Racconti Erotici > Lui & Lei > Come far godere la sorellina (II parte)
Lui & Lei

Come far godere la sorellina (II parte)


di pollicino
30.10.2021    |    1.771    |    0 9.2
"– “Cazzo, fai piano! Mi stai sventrando! Sei grosso, te ne rendi conto?, e io sono davvero vergine lì dietro”, inveì Adele che si sentiva squartata come un..."
6. La cena delle beffe.

Per quel fine settimana Luciano chiese ai genitori – che sapeva sarebbero rimasti a casa in città – le chiavi della villetta di campagna.
Insieme ad Adele, che per tutto il tragitto non spiccicò parola tanto era ancora arrabbiata con lui, prepararono la piscina e la tavola, e accesero i lampioni… Proprio quei lampioni a cui lui era stato legato e fotografato nudo la volta precedente…

Era il tramonto quando Bonnie e Clyde arrivarono con un sorriso smagliante e portando una bottiglia di spumante comprata per l'occasione.

Anita, contrariamente alla sera che cambiò il suo rapporto con Luciano, era vestita con un tubino rosso fuoco, sotto al quale – insieme al suo magro figurino – risaltava quell’aggressivo e ingombrante culo che non trascurava mai di esibire con orgoglio.
Davanti, invece, sotto una vertiginosa scollatura a V si stagliava un busto quasi piatto, con la sua seconda misura scarsa ma soda: forse per questo non poteva soffrire la piccola Adele, che con la sue quinta naturale e tremendamente solida la innervosiva...
Inoltre, aveva con sé una piccola borsetta da sera, contenente gli "attrezzi del mestiere".

La sorellina, invece, aveva deciso di esagerare – per far ingelosire ancora di più Luciano –, scegliendo un completino sexy nero fatto di una gonnellina ascellare lunga (si fa per dire) non più di 15 centimetri dalla vita, dove era tenuta su da una cintura dello stesso colore.
Sopra, un corpetto di pelle borchiato si apriva nel mezzo, e risaliva su fino a chiudersi dietro al collo, lasciando nude – oltre che le spalle – quasi metà di quelle splendide mammelle che per la forza di gravità scendevano leggermente verso il basso, appoggiandosi graziosamente al suo ventre.
In tutto questo tripudio di erotismo, la sua eccitazione veniva spudoratamente manifestata dai capezzoli turgidi...

Anche Luciano faceva il sostenuto, ma per ragioni diametralmente opposte, e cioè perché sapeva bene che Pietro avrebbe sfoggiato, con le "sue" donne, tutti i suoi 25 centimetri di virilità, lasciandolo angosciarsi in una invidia che se lo mangiava vivo.

La cena a bordo vasca scivolava via tranquilla, quando il "Don Giovanni" della serata si alzò in piedi e – dando un leggero colpo di forchetta sul vetro del suo calice – suggerì un brindisi:
- "Alle signore qui presenti, che la vita gli sorrida sempre...".
- "E al cornuto", aggiunse malignamente Anita, guardando decisa Luciano, "che anche questa sera imparerà qualcosa dell'arte amatoria".
Poi, scoppiò in una sonora risata, si portò dietro l'ex compagno e gli sussurrò in un orecchio:
- "Sai cosa devi fare, vero? Non ci sarà bisogno di legarti, ormai ti è chiaro qual'è la tua funzione... Vai, e spogliati...".

Luciano, a testa bassa obbedì, evitando di incrociare lo sguardo di sua sorella, a cui – nel frattempo – si era dipinta sul volto una smorfia di disprezzo nei suoi confronti...
Dietro la sapiente regia di Anita, che via via gli indicò da vera mi stress l'indumento da togliere, il poveretto in breve tempo restò completamente nudo, con la sua grottesca "appendice" di 12 centimetri, penzolante.

Allora, fu la volta del vero uomo, Pietro, che fu introdotto al centro di quell’immaginaria corte dalla "cerimoniera" con poche ma avvincenti parole:
- "Questo, invece, signori, è il maschio, il macho... Impara a riconoscerlo, Adele!".
Disse ciò fissando la ragazzina che, d'altra parte, già se lo mangiava con gli occhi...
Il suo vigore fisico si palesò, e quando quel biscione di 23 centimetri prese a oscillare tra le gambe del fortunato proprietario, Adele non poté fare altro che rimanere a bocca aperta, entusiasta di cotanta magnificenza.

