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Io e mia sorella (XVI) - il matrimonio di Perla


di pollicino
28.06.2021    |    5.932    |    0 9.6
"La sposa aprì le braccia tese, fino a portarle sopra la linea delle spalle, con le palme delle mani volte verso l'alto..."
1. Premesse.

Dopo le "sperimentazioni erotiche" fatte con Perla nella nostra villetta di montagna, avevamo continuato a vederci e a fare sesso, inventandoci le più strane situazioni ed esibendoci ancora nel prive' dove lavorava la ragazza.
E proprio in quel locale Perla conobbe un uomo, Alessandro, che le aveva fatto perdere la testa.
Con loro, iniziammo ad organizzare scambi di coppia ed ogni altro genere di “unioni”, essendo il compagno della ragazza fornito di grande fantasia.

Un giorno, mia sorella mi chiamò eccitata, e mi raccontò di aver parlato con l'amica...
- "Marco, ho una notizia bomba... Perla si sposa!".
Sul momento, rimasi sconcertato, non perché non si meritasse tutto questo ma perché fino a quel momento non c'era stata la minima avvisaglia di un simile evento.
Poi, però, afferrai per i fianchi (il mio grande chiodo fisso) Giorgia, e baciandola con la lingua in bocca, con passione, risposi:
- "Peccato... Dovremo trovare un altra porcella per le nostre zozzerie".
Ovviamente scherzavo, ero felice per loro due, e sapevo che tra noi non sarebbe cambiato nulla...

Allora mia sorella, ben sapendo della mia insofferenza per le cerimonie, calò la mazzata finale:
- "Sai... Ci hanno invitati come testimoni!".

Ebbe cura di non scendere troppo nei particolari, ma - con un velo di malinconia - soggiunse:
- "Potevamo esserci noi al loro posto... Ma noi siamo troppo scandalosi! Pensa, un matrimonio tra fratelli...".
E con fare dissacratorio si mise a ridere.
Io capii che sotto sotto le sarebbe tanto piaciuto, e provai a sdrammatizzare:
- "Ma a noi non serve nessun legame ufficiale, non ci manca nulla, anzi, siamo molto più liberi di loro!".

Nei giorni a venire, Giorgia mi spiegò anche che avevano voluto un matrimonio "particolare", un matrimonio pagano.

Ero entusiasta dell’idea di poter partecipare con mia sorella a un rito privo di scialbi orpelli, come potevano essere abiti costosi che poi non si sarebbero più usati.
Oltre alle loro famiglie, i promessi sposi avevano invitato i più intimi frequentatori del privè e del sexy shop, uomini e donne che avevamo conosciuti e che avremmo ritrovato anche noi con piacere…

2. Preparativi.

Era la prima volta che Giorgia doveva fare da testimone a un matrimonio ed era elettrizzata dall’idea...
Nei giorni precedenti, come ogni donna, si recò dal parrucchiere, ma poi andò pure dall'estetista: volle infatti curare ogni dettaglio del suo corpo, aggiustò la peluria sotto le ascelle, depilò totalmente gambe e cosce, e diede un'aggiustatina all'abbondante acconciatura del suo monte di venere.
Per finire, si fece dare una "rinfrescata" ai piedini che tutti gli ammiravano...

Io, invece, volli – per una volta – sorprendere chi mi conosceva: mi feci la ceretta su tutto il corpo, tanto che mia sorella quando mi vide esclamò perplessa:
- "Ma sei mica diventato gay?".
Sapeva benissimo che la mia virilità era fuori discussione, ma volle lo stesso stuzzicarmi: si vedeva che era su di giri per la sua amica, e voleva fare di tutto per farle fare bella figura, sia a livello personale che lavorativo, perché un buon successo di quel matrimonio si sarebbe ripercosso positivamente sul privé.

3. Presentazioni.

La cerimonia si sarebbe svolta di notte, e la temperatura si annunciava assai gradevole, forse un pò fresca, ma non ci facemmo caso dato l’alto livello di concentrazione che si respirava.

