Gay & Bisex
ANTONIO/ALESSANDRO cap.1
di klo2000
03.03.2020 |
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"Faccio fatica a stare in piedi e mi aiuta a sedermi, poi si siede vicino a me e mi dice il suo nome, Alessandro, con una voce che non e' la voce di un..."
Questa e' la storia del rapporto tra un uomo e un ragazzo...una storia un po' particolare...ed e' raccontata dai due protagonisti...Antonio e Alessandro...così ogni episodio della vicenda e' visto con gli occhi e con la sensibilità ora dell'uno, ora dell'altro...Non mi sono mai trovato in una situazione tanto angosciante.
Nel giro di poche settimane ho perso tutto quello che avevo; mia madre e' morta e così anche la misera entrata della sua pensione e' sfumata; da quasi due anni sono senza lavoro; e ora si e' aggiunto anche lo sfratto! Dovrei lasciare casa entro un mese e gli amici sono ormai stanchi di prestarmi soldi. I miei debiti con loro sono arrivati ad una cifra considerevole e ogni volta che mi incontrano mi guardano con certe facce che non promettono nulla di buono!
Da qualche giorno ormai non mi curo neanche più di me stesso...esco al mattino presto senza sapere dove andare, senza farmi la barba, trasandato nel vestire, stanco nel camminare...sembro molto più vecchio dell'età che ho, 56 anni, un'età in cui un uomo dovrebbe essere al massimo delle sue capacità intellettuali e lavorative, dovrebbe essere sistemato, con una famiglia, una posizione sicura, una casa, figli, affetti...io non ho nulla di tutto questo! Solo, senza soldi, senza casa, senza voglia di vivere, senza più un amico disposto ad aiutarmi.
Non si può dire che sia un brutto uomo, da giovane anzi mi consideravano piuttosto bello, ma anche se ho avuto un sacco di ragazze, non ho mai saputo costruire nulla di duraturo, forse per paura, forse per egoismo, forse perche' sentivo che non c'erano le donne al centro del mio interesse...
E così mi sono pian piano ridotto ad essere quello che sono, un povero vagabondo, senza meta e senza speranze, senza soldi e senza futuro...
Dopo aver dormito sonni agitati, stamattina sono uscito presto, cercando qualche soluzione ai miei problemi e mi sono diretto, senza un preciso motivo, dalle parti della stazione.
Per strada guardavo tutto con distacco, senza soffermarmi su qualcosa di particolare, con passo lento e stanco e quando ho fatto l'ultima svolta sul viale che conduce alla stazione, forse nel vederlo così lungo e bianco di una luce accecante, forse per la fame, forse per lo sconforto ho avuto un mancamento e sbandando mi sono accostato al muro della casa d'angolo appoggiandomi per non cadere; la vista mi si e' annebbiata per un istante...poi, dopo essermi un po' ripreso, ho notato una panchina lì vicino e con passo lento e barcollante mi sono avvicinato per sedermi...
Proprio in quel momento noto il ragazzo...e' fermo, a pochi metri da me e mi guarda con un'aria mista fra la pietà e la curiosità. Faccio fatica a mettere a fuoco la sua immagine, ma qualcosa in lui mi colpisce: e' bellissimo...e giovane, avrà non più di 18 anni...ed e' l'unica cosa che stia ferma intorno a me! Tutto il resto, alberi, strada, case...tutto rotea vorticosamente e sembra farmi impazzire...solo lui e' fermo, immobile e mi guarda...e allora...
Sono Alessandro e ho quasi 18 anni...frequento l'ultimo anno del Liceo Scientifico. Vivo a Genova da solo, nella casa che mi ha prestato mio cugino Davide. Mi sono trasferito da Roma all'età di 16 anni perche' volevo la mia indipendenza, ma soprattutto perche' volevo allontanarmi da Chiara, la mia ex ragazza, che mi ha sputtanato nella mia vecchia scuola dicendo che non riuscivo a scoparla.
