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Lui & Lei

Nina e il progetto Erasmus


di pollicino
15.12.2023    |    159    |    0 6.0
"Ed entrando nel vivo di quel fatto, cominciò a ricordare, inumidendosi sensualmente con la punta della lingua le labbra: - "Dunque, da Madrid sono..."
1. Premessa.

Questo nuovo racconto potrebbe essere intitolato diversamente come "La Laurea di Nina", ma il senso profondo della vicenda in realtà è completamente difforme.
Cominciamo perciò ad inquadrare colei che sarà la vera protagonista di tutta la vicenda dall'inizio alla fine, Nina appunto.

Ebbene, Nina è una timida ragazzina di 21 anni, piccola di statura – è alta solo 1,65 –, con dei lunghi capelli castani chiari. È leggermente in carne ma non è grassa, ed ha un bel culo grande nè tonico nè sceso.
Sopra, una quinta di seno perfetta, con due tette molto grosse e leggermente cadenti, nate apposta per fare delle spagnole fantastiche, e con i capezzoli chiari e non eccessivamente pronunciati.
Intimamente, il suo monte di venere si presenta con un leggerissimo pelo biondo, che nasconde una fica strettissima.
Dietro, un bel culo, ancora mai usato con i ragazzi.
Insomma, è la classica ragazzina all'apparenza sfigata, che veste abiti larghi per nascondere un corpo di cui si vergogna, e degli occhiali grossi a coprire (purtroppo) dei fantastici occhi verdi.

Tutte queste paure, sono dovute, ahimè, al fatto che la fanciulla è cresciuta in una famiglia molto religiosa, antica e tradizionalista che l'ha sempre tenuta lontana da ogni forma di svago e "trasgressione".
Pertanto, è lei la nostra protagonista...

2. Nina e Luca, i primi rapporti.

Nonostante la sua avvenenza, è solo durante gli anni del liceo che Nina cominciò – con un certo compiacimento femminile – a rendersi conto che le sue curve generose e ben tornite la rendevano desiderata dai suoi compagni di
classe, che – con gli ormoni a mille – cominciarono a comportarsi come le api sul miele.

Tutto ciò le faceva piacere, ma la ragazza era cresciuta in una famiglia – come abbiamo già accennato – molto tradizionalista, dove soprattutto la mamma le aveva inculcato che la verginità era una cosa importante, quasi quanto la sua vita stessa; che era il bene più prezioso da custodire a tutti i costi... e che la sua perdita prima del matrimonio sarebbe stata una cosa di cui vergognarsi in eterno.
Ebbene, Nina non mise mai in dubbio tali principi, e non giustificò certe “libertà” finchè non incontrò Luca…

Era l'inizio dell'anno scolastico quando la ragazza si innamorò di lui, un liceale come lei, piuttosto impacciato, magro, alto e dinoccolato, e con acne in volto.
Era invece "famoso", nella comitiva di amici che frequentava insieme a Nina, per essere un grande conoscitore di video porno, e un "segaiolo" di ragazze su Instagram...
Per lei, fu un colpo di fulmine, si disse: - "Ma chi è questo? Non so, ha qualcosa di strano, non saprei come definirlo ma mi piace... A pelle...".
E di li a breve fece il primo passo... Lo avvicinò con la scusa di chiedergli dei consigli, e a bruciapelo – gettando alle ortiche il suo essere una ragazza"perbene" – gli disse:
- "Ciao, posso farti una domanda? Avrei bisogno di trovare dei video... Si, ehm... Di quelli che conosci tu, ormai lo sanno tutti cosa guardi con il cellulare... Insomma, vorrei vedere se ci sono dei video di ragazze come me, diciamo un po' cicciottelle... Tranquillo, non lo dirò a nessuno, ma anche tu eh, mi raccomando, i miei mi ammazzano se vengono a sapere...".
Luca non si sarebbe mai immaginato che una ragazzina perbene come lei era interessata a certi argomenti, ma con un sorrisino beffardo le disse:
- "Guarda che queste non sono cose che si vanno a dire in giro, di me ti puoi fidare...".
Così si accordarono sul da farsi, e piano piano i due si staccarono dalla loro comitiva. Lì videro sempre più a confabulare tra loro, finché un giorno Luca, prendendo coraggio, pose alla giovane la fatidica domanda:
- "Nina, non so come chiedertelo, sai che sono un po' imbranato con le ragazze... Tu sei molto carina, e mi piacerebbe... Ehm, si, mi piacerebbe... Insomma, hai capito... Perché non ci mettiamo insieme?".
Dopodiché stette in silenzio e con gli occhi bassi, certo di ricevere un sonoro"due di picche", ma con sua grande sorpresa Nina, altrettanto imbarazzata, accettò.
Balbettando, poiché era anche per lei la prima volta, gli rispose:
- "Ma cosa dici? Sei proprio sicuro? Guardami che palla che sono, grassa c'è nemmeno di compagnia! Vedi che sto sempre zitta perché non ho mai nulla da dire? Per me va bene, ma...".
Ma lui ribatté:
- "Sei la più bella che abbia mai visto, d'altronde pure io...".
E così quella "strana coppia" cominciò la sua avventura, tra l'ironia dei loro amici…