Messi sinceramente a confronto, quei maschi sembrarono provenire da pianeti differenti, un “bronzo di Riace” contro un insignificante ranocchio…

E fu l’ora delle due femmine... Pietro, porgendo cavallerescamente la mano ad Anita, e guardando Adele, la invitò:
- "Mia cara, vieni qui e diamo una bella lezione alla bimba di come si spoglia una vera femme fatale...".
Anita non se lo fece ripetere due volte, e subito – come una cubista che si libra a suon di musica – iniziò a levarsi quel tubino che la fasciava così stupendamente...
Si fece aiutare dal suo uomo ad aprire la cerniera che da dietro al collo scendeva giù fino quasi all’osso sacro; poi, dando le spalle a quel piccolo insieme di "spettatori", svestì anche le maniche, e poi ancora la parte che le vestiva il torace fino alla vita... Lentamente, restando ferma sulle gambe, girò il tronco verso Adele e le disse, con tono di sfida:
- "Vedi, non è necessario fare sfoggio di un paio di tette gigantesche per prendersi un uomo...", mettendo così in chiaro che tutto quello che sarebbe successo di lì in avanti tra lei (Adele) e Pietro era solo una parentesi, e che lui le apparteneva.
La ragazzina, ad ogni modo, rimase incantata da quella seconda misura: infatti, su quel petto molto particolare innalzavano due capezzoli che – sebbene normalmente fossero poco più che rispettabili – ora erano diventati appuntiti come spilli e pronti a "scorticare" ogni cappella che gli si fosse parata dinanzi...

Anita, comunque, ritenne essere quello il momento di offrire la sua parte migliore… Si calò fino ai piedi ciò che restava ancora a coprire le sue grazie, e non indossando sotto nemmeno un piccolo perizoma, svelò in totale libertà il suo celebre e immenso culo…

7. Esame orale… e di equitazione .

Anita, recuperò il suo posto accanto a Pietro, il quale la “premiò” per l’ottima esibizione con un leggero schiaffetto su quelle natiche paffute.
Ma la ragazza non si sentì ancora soddisfatta: spinse il bacino all'infuori, come a porgere a chi lo desiderava la visione della sua fica perfettamente liscia e rasata di fresco, con le grandi labbra un pò più disunite del normale, forse a causa delle ormai frequenti, energiche penetrazioni “subite” da parte del palo di carne di quel macho.
Pietro, a quella vista, non resse oltre, e – ripensando a tutte le volte che gliela aveva leccata fino a farla godere – pensò bene che adesso toccava a lei far vedere a tutti cosa sapeva fare…
Perciò, le chiese:
- “Ninì” – già si chiamavano con i nomignoli – “stasera ho bisogno di essere in splendida forma… Datti da fare, facciamo vedere di che pasta sei fatta e insegna alla ragazzina come far godere un uomo…”.

Anita, in poco tempo da quando stava con lui, era diventata una vera e propria “Principessa del Pompino”, e così – mettendosi in ginocchio ai suoi piedi e chiudendo gli occhi – glielo prese ed iniziò a pomparlo a due mani.
Poi, si fermò guardandolo negli occhi, e gli fece una promessa solenne:
- “Ti farò un lavoretto indimenticabile, da manuale!”.
Allungò una mano ed afferrò il barattolo di cioccolata che era sul tavolo, e con due dita ne prese un pò e la spalmò sul glande.
Si chinò con la testa, racchiudendolo tra le labbra che accarezzarono tutta la lunghezza dell’asta.
La leccò dolcemente, partendo dalla cappella e finendo sui testicoli, e dopo ogni leccata prese il cazzo e lo ingoiò completamente, facendolo sbattere in fondo alla gola…
Con la bocca era fantastica, la sua lingua saettava sulla testa turgida, enorme e paonazza di quel cazzo così ciclopico… Ci sapeva davvero fare, e Pietro dovette ammettere in cuor suo di non aver mai incontrato, prima, una donna cosi speciale.
Pompata dopo pompata, era diventato così grosso che Anita non riuscì più a farlo entrare completamente dentro.
Ma non era ancora soddisfatta, quindi piegando la testa di lato riprese a scendere lungo l’asta, giù fino a leccare le palle.
Dopo quel meraviglioso, esperto pompino di dieci minuti, fatto con passione, Pietro era molto eccitato, e il suo cazzo pulsava all’impazzata, e stava per venire.