Purtroppo per me, quelle accuse erano vere; benche' cercassi in tutti i modi di convincermi del fatto di essere etero, io ero irrimediabilmente attratto dagli uomini, se molto più grandi di me e con la barba ancora meglio...E' stato difficile convincere i miei a lasciarmi andare, non volevano sentire ragioni, più per motivi di sicurezza che di soldi: mia madre e' medico e mio padre direttore di banca, quindi guadagnano bene, ma alla fine l'ho spuntata...
Speravo che a 500 chilometri di distanza da casa le cose potessero cambiare, ma anche qui a Genova continuo a sentirmi un estraneo nel mio corpo, desideroso di provare a stare con un uomo senza riuscirci.
La mia vita va avanti così da quasi due anni, fino ad oggi...
Sto andando in stazione ad aspettare il treno per andare a scuola... ci sono molte persone, pendolari e studenti, sul viale, ma la mia attenzione viene attratta da quello che sembra essere un barbone. Lo vedo barcollare vistosamente, appoggiarsi ad un muro...
Mi guardo attorno, sembra che io sia l'unico ad averlo visto. Mi avvicino a lui mentre con difficoltà prende posto su una panchina...emette un odore sgradevole, di chi non cura la propria igiene da giorni, ma, sopra la barba folta, vedo gli occhi di un uomo sconfitto dalla vita e provo un misto di emozioni, fra la pietà, la curiosità e la compassione...
Lo vedo fissarmi negli occhi e per un attimo sembra che mi sorrida...un sorriso dolce. E' la prima volta che un uomo mi sorride in quel modo e la cosa mi scombussola non poco. Non sapendo bene cosa fare mi siedo sulla panchina a fianco a lui e lo sorreggo.
“Ehi! Tutto bene? Posso aiutarti in qualche modo?”
Nel toccarlo per sostenerlo sento chiaramente la sua muscolatura possente sotto gli abiti consunti e mi accorgo che la cosa mi eccita.
L'uomo prova a rispondermi qualcosa, ma non riesco a capirlo, e nel cercare di sistemarsi si sbilancia e la sua mano scivola in mezzo alle mie gambe. Temendo che possa accorgersi della mia erezione la sposto subito e cerco di distrarre la sua attenzione.
“Ehi! Sono Alessandro...tu come ti chiami?”
Nel rivelare il mio vero nome a quel barbone mi sento un coglione, ma sono sicuro che non se ne potrà ricordare...
...capisco poco in questo momento...vedo il ragazzo in una luce strana che passa dal bianco al viola...e' lui l'unica cosa che riesco a mettere distintamente a fuoco...stende una mano verso di me come per sorreggermi...faccio fatica a stare in piedi e mi aiuta a sedermi, poi si siede vicino a me e mi dice il suo nome, Alessandro, con una voce che non e' la voce di un essere umano, ma di un angelo...almeno, a me, in questo momento, suona così...una voce che non percepisco con le orecchie, ma con gli occhi, con la lingua...con tutti i sensi mescolati...i suoi occhi sono bellissimi e io ho paura perche' le mie condizioni in questo momento sono disastrose...mi sento vecchio, senza forze...al punto che non riesco a tenere alte neanche le braccia...infatti quando lui si siede accanto a me il mio braccio destro scivola giù, su di lui...e la mano mi sfugge e va ad appoggiarsi per un attimo sul suo inguine...e mi pare che...ohhh, ma i miei sensi sono così intorpiditi che posso sbagliare...ma mi pare davvero che...si...voglio dire...che qualcosa in lui abbia reagito in un modo strano...sono totalmente incapace di ragionare...e non capisco se sono io a spostare la mano o lui...so solo che qualcosa di malsano comincia ad insinuarsi nella mia mente...forse ho trovato la soluzione ai miei problemi...quel ragazzo, capitato nel momento giusto...sembra apparso apposta per...certo!!!...e' di lui che mi devo servire per...come posso essere tanto stronzo?...questo ragazzo e' gentile con me, mi ha offerto il suo aiuto...e io guardandolo sto pensando di servirmene...e ho paura, tanta paura di perdere l'occasione, di vederlo allontanarsi spaventato da un vecchio balordo che non sa neanche dire il suo nome e ringraziare...ma il mio cervello lavora e quel rapido contatto mi ha dato l'idea...forse il ragazzino e' gay, attratto dagli uomini...magari più grandi...magari un po' particolari come sono io in questo momento...devo approfittarne, devo trovare la forza di parlare....e....