Ma il bello doveva ancora arrivare, e quando – dopo quasi un anno di "prova" – lui le domandò:
- "Nina, non pensi che sia il momento di scoprire qualcosa di più di noi stessi e mettere alla prova la nostra intimità? Insomma... Voglio fare coccole con te...".
La giovane capì subito il tono di quelle parole, e rimase senza respiro. Lo voleva, eccome se lo voleva anche lei, ma la sua formazione mentale ancora la tratteneva. Cosa avrebbe detto la sua famiglia? Fare un passo così importante anche se si conoscevano da così poco?
Ma ormai la decisione di concedersi al suo fidanzatino era presa... E, per la prima volta, si concesse con tutta se stessa...

Inizialmente, entrambi erano incerti sul da farsi, ma poi Luca le propose:
- "Ho un amico che lavora in uno stabilimento al mare... Mi ha promesso che potremmo usare una cabina, arredata con una brandina... Non sarà il massimo della comodità, ma insomma se ci adattiamo...".
E i due ragazzi, si diedero appuntamento in quella sorta di alcova improvvisata. L'emozione e il desiderio erano così grandi che non fecero caso a ciò che ruotava attorno a loro...
Viceversa, Nina aveva indossato un costume due pezzi color verde acqua
in uno stile consono con le abitudini che la sua famiglia le aveva impartito.
Nulla di particolarmente sexy, anzi: un reggiseno – rinforzato e consono a sostenere la sua quinta misura che sembrava comunque dover “esplodere” da un momento all’altro – in tessuto pieno, che non lasciava scorgere molto del suo contenuto, con un grazioso fiocchetto cucito tra le due coppe, era abbinato a uno slip tipo coulotte incapace di nascondere il gonfiore causato da un monte di venere pronunciato e per di più tumido dalla inquietudine crescente
I due si guardarono a lungo... Non lo avevano mai fatto in assoluto, erano eccitati, ma non sapevano come rendere la cosa "giusta" e indimenticabile, senza rovinare quell'atmosfera magica che si era creata...
Ma Nina si accorse subito che lo sguardo di lui era finito irrimediabilmente sulle sue tette. Sempre più imbarazzata, decise di essere lei a fare il primo passo, e – con un gesto che voleva essere quello delle donne che aveva visto nei film porno ma che invece si rivelò metterla molto più a disagio – svincolò infine il gancetto del reggiseno, liberando definitivamente quelle mammelle che – prive di ogni sostegno – presero a penzolare pesantemente.
L’uno di fronte all’altra, la ragazza portò poi quelle enormità a sfiorare le labbra di Luca e timidamente gli disse:
- “Ti piacciono proprio le mie tette? Dimmi la verità, che non mi offendo, secondo me sono troppo grandi e ingombranti, e a volte mi danno anche un po’ fastidio…”.
E lui, imbambolato per aver visto per la prima volta dal vivo un seno femminile, seppe dire soltanto:
- “Oh amore, ma che dici? sono fantastiche... altro che ingombranti…”.
Quella parola, “amore”, incoraggiò Nina, che replicò:
- “E allora, perchè non le assaggi?”.
Luca prese quell’invito come un ordine, si spinse fin sulla faccia quel seno morbido e sodo, e cominciò a sentire i capezzoli che diventavano gonfi e duri, anzi durissimi, sebbene non enormi.
Strinse quelle tette tra le sue mani, accostandole l’una contro l’altra, ma Nina voleva anche lei la sua parte, e mentre il compagno era impegnato a succhiare i suoi ciucciotti, lei “alla cieca” scese lungo i fianchi, abbassandogli i boxer…
Senza curarsi di togliere il “cibo” di bocca a quel ragazzino alla prima infatuazione, la giovane si abbasso tra le sue gambe. Senza volerlo, esclamò tra sé e se:
- “Oh mio dio quant’è piccolo! Quasi quasi non lo trovo”.
Nonostante l’eccitazione, infatti, il pisellino di Luca non sembrava essere quello di un ragazzo della sua età, ma quello di un bimbo… Si e no 5 centimetri, un pietoso, minuscolo frammento di carne appena percepibile già solo alla vista… Una vera tragedia!
Ma l’amore per Luca fece sì che Nina non si perse d’animo, e di fronte a quel ragazzo che era ben conscio della sua situazione, lo rassicurò:
- “Stai tranquillo, ci penso io… E’ l’emozione…”.
Così, invece di essere fonte di delusione o di disagio da parte di lui, quel micro pene la stuzzicò ancora di più. Accolse lo scroto tra le sue mani messe a conchiglia, ma dopo poco il ragazzo la bloccò poichè era già sul punto di venire. Caspita!, soffriva anche di eiaculazione precoce…
Allora Nina, previdente, cacciò fuori dalla borsa un preservativo e provò ad infilarglielo, ma non ci fu niente da fare, era troppo piccolo!
Piccolo, ma con un bel prepuzio abbondante, il quale manteneva la cappella sempre rinchiusa e coperta. Provò allora a “giocarci”, cominciando a far scivolare avanti e indietro la pelle, dalla punta del suo uccellino fino alle palle, scoprendo la carne viva che aveva sotto alla corona del glande. Poi, lo ricoprì completamente, leccando le increspature di quello “strano” prepuzio.
In effetti, era tutto così complicato! Ma alla fine Nina riuscì a portarlo in erezione, ad una dimensione di circa 9 centimetri e ad infilargli il preservativo, sebbene solo per metà poiché il resto restava vuoto…
Luca – nonostante quel “problema” – prese coraggio, e disse alla ragazza:
- “Se te la senti, possiamo….”.
E lei, senza esitare e molto speranzosa, vedendo in un angolo una brandina corredata con un soffice materasso, prese per mano il compagno e ve lo condusse. Si sdraiò come aveva visto nei video – per lei, tradizionalista esisteva ancora solo la posizione del “missionario” –, e lo incitò a cominciare:
- “Vieni, è la mia prima volta… Voglio provare a sentirmi donna… Ehm, vorrei chiederti una cosa, ma non so se te la senti… Sì, voglio dire… ehm… se te la senti di… leccarmela… dicono che sia molto bello per entrambi…”.
Luca, per l’ennesima volta, rimase stralunato da quella proposta così incredibile, ma l’idea di “assaggiare” quel piatto così succulento gli fece perdere ogni remora. Nella sua mente, si fece strada l’idea di riuscire a farla godere, soltanto con la bocca, come una troia in calore…
Timidamente, il ragazzo si avvicinò alle sue cosce possenti, abbassò la testa e allo stesso tempo si aprì un varco. Poggiò delicatamente le sue labbra sul monte di venere, e poi scese giù lungo lo spacco verticale delle grandi labbra.
Sembrò che lo avesse fatto da sempre, e più procedeva in profondità e più acquistava sicurezza… Finchè giunse al clitoride.
Luca lo succhiava, lo mordicchiava, lo tirava su con le labbra, fino a quando non fu pronto per “detonare”, e il suo zampillo gli giunse – potente – in gola..
Ad ogni colpo di lingua, Nina vacillava di piacere, ansimava, ed al tempo stesso il suo respiro si faceva sempre più affannato, producendo un movimento sussultorio delle sue grandi mammelle.
Grondava di umori che andavano a bagnare tutta la faccia di lui. Era un lago, ormai, là sotto, e cominciò a gemere, poi letteralmente ad urlare:
- “Che meraviglia essere scopata con la lingua…”.