Allora glielo strappò di mano, e lei – come una bimba a cui era stato tolto il giocattolo preferito – lo fulminò con lo sguardo. Poi gli ordinò:
- “Cattivo, sdraiati!”.
A questo punto, il macho si era fatto remissivo, ben sapendo che quella ragazza era molto fantasiosa e non l’avrebbe deluso…
Gli salì sopra, a cavalcioni, dandogli la schiena, e se l’infilò tutto dentro – guidandolo con una mano –, con una lentezza esasperante. Arrivata a sbattere sull’utero, lo strinse – come fosse una tenaglia – con la fica, che pareva lo volesse stritolare con la forza dei suoi muscoli vaginali…
Lì, sul fondo, cominciò a muoversi con determinazione, facendo il classico movimento “dentro-fuori” e ogni tanto ciondolando in “avanti-indietro”.
Quel “missile” sembrava impazzito, e lei, urlò fuori controllo:
- “Prendimi, sono la tua troia, possiedimi, donami una gran sborrata…”.
In quel frangente, Anita non seppe nemmeno lei quante volte venne: era l’immagine perfetta della lussuria, e ogni tanto lui sentiva la sua vagina bagnarsi e il suo umore gocciolare lungo l’asta.
Continuò a cavalcarlo in quel modo fino a quando una bollente e interminabile sborrata non venne accolta nel suo ventre…

8. L'imbarazzo di Adele.

Adele, benché etero, provava un grande piacere nel contemplare il corpo nudo di una donna… Ebbe un fremito di compiacimento dinanzi ai ripetuti orgasmi – di lei e di lui – che si erano succeduti in poco tempo, e le venne istintivo toccarsi nelle parti basse...
La cosa non sfuggì a Pietro, che – con quel cazzo massiccio, oscillante e ancora grondante di umori e di sperma – gli si avvicinò e, prendendola per un braccio, la strattonò fino a metterla in mezzo tra se e Anita (anch'essa ancora nuda), e a muso duro le disse:
- "Visto che sei già così calda, puledrina, vediamo un pò come sei fatta?".
E stava per toglierle di dosso – con irruenza – ogni sorta di indumento, quando ecco che intervenne Anita e lo bloccò:
- "Fermati... Ci penso io...".