“Acqua...” lo sento bisbigliare e finalmente, felice di aver capito qualcosa, prendo una bottiglietta dallo zaino e gliela passo. Lui prova ad afferrarla senza troppa convinzione. Allora lo aiuto e lui, assetato, la svuota in pochi istanti.
“Grazie, ora sto meglio!” dice con una voce più chiara, poi mi guarda dritto negli occhi facendomi arrossire. Distolgo lo sguardo, ma come mi sposto lui scivola e la sua mano finisce nuovamente sul mio inguine.
Sempre più imbarazzato afferro il suo braccio per spostarlo ma a questo gesto la sua mano stringe con forza la mia erezione.
“Allora ti piaccio!” mi dice l'uomo aumentando la presa sul mio cazzo.
Mi trovo spiazzato da quella situazione, pieno di imbarazzo, con il cuore a mille...Sento pulsare nella mia testa...e non riesco a pensare con lucidità...sento solo che quella stretta forte sul mio cazzo mi piace e vorrei che non si interrompesse mai...
“No...no, ti sbagli! A me non piacciono gli uomini...” balbetto con una voce poco convinta e mentre dico quelle parole vedo qualcosa balenare in fondo agli occhi dell'uomo.
E' un attimo...e come se avesse preso coraggio mi dice, con una voce stranamente ferma:
“Portami a casa tua, non mi sento bene.”
Potrei dire che vivo con i miei, che devo andare a scuola, dire semplicemente di no, ma la stretta calda della sua mano sul cazzo mi strappa invece un ok...
E nello sguardo dell'uomo vedo per un attimo un'espressione di vittoria...
...mentre faccio questi pensieri gli dico che ho sete e lui mi da una bottiglia d'acqua che prende dal suo zainetto.
...comincio a stare meglio e a pensare con maggior lucidità...il ragazzo e' davvero bellissimo e sembra fare al caso mio...così, fingendo di avere ancora poco controllo lascio nuovamente cadere la mano fra le sue gambe e comincio a fissarlo negli occhi con intenzione...mi hanno sempre detto che i miei occhi hanno qualcosa di magnetico e mi sforzo di rendere lo sguardo il più intenso e penetrante possibile....lui questa volta non sposta la mano e mi accorgo che comincia a respirare più affannosamente...sembra emozionato, turbato e sorpreso...allora tento il tutto per tutto...stringo con decisione l'erezione del giovane e massaggio la patta rigonfia...sembra non rifiutare questo contatto...gli chiedo se gli piace....o se io gli piaccio....le parole non mi suonano in mente precise e lui si affretta a balbettare di no, con un tono che vuol dire tutto il contrario...
“Sei gay!” gli dico deciso, quasi per farlo sentire in colpa o in imbarazzo...
A queste parole la luce chiara del suo volto avvampa di rossore...e capisco che il gioco e' fatto, il ragazzo e' in mio potere...il suo membro indurito stretto nel mio pugno...e la sua anima catturata dai miei progetti...
Adesso ne sono sicuro, al ragazzo non devo più chiedere, ma ordinare...
“Portami a casa tua!”...potrebbe dirmi che non può, che non vive solo...invece acconsente senza obiettare...più tardi mi confesserà che questa mattina avrebbe dovuto andare a scuola... e forse avrebbe fatto meglio ad andarci davvero...avrebbe evitato un sacco di guai...ma questo voglio raccontarlo con ordine...
“Io sono Antonio!” gli dico col tono più gelido che posso...come se stessi dicendogli “Da adesso io sono il tuo padrone!”...e lo fisso...e' meraviglioso!...un ragazzo così bello non lo avevo mai visto...e' un po' più alto di me, magro, efebico...con occhi castani, grandi e intensi, da cerbiatto...e capelli chiari e lunghi...da un lato sento di dovergli riconoscenza e vorrei lasciarlo andare...dall'altro una voce dentro di me mi dice: “fa al caso tuo, approfittane, stronzo!”....
