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Prime Esperienze

La troia, la ragazza e il vecchio del 3° piano (I Parte)


di pollicino
11.07.2021    |    4.672    |    0 9.2
"Luca era esausto ma soddisfatto, si era "sacrificato" per il bene della sua bambina..."
0. Introduzione.

Questo racconto è il seguito del precedente, “La moglie troia e il vecchio porco”; per chi non lo avesse letto, può farlo a questo link, per avere un’idea dei protagonisti e degli antefatti…

1. Premesse e promesse.

Anna aveva partorito un'altra bella e sana femminuccia, e Luca era felicissimo, anche se sapeva bene di non essere lui il padre biologico e che non si conosceva chi fosse il vero genitore.
La famiglia si era allargata, e Camilla - la primogenita - aiutava la mamma con il neonato, mostrando già uno spiccato senso materno.

Anna, però, aveva sempre bisogno, tanto bisogno, di cazzo, e non riusciva più a trattenersi.
La sua fica era rimasta ancora un po' dilatata, le tette erano indolensite dall'allattamento, e lei era tornata a lavorare all'officina, con i colleghi sempre affamati del suo corpo.

Così, una sera, rientrando a casa, incontrò il signor Antonio, il condomino del 3° piano che non l'aveva lasciata in pace nemmeno in gravidanza...
Cercò di mostrarsi cordiale, ma poi fini' per essere per quello che era, e cioè il solito porco...

La prese da parte, e le ricordò che la sua attesa paziente non sarebbe durata ancora a lungo:
- "Signora Anna, tutto bene? Il bimbo? Ma lo sa che Camilla si sta facendo proprio una bella ragazza? Le assomiglia ogni giorno di più...".
Anna non volle contrariarlo, per non scatenare in lui una nuova ondata persecutoria, cercò di minimizzare, e così gli disse:
-" Ma signor Antonio, che dice?, è ancora una ragazzina! ".
Capì immediatamente, però, che quelle parole non erano riuscite a quietare le bramosie del vecchio porco, e infatti questi - spingendola in un angolo in penombra delle scale - contrattaccò deciso:
-"Non fare la stupida, Anna... e non dimenticare che io ho buona memoria... Ricordi quando mi presi il suo culetto che ti avvertii che non sarebbe finita lì?".
Anna lo interruppe prontamente, cercando di fargli cambiare discorso, ma anche stavolta come allora inutilmente.
Il vecchio, che non era stupido, riprese come se nulla fosse:
-"... E quindi, ora è arrivato il momento di completare il lavoro iniziato... D'altronde, immagino che la puttanella non aspetta altro che essere sverginata, in modo da poterlo raccontare alle sue amichette... Facciamo così: tra un mese, me la porti, vedrai che andrà tutto bene... ".

Anna sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, ma sperava con il cuore di mamma che sarebbe stato un ragazzo dolce a farlo, non un vecchiaccio zozzo e depravato che da tempo stava giocando con la sua famiglia!

Ormai, non aveva scelta, era terrorizzata, così cedette al suo aguzzino:
- "E sia!", dichiarò con un profondo sospiro.
Si svincolò dalla presa e corse verso l'ascensore, ma prima lui ebbe il tempo di urlare dietro:
- "E mi raccomando, insegnargli a fare dei pompini decenti!".
Entrambi, infatti, si ricordavano che la volta precedente, per poco non gli graffiava la cappella con i denti...

2. Lezioni di pompini.

Anna tornò a casa con l'animo in subbuglio... Avrebbe dovuto parlare a Camilla, annunciarle che il tanto temuto pericolo si stava concretizzando, e che lei - sua madre - non era riuscita a scongiurarlo.
Era sola con quel terribile segreto, troppo "sporco" per poterlo condividere con un'amica, a cui magari avrebbe voluto chiedere consiglio, e troppo assurdo per condividerlo con suo marito che adorava sua figlia...

