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Gay & Bisex

Del Sunì A S’böta Vià Negótt… (Del Maiale Non Si Butta Via Nulla)


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    4.914    |    6 9.7
"Anche lui era sceso per bere, o almeno quella era la sua spiegazione..."
Tempo fa sono andato a passare un week in bel casolare, ospite di mia cugina e di suo marito, una coppia giovane e carina che abitavano nel bresciano. Non vedevo mia cugina da anni anche se ne conservavo bei ricordi. Avevamo scopato alla grande da ragazzi, soprattutto durante una vacsnza a casa dei nonni. Non ne avevamo più parlato e, come semplice cugino, mi aveva presentato il suo ragazzone.
Stanchi delle serate goliardiche, decidemmo di trascorrere la serata davanti al camino, tra formaggi, carne alla brace e del buonissimo vino rosso, parlando del loro imminente matrimonio. Il ragazzo millantava studi a Francoforte e alla Bocconi e soprattutto si spacciava come agente di modelle, con conoscenze nel mondo dell’editoria, della moda e della tv. A me sembrava quello che a Roma chiamano un “cazzaro”, ma se piaceva a mia cugina – pensai – “Non sono affari miei”. Subito dopo il discorso cadde inevitabilmente sul sesso: battutine e altro, ma tutto sul ridere. Mia cugina ci lasciò ai nostri “discorsi da uomini” e andò a letto. Forse fece bene, perché, a un certo punto, l’aria si fece piuttosto rovente e ci lasciammo andare a racconti e ammissioni piuttosto hot sulle nostre esperienze e specialità sessuali. Così Nunzio – continuando a bere - mi disse che le donne vogliono vedere uno che non si lascia abbindolare facilmente. A quel punto, quando capivano che era uno così, per portarsele a letto gli bastava dire di essere “long de batista” (lungo di pene).
Io feci subito la mia parte, spiegando, anche con l’ausilio del vino, le mie conoscenze in materia e, ridacchiando, continuai dicendomi sicuro che, negli ambienti che frequentava, di certo non aveva mai avuto problemi. Mi confidò che era riuscito ad adescare un’infinità di ragazze, che aveva promesso loro che le avrebbe fatte diventare modelle, “passandole” poi ad amici e girando con loro filmati pornografici.
Inizialmente era stato senza fissa dimora a Milano dove alloggiava in bed and breakfast economici oppure, quando se la passava peggio, in dormitori pubblici.
Poi, lavorando come indossatore a una sfilata di moda, aveva beccato una ricchissima signora sessantenne, che lo manteneva alla grande. In un anno aveva intascato almeno ottantamila euro con i proventi degli incontri garantiti agli amici e grazie ai soldi della signora, che si era giocato al videopoker o speso per comprare cocaina. – “Perché, caro mio, come si dice qui, “A’ndà s’bèca, a stà a cà l’sèca!” (Ad uscire si rimorchia, a stare a casa si rinsecchisce)”
Quasi a voler confermare il racconto, tirò giù la zip e mise fuori l’artiglieria pesante, sbattendosela sul palmo. Una..due volte. - “Non ho mai lavorato da quando sono venuto da Milano…tutto grazie a questo! L’è lǒnc chel toche, gros che l’istope e dür chel düre…. ( E’ lungo al tatto, grosso che tappa e duro che dura)”
Quel bastardo sapeva che non capivo quel cazzo di dialetto. Istintivamente, però, con gli occhi strabuzzati, mi passai la lingua sulle labbra ma mi fermai lì: era il marito di mia cugina, in fondo.
L’ora tarda e il sonno ci indussero ad andare a nanna ed io, come single della situazione, ero stato sistemato in una stanza che dava su una splendida terrazza. Appena dentro, feci doccia e mi misi a letto, lasciando accostata la finestra. Circa un’ora dopo, non riuscendo a dormire, mi misi una camicia e scesi in cucina in cerca di acqua fresca, facendo attenzione a non disturbare nessuno. Sbirciai alla porta dei due cuginetti che ci stavano dando dentro alla grande. Nunzio aveva un fisico fantastico, un sedere perfettamente tornito i cui muscoli si contraevano, dando prova del loro turgore.
Mi precipitai in cucina. Dissetatomi, al momento di risalire, mi trovai di fronte Nunzio, nudo. Anche lui era sceso per bere, o almeno quella era la sua spiegazione.
Aveva dei pettorali molto sviluppati, degli addominali scolpiti da far impressione ma, soprattutto, un arnese mostruoso, lungo, grosso e pieno di vene gonfie che rendevano la superficie rugosa. Il profilattico che indossava non ne copriva che la metà, anche se era stato srotolato tutto. Guardandomi, ipnotizzato da quel bastone di carne, Nunzio sghignazzando mi fece: “A l’ tira piö ü pél de pòta che sènt caài chi tròta. (Tira di più un pelo di figa di cento cavalli al trotto.)..Ma tu non puoi capire, vero terun?”