Sempre con tono freddissimo aggiungo:
”Allora?”
“Di qua!” risponde con tono cordiale e sorridendo...
E' fatta!
“Ridi, ridi...presto non riderai più!”...penso sogghignando internamente...
Ci avviamo, lui due o tre passi avanti...io dietro... ormai mi sono ripreso e cammina normalmente squadrando il ragazzo di schiena...fasciato dai jeans il culetto non sembra niente male...le gambe sono lunghe e diritte...la schiena e le spalle ben fatte, nonostante la magrezza....davvero un bel bocconcino...
Arrivati davanti ad una palazzina di discreta eleganza ci infiliamo in un portone...noto che il ragazzo per tutta la strada e anche in quel momento non ha mai cercato di nascondere il fatto di essere insieme ad un uomo molto più grande e in misere condizioni...e anche se non parlavamo, spesso si e' voltato verso di me e mi ha sorriso...stava più avanti solo per mostrarmi la strada...ma giunti al portone mi fa passare per primo e mi apre l'ascensore...saliamo al terzo piano e mi fa entrare in un appartamento arredato con gusto, luminoso e ampio...ma un po' in disordine...
“Ci vivi da solo?”
“Si...i miei vivono a Roma, io sono qui per studiare”
“E tu da Roma vieni a studiare a Genova????” penso fra me...”Qui gatta ci cova....”
“Dimmi la verità!”
“Sono qui perche' a Roma non mi trovavo bene...”
Il mio tono e' sempre gelido e inquisitore.
“Perche' preferirei non dirlo...”
“A me puoi dirlo...”
“Avevo una ragazza a Roma...ma non andavamo d'accordo...”
“Perche' non la scopavi!”
Il ragazzo sbianca in viso...
“Come fai a saperlo?...”
“Lo so perche' si vede....a te piace altro...e ora dimmi dov'e' il bagno!” evito volutamente di chiedere per favore...ormai il ragazzo va trattato come un servo, come uno schiavo....deve soltanto ubbidire...e devo creare tutte le occasioni possibile per rimarcare la sua sudditanza.
“Vieni, di qua...”
Lo seguo lungo un breve corridoio fino al bagno e quando siamo sulla porta mi fa entrare e lui rimane fuori.
Gli preparo un cappuccino, poi Antonio mi chiede:
“Voglio farmi una doccia, dov'e' il bagno?”
Percepisco che il suo tono e' cambiato, che e' diventato più secco, cattivo, violento; le sue non sono più richieste, ma ordini.
“Si...” rispondo.
“Si PADRONE!”
“Si PADRONE Antonio!” mi correggo notando l'espressione del suo volto.
Lo accompagno in bagno e gli offro degli asciugamani puliti.
“Bene, ora puoi anche uscire da qui, frocetto” mi dice sempre con tono di comando.
Esco dal bagno turbato, possibile che si sia accorto in modo così chiaro che mi piacciono gli uomini maturi? Forse e' per questo che ha cambiato tono di voce.
Antonio chiude la porta del bagno, ma questa rimane leggermente socchiusa, e come un'ape attratta dal nettare, non posso fare a meno di soffermarmi a spiarlo. I peli sul suo petto, la sua barba folta, le spalle larghe e quella pancetta tipica dell'uomo maturo. Lo guardo rapito senza pensare a nulla e infine, prima che entri in doccia, riesco anche a vedere il suo magnifico cazzo.
“Gli asciugamani?” il mio tono e' sempre di comando, come se in quella casa in cui sono ospite fossi improvvisamente diventato il padrone.
“Per?...” chiede timidamente aspettandosi che gli risponda “Per favore...”
“Per la doccia, ovvio...”
Entra e prende due asciugamani grandi da un armadietto, me li porge e rimane a fissarmi.
“Senti, frocetto!....” e gli faccio cenno con la mano di uscire...lo accompagno alla porta che però non chiudo e lascio volutamente accostata.
