un sogno.

Sono ancora sconvolta da un sogno che ho appena fatto e fintanto che lo rammento, quasi in diretta velocemente te lo descrivo e te lo invio. Ero a letto e stavo dormendo, quando un uomo, che non conoscevo e non sapevo chi fosse mi ha svegliata. Senza che io gli opponessi alcuna resistenza mi ha messo a quattro zampe sul letto, mi ha spogliata e senza tanti preamboli mi ha penetrata da dietro. Io, ancora accondiscendente lo lasciai fare, come se fossi certa, -pur non sapendo nel sogno chi fosse -, che non mi avrebbe fatto alcun male. Poi, non so bene da dove ma ne arrivò un altro il quale mi mise il suo cazzo in bocca e me lo spinse in fondo alla gola fino quasi a farmi soffocare e nel contempo mi pizzicava i capezzoli. Poi allungò una mano e mi raggiunse il clitoride, e lì incominciai a gemere. L’uomo che avevo davanti, quello che mi stava ingozzando col suo cazzo in gola, tentò di infilarmi un dito nella figa, appaiato al cazzo che già avevo dentro. Ma non ce la fece poiché quello che avevo dentro era talmente duro e talmente grosso, ed io ero così rimpinzata, calcata, zeppa da non lasciare un solo millimetro di spazio al nuovo venuto. Allora accadde che incazzato, l’ultimo arrivato, lo prese alla base con una mano e incominciò a scoparmi con quel cazzo smisurato fino a farmi urlare. E godetti, godetti veramente. Solo che, mentre stavo venendo, di soprassalto -come in passato mi accadde altre volte- urlando mi sono svegliata: ma lo sconcertante fu che prima di destarmi completamente l’ho riconosciuto. Sono inorridita individuandolo come mio padre. Ho realmente goduto come una troia in una travolgente, ardente scopata vera, tanto che le ultime contrazioni le ebbi da sveglia. Tutta bagnata come un fiume in piena e tutta accaldata, per parecchio tempo sono stata veramente in ansia, col cuore che mi batteva nel petto come se fossi stata colta da un attacco di panico, ma poi dopo lunghi e profondi respiri sono ritornata in me, mi sono alzata e tanto per rilassarmi ho deciso di scriverti. Resta incognito l’uomo che avevo di dietro, quello dal cazzo da cavallo che proprio non sono riuscita a dargli un volto. Tu che hai dimostrato più volte di essere anche un po’psicologo, riesci a dare una interpretazione soddisfacente al mio traumatico sogno? Non suggerirmi la solita terapia. Quale? Lo sai benissimo: la panacea che cura tutti i mali e toglie tutte le ansie della quale io non ne sono affatto convinta. Torno a letto sperando di dormire e non sognare più. L.

( mail in risposta ricevuta il 18 gennaio 2017 ore 16,47- e riportata alla lettera)
Ciao, che bello che mi hai confidato il tuo sogno. I sogni a volte sono delle proiezioni e turbamenti della giornata vissuta che il nostro inconscio elabora e li fa vivere con metafore. Da ciò che hai raccontato sembra che il tuo conflitto genitoriale è ancora in corso e il tuo inconscio o tu non lo hai ancora giustificato. Sembra che il cibarti (il cazzo in bocca) ed accudirti non gli bastava, voleva qualcosa in più da te. Il tentativo di infilarti il dito nel tuo interno già occupato da altri (il cazzo grosso e duro che ti riempiva completamente nel tuo intimo che non permetteva la sua intrusione) l’hai sostituito con un altro partner
che ti ha dato la gioia e il piacere (l’affetto non avuto dal padre). Prova ad analizzare questa metafora- - -e raccontami un po’ del rapporto che avevi col papà, ---così analizzeremo la nascita dei tuoi polipi---
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