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Lui & Lei

Lady Smutandata & Katzino


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
06.11.2023    |    3.786    |    12 9.0
"E cosi ogni giorno cresceva la sua frustrazione, ormai Katzino era davvero arrivato al culmine della disperazione..."
the GazettE - reila

https://www.youtube.com/watch?v=z99w8SWhthk



Questi sono tempi duri, anzi durissimi in cui si fa fatica ad arrivare a fine mese, se poi sei una giovane donna di 22 anni e hai solo un diploma di maturità artistica per non aver potuto proseguire gli studi, praticamente sei fottuta.

Nunzia faceva parte di quella moltitudine di ragazze che a un futuro vero non ci aveva mai pensato, anche perchè pur avendo già avuto una dozzina di impieghi non aveva mai lavorato con un vero contratto di lavoro, ma solo con quell’obrobrio da gallina il CO.CO.CO, che ad ogni governo i politici dicevano di migliorare, per lasciare però intatta la sostanza e quella certezza: "Che comunque te lo avrebbero messo nel culo."

Nunzia aveva un piccolo sogno. Non uno di quelli da vita di lusso, non ne era il tipo, semplicemente dopo aver passato quasi 10 ore in un call center pagata meno di due euro l’ora, ogni tanto la sera sognava di passare due settimane al mare. Mica ai Caraibi eh, si sarebbe anche accontentata di Ostia o magari Ladispoli. Insomma a 22 anni aveva anche lei il diritto di andare in ferie o no?, ma se i pochi soldi che entravano ogni mese sparivano tra affitto, mangiare e bollette come fare?

Nunzia fin da piccola era sempre stata molto creativa.
Così una sera guardando in Tv un servizio documentario su Tokio rimase affascinata da quegli zozzoni di uomini giapponesi che impazzivano spendendo montagne di soldi per comprarsi le mutande usate dalle ragazze ed ebbe un’idea.

Il giorno dopo corse al mercato per comprarsi uno stock di mutande, tutte uguali, tutte bianche. Nel documentario giapponese infatti tra le altre cose dicevano che le mutande bianche piacevano di più perchè sembravano mutande infantili. Che mancanza di fantasia questi pervertiti pensò Nunzia, “Che so magari se la cosa funziona, la prossima volta le compro con dei fiorellini colorati per diversificare….”

Si mise al computer e su ebay, creò un suo account col nick “Lady Smutandata” e mise la sua offerta online...
“Vendesi stock di mutandine usate da ragazza Italianissima, Romana De Roma, a prezzo vantaggioso, per veri intenditori del genere.”

Non ci volle molto e iniziarono le prime offerte e le mille domande degli eventuali compratori, quasi tutti dall’estero e per fortuna che Nunzia se la cavava bene con l’inglese.

Così scoprì che quelle di taglia piccola come la sua e di cotone egiziano, che sembrava si impregnassero meglio di quelle sintetiche fossero le preferite, molti poi volevano anche avere una specie di certificazione che attestasse la sua età, una sua fotografia e anche sapere quanto tempo le aveva indossate.

Vabbeh non c’è problema pensò Nunzia, così mentre rispondeva alle domande, iniziò ad andare al lavoro indossando 5 paia di mutande una sopra l’altra, poi durante le pause, correva nel bagno dell’ufficio a rigirarle per sporcarle tutte per bene. Pensò anche che sarebbero dovuti passare almeno due/tre mesi prima di riuscire a impregnarle tutte per bene.
Per non parlare del fatto che alla trentesima mutanda, proprio quando aveva finito le scorte che si era portata al lavoro, le scappò davvero la pipì e per riuscire a sfilarsele in tempo, quasi rischiò di farsela addosso, anche se a pensarci bene forse non era un’idea così malvagia.