Posò poi amabilmente una mano sul capo della ragazza, e le carezzò i capelli, seguendo il contorno del viso e risalendo sfiorandole le labbra e la cresta di quel nasino così provocante...
Tornò indietro, nuovamente sui capelli, e ridiscese fino alle spalle, seguendone la siluette con un dito. Descrisse tutta la sua sagoma, dalla schiena nuda fino al sedere fasciato nella mini.
Adesso era Anita che si stava eccitando: senza veli, non ebbe difficoltà a strofinarsi in mezzo a quella fessura che aveva già accolto Pietro, ma che ora era ben altro ciò che voleva...
Insomma, si stava risvegliando in lei quel lato lesbo che aveva conosciuto da bambina...
Le sorrise, e in quel sorriso non c'era più l’asprezza che l'aveva contraddistinta per tutta la serata.
Adele, dal canto suo, cominciò a sentirsi confusa, in autentico imbarazzo: in tutta la sua vita, infatti, non aveva mai pensato di puntare le sue attenzioni erotiche su una donna, seppur molto attraente come Anita.
La quale, improvvisamente, la baciò, senza lasciare più le sue labbra, ma anzi riuscì a “scardinare” la sua bocca serrata e vi introdusse la lingua bagnata di autentica cupidigia.
Era una situazione incredibilmente piacevole ed eccitante... Anita sentì un improvviso calore in mezzo alle gambe, e fu chiaro che sarebbe rimasta inappagata se il loro contatto si fosse fermato ad un semplice bacio.
- "Ora sei tutta mia", le bisbigliò poi all'orecchio cominciando a succhiarle il lobo grassottello, e a umettarlo con la sua saliva.
Le mise le mani sulle spalle e la fece girare... Il collo della ragazzina era splendido, di un candore assoluto, circuito dal cordino che sorreggeva il corpetto in pelle...
Anita, prese tra due dita delle due mani i capi di ciascun laccetto e tirò... In breve, lo sciolse e quel bustino le scivolò sul davanti... Ora la schiena di Adele era scoperta, così come anche l'esuberante seno...
Le mise le mani sui fianchi, mentre si chinava per omaggiare con un tenue bacio la nuca.
Sempre stando dietro di lei, la abbracciò e le risalì il torace, fino ad andare a stringerle i capezzoli che nel frattempo erano diventati durissimi... Ci giocherellò per qualche istante, e poi palpeggiò con trasporto le grosse tette...
Non avrebbe mai immaginato di trovare su un corpicino così esile ma ben strutturato, delle mammelle tanto notevoli.
Con un breve gesto fece di nuovo voltare la piccola, si inginocchiò ai suoi piedi e non poté fare a meno di soddisfare il prepotente richiamo di quei chiodini... Li afferrò gentilmente tra le labbra, e con altrettanta morbidezza li tirò a se... Li trattenne ancora, e poi li fece rimbalzare all'indietro, mentre le tette non si mossero di un millimetro, non ebbero il benché minimo sobbalzo.
Anita le baciò il ventre, mentre scendeva... Aveva voglia di scoprire di più, voglia di lei, e il profumo di femmina che emanava da quel corpo sempre più forte la avvolgeva, e lei non seppe resistere...
Con la guancia appoggiata sulla sua pancia, Anita ne ascoltò il respiro, e dopo pochi secondi le due cominciarono a respirare all’unisono.
- "Come vorrei che il mondo intorno svanisse e restassimo solo io e te... Su, fammi vedere cos'altro c'è di bello...", le disse, innamorata del suo corpo. E senza darle il tempo di ribattere, cominciò a sbottonare anche la minigonna, che immediatamente volò via.
A quella bellissima creatura restava solo il perizoma…
Anita le tastò il culetto, e constatò che quella sottile strisciolina verticale di tessuto le si era introdotta in profondità tra le chiappe.
Ma non si scoraggiò… Era troppo presa dal voler scoprire ciò che restava ancora nascosto, e abbassò le mutandine di Adele fino alle caviglie.
Restò muta dinanzi a quello spettacolo così sublime, e la ragazzina stava lì, immobile per l'imbarazzo.
Poi, a rompere quel silenzio irreale fu proprio Adele, che con un timido filo di voce le chiese:
- "Ti va di baciarmi?".
Erano in eccezionale sintonia, e fu allora che – per la prima volta – la piccola cominciò senza indugio ad accarezzare in ogni parte il corpo di Anita, senza vergogna, ne pudore.
Era incredibilmente attratta dalla sua patatina: la sfiorò con le dita… ma non le bastò, volle sentirla meglio e così gliela baciò con passione.

Aveva un buon profumo, che non si poteva spiegare a parole, e Anita – dopo averla fatta coricare nella posizione del “69” – fece lo stesso con Adele, e fu meraviglioso: le prese le cosce fra le braccia e le allargò le gambe; le parve di impazzire, il contatto tra la lingua ed il clitoride provocò ad entrambe dei goduriosi brividi lungo la schiena...
Adele cominciò a gemere forte quando sento la sua lingua tra le labbra, finchè arrivò l’orgasmo, che la fece letteralmente impazzire.

Mentre ormai quell’intenso piacere stava scemando, la ragazzina si accorse – con stupore – che non provava più alcun disagio...
Era assolutamente serena, e si sentiva appagata!

