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Storia di tradimento e sesso tra la Donna Bellissima e il Tipo Perfettino...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
16.06.2023    |    4.054    |    8 6.7
""Con un errore", rispose lui..."
Amy Winehouse - Love Is A Losing Game

https://youtu.be/nMO5Ko_77Hk



La storia di tradimento e sesso tra la Donna Bellissima e il Tipo Perfettino è una storia che non c'è...

È per questo, quindi, che non dovrebbe essere raccontata.
Ma a me, se un po’ avete imparato a conoscermi, piacciono le sfide e quindi mi piace immaginarla e pensarne i dettagli come se fosse accaduta veramente.



La Donna Bellissima era, per l'appunto, bellissima.
Ammantata da un’aura di mistero. Sarà per quello sguardo che sembrava guardasse solo te mentre, invece, chissà a cosa pensava. Sarà per quel sorriso appena accennato e ripiegato in se stesso come un pensiero che fa fatica a prendere il volo.
Sarà che, tutto sommato, io la Donna Bellissima non l'ho mai conosciuta e posso parlarne soltanto per l’immagine che mi è stata raccontata una sera dal Tipo Perfettino che da qualche mese tutte le settimane la vedeva in videochat sul monitor del suo PC.

Lui, invece, lo conosco bene. È un caro amico.
Lo immagino, quel giorno in cui accadde la storia che non c’è. Un po’ agitato, anzi decisamente agitato. Vestito di tutto punto, come sempre. Attento al colore della cravatta, da abbinare rigorosamente a quello delle calze. Il colore della cintura e quello delle scarpe. Persino i pensieri lui voleva che fossero in perfetta sintonia con l’istante di magia che pensava avrebbe vissuto da lì a poco.
Eppure quel giorno, una lama di ansia, di preoccupato imbarazzo, squarciava la razionale determinazione con cui il Tipo Perfettino stava conducendo la propria vita così solida e regolare, verso la probabile incognita di una vita diversa o che sarebbe stata diversa, forse per sempre, o per lo meno, solo quel giorno in cui ebbe luogo questa storia che non c’è.

Guidava con precisione, con metodica attenzione, come se dovesse analizzare uno per uno tutti i chilometri, ed erano parecchi, che lo separavano dall'aeroporto di quella città verso cui era diretto e dove Lei, la Donna Bellissima, sarebbe arrivata. Memorizzava i nomi delle località che incrociava come se potessero permettergli, un giorno futuro, di ricordare le proprie emozioni, sempre più confuse, attraverso una lista di luoghi per riuscire a rimetterle in ordine.

Perché sotto quella precisione zelante, il Tipo Perfettino, nei suoi pensieri perfettamente pettinati come i suoi capelli che teneva rigorosamente divisi da una riga diritta e precisa fin da quando era bambino, quasi a voler tenere separati due diverse parti di mondo, nascondeva un miscuglio bollente di pensieri irrazionali.
Viravano dal rosso rovente della passione che avrebbe voluto vivere con la Donna Bellissima, all'inquietante nero della paura di essere inadeguato ed ancora al bianco pallido del timore che dopo avrebbe potuto pentirsene, sfumato nel grigio perla del senso di colpa.

La Donna Bellissima, forse solo per metterlo alla prova, gli aveva chiesto, un giorno, di raccontargli una storia. Lo aveva domandato con un tono seducente ed allo stesso tempo provocante e deciso.
Un po' come se cercasse di vedere nell'espressione che aveva scorto di sfuggita nel volto del Tipo Perfettino, un indizio di folle passione e ne volesse una conferma.
Lui, allora, aveva deciso che la storia che le avrebbe raccontato era la loro storia.
La storia che non c’è.

Aveva lasciato l'auto nel parcheggio per le soste brevi. Era vicino al terminal e poi non sapeva quanto tempo ci avrebbe impiegato. Non credeva molto.
Poi, si chiese: “Quanto tempo per fare cosa?”

Solo allora si accorse che non sapeva cosa sarebbe successo.
Era impreparato, inusuale per lui, e questo acuiva l’ansia che, sotto forma di una fitta allo stomaco, perforava le sue certezze.
Pensò più volte di girare su se stesso, di tornare indietro da dove era venuto. Dalla riunione di lavoro annullata all'ultimo momento. Dalla visita a quel cliente che non aveva avvertito. Dalla moglie che lo aveva chiamato già quattro volte quella mattina. Lui aveva lasciato vibrare il cellulare nella sua tasca ed aveva proseguito per la sua strada. Ora avrebbe voluto cancellare tutto. Chiamare la moglie e proporle di andare a cena fuori la sera. Avrebbe voluto parlare con il proprio capo sull'imminente acquisizione che stavano studiando. Proporre al cliente una nuova soluzione estremamente vantaggiosa.
Ma non lo fece.

Camminò titubante nel terminal, circondato dalla confusione tipica degli aeroporti. Certo, nella zona degli arrivi la fretta è urgente e la gente transita per poco tempo.
Quello necessario per raggiungere la propria destinazione con un taxi, un autista. Accompagnati da un collega, da un amico. Da un amante.

A questo pensava il Tipo Perfettino, dicendosi che lui preferiva l'agitazione statica e logorante dell’area partenze. Dove l’attesa si mescola alla speranza, al desiderio ed alla nostalgia dei ricordi. A questo pensava il Tipo Perfettino immaginando gli occhi inquieti di Lei su di se, anche se a dire il vero l’altra parte di se pensava alla Donna Bellissima.
O meglio, fantasticava sulle sue labbra morbide, sui suoi seni perfetti, su quei suoi grandi occhi verdi, sul profumo della sua pelle e sul sapore del suo sesso liquido.
Poi la vide!


Un errore è un inesatta collocazione del tempo nello spazio, un impreciso allineamento tra speranze e certezze, una deformazione della realtà. Una discontinuità, forte a tal punto da influenzare la percezione di ogni uomo.
A questo pensò il Tipo Perfettino vedendo il “suo errore” camminare verso di lui sulle sue lunghe gambe affusolate. Un abito leggero e morbido sul corpo abbronzato. Lo stesso sorriso provocatorio che lui ricordava. Lo sguardo deciso forse un po’ freddo.
La Donna Bellissima gli diceva con quei suoi occhi profondi come il mare che voleva assolutamente sapere come andava a finire quella storia.
Quella che mai sarebbe esistita.

"Con un errore", rispose lui.
Questa storia finisce con un errore. Così com'era iniziata.

La baciò leggero.

Restò poi fermo a guardarla andare via, mentre la vita, in quell'aeroporto, continuava a fluire con il consueto disinteresse.


Nemesi

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