Quindi, sapendo che lui sarebbe rimasto fuori a spiarmi, inizio lentamente a spogliarmi...tolgo il giaccone, la maglia e la camicia...scarpe calze e pantaloni, sempre dando le spalle alla porta...e rimango in mutande...a questo punto avverto un lieve cigolio...tutto va secondo i piani...il ragazzo e' ormai stregato...per essere più sicuro sposto un po' di lato le mutande e mi gratto il culo...sento come un lieve sospiro...allora fingendo di non accorgermi di nulla, mi giro verso la porta e guardando volutamente da un'altra parte...mi calo le mutande scoprendo il cazzo semiturgido...questa volta il sospiro oltre l'uscio e' più evidente...prendo il cazzo in mano, lo scappello due o tre volte facendo in modo che il ragazzo veda bene...poi apro l'acqua calda e mi infilo nella doccia...
...so che Alessandro mi sta guardando e faccio in modo di mettere in mostra tutto quello che posso...la situazione mi sta procurando un certa erezione....ma devo resistere e mostrarmi tranquillo...non devo fargli vedere che ho voglia...la voglia devo farla venire a lui...solo così posso riuscire a soggiogarlo in modo totale...
Riuscire a non farmelo venire duro non e' cosa semplice...penso a quel ragazzo meraviglioso che da lì a poco mi scoperò...e il mio cazzo sta cominciando a venire su...ma con uno sforzo di concentrazione e acqua fredda riesco a farlo rimanere e riposo...la tattica che ho scelto di usare me lo impone, potrei rovinare tutto se gli faccio capire che mi piace da impazzire il suo corpo efebico...in questo caso sarei io in suo potere...
...esco dalla doccia e, sempre mostrandomi calmo e incurante della sua presenza oltre la porta, comincio ad asciugarmi con i morbidi asciugamani che mi ha dato...guardo intorno, il bagno e' pulitissimo e curato, se il ragazzo vive solo e non ha nessuno che gli sistemi la casa, deve essere davvero un perfetto omino di casa...questo conferma le mie impressioni...e' dolce, tenero, di animo delicato...e tendenzialmente sottomesso...eh, si...fa proprio al caso mio!
Sento dei sospiri provenire da oltre la porta...forse il ragazzo ha già il suo cazzo in mano, chissà...o forse si e' limitato a guardare senza toccarsi...verificherò in un attimo...
...con una mossa fulminea prendo la maniglia e apro di scatto la porta scoprendolo: impallidisce e comincia a tremare:
“Scusa...non volevo...non stavo spiando...scusa....”
Lo afferro per un braccio stringendogli il polso con tutta la mia forza e lo costringo a inginocchiarsi davanti a me:
“Stavi spiandomi, brutto frocio maledetto! Sei un lurido maiale!...mi fai schifo!...vergognati, porco!”
Dagli occhi del ragazzo sgorgano due grosse lacrime di dolore e di vergogna...
“Questa me la pagherai, lurido porco!”
“Ti prego, perdonami...non ho saputo resistere...ti supplico, lasciami andare...perdonami, Antonio...”
“Non chiamarmi Antonio...non permetto alle tue labbra da pompinaro di pronunciare il mio nome! Da adesso in poi mi chiamerai PADRONE! Chiaro?...anzi, SI-GNOR PA-DRO-NE!” gli dico con fermezza scandendo bene le parole e continuando e tenerlo per il polso “Sono stato chiaro?”
“Si...” riusce a balbettare...
“Si cosa?” gli soffio in faccia stringendo ancora di più il polso...
“Si, PADRONE...”
Noto come pronuncia l'ultima parola...non c'e' più paura nella sua voce...c'e', ne sono certo, c'e' compiacimento...ha pronunciato quest'ultima parola con piacere...
Mollo la presa e lui fa l'ultima cosa che mi aspetto...rimane in ginocchio e abbassa il capo fino a terra appoggiando il suo meraviglioso viso sui miei piedi e rimane immobile...non li bacia ne' li lecca, come mi sarei aspettato...ma tiene il suo viso a contatto con i miei piedi...sento il suo alito e il calore della pelle del suo viso a contatto con la mia pelle....e l'umido delle sue lacrime...deve avere la febbre e respira affannosamente...