Nunzia pensò che così non poteva andare avanti. Questa cosa delle mutande puzzolenti la stava schiavizzando, stava diventando un’ossessione. A un certo punto stava persino pensando di rinunciare al suo sogno.
Qui ci voleva una delle sue idee…

E l’idea geniale arrivò.
Nunzia iniziò a usare le mutande come pezzotta in cucina, (avete presente quei piccoli straccetti in microfibra che si usano per pulire, il lavandino, i fornelli, le pentole o il piano di lavoro?),.
Pensò…, mutandamente parlando questa è proprio la morte loro.

***

Katzino era un giovane giapponese di 27 anni, spedito dalla sua società a lavorare a Milano. Passava le sue giornate in un grattacielo in zona Assago, osservando dalla finestra del suo ufficio il grigiore anonimo della città in lontananza e pensando con nostalgia alle luci festose e psichedeliche della sua Tokio...

Erano già passati tre mesi da quando era a Milano e più il tempo passava più il Giappone gli mancava.
Gli mancavano soprattutto le feste con le ragazze vestite da personaggi dei suoi anime preferiti e gli mancava ancor di più l'aroma delle mutandine indossate dalle sue eroine preferite che collezionava e che conservava gelosamente in una specie di santuario cassaforte ad atmosfera modificata per conservarne intatta la fragranza.

Aveva già provato a farsele spedire via a aerea dal Giappone, ma purtroppo le spedizioni ogni volta si perdevano o finivano per essere fermate alla dogana di Fiumicino o in Malpensa, come l’ultima volta, quando nonostante quasi quattro ore di imbarazzante interrogatorio davanti a un poliziotto vide il suo prezioso pacchetto avviarsi verso l’inceneritore.
E cosi ogni giorno cresceva la sua frustrazione, ormai Katzino era davvero arrivato al culmine della disperazione.

Appena arrivato aveva anche provato a trovare delle ragazze di Milano, solo che nei locali giravano tutte in abiti firmati e tacchi a spillo e ogni qual volta chiedeva a qualcuna di vestirsi da anime, si beccava solo degli insulti e dello sfigato, figuriamoci cosa sarebbe successo a chiedergli le mutande, che tra l’altro in poche portavano.

Una ragazza , Pamela, conosciuta in un locale alla moda di Corso Como, l'aveva anche fregato.
Dopo essersi fatta offrire quattro cocktail e avergli fatto annusare per pochi secondi le sue mutandine, il giorno dopo lo aveva portato al quinto piano della Rinascente per farsi comprare tutta la nuova collezione di intimo di Agent Provocateur. Pamela dopo aver fatto spendere a Katzino una cifra pari a circa tre dei suoi stipendi mensili, con la scusa di allontanarsi un attimo per andare in bagno e portargli un regalino fresco fresco da annusare, era sparita nel nulla.

Katzino ci resto male ma non tanto per i soldi che aveva perso, ma piuttosto perché a quell’intimo di lusso avrebbe preferito la semplicità delle sue amate mutandine bianche di cotone. Il top per lui erano quelle con l'elastico largo e un po’ smollato. Era convinto che mantenessero la fragranza e il profumo di figa più a lungo.
Un pomeriggio, mentre si rilassava per qualche minuto in ufficio tra un conference-call con Tokio e la solita riunione di pianificazione, fu attratto da un annuncio su e-bay di una certa Lady Smutandata che diceva:

“Vendesi stock di mutandine usate da ragazza Italianissima, Romana De Roma, a prezzo vantaggioso, per veri intenditori del genere.”

Katzino strabuzzo' gli occhi. Non stava più nelle palle, ops volevo dire nella pelle.
Finalmente una risposta alle sue preghiere, pensò che forse il suo sogno erotico stava diventando realtà.
Cominciò a sognare ad occhi aperti e guardando fuori dalla finestra si vide nudo e a cazzo duro, o forse sarebbe meglio dire a “cazzino duro”, sdraiato su un prato di margherite fiorite, mentre dall’alto di un cielo blu cobalto volteggiavano sopra di lui, per poi ricoprirlo tutto, centinaia di mutandine bianche, beh magari proprio non proprio pulitissime, diciamo un po’ sbrindellate e belle impregnate dal forte odore di figa

Katzino non ci pensò più di un secondo, fece subito la sua offerta, non poteva assolutamente perdere questa occasione, ne andava della sua salute mentale pensò.

