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Prime Esperienze

Io e mia sorella (XV) - Il Casting


di pollicino
26.06.2021    |    17.659    |    4 9.3
"Disse, in modo plateale, da essere sentito bene: - "Guardate com'è bagnata!"..."
1. Premessa.

In tutti questi anni di sesso senza tabù con mia sorella, posso dire che avevamo provato quasi tutto, da soli e con altri.
C'era una cosa di cui, però, avevamo parlato tante volte ma che non eravamo mai riusciti a concretizzare... Solo idee, tanto per accrescere la nostra libidine, ma nulla di più.
Spesso, infatti, guardando i video porno a letto, prima di scopare, fantasticavamo di provini incredibili in cui eravamo noi i protagonisti di storie davvero elettrizzanti...

Un giorno, però, senza che avessimo fatto nulla per dare una mano alla sorte, capitò l'occasione giusta.

Giorgia era andata da sola al centro commerciale a fare compere, quando le si avvicinarono due ragazzi, eleganti e fisicamente attraenti, i quali la fermarono:
- "Scusa, possiamo dirti due parole?".
Mia sorella, che era sempre stata un tipo aperto, sorrise e si fermò ad ascoltarli:
- "Signora, lo sa che ha proprio un bel personale? Un bel viso... Vede, stiamo cercando uomini e donne della strada che vogliano partecipare alle riprese di un film... Se le interessa… Stia tranquilla, non deve darci subito una risposta... Ci pensi... Può chiamarci a questo numero...".
E le lasciarono un biglietto da visita.

Giorgia, li per li, non diede peso a quella conversazione, ma poi – nei giorni seguenti – le tornò in mente, e iniziò a parlarmene stuzzicando anche la mia curiosità, a tal punto che - ponderati rischi e benefici - le proposi:
- "Perché non provi a chiamarli e senti meglio di che si tratta?".
Forse, era proprio quello che voleva sentirsi dire; non perse tempo e - ripreso quel bigliettino - compose il numero.
Venne così a sapere che si trattava di un'agenzia che stava organizzando provini "a luci rosse" per donne dalle taglie forti... Proprio la sua taglia!

Che quegli uomini avessero puntato gli occhi su di lei indubbiamente la lusingava, e se era ancora presa da un barlume di indecisione era perché pensava a me: mai nessuno dei due aveva dato sfogo alle proprie voglie senza l'altro (e in questo tornava fuori il nostro essere fratelli), neanche per una “semplice” forma di esibizionismo...

Ci confrontammo, e alla fine decidemmo insieme che era giusto provare... Magari, avrebbe potuto provare a chiedere – a cose fatte – la registrazione del casting, con cui ce la saremmo spassata poi insieme...

2. Il primo incontro.

Giorgia optò per un abbigliamento "sfacciato", che "scandalizzasse" in un certo senso gli esaminatori.
Indossò un completino intimo di pizzo rosso, molto minimalista, un perizoma a filo di perle con apertura sul davanti, e un reggiseno di una misura più piccolo della sua taglia, per comprimere meglio il seno. Sopra, una minigonna e un top altrettanto ridotti, cercavano di fare di lei – esteriormente – una “persona seria”...

Mi domandò di accompagnarla, per ogni evenienza, poi l'avrei aspettata in auto, senza palesarmi minimamente a quella gente.
Ovviamente, non facemmo parola con nessuno di questo nostro nuovo capriccio, timorosi che – dopo la cagnara che aveva scatenato in famiglia il nostro primo “coming out” – la possibilità che Giorgia diventasse una stellina del porno potesse crearci nuovi problemi di vicinato.

Così, il giorno del colloquio, ci recammo all’appuntamento fissato in un quartiere di estrema periferia, in un grigio palazzone come tanti. Diedi un bacio a mia sorella, e mi sistemai in trepidante attesa.