Purtroppo, a toglierla d'impaccio (se così si può dire), fu lo stesso signor Antonio, il quale – qualche giorno dopo –, incontrando Luca, da uomo a uomo, gli disse, brutalmente:
- "Ehi, nullità, ricorda a quella troia di tua moglie di istruire bene Camilla!".
Lui non sapeva nulla, e quindi non seppe cosa rispondere... Tacque, dando l'impressione di un muto e servile consenso...
Il poveretto, rientrando a casa, chiamò Anna e – domandandole spiegazioni – ebbe chiarito l'enigma, un macigno per la sua coscienza di uomo e di padre...

La sera, a letto, quei poveri genitori si chiesero l'un l'altro come poterne parlare alla ragazzina, e soprattutto come farla "impratichire" nell'arte del sesso orale.
In casa, l'unico uomo era Luca (Giovanni, il bimbo, era ancora troppo piccolo), e così dovette essere lui a sottoporsi alle "esercitazioni" della figlia...

Anna si diede subito da fare... Non avevano problemi a mostrare le proprie nudità, essendo da sempre una famiglia nudista ed avendo abituato la prole a stare svestiti per casa, percui – approfittando che Giovanni era a scuola – i genitori iniziarono le “lezioni private” a Camilla.
La ragazza era un pò a disagio – non era poi tanto normale dover succhiare il cazzo al proprio padre –, così Anna la rassicurò dicendole:
- "Camy, non ti preoccupare, che papà è ben contento di poterti aiutare!".

Luca si sdraiò sul divano, mostrando un membro di tutto rispetto anche se era ancora a riposo.
Anna e Camilla si inginocchiarono tra le sue gambe, e la madre invitò la ragazza a prendere tra le mani quel cazzo che nel frattempo si era fatto quasi turgido.

Esitava, così Anna le disse:
- "Guarda a me, che poi ripeterai tutto esattamente allo stesso modo".
La donna iniziò dunque ad abbassare lentamente il prepuzio, liberando la cappella già gonfia; poi, con la lingua, cominciò a tamburellare sul frenulo... Con le labbra, appoggiate sul glande, lo leccò, per poi scendere lungo tutta l'asta – che già palpitava – fino alle palle piene di sperma.

A un certo punto, si udì Luca che, con voce roca, invocava la moglie:
- "Cazzo Anna, sei grandiosa, ma se continui così mi fai venire!".
Lei si staccò un attimo, lo guardò negli occhi, e seria replicò a suo marito:
- "Pazienza, amore... Io non ho ancora nemmeno cominciato, devi resistere il più possibile, fallo per Camilla...".
E, rivolta alla figlia:
- "Ricorda, Camilla, che il pompino è un atto di grande amore e rispetto di una donna nei confronti del proprio maschio".

Si scostò un po', e lasciò il posto alla figlia, che ripeté alla perfezione le manovre della madre.

Anna riprese possesso del cazzo di Luca: prese in bocca la cappella, e con calma cominciò ad andare su e giù sull'asta, ingoiandone sempre di più.
L'uomo, mormorando, iniziò ad incitare sua moglie:
- "Siii Anna, così, ancora... Dai, ingoialo tutto... Sei proprio la mia pompinara preferita...".

Camilla, sostituì la madre, e fece sparire quel cazzo quasi completamente nella sua gola, spalancando il più possibile la bocca.
La ragazza succhiò con tanta foga che ben presto Luca urlò:
-" Cazzo, Camy, mi fai godere... Non ce la faccio più... Sborroooo!".

Effettivamente, aveva resistito molto più del suo solito...
Su indicazione di Anna, che la prese per le spalle e la staccò energicamente da quel cazzo, la ragazza si pose a una certa distanza, tale da poter ammirare la forza della sborrata... Sette, otto schizzi di bianca crema calda si proiettarono sul viso di Camilla.

Anna si complimentò con la figlia, e – dato il tempo necessario a Luca per "ricaricarsi" – ricominciarono di nuovo, ma questa volta la giovane ricevette il seme in bocca, in piena gola, e – spronata dalla mamma – ingoiò tutto, con qualche difficoltà, ma alla fine si leccò anche le labbra...

Luca era esausto ma soddisfatto, si era "sacrificato" per il bene della sua bambina...