A Nunzia quando lesse l'offerta le prese quasi un colpo, 2.000 euro per poco più di un centinaio di mutande usate? Cinque volte la sua richiesta? Subito pensò a uno scherzo.
Poi una volta che l’acquirente dallo strano nome le confermò la sua proposta e si misero d’accordo per spedizione e pagamento Nunzia pensò che un po’ quasi le spiaceva disfarsi di quelle pezzotte. Da quando usava quelle mutande per pulire, la sua cucina era proprio uno specchio per non parlare di come assorbivano!

Solo nel momento in cui si mise a imballare il prezioso carico, Nunzia si rese conto che le sue mutande-pezzotta facevano parecchio schifo. Passi la mutanda con la macchia rossa che poteva sembrare sangue del ciclo mentre invece era un rimasuglio di sugo alla amatriciana del mercoledì prima. Ma la mutande usate per svitare e riavvitare la caffettiera difettosa, con quelle strisciate marroncine? Nunzia provò a spalmarci sopra un pò di polvere di caffè per non fare proprio una figura di cacca..., vabbeh pensò, queste possono passare per mutande di una ragazza un pò schizzata e nervosa, una che si beve una cifra di caffè al giorno, il problema se mai sono quelle mutande con le macchie verdastri di quando ho pulito la padella con i fagiolini che…

Nunzia scacciò via tutti i pensieri, sigillò tutto perbenino seguendo le indicazioni del compratore che tanto si era raccomandato e lo inviò a un tale Katzino a Milano.
Poverino pensò si è scelto un nick così perché deve avere il cazzo piccolino.
Chissenefrega aggiunse, domani esco prima dal lavoro, vado a comprarmi un paio di costumi e prenoto due settimane al mare a Ladispoli.

Dopo due giorni il prezioso pacco, arrivò a casa di Katzino a cui istantaneamente divento duro appena sentì suonare il campanello del citofono. Risalì le scale di corsa, si chiuse la porta di casa alle spalle, si spogliò e nudo seduto a gambe incrociate sul tappeto del soggiorno, eccitato come un ragazzino aprì il pacco riversandone il contenuto a terra.

Venne travolto da una meravigliosa pioggia di mutande di cotone bianche o forse sarebbe meglio dire che una volta lo erano state. Soddisfatto del suo acquisto iniziò ad annusarle ad una ad una.
Pensò..., fantastiche!!! Sublimi!!!
Altro che quelle mutandine bianche e slavate delle giapponesi.
Questa “Lady Smutandata” doveva essere una vera professionista, una vera perfezionista di cui aveva letto una volta in un articolo di una rivista specializzata, quasi una leggenda, una di quelle rarità di ragazza che per donare ad ogni mutanda un odore particolare si sottopone ogni volta e per giorni ad un regime alimentare diverso: caffè, arancia, melone, melanzane, fagiolini, qualcuna era addirittura ancora bagnata e sporca di sangue dal profumo dolciastro e forse un poco speziato, avrebbe voluto leccarle ma pensò di aspettare per gustarla con calma come dessert.

Katzino pensò anche che le italiane dovevano essere davvero perverse e avere una fuffa forse un po’ strana.
Proprio non riusciva a capire perchè una delle mutande avesse alcuni pezzetti di bucatino cacio e pepe attaccato proprio dove c’era stata la figa.

Ma chissennefrega Pensò Katzino…
Mutandamente parlando katzini e mutande da che mondo è mondo stanno sempre bene insieme.




Nemesi

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