11. Finalmente... in fica.

Pietro era un vero stallone, un maschio che – oltre ad avere la resistenza di un toro – aveva anche l'incredibile qualità che gli bastava poco per ritornare in tiro.
E così fu anche quella volta, quando decise che era arrivato il momento di fare di Adele una “femmina”.
Con una manata, sgomberò il tavolo da ogni suppellettile, e vi adagiò la ragazza.
Mentre Anita aveva ripreso a limonare con lei, lui controllò la situazione in mezzo alle gambe della piccola... Con due dita le divaricò le strette labbra vaginali, e verificò che si stava bagnando sempre di più, in attesa del momento in cui lo avrebbe ricevuto nel suo grembo e avrebbe provato quel piacere immenso che solo un cazzo di quel calibro poteva darle.
Finalmente, ma lentamente, con un colpo solo Pietro le entrò dentro a pelle, fino in fondo, al modo di una lama infuocata che irrompe nel burro.
Come la ragazza aveva immaginato, quell’attrezzatura bellica non riuscì ad entrare del tutto, ma la sensazione fu ugualmente stupenda: era arrivato fino in fondo, fino a dove quelli di dimensioni normali non arrivano mai...
Andò a cozzare contro l'utero, provocando un forte grido di dolore di Adele: la ragazza non era più vergine da parecchio, ma siccome aveva sempre ricevuto dentro di sé il piccolo cazzetto del suo fidanzatino, con quel "mostro" era come se ancora lo fosse...
Pietro cominciò a sbatterla veramente, e allora lei non riuscì a trattenere un altro tipo di grida, questa volta di piacere.
Mentre un buon terzo dell'asta era rimasta fuori insieme alle grosse palle, più gonfie che mai, Adele aveva gli occhi sbarrati dallo sgomento, ma lui la rassicurò amorevolmente:
- "Rilassati, respira profondo, e vedrai che andrà tutto bene...".
La stantuffò per bene per una decina di minuti, la fottè con forza, e le disse:
- "Ma lo sai che sei una bella porcellotta?".
Continuò ancora, e a lei gemette in tutte le posizioni, finché – scossa da un forte fremito – non ebbe il suo primo vero orgasmo.
Il ragazzo, imperturbabile, continuò a pomparla, finché non si rese conto che –se avesse continuato cosi – le sarebbe venuto dentro, e dunque fece per uscire, quando intervenne risoluta Anita:
- "Ma dai, vuoi veramente privarla del piacere più grande?".
E poi, rivolta a lei:
- "La sborrata dentro è l'apoteosi di ogni scopata...", e le stampò un bacio in bocca...
Adele era in uno stato di semi-incoscenza, dovuta al grande godimento, percui non era in grado di decidere per sè...
Pietro, invece, lo aveva già fatto per entrambi: scaricò nell'utero della giovane una quantità tale di sperma da farlo in breve tempo tracimare fuori dal suo corpo, ancora impreparato a una “terapia” così forte...

Sfiancati entrambi, giacettero a terra senza rivolgersi né uno sguardo né una parola, fin tanto che Adele, riprendendo i sensi e sentendosi tutta appiccicosa tra le cosce, si ricordò di quanto era avvenuto poco prima...
Provò un tuffo al cuore, pensò che nemmeno al suo fidanzatino aveva mai dato il permesso di riempirle la patatina, e che Pietro – invece – aveva violato così profondamente il suo grembo.
Subito dopo quell'istante di struggente serenità, ecco che però Adele piombò drammaticamente in un incubo. Si disse:
-"Che cazzo ho fatto!!! E se dovessi rimanere incinta? Oltretutto sono nei giorni in cui è più probabile che ciò possa accadere... Beh, ormai la frittata è fatta, aspettiamo e vedremo il da farsi...".

12. Anita e Adele, doppio pompino.

Dopo quell'incidente di percorso, si erano fatte ormai le tre di notte, e i quattro ragazzi – scossi da quanto era accaduto – erano incerti su cosa fare, se andare avanti o chiudere lì quella sessione di sesso sfrenato.
Si erano divertiti, ma il rischio che stava correndo Adele era troppo grande per far finta di niente e continuare con quella leggerezza che li aveva spinti fin lì.
Anita, che era la più spregiudicata, tolse tutti d'impaccio prendendo la decisione per il gruppo:
- "Ragazzi, sarebbe un peccato sciupare quest'occasione e lasciare le cose a metà, chissà se e quando ci ricapiterà di vivere una situazione così eccitante... A un’eventuale gravidanza ci penseremo dopo, per adesso andiamo avanti! Fino alla fine...".
Furono tutti d'accordo, e le due femmine – allontanandosi di qualche passo – presero a parlottare fitto fitto tra di loro. Poi, spinsero Pietro su una sedia e gli fecero una promessa:
-" Stavolta ti facciamo un servizietto che ricorderai per parecchio tempo".