Quella notte, nessuno dei tre riuscì a dormire: Anna perché era sicura di aver impartito una buona lezione alla figlia; Luca, perché capi che la ragazza avrebbe saputo accontentare anche il maschio più esigente; e infine Camilla, perché non aveva deluso chi aveva sempre creduto in lei...

Nei giorni seguenti, le "lezioni" continuarono, con sempre maggiore intensità e “appetito” della ragazza, che sarebbe giunta all'esame con il signor Antonio ben "preparata"...

3. Cugine “madrine”.

Intanto il signor Antonio, ogni volta che incontrava Anna, si premurava di prendere informazioni su come procedeva la preparazione della fanciulla, e la donna dava ormai per scontato che sarebbe dovuta essere lei a "scortare" la figlia anche in quel maledetto giorno...

Ma il cervello diabolico del vecchio stava immaginando cose che lei non avrebbe nemmeno potuto pensare, e un giorno – prendendola alla larga – le fece capire che avrebbe avuto piacere di aggiungere qualcosa di ancor più “pepato” a quell'avvenimento...
Le disse:
- "Sa, signora, una volta le vergini venivano accompagnate al sacrificio da due giovani compagne... Sarebbe bello se anche Camilla avesse un tale onore, e venisse da me insieme a due - che ne so – amiche, che la assisteranno in un momento tanto eccezionale".

Anna non ce la faceva più, capiva che questo gioco al rialzo non poteva continuare per sempre, ma non sapeva come porvi fine...
Accettò con pazienza anche questa angheria, mise al corrente la ragazza della nuova condizione, e le domando:
- "Cara, conosciamo qualcuna che possa accettare di accompagnarti? E poi, deve essere qualcuna che non va a parlare in giro, sai altrimenti lo scandalo? Fosse per me, non mi interesserebbe nulla, ma non sopporterei di sentirmi spettegolare alle spalle...".
Alla fine, concordarono che le uniche persone adeguate non potevano essere altro che le sue cugine Vanessa e Gessica, due ragazze molto disinibite e di poco più grandi di lei...
Le invitarono una sera a cena, le spiegarono – pregandole di mantenere il silenzio – cosa stava accadendo nella loro casa, e le pregarono di aiutarle.
Le ragazze, accettarono immediatamente, e si offrirono di "preparare" a modo loro la verginella...

Le due cugine, erano completamente diverse fisicamente e caratterialmente.
Vanessa, 23 anni, biondina dai capelli lisci che le arrivavano oltre le spalle, magra ma con una bella terza di tette sode, due capezzoli carnosi e areole piccole, un ombelico perfetto da innamorarsi, aveva una passerina magnifica: totalmente depilata, labbra strette e una bella fessura lunga, era già aperta in entrambi i buchi. Gambe lunghe e sottili, un culo ampio ma non troppo, un sorriso luminosissimo, alta 165 per 55 kg, occhi scuri, era proprio una bellezza che faceva divertire i ragazzi...

La sorella Gessica, invece, più piccola di tre anni, era una bella brunetta: 170 per 60 kg, occhi azzurri e lineamenti da bambolina, una seconda scarsa di seno, con areole più scure e più grandi di Vanessa, aveva praticamente gli stessi capezzoli di lei; gran bel pancino e fichetta depilata, e delle cosce fantastiche.
Inutile dire che pure lei non era "nuova" in nessuno degli orifizi...

Le due sorelle erano già abituate a darsi piacere tra di loro, e vollero verificare subito la situazione: trovarono la patatina di Camilla ancora molto stretta e molto poco elastica...

Perciò, chiesero alla zia di poter "allenare" la vagina della ragazza, ed Anna acconsentì prontamente, con l'unica clausola che l'imene doveva restare intatto, come voleva il porco.

Partirono, tutte e tre – dopo averla attrezzata allo scopo – per la casa al mare che possedevano le due famiglie, ed era la prima volta che Camilla si allontanava da casa senza la mamma...
Giunte sul posto, si denudarono a vicenda, e cominciarono a toccarsi dappertutto, in un sensualissimo gioco a tre, finché i loro reciproci umori non iniziarono a manifestarsi, e se li scambiarono assaggiandoli e sghignazzando...

Intanto Vanessa andò a sistemare al centro del salottino un tavolo basso, scuro, su cui fissò dei sex toys di varie dimensioni: small, medium, large ed extra large.
Lo indicò alla cuginetta, mostrandole per prima come ci si sarebbe dovuta appoggiare: divaricò con indice e medio delle due mani le sue grandi e piccole labbra, e quell'oggetto – “misterioso” per Camilla – fu divorato dalla sua vagina... Cominciò, poi, a fare su e giù come un fantastico smorza candela su un cazzo vero, e quando si risollevò quel cono di silicone era tutto luccicante del suo succo.

Si scansò dal tavolinetto, e con calma disse:
- "Camy, hai visto come si fa? Vieni qui, davanti a me... Allarga le gambe... Proprio sopra il nostro giochino...".
Poi, facendo una leggera pressione sulle sue spalle, la fece scendere prudentemente, fino a che le sue tenere grandi labbra non sfiorarono il toys...

Gessica la aiutò ad aprirsi la farfallina... la tastò internamente e, sentendo una barriera all’apparenza insuperabile, ridacchiando iniziò a spingerci dentro le dita...
Camilla, spaventata, si tirò indietro, e la sorella le urlo:
- "Cretina! Ma sei impazzita! La zia ci ha detto che dobbiamo solo allargarla un po...".
E così dicendo accarezzò con amore i capelli di Camilla... La calmò, e la invitò con un sorriso affettuoso e complice a riposizionarsi sul toys più piccolo.

Camilla fece tutto da sola, guardando negli occhi Vanessa per capire se faceva bene; scese fino a ricoprire tutto il cono con le sue grandi labbra, continuò a scendere ancora un pochino, poi iniziò – ad imitazione della cugina più grande – un saliscendi che la fece godere...
Si sfilò, mostrando una vagina che già era dilatata più di quando avevano iniziato.

Gessica non perse tempo, gli si mise subito sotto per ripulirla da quel liquido che la giovane cominciava a riconoscere; poi le tastò il ventre, e sentì che era insolitamente gonfio...
Le chiese:
- "Se vuoi fare pipi, non ti preoccupare, io la berrò tutta, da brava bambina, mi piace tanto ricevere il pissing, sai?".

Camilla, effettivamente, aveva bisogno di vuotare la vescica, e non impiegò molto a rilassarsi e a lasciar fuoriuscire le prime goccioline di pioggia dorata...
Immediatamente, Gessica aprì la bocca e accolse tutto dentro di sé... Le goccioline divennero un ruscelletto, e poi un impetuoso torrente, che alla fine andò ad esaurirsi…
La ragazza aveva provato una nuova sensazione, non meno esaltante della penetrazione con il dildo.

Poi Vanessa le indicò il toys “medium”… A Camilla sembrò un pò azzardato, ma ci si volle infilzare sopra lo stesso... Non fu semplicissimo, sospesa tra il piacere e il rischio di una deflorazione accidentale, non voluta, ma la voglia era così tanta che, mugolando come una troia in calore, venne un'altra volta…
Ora il suo stato di lubrificazione era al massimo, e quell'oggetto non ebbe difficoltà a farsi scorrere per tutta la sua lunghezza... Sembrava la stesse spaccando tutta, e il grilletto era così gonfio che le sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro.

Gessica era infastidita, sì lo sapeva che non avrebbe potuto cacciarglieli tutti dentro, ma non resisteva a restare con le mani in mano...
Così, le prese il clitoride, lo scappucciò, e iniziò a "maltrattarlo" velocemente, al punto che la ragazza – urlando tutto il suo godimento – spruzzò in ogni direzione un getto mai visto.

Quegli oggetti la stavano facendo uscire pazza, nonostante non fossero usati in pienezza, e lei non era più tanto timorosa.

Senza bisogno di attendere lo sprone delle cugine, Camilla si "sedette" su quello di dimensione “magnum”...
Sembrava impossibile che il suo ventre potesse accoglierlo in tutta sicurezza, ma – con una smorfia di dolore – riuscì a farlo suo...

Ormai il suo corpo era tutto ricoperto di umori suoi e non solo, di urina e di sudore, ma alle due "maestre" venne un'altra idea: la fecero montare in ginocchio su quel tavolo, e le fecero piegare la schiena fino a toccare con il petto la superficie fredda e bagnata.
In quella posizione, le aprirono al massimo le natiche, esponendo uno sfintere bello spalancato.
- "Ah, però, la maialina, davanti è vergine, ma dietro si diverte!", disse Gessica, che era la più porca delle due...
Indossò uno strap-on, prese il suo cazzo di lattice, e glielo spinse senza interrompersi tutto nel retto.
Una volta giunta in fondo, restò immobile, mentre Camilla emise un urlo che le si strozzò in gola... Poi, la bisex cominciò a pompare come un vero maschio, e più si muoveva e più quel buco si faceva cedevole.
Quando, finalmente paga lo estrasse, era una caverna fremente, rosso violaceo, e Vanessa vi si chinò a penetrarla con la lingua.

Fu l'ennesima venuta per Camilla di quel giorno, la quale – stanchissima – crollò a terra.

Compiuta la “missione”, tornarono da mamma Anna che le attendeva in trepidante attesa, e le mostrarono il risultato...
La donna era così eccitata che – come regalo – confermò alle nipoti il privilegio di accompagnare Camilla dal vecchio.

Ormai il giorno in cui Camilla sarebbe stata femmina per sempre era prossimo, e le tre dovevano studiare ogni passo, ogni movimento affinché il signor Antonio ne fosse soddisfatto e decidesse di liberare la famiglia da quell'incubo...

4. La deflorazione di Camilla.

La sera prima dell’incontro, Anna andò dal signor Antonio, per concordare come e dove sarebbe avvenuto quello che lei considerava un autentico stupro – benché Camilla fosse pienamente consapevole e consenziente.

Il porco, si manifestò ancora una volta per tale. Disse ad Anna:
- “Bene, bene… Vedo che siete obbedienti… Ma mi raccomando, voi genitori verrete vestiti, mentre le cuginette – le damigelle d’onore, diciamo così – saranno completamente nude. Camilla, invece, dovrà indossare un abito da sposa, ma senza calze ne scarpe, e nemmeno mutandine”.
Sperando di sfinirlo nei suoi desideri, decise per l’ennesima volta di acconsentire…

Per Camilla scelsero un abito bianco, tradizionale, con la sottana lunga fino alle caviglie, mentre – sopra il corpetto – il “reggiseno” era costituito praticamente da due copri capezzoli, ugualmente bianchi, a forma di cuore e con lunghe nappe.

Luca, invece, preferì un abbigliamento casual, e Anna una minigonna in pelle nera vertiginosissima, da cui emergeva un perizoma bianco a pois neri…

All’ora stabilita, il signor Antonio accolse a casa sua i “partecipanti”, in una sala che la famigliola conosceva bene, ma che sembrava essere stata completamente trasformata: al centro, aveva disposto un grande letto, foderato di rosso bordò.
Tutto intorno, erano cinque scranni – più tardi, Anna e Luca capirono il perché: quel vizioso, aveva invitato allo “spettacolo” anche i suoi tre amicuzzi di sempre –, in un’atmosfera di penombra e luci soffuse, mentre nell’ambiente era diffusa da degli altoparlanti della musica di sottofondo…

A un certo punto, quando gli “ospiti” si furono assisi, si aprì una porta dalla quale entrava una luce abbagliante…
La musica cambiò, e si udì iniziare la classica marcia nuziale, al cui seguito Camilla – con incedere solenne – avanzò scortata dalle due cugine-damigelle completamente nude.
Era splendida, benché con il viso un po’ teso, in quell’abito che era decisamente fuori luogo.
Giunte ai bordi del letto, le cugine si posizionarono rispettivamente alle due estremità dei lati lunghi, mentre Camilla attendeva in piedi sul lato corto faccia a faccia con il signor Antonio, il quale le sollevò il velo e la baciò con la lingua, sussurrandole:
- “Ti aspettavo da tanto tempo… Finalmente sarai mia!”.

Poi, anche lui si fece da un lato, mentre le cugine si avvicinarono; Camilla si voltò, fronte agli spettatori, mentre Gessica e Vanessa – dopo aver disteso un candido lenzuolo – la afferrarono per le braccia e la fecero sdraiare sul talamo; le divaricano le gambe, e infine gliele legarono con delle corde alle caviglie e ai pomelli della testiera ai piedi del letto.

Fu allora che il signor Antonio fece il suo ingresso trionfale sulla scena, al rullare dei tamburi: era nudo e peloso come un orso, una pancia prominente, e un cazzo già in tiro, e con la sua mole di 90 kg incombeva minacciosamente sul fisico esile di Camilla…
Lei lo rivide dopo un po’ di tempo; lui si inginocchiò tra le sue gambe, e le sollevò la gonna fino ai fianchi, per poi “consegnarne” i lembi alle due “damigelle”, in modo che Camilla non potesse più avere libera la vista del suo aguzzino e del suo basso ventre.

Anche lei era completamente nuda dinanzi ai suoi genitori, e tutti gli astanti poterono ammirare la fichetta depilata della giovane…
Camilla non sapeva cosa pensare: aveva paura perché non sapeva ciò che le avrebbe fatto, e ciò che sarebbe successo in quei momenti.

Il vecchio, abbassò il capo e portò le sue labbra a contatto con quella vulva fremente, che si aprì come un frutto maturo sotto ai suoi colpi…
La lingua, la bocca ed il naso erano completamente immersi nella vagina di Camilla; poi, sollevò nuovamente il viso da quel pasto succulento, e con tutte le dita delle due mani andò a divaricarle la vulva, scappucciando il clitoride e constatando la reale verginità della ragazza.

Il signor Antonio inserì due dita nella vagina, e – accertato il perfetto stato di lubrificazione – finalmente si predispose alla penetrazione…
Prima, però, chiamò a se Anna, per un rapido pompino corroborante.

Quando fu tutto a posto, posizionò la cappella turgida in mezzo alle piccole labbra della ragazza, a contatto con quell’imene che stava per sgretolarsi come un tramezzo ormai superfluo, e cominciò ad esercitare una certa pressione.
Vulva e glande pulsavano all’unisono; il porco, piano piano, infilò la capoccia in quel buchino che segnava la strada e spinse sicuro…
Camilla, allora, si rassegnò in attesa della “botta” decisiva che le avrebbe rubato la sua verginità per sempre; iniziò a gridare irrigidendo i muscoli dell’addome, e gridò sempre di più man mano che si sentì affondare quel corpo estraneo dentro...
Lo sentì arrivare con la veemenza di un’esplosione atomica: mai, prima di allora, aveva provato un dolore simile, una calda tortura demolitrice che le lacerò l’imene, e che si estese velocemente per tutto il suo corpo...

Finalmente, il signor Antonio tirò fuori il membro, ed osservò sulla sua asta una lunga scia di sangue: Camilla era stata sverginata!
Lo rimise dentro, e cominciò a pompare, prima lentamente, poi con sempre maggior passione…

Improvvisamente, la giovane sentì come se stesse per svenire, ed ebbe un forte tremore che la scosse tutta: fu il suo primo, stupendo, indimenticabile orgasmo vaginale!

Poco dopo, la sua passerina venne inondata da un fluido bollente che accrebbe ancora di più gli spasmi del suo piacere…

Goduto il vecchio e goduto Camilla, i presenti immaginarono di aver già visto tutto, ma il signor Antonio non era ancora stanco...
Prese allora per mano la ragazza, la fece sollevare dal letto, e – mostrando a mo di bandiera il lenzuolo bianco macchiato di sangue – disse a voce alta in modo che tutti potessero ascoltare:
- "Signori, la nostra Camilla ora è femmina fatta!".

Calò nella sala un silenzio glaciale, e Luca ed Anna, che si tenevano per mano per darsi forza, non seppero trattenere una lacrima di dolore morale per non aver saputo proteggere la loro figliola...

Il porco, però, non era pago... e dopo averle devastato la fica, adesso volle "ripassarsi" pure il culo.
Senza alcun pudore, la voltò e la fece sistemare a pecorina, le passò due dita bagnate in mezzo alle chiappe tra fica e ano, e quindi la impalò con la sua verga nodosa.
Inserì il suo cazzo nel buchino stretto, e andò giù fino a sbattere le palle sulle natiche di lei; poi risalì e ridiscese di nuovo, con estrema calma e precisione...
Camilla - che aveva già avuto il suo "lato b" esplorato da quell'uomo – non batté ciglio, ricevette il “premio” del piacere del signor Antonio palesando così la sua “versatilità”…

5. Abusati ed umiliati.

Nel frattempo, quegli sgherri dei suoi amici, avevano in serbo per Anna e Luca un altro "giochino" per sollazzare il padrone di casa...

Ordinarono a Luca:
- “Spogliati!”.
E lui, prontamente e senza stare lì a pensarci su, si tolse i pantaloni, la camicia e gli slip.
Poi, il primo – dopo avergli depilato totalmente cazzo e palle – lo legò ai polsi su una sedia di legno grezzo, e gli disse:
- “Troietta, hai visto come è stata brava tua figlia? Su, apri le gambe…”.
E Luca, ancora una volta, disciplinato, obbedì.
Un altro, gli andò fra le gambe e cominciò a tirargli con forza il cazzo, ma il pover’uomo non poteva urlare (perché così gli avevano imposto).
Poi il terzo gli prese un testicolo fra i denti: Luca era sudato ma eccitato, come una vera “cagnetta”...
Gli legarono le caviglie alle gambe della sedia, e cominciarono a trafficare con le sue intimità:

Il pene di Luca era ancora flaccido, e così i torturatori ne approfittarono…
Si munirono di cordicelle, abbassarono i testicoli, ed iniziarono a cingere con più giri di corda la parte superiore dello scroto.
Poi, si interessarono dei testicoli, che furono legati saldamente – uno alla volta – e separati tra di loro in un piccolo scroto ciascuno.
Anche l’asta venne avvolta con corda, spira dopo spira, fin sotto alla corona del glande…
Lo scopo di tutta questa operazione era chiaro: impedire il raggiungimento dell’erezione e quindi l’eiaculazione.

Per Anna, invece, pensarono ad una tormento più sottile e “cerebrale”…
Il vecchio, stando ancora in mezzo alle cosce della ragazza, si voltò e le urlò in faccia:
- “Ehi, mammina, lo sai che la tua puttanella ha una fichetta davvero saporita? Ti andrebbe di leccarla un po’ e dargli una bella ripulita?”.

Venne fatta denudare anche lei, lasciandole addosso solo un paio di scarpe ed autoreggenti nere…
Dopo un sonoro schiaffo sulle chiappe da parte di uno degli aguzzini, fu condotta vicino al signor Antonio, il quale – tastandole le tettone piene i latte – le annunciò:
- “Signora Anna, complimenti, sarebbe davvero una bella scrofa da mungere, ma stavolta non ti scopo… In compenso, su, fai quello che ti ho detto, le tue proverbiali capacità saranno sicuramente apprezzate dalla cagnetta appena sverginata!”.

E non appena lui estrasse il cazzo dal culo di Camilla, lei si chinò a quattro zampe su quel corpo tanto amato…
Iniziò baciandola sul monte di venere, come estremo atto d’amore e come riconoscimento ufficiale di Camilla come vera “femmina”

Poi, le aprì le gambe e vi mise in mezzo la testa, baciando anzitutto il clitoride;
iniziò a leccare lentamente, sapeva esattamente dove passare la lingua, e ad ogni lappata portava via consistenti tracce di succhi e sperma rappresi.
Fu incredibilmente brava, tanto che a un certo momento Camilla – che stava impazzendo dal piacere – le sussurrò lascivamente:
- “Oh, mamma!”.
Anna era così infoiata che, senza accorgersene, spinse la lingua ancora più a fondo, quasi a “mangiarle” il clitoride.
La ragazza stava letteralmente impazzendo dal piacere, stava godendo di nuovo anche se in un modo differente… Disse alla mamma:
- “Sì, continua così, leccami… Fammi godere…”.
Anna si alzò, e – infischiandosene di avere le labbra tutte sporche di liquido vaginale – cominciò a leccare anche le tette della figlia, le sue areole e i grossi capezzoli ormai inturgiditi nuovamente.
Bastò un niente, che Camilla gridò come se l’avessero sventrata; non riusciva nemmeno a controllare il suo corpo… L’ennesimo orgasmo della giovane stava distruggendo ogni residuo di pudore rimasto in entrambe.

Anna, era eccitatissima, iniziò ad ansimare, poi venne anche lei…

Il signor Antonio, la guardò con un certo falso senso di schifo, e la rimproverò con fare canzonatorio:
- "Ma guarda questa vacca come gode a vedere sua figlia spaccata! E' proprio vero: tale madre, tale figlia!".

Il vecchio con i suoi amici non volle, però, lasciar andare ancora Anna
senza averne fatto l'ennesimo strumento della loro depravazione...
Si erano accorti, infatti, che le tette della mamma erano gonfie di latte, e che i suoi capezzoli duri dall'eccitazione stillavano gocce del bianco nutrimento.
Perciò, la fecero mettere a quattro zampe su un tavolo – tanto per non diversi chinare loro – e cominciarono a strizzarle quelle bellissime rotondità... Vi si posizionarono sotto in coppia, ed iniziarono a succhiare...

Fu uno spettacolo magnifico: quei maschi attempati e assetati, non smettevano di bere come dei lattanti, e alla fine Anna era mezza dolorante alle mammelle.
Si pulirono la bocca, e uno di loro le disse:
- "Vorremmo averti sempre così piena, sei una vera cagna...".
Un altro, continuò:
- "Ragazzi, però abbiamo esagerato... L'abbiamo prosciugata, e adesso come allatta?".
Tutti esplosero in una rumorosa risata, e indirizzarono le loro attenzioni al marito.

Luca, infatti, aveva ancora i suoi genitali doloranti dalla impossibilità di sborrare per “onorare” le sue donne…
I quattro porci, iniziarono a provocarlo:
-" Ehi, tu... Ma lo sai che sei un affronto alla scienza? Non riusciamo proprio a capire come hai fatto a ingravidare questa vacca e mettere al mondo una puttanella come Camilla...".
Lui, benché eccitato, così legato non riusciva ad eiaculare, facendo imbestialire i vecchi.
Uno dei tre amici, allora, propose:
-"Perché non chiudiamo in bellezza, e ci svuotiamo dentro questo budello?".
Gli altri, compreso il signor Antonio, accettarono la proposta, e – l'uno dopo l'altro – scaricarono ciò che rimaneva nei loro testicoli nel retto di Luca...
Poi, guardando il suo buco sformato che eruttava sperma a ciclo continuo, si dissero:
-"Ragazzi, chi vuole dello sperma alla spina? La prossima volta, perché non lo facciamo bere alla moglie e alla figlia, così resta tutto in famiglia...".

Infine, il porco annunciò a madre e figlia che potevano rivestirsi e slegare il loro maschio, ma ebbe un’ultima diabolica intuizione.
Chiamò a se le due cugine che erano finite in disparte, e gli chiese:
- “Ragazze, che dite, ce lo facciamo un giretto a tre?”
Era evidente a tutti che voleva scoparsele, ma le due erano troppo scaltre ed avvezze ad essere abbordate, replicarono con un sorrisino altrettanto maligno:
- “Eh no, nonno… Non vorremmo che ti scoppiasse il cuore per un infarto…”.

Era la prima volta che il signor Antonio dovette subire una vergognosa disfatta, e così uscì dalla stanza sbattendo la porta, mentre i cinque lasciarono quella casa…
FINE 1 PARTE.
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