Avevamo indossato entrambi una sorta di impermeabile lungo alle caviglie, giusto per coprirci fino a che non saremmo giunti a destinazione, benché Giorgia (che si stava facendo ancor più disinibita) volesse uscire di casa così come eravamo.

Dopo un paio d'ore di macchina, trovammo finalmente le indicazioni “personalizzate” che gli sposi avevano disseminato sulla strada, e che ci guidarono al bosco del Grande Rito.
Entrati nello spiazzo del parcheggio, notammo che tutti erano già nudi, e mia sorella fu felice di potersi liberare da quel pastrano che mortificava le sue forme generose.
Notai anche che già qualcosa le luccicava tra le cosce. Le sussurrai:
- "Calmati, e vedrai che prima di sera avrai accolto qualcosa di solido là dentro".
E, sospingendola con una mano sul suo bel sedere, la invitai a procedere...
Nel bosco, trovammo gli sposi che ci attendevano con i testimoni dello sposo (noi, infatti, eravamo i testimoni di Perla). Per la verità, si trattava delle testimoni, due splendide fanciulle che ci vennero presentate come le sorelle di Alessandro: Ramona e Lucrezia.
Ramona, 34 anni, era alta circa 1 metro e 70, longilinea, occhi color nocciola e capelli castani lisci e lunghi fino alle spalle. Aveva una seconda scarsa di seno, con dei capezzoli sottili ma appuntiti, fianchi abbastanza stretti e un bel praticello nero le copriva la fica.
Il sedere era alto e sodo, e le cosce rasentavano la perfezione.
Lucrezia, invece, aveva 29 anni, ed era un po' più robusta della sorella: capelli biondissimi a caschetto, alta 1 metro e 65, ma con due tette da 5 misura, aureole larghe e capezzoli sfuggenti, era quasi la controfigura di Giorgia; fianchi ampi e pancia evidente che le scendeva fin su un monte di venere totalmente rasato, faceva da cornice a delle piccole labbra sporgenti e voluminose.
Infine, cosce grandi e piedini sottili ne completavano la figura che non passò di certo inosservata.

Da maschio, non restai indifferente a tanta roba, soprattutto restai incantato da Lucrezia, al punto che mia sorella dovette darmi una energica gomitata sul fianco per farmi tornare presente a me stesso.

Fatte le dovute presentazioni, prendemmo posto sul prato, illuminato da molte fiaccole, mentre gli altri invitati erano già lì: maschi e femmine, giovani e anziani, bambini e bambine erano - nudi – raccolti in cerchio.
Tutto era quindi pronto, e il rito poteva avere inizio...

4. Il Grande Rito.

Perla era uno spettacolo, col suo fisico mozzafiato e il velo, che dal capo le scendeva lungo i fianchi, fino alle belle natiche che parevano scolpite nel marmo.

Avanzò con incedere elegante, e mentre Alessandro già si trovava là davanti, lei si accinse a circondarlo con un cerchio di fiori bianchi, dopo di che lo raggiunse anche lei in quello spazio sacro e chiuse il cerchio.

Poi, gli amanti, tenendosi per mano, iniziarono la cerimonia invocando le divinità e dicendo:
- “Oh Grande Dea, e Grande Dio noi vi invochiamo in questo sacro giorno per assistere alla nostra unione, nel corpo e nell’anima; noi vi chiamiamo a partecipare al nostro rito di unione!”.

Si sedettero sull’erba, e per un lungo istante si guardano negli occhi…
Quindi, all'unisono, pronunciarono la promessa:
- “Sono qui oggi per unirmi a te perché ti amo…”.

Poi Alessandro prese l’anello e disse: “per il seme e la radice, per il fusto e la gemma, per la foglia e il fiore, per la vita e l’amore, nel nome del Dio e della Dea, io prendo te dal risveglio del sole al corso delle stelle. E la morte non potrà separarci”.
E le infilò l’anello...

Perla, visibilmente commossa, prese l’anello, pronunciò la medesima promessa, e mise l’anello al dito dello sposo.