Rimane qualche minuto immobile in quella posa di sottomissione...lui vestito, prostrato, bellissimo...io nudo, ancora bagnato, e con un formicolio incredibile all'inguine...sento che il cazzo sta per scoppiarmi...ma non devo, non devo...comincio a pensare a tutte le cose più sgradevoli per tenerlo moscio...ma comincia a pulsare e a scappellarsi da solo lentamente...così prendo l'asciugamano e mi copro....
Dopo un poco si alza ma rimane in ginocchio davanti a me...il suo viso d'angelo proprio all'altezza del mio cazzo...i suoi occhi mi guardano imploranti...ecco, decido che il momento e' arrivato, tolgo l'asciugamano che copre il mio cazzo...e lascio che il ragazzo faccia il resto...
Saprò più tardi che Alessandro non ha mai fatto nulla con un uomo e che questa e' la sua prima volta...ma al momento non lo direi affatto, sembra esperto nell'arte del leccare e succhiare...e sembra che non abbia mai fatto altro nella vita...la passione che ci mette e' incredibile...
...senza dire una parola, comincia a dare piccoli baci leggeri al mio cazzo, in segno di adorazione e sottomissione...bacia il mio pube peloso e le mie cosce, la mie palle e l'asta fino al prepuzio...poi a tira fuori la punta di una lingua calda e morbida...e con piccoli tocchi leggeri stuzzica il membro per farlo erigere in tutta la sua potenza...e non gli ci vuole molto...la voglia che covo ormai da quasi un'ora può avere ora libero sfogo...ma devo continuare nel ruolo che mi sono imposto...
“E così, puttanella, e' questo che volevi, eh?...raccattare un uomo per strada per soddisfare le tue luride voglie...”
I suoi occhi mi fissano mentre continua a leccare...l'espressione e' intensa e conferma quello che gli ho detto...
“Chissà quanti te ne sei portati in casa...lurida troia!...ti piace leccare il cazzo, eh?...altro che fare la beneficienza ai poveri barboni...tu vuoi il cazzo in cambio della tua gentilezza...”
Ancora i suoi occhi confermano...e il suo viso assume un'espressione beata e appagata...
“Allora apri quella bocca!...”
“Siii...” e' la prima parola che dice...
E uno schiaffo colpisce il suo tenero viso.
“Si? Hai già dimenticato come devi rivolgerti a me?”
Due piccole, meravigliose lacrime spuntano dai suoi occhi.
“Si, PADRONE!”
“Ecco, così va meglio...ora puoi prendere in bocca il tuo PADRONE...e dargli tutto il piacere che merita.”
Sento il mio cazzo scivolare dentro quelle labbra calde...dentro lo aspetta la tenera lingua su cui va ad appoggiarsi...il primo contatto fra la mia pelle e le sue mucose e' divino...per un istante che mi sembra eterno la lingua rimane immobile, incollata al mio membro comunicandogli tutto il suo calore...non so cosa desiderare...forse rimanere così, immobile per l'eternità...pervaso dai brividi di piacere di quel contatto sublime...
E' lui a sbloccare la situazione, cominciando a muovere le labbra all'esterno e la lingua all'interno...ci sa fare, si muove con estrema delicatezza...e, assaporando tanta delizia, decido di rimanere immobile a vedere come porta avanti il gioco...
Dopo qualche minuto di tenerissimo lavorio intorno alla cappella comincia a prendere il membro in profondità facendolo sparire tutto in gola...i suoi movimenti diventano più rapidi e il suo respiro più affannoso...mi sta portando in paradiso...ma a questo punto voglio fermarlo...
“Spogliati!”
“Si..” e dopo una piccola pausa “PADRONE...” questa parola esce dalle sue labbra con una dolcezza incredibile, come per farmi capire quanto sia riconoscente del fatto che gli ho concesso il mio cazzo...
Si alza e comincia a sfilarsi i vestiti...il suo petto e' meraviglioso, magro ma non scarno...senza peli, la pelle di grana finissima...i capezzoli piccoli, scuri, vibranti...l'ombelico perfettamente modellato...e da lì parte verso il basso una sottile striscia di pelo biondo...