Giorgia entrò in quell'edificio, salì tre piani di scale, e suonò a un campanello anonimo…
Gli venne ad aprire uno di quei ragazzi da cui aveva ricevuto tutti quei complimenti, il quale la introdusse in un ufficio essenziale ma elegante. La fece accomodare e poi si sedette alla scrivania.
La tensione era palpabile, e l'uomo – che si presentò in maniera molto confidenziale come Piero – iniziò a porle delle domande di rito: come si chiamava, quanti anni aveva, cosa faceva nella vita...
A un certo punto passò decisamente all'attacco, e le domandò a bruciapelo:
- "Lo hai mai preso nel culo?".
Voleva forse provare a metterla in imbarazzo, ma Giorgia non era il tipo, e rispose, con altrettanta naturalezza:
- "Certo, molte volte e senza nessun problema".
Le si dipinse in volto un vivace sorrisino diabolico, e per reazione sentì le mutandine bagnarsi in modo assurdo.
Ma Piero non si scoraggiò, e le domandò, con lo stesso intento di prima:
- "Hai fatto sesso con più persone?".
- "Da quando avevo 15 anni lo prendo dentro…", rispose, "sì, posso dire di essere in grado di tenere a bada dai tre cazzo in su, mio fratello compreso".
Fu estremamente enigmatica, e diede modo a quel maiale di domandarle:
- "Dunque, hai rapporti incestuosi?".
Mia sorella, stufa ma fiera del suo vivere, gli urlò in faccia:
- "Scopo regolarmente con mio fratello, se è questo che vuoi sapere… ed ora è il mio compagno stabile".
Lo disse scandendo lentamente le parole, facendo capire a quell’uomo che non era disposta a subire offese da chi – in fondo – non era meglio di lei... Non stava affrontando un normale colloquio di lavoro, ma mise subito in chiaro le sue regole del gioco.

Piero sembrò incassare il colpo, prese una rivista pornografica, e le mostrò cosa avrebbe dovuto fare nella fase pratica del provino; poi – alzando il ricevitore del telefono – chiamò la truccatrice.

La porta dello studio si aprì proprio nel momento in cui – dietro invito dell’agente – Giorgia stava cominciando a spogliarsi.
Senza vergogna, si tolse la gonna e la maglietta, poi il reggiseno, e mentre stava per sfilarsi il perizoma lui la bloccò e si avvicinò con la telecamera per puntarla su una grande chiazza in primo piano.
Disse, in modo plateale, da essere sentito bene:
- "Guardate com'è bagnata!".

Immortalato questo “particolare”, le consentì finalmente di togliere le mutandine...
Giorgia ora era nuda davanti a persone completamente vestite, ma visse questo momento con estrema naturalezza...
Allora la truccatrice le fece fare un giro completo su se stessa e disse, rivolta soprattutto a Piero:
- " Per me va bene così, gran corpo, solo magari una accorciatina al pelo...".
Al solo sentir materializzarsi una idea del genere, mia sorella fu chiara e tassativa:
- "Non se ne parla nemmeno!".
- “Ok, tanto i maschi d’oggi la preferiscono molto pelosa…”, commentò Piero.

La invitò a rivestirsi, le fece firmare una liberatoria, e le disse che la loro segreteria la avrebbe contattata per il provino vero e proprio...

Era passata circa un'ora di attesa quando ci riabbracciammo…
Giorgia scoppiò in una irrefrenabile risata, dopo di che salì in macchina e mi spiegò:
- "Marco, non immagini quanto mi sono divertita...".
E sfilandosi con un sol gesto il perizoma, me lo porse e mi mostrò la sua eccitazione.
Io lo annusai, leccando con voglia il suo succo residuo, la toccai in mezzo alle cosce e le replicai:
- "Che magnifica troia che sei... Pensavano di divertirsi con te, e invece tu ti sei divertita con loro!".
Eravamo così infoiati che avremmo voluto gettare tutti i vestiti al vento e scopare li, seduta stante… Ma poi, facendo forza alle nostre pulsioni resistemmo fino a casa, e suggellammo lì quel “successo” con una gran goduta.

3. Il provino.

Circa una settimana dopo, eravamo nuovamente in quel luogo, ma stavolta Giorgia fu fatta accomodare direttamente in una camera da letto.
Piero le chiese di spogliarsi e di aspettare... Quando tornò con due ragazzi robusti, le disse:
- "Apri la fica e faccela vedere bene...".
Mia sorella obbedì, e gli operatori cominciarono a scattare tutta una serie di primi e primissimi piani.
Poi la fece rimettere seduta, a gambe aperte, e le domandò:
- "Vuoi farlo con uno o più uomini?".
E lei, subito, diede il proprio assenso per un'azione di gruppo.
Piero, allora, cominciò abbassandosi pantaloni e boxer e glielo mise in bocca senza preavviso, mentre uno degli altri due le toccava la fica.
Giorgia ansimava con sempre maggiore frequenza, e il terzo uomo le leccava il clitoride finché lei gli venne sulla faccia con un potente schizzo.