Mentre con la mano mi trastullavo il cazzo, quello senza aggiungere altro, si avvicinò, cercando di baciarmi e dicendo che mi trovava molto sensuale, benché lui fosse un gran chiavatore di fighe. D’istinto cedetti al bacio e nel farlo strinsi la sua eccitazione mentre sentii un suo dito farsi strada nel mio sedere e andare a saggiare il mio ano. Pensando a mia cugina, lo scansai con una spinta e scappai in camera. Mi misi a letto in uno stato di frenesia, ripensando con imbarazzo a quello che era successo. Mentre ero in quello stato confusionale, la porta della mia camera si aprì lentamente e la figura di Nunzio si materializzò. Nella semioscurità, in piedi mi offrì il suo bel cazzo da succhiare: “Weee… Sciuscia bigul, ti piace solo vedere ‘sto Osèl da cavallo o lo vuoi pure provare?”
Da vicino era ancora più impressionante. Non riuscii a dire nulla. Un colpo violento e me lo ritrovai in bocca, o per lo meno quello che ci poteva entrare!
Iniziai a leccare e a segarlo, ma non riuscivo a cingerlo tutto. Quasi non connettevo mentre lui aveva iniziato un lento movimento, necessariamente corto, lasciando entrare a malapena la punta.
Ormai spingeva sempre più forte, fino a quando emise un urlo e iniziò a eruttare il suo seme nella mia bocca. Il primo schizzo mi colse di sorpresa, anche perché si verificò all’apice della penetrazione. Aveva una potenza inaudita e mi finì diritto in gola, quasi soffocandomi. Ma non era finito: ne seguirono altri. Ero preparato e con la lingua li deviai…poi alti ancora meno forti. Avevo la bocca piena, quando l’ultimo zampillo mi venne in faccia. Aveva un buon sapore ed era molto denso, ma era veramente troppo da mandare giù.
Sospirò, si deterse il sudore con l’avambraccio e mi disse: “Vediamo com’è ridotto il tuo culo.”
Aprì il cassetto del comodino, mi spalmò un unguento, dicendomi che era un prodotto anestetico che si usava anche per il parto femminile.
Sondò con un dito: “Ummh...Guarda come sei disponibile. Ti sei proprio eccitato a vedermi sbattere tua cugina?!”
Mentre mi diceva questo, ungeva il mio buchetto con due dita e poi, con mia sorpresa, sentii appoggiarci il suo membro e spingere.
Gli sussurrai: “Cha cazzo fai?”
- “Del sunì a s’böta vià negótt… (del maiale non si butta via nulla)” – mi rispose e diede una spinta più decisa.
- “Fai piano, che mi fai male.”
- “Senti come ti apre?!”
Nunzio aveva iniziato il suo “accertamento” in modo molto minuzioso e approfondito, ma il suo uccellone ancora non era al massimo. Dopo pochissimo, però, aveva ripreso le sue dimensioni e, benché fosse entrato senza troppi spasimi, ora mi pompava alla grande e cominciavo a provare un po’ di dolore. Lo infilava finché poteva per poi estrarlo fino a metà della punta. Poi con forza lo introduceva tutto.
I suoi movimenti erano molto profondi. Stavo impazzendo nel sentirlo dentro e nel ricordare la contrazione del suo fantastico culo mentre fotteva mia cugina!
Io ero in preda a delle convulsioni irrefrenabili, soffocavo urli a ogni affondo.
Sborrai senza neppure sfiorarmi, mentre i suoi movimenti si facevano più veloci e poderosi. Stava per venire anche lui! Lo tirò fuori e, tolto il profilattico, m’innaffiò con il suo sperma.
Andò via senza aprire bocca.
Mi aveva spaccato tutto, tanto che non ero riuscito a dormire. Essere sodomizzato da un super dotato come lui era stato un azzardo. Poi, per fortuna, il buco si era di nuovo stretto, ma per mezza nottata mi era rimasto dolorante e dilatato.
Al mattino, durante la colazione, finsi indifferenza, ma il culo mi faceva ancora male. A stento riuscivo a stare seduto in modo adeguato. Mia cugina era gentilissima, più del solito. Ero imbarazzato, lo ammetto. Mi ero fatto inculare dal suo uomo. Ora cosa potevo fare per rimediare?
Sorseggiando il caffè, lui: “Hai sentito troppo dolore stanotte? Perché è stato bellissimo e non ho resistito a fare un’inculata selvaggia come piace a me.”
Guardai sbigottito mia cugina che, con tono rassicurante: “L’è ü béstiù, (è una bestia) lo so. Ne hai mai preso uno così? No, immagino, ma ti abituerai com’è successo per me con la fica, poi entrerà senza problemi. Vuoi altro caffè?”

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