Si accucciarono davanti a lui, e Anita prese a massaggiargli con una mano lo scroto, controllando in profondità i grossi testicoli; poi, con la punta della lingua, gli praticò una delicata manovra che gli provocò una istantanea erezione, e con decisione gli abbassò completamente la pelle del prepuzio, fino a mettere a nudo tutta la cappella che stava assumendo la dimensione di un piccolo pugno chiuso.
Con vera padronanza prese ad avvolgerla con tutta la sua lingua, andando a colpire di tanto in tanto il sensibilissimo filetto.
Negli stessi frangenti, Adele cominciava – con lente pennellate – a leccare l'asta per tutta la sua lunghezza, da sopra a sotto e viceversa, provocandogli un infinito brivido lungo la schiena.
A questo punto, Anita abbandonò la cappella e iniziò a dedicarsi – simmetricamente all'altra femmina – anche lei a quell'asta che stava letteralmente impazzendo.
Si alternavano, l'una da sopra a sotto, e l'altra da sotto a sopra, usando le labbra contrapposte come un guanto perfettamente aderente.
Dopo un pò di questo "lavoretto", Adele si spostò, e andò ad ingoiare tutto il glande... Ormai ci si era abituata… Lo trattò come fosse un ciuccio da neonato, succhiando ininterrottamente per qualche minuto.
Alla fine, le prime gocce di sperma cominciarono a lambire le labbra della ragazza, crescendo in quantità e in intensità man mano che lei continuava a gustarne il sapore, e colarono dai lati della sua bocca, facendola sembrare ancor più troia.
E quando finalmente, dopo aver ingoiato tutto, si stacco dal pene, Anita, Pietro e Luciano videro la giovane sporca di una densa crema bianca, come un bimbo con la bocca imbrattata di cioccolata.
Anita, era rimasta a bocca asciutta, e rivolta al compagno gli disse:
- "Caspita, non credevo che questa maialina imparasse così alla svelta…".
Pietro, da parte sua, gli replicò:
- "Stai calma, che presto avrai la tua rivincita...".
Infine, Luciano, esterrefatto:
- "Da non credere… Ho una sorella che non avrei mai immaginato di avere!".

Pietro, mantenne la parola con Anita, e le consentìl di mettere in opera l'ultima follia...

13. Fratello e sorella... contro natura.

Con il via libera di Pietro, Anita prese la sua borsetta con cui era arrivata e ne tirò fuori un oggetto molto particolare...
D'accordo (tacitamente) con il suo compagno, aveva fatto piegare, con i gomiti appoggiati sul tavolo su cui avevano cenato, quasi alla pecorina, i due fratelli, messi faccia a faccia e con le gambe leggermente divaricate.
Dietro di loro, Anita aveva preso possesso di Luciano, mentre Pietro stava approssimandosi ad Adele.
Anita cominciò allargando le chiappe del maschio, e a limonargli con la lingua lo sfintere e il buco del culo. Lo lubrificò per bene e molto più a lungo del solito, poi gli si accostò e piano piano gli violò l’ano con un dito.
Lo girava e rigirava dentro l’intestino... e poi ne infilava un secondo, ripetendo la stessa operazione...
Luciano taceva, cosicché Anita indossò in vita il grosso cazzo finto che si era portata e lo ficcò nel culo del ragazzo, mentre con una mano gli spompinava il minuscolo membro.
Luciano, allora, sentendosi dilatato come non mai, e sentendo spingere dentro di sé provò un pò di dolore, e la implorò:
- “Fai piano, mi fai male… Ti prego, smettila…”.
Ma lei, aizzata da quelle parole e sghignazzando, continuò – nonostante lo sentì rantolare –, non volle fermarsi. Anzi, era soddisfatta di procurargli sofferenza, e così lo apostrofò:
- “Adesso ti sfondo quel culetto da cagna, puttanella…”.
E lui, sodomizzato, sentiva sempre di più quelle palle di silicone sbattergli sulle natiche, sentiva quel buco aprirsi e chiudersi con contrazioni lancinanti…