Si toglie le scarpe, le calze...i piedi sono curatissimi e perfetti, slanciati...la pelle delicata...ogni parte del suo corpo che viene pian piano scoperta mi toglie il respiro...
I pantaloni sono tolti con studiata lentezza...per mettere ancor meglio in evidenza le gambe slanciate e ben tornite, ricoperte da una peluria bionda simile a pagliuzze d'oro...
La voglia di segarmi è fortissima, ma non posso, sarebbe troppo rischioso. E mentre l'eccitazione fa trascorrere il tempo piu veloce di quanto pensassi improvvisamente vengo colto sul fatto da Antonio che apre di scatto la porta
“Lo sapevo che eri solo una lurida puttana. Un frocetto che con finta gentilezza accoglie i barboni per strada solo per portarseli a casa e fare con loro chissà quali porcate.”
“No… non è vero… giuro… io non...” sono in confusione, e quelle parole, come macigni, mi hanno mandato ancora di piu fuori di testa...
“Devi stare zitta puttana che non sei altro. I froci come te mi fanno schifo, ora andrò fuori e lo dirò a tutti che genere di persona sei...”
“No… vi prego Padrone Antonio… farò tutto quello che vorrete “ mi avvicino a lui e lo tocco, come nel gesto di afferrarlo per fermarlo, ma lui mi stringe un braccio e dolorosamente mi mette in ginocchio davanti a lui.
“Io adesso per te sono il SI-GNOR PADRONE… E una puttana come te non si deve permettere di toccarmi”
“Mi scusi Signor Padrone, non ricapiterà più “
Ormai sento di essere a tutti gli effetti lo schiavo di quell'uomo e la cosa mi eccita tanto quanto mi spaventa.
Non sapendo che altro fare per farmi perdonare mi prosto fino quasi a toccare con la bocca i suoi piedi magnifici. Li vedo li davanti a me, magnifici e perfetti, e la voglia di baciarli ed essere schiavo anche di quei piedi è fortissima. Sto quasi per leccarli, ma prima di farlo mi sollevo di nuovo, cercando un suo segno, una sua approvazione.
La nuova posizione però non e' meglio della precedente, per la prima volta nella mia vita ho un cazzo magnifico davanti ai miei occhi, così vicino e così inarrivabile.
“Sei proprio piu puttana di quel che pensassi… anche in questa situazione non riesci a non fissarmi il cazzo. Me lo vuoi succhiare?” mi chiede Antonio
Io rimango in silenzio, non del tutto sicuro di quello che realmente voglio e di quello che sia meglio fare, ma Antonio rincara la dose:
“Allora puttana, rispondi, me lo vuoi succhiare?”
“Si” rispondo timidamente
“Si cosa?”
“Si, signor Padrone”
Ed alla mia risposta mi afferra la testa e la spinge in mezzo alle sue gambe per poi lasciarmi fare.
Sento i suoi peli pubici solleticarmi il viso, ed eccitato come non mai inizio a baciarlo. Baciare le cosce, la pancia, le palle. Ed infine posso concentrarmi sulla cosa che più bramo da molto tempo. Lo bacio lentamente, lo assaporo ed infine lo prendo tutto in bocca. Basta poco e subito Antonio diventa duro come l'acciaio e il suo palo mi riempie la bocca. Lo succhio avidamente, con passione, perché voglio quel cazzo e ancor di piu voglio quell'uomo. Sento i gemiti di Antonio, che continua a insultarmi inneggiando ad una mia presunta esperienza che in realtà non c'e', la mia bravura e' solo passione. Continuo a pompare ed alla fine vengo premiato con i migliore dei premi, la sborra di Antonio direttamente in bocca. Sento i suoi abbondanti schizzi di piacere riempirmi la bocca ma ancora non pago continuo a pompare, ingoiando tutto e raccogliendo ogni goccia. Ma dopo un poco che vado avanti sento che il suo cazzo non accenna a perdere potenza di erezione ed alla fine togliendomelo dalla bocca mi dice: “questi sono i giochi dei bambini, ora mi devi dare il culo, frocio che non sei altro, ti scoperò così forte che rimpiangerai di essere gay”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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