La scoparono nella passera, e nel mentre la fecero rigirare e il primo ragazzo le infilò tutto il suo arnese dentro il culo: 22 centimetri che si fecero sentire nella nelle sue infuocate budella.
Alla fine, come se avessero preso un accordo non scritto, le sborrarono in tutti i buchi, bocca compresa, e lei era al settimo cielo…

Poi, la sorpresa: Piero la fece inginocchiare, andò ad aprire la porta, ed entrarono altri 5 uomini – tutti a glande coperto, già nudi e ottimamente dotati – e la truccatrice.
Giorgia quando li vide si aspettò una gang, gli stava venendo l’acquolina in bocca, ma era altro quello che quegli otto maschi volevano da lei…

4. La “nuova” Giorgia.

Piero le consegnò un boccale da birra, e poi le disse:
- “Ora, facciamo un piccolo fuori programma… Dovrai farci venire tutti quanti dentro questo bicchiere, e poi berrai la nostra sborra, senza lasciarne neanche una goccia…”.
Giorgia non aveva mai provato questa perversione, e rimase interdetta…
Poi, riflettendo tra se che era una delle poche cose che ancora le mancava, porse il boccale a Laura – la truccatrice, che le faceva da assistente – e iniziò con il primo membro che le venne presentato…

Gli si avvicinò, mettendosi in ginocchio, e con l’indice ed il pollice prese a scappucciare il glande, strofinandolo con i polpastrelli.
Maneggiò – come solo lei sapeva fare – la cappella, facendo una leggera pressione con il pollice, e frizionò leggermente il frenulo, consapevole del fatto che tale azione avrebbe provocato a quel maschio una sensazione straordinaria.
Cacciò fuori i denti, e provò a mordicchiare il filetto, provocandogli – come reazione immediata – le prime contrazioni.
Per evitare una eiaculazione improvvisa, Giorgia teneva il pollice a chiudere il foro sulla cappella; prese il boccale, e vi introdusse il pene…
Dopo pochi istanti, un potente getto di sperma caldo colpì il fondo del bicchiere, seguito a breve da altri quattro schizzi altrettanto consistenti.

Muovendosi sulle ginocchia, raggiunse il secondo uomo, il quale – a differenza dell’altro – era già quasi in tiro, e non ci fu bisogno di eccessive cure da parte di mia sorella…
Giorgia vide, però, che il foro sulla punta era già un pò allargato; ampliò la spaccatura con l’indice e vi mise dentro la lingua, mentre anche questo secondo maschio emise un forte grugnito di piacere.
Sentì il cazzo contrarsi, ed allora decise di prendere di nuovo il boccale e lo piazzò intorno ad esso.
In breve, una importante quantità di seme si depositò sul fondo, amalgamandosi con quello precedente.

Il terzo aveva già il glande turgido, enorme, e Giorgia – leccandosi le dita della mano destra e imbevendole di saliva – dopo aver lubrificato a dovere la cappella, cercò di tirare completamente indietro la pelle che la foderava. Quindi, infilò tutta la cappella nella sua bocca e la lavorò con grandi succhiate.

A un certo punto, si arrestò e decise di riservare a questo cazzo un trattamento “speciale”: si sfilò la cappella di bocca, afferrò con una mano la base del pene, e con il pollice e l’indice dell’altra mano prese il frenulo, proprio nel punto in cui collega il glande all’asta.
Poi, con decisione, lo tirò verso il basso, facendo attenzione a non romperlo.
Il ragazzo, preso alla sprovvista, urlò per il piacere che Giorgia gli provocò, mentre la cappella cominciò a fremere.
La mia troia avvicinò ancora una volta il boccale, e vi introdusse quel fungo ardente che liberò generosi e abbondanti spruzzi, facendo lievitare così la quantità di seme già accumulato.

Le stesse sapienti manovre furono riservate l’uno dopo l’altro, anche ai restanti membri, che dimostrarono di gradire il trattamento…

E venne, finalmente, la parte più emotivamente coinvolgente: Giorgia prese in mano il boccale, guardò uno ad uno tutti quei maschi, e infine bevve tutto lo sperma contenuto dentro, senza farne cadere nemmeno una goccia e fino a ripulire il tutto.

Piero decise allora che il provino poteva dirsi concluso, e tutti i presenti tributarono un lungo applauso alla mia femmina, la quale disse, sorridente e con ancora la bocca sporca:
- “Grazie, a tutti voi… E’ stato bellissimo, non avrei mai immaginato di poter bere tanto sperma tutto in una volta; ma devo dire anche che era squisito: non c’è cosa più buona del seme!”.