Intanto, io e Giorgia porgemmo agli sposi un nastro bianco; e loro - tenendone ognuno un estremo con una mano, senza lasciarsi con l’altra - avvolsero il nastro intorno ai polsi delle mani con cui si stavano tenendo.
Compiuta questa azione, si scambiarono vicendevolmente il "bacio dell'unione".

Si alzarono, sempre con i polsi legati, stando l'uno dinanzi all'altra, e Alessandro disse:
- “Spiriti di Aria, siate testimoni del nostro amore. Vegliate su di noi e offrite alla nostra unione il dono della Fertilità”.
Si inchinarono, e lui mise il dito medio nella vulva di Perla.

Poi toccò a Perla parlare:
- “Spiriti di Fuoco, siate testimoni del nostro matrimonio e offriteci il dono della Virilità".
Si inchinarono nuovamente, e Perla scopri il glande di Alessandro.

Quindi, lo sposo, riprese:
- “Spiriti di Acqua, siate testimoni della nostra sincerità. Vi chiediamo di vegliate e offriteci il dono del Desiderio”.
Un nuovo inchino precedente un sensuale tocco delle tette della sposa.

Infine fu Perla a dichiarare:
- “Spiriti di Terra, siate testimoni della nostra Costanza".
E pose le sue mani sui glutei dello sposo...

Conclusero questo momento così intenso proclamando, di nuovo insieme:
- “Dolce Dea e Grande Dio, siate testimoni della nostra unione e del nostro amore. Offriteci il dono dell’Eternità”.

Allora si tolsero il nastro dai polsi, senza però scioglierlo: lo avrebbero poi deposto sotto il letto nuziale...
Ci fu un grande applauso da parte di tutti i presenti, come segno di approvazione, e preludio per la parte più “pura”, il “Grande Accoppiamento Rituale”.

5. Il “Grande Accoppiamento Rituale”.

Adempiuto il rito dell'unione matrimoniale in senso proprio, gli sposi dovevano ora "compierlo" in senso intimo.

Fummo invitati ad entrare nel cerchio anche noi testimoni…
Ramona e Lucrezia, le sorelle dello sposo, le aprirono le natiche andando a cercare lo sfintere, una per volta la incularono con le loro fameliche lingue, e cominciarono a succhiare avidamente – prendendone ciascuna uno tra le labbra – i capezzoli della sposa: erano succhiate tremende, che ebbero per risultato quello di farla eccitare parecchio. Perla mugolava, e nel delirio dell’estasi disse:
- “Ancora, vi pregoooo… Mi stanno esplodendo le tette… Voglio essere la vostra cagna”.

Poi, le due maiale si sistemarono fianco a fianco, alle spalle della povera sposa, la fecero distendere supina, e con le loro braccia incrociate realizzarono una sorta di cuscino che accogliesse il capo di Perla.
La sposa aprì le braccia tese, fino a portarle sopra la linea delle spalle, con le palme delle mani volte verso l'alto.
Io e Giorgia la prendemmo per le caviglie e le divaricammo le gambe, in maniera tale da mettere in mostra la sua passerotta già vogliosa.
Mi chinai, le strofinai vigorosamente il pube, e quindi – guardandola mutamente – gliela lappai con forza, massaggiandole il clitoride. Memore di tutte le volte che le avevo già riservato questo “servizietto”, Perla ebbe un intenso orgasmo, che la lubrificò oscenamente… Chiuse gli occhi, poi li riaprì e mi urlò:
- “Siiiiiii… godooooooo… mi stai entrando dentro le budella…”.
Lo disse, ritraendo le gambe fin sul petto, e tale reazione scatenò in me una sborrata che andò a bagnarle lo sfintere, così rimasto esposto.