Dal canto suo, Pietro aveva iniziato a lavorarsi – alla stessa maniera e per lo stesso scopo – la sorellina…
La quale lo scongiurò:
– “Fai piano che nel culo non l’ho mai preso, ma lo voglio, oh se lo voglio, e sarai tu a rompermi il culo!”.
A quelle parole tanto schiette e dirette, Pietro si sentì ancora più infoiato, non poteva crederci, Adele gli stava chiedendo di incularla, che troia che era!
Le leccò quel culetto tanto attraente, e le infilò dentro prima una, poi due e infine tre dita per allargare il suo buchino stretto, in modo che si abituasse… Adele si lamentò un poco, ma sostanzialmente non fece resistenza…
Poi Pietro si rialzò e le disse:
– “Rilassati come ti ho detto prima, e cerca di spingere come quando fai la cacca, così entrerò più facilmente e non sentirai dolore…”.
Quindi, appoggio la cappella, che ormai era diventata enorme, contro il piccolo foro, e manovrò opportunamente, spingendo gradatamente, e quel mostro cominciò ad entrare.
– “Cazzo, fai piano! Mi stai sventrando! Sei grosso, te ne rendi conto?, e io sono davvero vergine lì dietro”, inveì Adele che si sentiva squartata come un capretto al macello.
E l’uomo:
– “Ma se te l’ho appena appoggiato, vedrai quando sarà dentro come godrai…
Dai, resisti, che dopo te lo rompo tutto il tuo bel culetto!”.
Provò più volte, sputò anche della saliva per lubrificare meglio il passaggio.
Infine, con un ultima spinta decisa la penetrò completamente, ma anche in questo caso una buona parte dell’asta restò fuori; poi, si fermò per farla abituare a quell’intruso…
La prese per i fianchi, mentre Adele tentò un’ultima ribellione, e gridò:
– Cazzo, cazzo, cazzo!, mi sembra di svenire, ti sento dentro fino in pancia e mi brucia il buco del culo!”.
Era davvero doloroso prendere un cazzo di quelle dimensioni nel culo…
Per tutta risposta, Pietro cominciò a muoversi avanti e indietro, facendo in modo che lo sfintere si rilassasse, e quando si accorse che era pronta cominciò a incularla forte, togliendolo e rimettendolo dentro di colpo.
Adele era pronta a godere, e infatti dopo poche altre spinte si lasciò andare ad orgasmi multipli, finchè – toccandosi energicamente il clitoride – schizzò violentemente tutto il suo piacere sul pavimento…
Dopo il suo primo orgasmo, quella sera aveva anche squirtato per la prima volta!
Pietro intanto stava continuando a incularla, e lo fece con tale vigore che alla fine scaricò dentro di lei la seconda sborrata di quel giorno.

Intanto, Anita aveva finito di divertirsi con Luciano, e – proprio nel momento in cui lui stava per venire – si fermò e gli disse:
- “E ricordati, che ti posso avere quando voglio io, e tu non devi godere, capito?”.
Il ragazzo si stava struggendo, e ciò non solo per il dolore pazzesco che provava nelle sue carni, ma anche perché stava assistendo inerme alla sofferenza della sorellina che – faccia a faccia con lui – veniva inculata da un cazzo così incredibile…

14. Epilogo.

Albeggiava quando i ragazzi si erano tuffati in piscina per darsi una ripulita e recuperare le forze.
Quella serata, nata da un ricatto, si era rivelata molto positiva per Adele, che ora stava meditando di lasciare il fidanzatino, palesemente incapace di essere un vero uomo che sappia soddisfare sessualmente una donna, e soprattutto ora che il seme di Pietro poteva aver lasciato dentro di sé tracce i cui sviluppi potevano essere disastrosi.
Anita, che aveva organizzato tutto fin dal primo momento, era quella che si sentiva più realizzata: aveva scopato tutti e si era fatta scopare, che cosa avrebbe potuto volere di più? Oltretutto, aveva ridicolizzato il suo ex, mostrandogli cosa avrebbe dovuto fare per continuare ad essere il suo ragazzo...
Pietro, poi, aveva realizzato il suo sogno, soffiando la donna all'amico, e svezzando in tutto e per tutto quella ragazzina che sembrava tanto timida ma che invece aveva solo bisogno di essere "accesa"...
E Luciano? Beh, questa vicenda non poteva che concludersi nel modo peggiore: dopo essere tornato single, aveva offerto su un piatto d'argento la sua sorellina a quei due affamati di sesso, e in più si era attirato su di sé tutto il disprezzo di Adele, per cui lui stravedeva.

Insomma, tornando a casa, ognuno di loro poteva dire di essere stato protagonista di una storia contro e secondo natura.

FINE.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Come far godere la sorellina (II parte):

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni