erezione del mio pena. Probabilmente dipendeva molto anche dalla tensione per la prestazione che mi aveva fatto venire lei poiché ero abituato a scopare più volte nell’arco di un tot tempo e quindi era inusuale per me non riuscire a rieccitarmi dopo oltre mezz’ora. Preoccupato e non poco per questo problema, decisi di prendere tempo sperando che il mio bastone tornasse nel pieno delle proprie funzioni. Presi Selena per i fianchi quasi ad alzarla e la buttai sul letto. Poi mi spogliai rimanendo solo in mutande e mi lanciai tra le cosce della ragazza. La sua figa castana era là, umida e dall’odore deciso, ad aspettarmi e io non persi tempo, iniziai subito a ispezionarla con la lingua, in lungo a in largo. Perimetrai tutto il confine delle sue grosse labbra, gustandomi i suoi umori che iniziavano a grondare inesorabilmente e ogni volta che la penetravo con la mia lingua, andando più affondo, lei aveva fortissimi spasimi di piacere e mi afferrava con foga i capelli. Mi stavo gustando le sue reazioni, i suoi intensi respiri, i suoi densi e forti umori, tutte le sensazioni meravigliose che era rinchiuse in quel preliminare ma ciò nonostante il mio cazzo non voleva saperne di venire su, lo sentivo proprio moscio dentro alle mutande e la cosa iniziò a preoccuparmi. Mi sarei giocato definitivamente Selena, dopo il flop dell’altra volta non potevo certo permettermi una figura da impotente ai suoi occhi per cui dovevo assolutamente trovare una via d’uscita e l’unica vera cosa che in quel momento poteva fungere da rimedio certo erano i suoi piedi, i suoi meravigliosi piedini che avevo sempre sognato ma senza mai riuscire a vedere nudi. Senza smettere di leccarle la figa, le sfilai entrambi i calzini, mettendo per la prima volta a nudo i suoi piccoli piedini. Erano veramente ben fatti, delicati, con un po’ di smalto rosso sulle unghie e iniziai ad accarezzarli con cura poi decisi di vincere ogni sorta di blocco e, mollando la figa, mi lanciai con la lingua su di essi. Selena non disse nulla, mi lasciò fare senza alcun problema e io non mi feci scappare l’occasione: glieli baciai, erano meravigliosi e profumati, curati e lisci, poi leccai tutta la pianta fino ad arrivare alle dita che prima leccai a loro volta e poi succhiai. Miracolosamente il mio cazzo scattò su come una molla, lo sentivo quasi esplodere nei miei boxer e capì che quello era il momento per farle capire che avrei potuto darle quando voleva il piacere che cercava da me. Li sfilai fino alle caviglie e poi li scalciai via, rimanendo nudo, poi le mantenni le gambe aperte facendole poggiare i piedi sulle mie spalle e me la iniziai a pompare a mille. Ero un vero toro scatenato, i piedi mi avevano dato linfa vitale e il solo pensiero dell’umiliazione subita l’ultima volta con lei mi davano la forza di sfondarla letteralmente. Spingevo a più non posso, non era una scopata che solitamente amavo fare, mi piaceva gustarmi i momenti, variare il ritmo, iniziare piano e sondare le sue voglie ma stavolta le volevo solo dare tanto cazzo e darglielo con forza fino a fargliene avere la nausea semmai avesse mai conosciuto questa sensazioni. Il mio uccello usciva velocemente dalla sua figa per poi essere nuovamente inghiottito dentro di essa ad un ritmo sempre più indiavolato e Selana era in trance, godeva e urlava mentre il suo viso era una vera maschera di piacere. Cercai furiosamente la sua bocca e iniziammo a limonare come indiavolati, poi le succhiai un orecchio, il collo, la spalla, il seno fino a poggiarmi con il viso sulla sua guancia. Mi iniziava a mancare il fiato, non avevo mai fatto sesso in maniera così violenta e anche lei ansimava non poco però sapevo di avere ancora tante energia, dovevo solo risparmiarmi un po’ per riprendere vigore per cui, afferrandola per i fianchi, me la feci venire sopra in modo da cambiare la posizione. Selena iniziò a muoversi sopra di me in totale autorevolezza, sapeva chiaramente cosa fare e si sentiva pienamente a proprio agio nelle vesti di dominatrice. Da esperta e saggia scopatrice sfruttò i primi minuti del post cambio posizione per rallentare un po’ il ritmo della chiavata in modo da riprendere il fiato e allo stesso tempo permetterci di goderci anche altre componenti di quell’accoppiamento fino a quel momento animalesco. Potevo ora accarezzarla, toccare quella sua pelle meravigliosa, sentire nella mia mano ogni centimetro di quel piccolo corpo fantastico che mi mandava in estasi. E lei a sua volta mi massaggiava il petto, me lo baciava e mi sussurrò anche qualche parola molto dolce all’orecchio. Il primo orgasmo di Selena non tardò ad arrivare e giunse proprio mentre la nostra scopata si stava svolgendo in maniera più dolce e pacata, la vidi accasciarsi su di me e gemere. Non era stato un orgasmo violentissimo ma mi aveva dato ancora più voglia di sfondarla, per cui ripresi io il comando delle operazioni e iniziai a fotterla con lo stesso ritmo di prima. Non ci volle molto per farla tornare in pieno tiro e a sua volta iniziò a muoversi contro di me. Vedevo il suo sguardo farsi intenso, mi osservava negli occhi senza mai spostarsi alternando espressioni di dolcezza a sorrisi maliziosi, poi improvvisamente cambiò e cominciò a guardarmi con grinta e a graffiarmi la schiena. Stava avendo un orgasmo, un secondo orgasmo, decisamente vicino al primo e questo mi diede una carica impressionante, continuai a fotterla come una cagna mentre lei gridava letteralmente di piacere non smettendo mai di palparmi, di spingersi contro di me e a volte anche di graffiarmi. Sentivo la sborra salirmi, era stata una scopata impressionante e stavolta non avrebbe potuto dire proprio nulla per cui non feci nulla per trattenermi e arrivai all’orgasmo quasi in contemporanea con il suo che giungeva al termine. Mi lasciai andare e feci un urletto nonostante non amassi solitamente emettere suoni, poi spinsi l’uccello tutto dentro alla figa fradicia di Selena e lasciai partire una miriade di schizzi. Rimasi a lungo in quella posizione, permettendo ad ogni goccia di sborra del mio cazzo di entrare nella sua figa, contemporaneamente mi accasciai sulla sua spalla restando senza fiato. Anche Selena era ansimante e distrutta, visibilmente soddisfatta per quanto fatto. Feci per alzarmi dal letto ma lei mi prese per la mano e mi fece presente di avermi promesso una cosa nuova per messaggio, quello che lei aveva definito il “secondo piatto”. Girandosi a pecora mi indicò il suo sedere e senza vergogna mi chiese di sfondarglielo come avevo fatto per la sua figa. Lo leccai per un po’, aiutandomi con un dito e notai che non era particolarmente stretto quindi sicuramente aveva avuto diverse esperienze in campo anale. Non ero interessato tuttavia a conoscere la biografia sessuale del suo ano, quindi non pensai minimamente di approfondire la cosa ma continuai nel lavoro di preparazione. Alternavo lunghe e gustose leccate a quel forellino profumato, chiaramente lavato appena prima del mio arrivo, a ispezioni profonde del mio dito. Come avevo fatto nel preliminare anche stavolta dovevo stare ben attento all’erezione del mio cazzo, ora provato anche dalla precedente sborrata. Tuttavia il blocco psicologico che aveva sicuramente creato problemi prima, stavolta potevo definirlo “vinto” per cui impiegai decisamente meno tempo nel tornare in erezione.Appena mi accorsi che il suo culetto era ormai pronto da un po’, posizionai la mia asta dura sul suo forellino e iniziai lentamente a farmi strada. Riuscivo a infilarne un po’ per volta ma mi stavo accorgendo che l’operazione era molto più difficoltosa del previsto e la mia sensazione di trovarmi di fronte ad un culo super sfondato forse non era del tutto esatta. Sicuramente aveva già fatto questo tipo di esperienza, su questo non c’erano dubbi e si capiva chiaramente, ma non era questa grandissima rotta in culo che pensavo. Selena, capendo le difficoltà che l’operazione stava richiedendo, mi suggerì di fregarmene del suo dolore e di penetrarla con un colpo secco e così decisi di fare. La afferrai per i fianchi cercando di tenerla ferma, poi riposizionai l’uccello sul suo buchetto, feci entrare la punta e poi con un doppio movimento me la tirai contro dai fianchi e contemporaneamente spinsi con forza in sua direzione. Il colpo secco ebbe il suo successo e penetrai deciso le chiappe di Selena che tuttavia ebbe un grido di dolore non indifferente. Mi supplicò di fermarmi ma sapevo che era solo questione di adattabilità per cui la tenni ancora ferma e la pregai di non fare forza, poi iniziai a chiavarmela con dolcezza. I primi colpi per lei erano come coltellata in culo e la vedevo proprio soffrire, aveva la testa schiacciata sul cuscino e si sentivano i suoi respiri affannosi, simili ad un pianto. Ma man mano che le lavorai il culo, il dolore iniziò a sciamare, lasciando inesorabilmente spazio al piacere puro che ben presto la invase. Ora vedevo chiaramente che le piaceva il modo in cui le stavo facendo il culo e per questo continuai a spingere, reggendola e andandole più dentro che potessi. Scopammo a lungo in culo, lei iniziò a dire frasi sconce che non le avevo mai sentito pronunciare con tanta decisione, mi urlava di sfondarglielo, di romperglielo, di farla sanguinare e io mi caricavo sempre più, volevo essere il suo toro personale ma non solo per quel momento ma per tante altre volte e sapevo che più le mie prestazioni si sarebbero avvicinate alla perfezione, e questa vi era vicina, più volte avrei vinto il suo meraviglioso corpo, le sue vertiginose forme, il suo seducente viso e i suoi dolci e perfetti piedini. Quando giunse l’orgasmo, dopo una mezz’ora abbondante, le sparai sborra a fiotti tra le chiappe e poi crollai sul materasso. Nemmeno se avessi giocato due partite consecutive di calcio mi sarei stancato così tanto ma ne era valsa la pena. Selena era finalmente e realmente soddisfatta, butto un braccio lungo il mio petto e ci addormentammo per un po’. Mi svegliai con lei sopra a cavalcioni che mi scopava…non le bastava mai, era la lurida cagna che avevo sempre sognato e avrei cercato di darle tutto quello che potevo per farla godere come lei stava facendo godere me…senza dimenticarmi che mancava ancora una cosa, quello che lei definiva il dolce…me lo diede poco dopo sotto la doccia: si trattava del suo caldo nettare giallo, il più gustoso dessert che avrei potuto sperare di assaggiare!
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