Allo stesso tempo, mia sorella andò a inginocchiarsi dinanzi ad Alessandro, e prese ad abbassargli la pelle del prepuzio, massaggiandogli anche i testicoli.
Gli praticò un pompino dei suoi, e questa pratica fece si che tutta l'asta diventasse durissima...
Vide che il glande iniziava a contrarsi e si fece da parte. Avrebbe voluto ricevere in premio quel succo denso di cui si era “nutrita” più volte, ma sapeva che quella notte non era per lei...
Lo sposo, la afferrò per un braccio, le sorrise e le sussurrò, in modo che nessun altro potesse ascoltare:
- “Sei stata fantastica, con un’altra sarei venuto, ma tu hai saputo portarmi fin sulla soglia del piacere…”.

Ora, Alessandro era in mezzo alle gambe della moglie, mentre io e Giorgia ci disponemmo all'altezza dei fianchi di Perla: le aprimmo prima le grandi labbra e poi le piccole... Un penetrante profumo di fica andò a colmare le mie narici...
Lo sposo non perse tempo, e scese nel ventre di sua moglie come una lama calda nel burro...
Preparato sapientemente da mia sorella, gli bastarono pochi colpi decisi per scaricare nell’utero di Perla fino all’ultima goccia del suo seme:
- “Ricevi il mio seme e fai nascere una nuova vita”, disse lui con tono sacrale.
Lei, gemette di piacere, ma le cognate non se ne accorsero, impegnate com’erano in una lesbicata incredibile con Giorgia.

Quando finalmente Alessandro si sollevò esausto, mia sorella lo sostituì tra le cosce fradice dell'amica, e iniziò a ripulirla, fino a che il monte di venere non ne risultò visibilmente lucido di saliva.
A quel punto mia sorella, guardandola dal basso verso l'alto, le sussurrò in tono ironico:
- "Complimenti, Signora, ma ricordati che sei sempre stata e sempre sarai la mia troia...".
Perla, benché stanca, non perse tempo a dimostrarle che non era davvero cambiato niente...
La tirò per le mani, faccenda scivolare con fare sensuale sul suo corpo fino ad incontrare con la lingua la vagina di Giorgia, che dallo spettacolo – dato e ricevuto – era un lago.

La mia porca sorellina era scatenata, e si fece scopare tutta: le mani di Perla le tormentavano le mammelle e i capezzoli, incessantemente, la fica e l’ano...
Alla fine, stanche, si baciarono sulle labbra, si sorrisero, e terminarono quel delizioso spettacolo con un "69" mozzafiato.

Io e Alessandro ci stavamo lentamente masturbando, percui ci fu bisogno che le nostre rispettive femmine ci aiutassero a svuotare i testicoli da tutto quel piacere inaspettato.

6. Auguri di prosperità.

Compiuta anche questa parte del cerimoniale, mangiammo – sempre a suggellare le prescrizioni del rito pagano – frutti e dolci con gli invitati.

Nel corso del banchetto – durante il quale si assistette a palpeggiamenti e strusciamenti vari tra tutti i partecipanti – ci fu un ospite particolarmente intraprendente che ricordò allo sposo una antica tradizione giapponese, foriera di auguri di fertilità per la sposa: il bukkake, secondo la quale la sposa veniva posta al centro di un gruppo di uomini che la sborravano in volto.

Proposta questa “tradizione” a Perla, la sposa – ancora sessualmente eccitata da quella nottata di sesso – accettò volentieri, senza troppi problemi e senza bisogno di insistere, ma fece una contro-proposta: avrebbe voluto che la sborra fosse stata indirizzata su tutto il corpo, che avessero partecipato anche le donne con il loro squirting, e soprattutto che – come “damigelle di sperma” – la avessero “accompagnata” anche Lucrezia, Ramona e Giorgia.

Mia sorella, ancora traumatizzata del bukkake “subito” durante il casting, esitò qualche istante, ma poi – eccitata dall’idea sperma/squirting – accettò di buon grado…

Le quattro ragazze si portarono nuovamente al centro del cerchio e si inginocchiarono, mentre Alessandro – che in qualità di sposo non avrebbe partecipato, ma soltanto assistito – si posizionò in disparte per riprendere con la telecamera il tutto.
Io pensai, tra me e me, che mia sorella sarebbe stata nuovamente sotto l’occhio impietoso di una telecamera, ma stavolta eravamo tutti e due più tranquilli poiché eravamo entrambi presenti e pronti a sostenerci.