Così, superò anche quest’ennesimo step della sua formazione di “troia certificata”, e l’agente le disse che il provino l’aveva superato brillantemente, e che l’avrebbero certamente richiamata per girare le scene del film.

5. Il video e la promessa.

Giorgia si fece una bella doccia ristoratrice, si rivestì e mi raggiunse con in mano la copia del video che riprendeva tutte le sue performance di quel giorno.

Tornammo a casa, dove ci mettemmo comodi (nudi) come al solito e ci buttammo sul letto, per ritrovare la nostra intimità e per vedere quel video.
Notai da subito che Giorgia non era la stessa di sempre, se provavo a "giocare" con i suoi capezzoli (cosa che la mandava in visibilio) si tirava indietro, se volevo baciarla sul collo rifiutava le mie coccole...
A un certo punto notai anche una lacrima che, furtivamente, le scendeva sulla guancia finendole - amara - in bocca.
Feci finta di niente, sperando che quello fosse solo un momento di stanchezza che – per qualche sua ragione – non voleva condividere, accesi il pc e lanciai il CD con il video dell'agenzia...

Sul monitor scorrevano le immagini di mia sorella che si spogliava con la sua solita sensualità, con Piero che cercava di farla sentire puttana dentro, senza peraltro riuscirci; e poi, lei mentre si apriva a comando la patata, e lo prendeva in tutti i buchi, fino al bukkake conclusivo dove veniva inquadrata in primo piano con la bocca tutta impiastrata di sborra...
Sembrava quantomeno divertita, come quando – nei giorni passati – mi raccontava tutto al ritorno dall'incontro con Piero e i suoi assistenti...
Ma allora, cosa stava succedendo?
Vidi che guardava il videoclip svogliatamente, quasi come se non fosse lei quella donna…

I giorni seguenti non furono diversi, e Giorgia fu inspiegabilmente taciturna, mi evitava, non facevamo l'amore...

Non ce la feci più a vederla così, e una sera, a letto, all'ennesimo rifiuto a concedersi, l'abbracciai forte e le dissi:
- "Amore mio, che succede? Prima ancora che la mia femmina sei la mia sorellina, sai che a me puoi dire tutto, anche le cose più intime... Quante ne abbiamo passate insieme? Non c'è nulla che non possiamo rimettere a posto!".

Non so per quanto tempo rimanemmo così, stretti l'uno all'altra, ma so che dopo un pò cominciai a sentirmi il viso inumidirsi di un qualcosa di caldo... Erano di nuovo le sue lacrime, che correvano a fiumi, inarrestabili.
La sentii tremare sotto le mie mani, e fu allora che - dopo tantissimo tempo - piansi anch'io...

A un certo punto, Giorgia cercò con tutte le sue forze di staccarsi da me, mi prese il volto tra le mani e, finalmente, aprì il suo cuore:
- "Tu non sai cos'è successo la dentro, ero sola, tu non c'eri... Ho provato a fare l'indifferente ma sentivo che non ero io... mi sentivo come svuotata!!! Sapevo che tu eri là fuori, ma eri così vicino e così lontano... Il mio corpo era in balia totale di estranei, e tu non mi potevi far sentire tua... E' stato orribile... Alla fine, più mi lavavo e più mi sentivo sporca... Senza di te vicino, non lo farò mai più".
E ricominciò a singhiozzare, con il capo sul mio petto, e non disse più nulla...

Le cinsi la testa, la schiena, le tenni il sedere tra le palme delle mie mani aperte, per farle sentire che era “mia”, che i nostri corpi si appartenevano indissolubilmente...

Non riuscivo a trovare il modo per rassicurarla, ma una cosa mi uscì spontanea da dentro:
- "Perdonami sorellina mia, se non sono riuscito a proteggerti, se sono stato io a spingerti verso quel baratro di solitudine...".

Da quel giorno, non accettammo più di copulare con altri esseri umani se non c'eravamo entrambi, l'uno la spalla sicura dell'altro.
Giorgia era sempre stata, e ancora lo era, la mia musa ispiratrice, ma da quell'avventura capimmo che, oltre che i nostri spiriti, anche i nostri corpi si scambiavano un'energia vitale che nessun altro ci avrebbe saputo infondere.

FINE.
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