Gli ospiti iniziarono a sfilare dinanzi a quei corpi fantastici, a quelle mani sapienti ed esperte che cominciarono a pompare i cazzi e a stimolare i clitoridi già grossi delle femmine…
I primi schizzi furono quelli di un grosso e largo cazzo con palle enormi, che si indirizzarono sugli occhi di Perla, per poi scendere – caldi – lentamente lungo le gote, fino ai lati della bocca…
La ragazza, cacciò fuori la lingua lateralmente, prima a destra e poi a sinistra, andando a raccogliere ogni più piccola goccia di seme e ingoiandolo tutto… Quel che ne restava, continuò a scendere sul mento, e poi precipitò sul seno, andando a “lucidare” i capezzoli enormi più che turgidi e le areole larghe.

Gli si “presentò” un altro cazzo, e poi un altro ancora… Li afferrò con entrambe le mani… Erano già eretti, e lei li diresse uno su ogni mammella, per fargli deporre su ciascuna un succo abbondante e bollente che ne ricoprì l’intera superficie

Il quarto dei maschi le bloccò con forza la testa, per farle accogliere la cappella tra le sue labbra che, insieme al movimento delle mani, lo masturbarono brutalmente.
Quando esplose tutto il suo piacere, direzionò il foro sulla punta della cappella a colpire l’ombelico… Fu impressionante come quel fluido lo penetrasse profondamente per poi rimbalzare fuori, e – seguendo la linea del suo ventre – colare giù fino a morire sui ricciolini nerissimi del suo pelo…

Tutte quelle pompe e quelle fantastiche eiaculazioni si erano succedete per almeno una mezzora, prima che la prima donna – una femmina matura – si decise a proporsi…
Era una femmina incantevole, sui 70 anni, una seconda scarsa di seno, con delle areole piccole ma grinzose, e dei capezzoli eccezionalmente piccoli. Il ventre era un po’ prolassato, e la fica – con belle labbra sporgenti – era già aperta a stuzzicare il grilletto.
Stava a gambe larghe, e con quattro dita aperte della mano destra, si stava violentemente masturbando; a un certo punto, la sentii urlare, e contemporaneamente emise uno schizzo che sembrava non avere più fine.
Perla parve annegare in quel magnifico liquido, ma non volle sottrarsi all’augurio che quella donna le stava facendo…

Il bagno di sperma e squirting sui suoi lineamenti l’aveva resa irriconoscibile ma felice, e pure Alessandro si stava eccitando da morire…

Intanto, anche le altre si stavano dando da fare, e Giorgia in particolare… Decisi allora – dopo aver goduto su Perla, di ripagarla dall’umiliazione del casting…
Feci finta di capitare casualmente dinanzi a lei, la quale mi guardò con i suoi bellissimi occhioni pieni di felicità e sottomissione… Lei agguantò quell’uccello che le era così “familiare”, se lo mise in fica – sapeva che così sarebbe diventato di marmo in quattro e quattro otto – e, non appena sentì che stavo per venire, lo estrasse e si prese un getto potentissimo sul seno…
Sapeva, altresì che sborravo copiosamente, percui guidò gli innumerevoli schizzi su tutto il torace…
Alla fine, era completamente coperta da una coltre densa e biancastra, dai capelli al ventre.
E quando sentì scrosciare un applauso, finalmente ritornò in se stessa, si guardò a destra e sinistra, e vide per prima la sua amica Perla, la quale – ripulitasi nel frattempo da tutti quei fluidi – le disse, compiaciuta:
- “Non avrei mai immaginato la tua capacità di accumulare tanta sborra!”.
Non sapeva, infatti, quello che Giorgia dovette subire in quel palazzone dell’agenzia che le fece il provino.

7. Epilogo.

Dopo quella serata, ci furono tante altre feste hard a cui partecipammo con quella coppia, ma quel matrimonio restò senz’altro il party più piacevole a cui avevamo partecipato.

FINE.
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