Il giovane si sentì orgoglioso di quel risultato, ma in realtà non era stata la sua inesperienza a determinare quel “magnifico disastro”, ma la gran voglia di lei di “liberarsi” dei suoi stessi piaceri.

Ripresasi da quel primo "gioco" della sua vita sessuale, allungò una mano, afferrò il cazzo che "dormiva" tra le gambe di Luca, e disse con un sorrisino:
- “Adesso tocca a lui!".
Tornò a pompare, benché la cosa si dimostrasse fin da subito un'impresa quasi irrealizzabile; provò a rimettere il profilattico su quel minuscolo ammasso informe di carne, e infine – cercando di convincersi lei stessa che non sarebbe stato un problema – comandò:
- "Facciamo l'amore... Quando ami un uomo, le dimensioni sono solo un blocco mentale... E, tutto sommato, mi piace piccolo...".
Ormai si erano messi l'uno di fronte all'altra, e Nina aveva cominciato a massaggiarsi quasi stancamente la fica, mentre Luca tentò una disperata rianimazione al suo pisellino, che però invece di svegliarsi di fronte a cotanta bellezza se ne stava con il cappuccetto ben serrato...
Piano piano, il pube della ragazza prese a luccicare dai ripetuti orgasmi che aveva avuto, e fu allora che - tirandolo a sé - fece si che quel rapporto avesse inizio. Allora, Luca prese coraggio e si mise a spingere, e lei:
- "Su, così, dai... Non ti demoralizzare... Ci siamo quasi... È la prima volta, vedrai che le prossime andrà meglio...".
Ma dentro di sé si sentiva già profondamente insoddisfatta... Per quanto il giovane si impegnava, non riusciva proprio a rendere giustizia alle esigenze sessuali di Nina che stavano "esplodendo" così repentinamente.
I loro rapporti erano brevi e insoddisfacenti, e difficilmente il pene di lui riusciva a raggiungere un'erezione minimamente soddisfacente.
Ma Nina era intimamente convinta di essere innamorata di Luca...

3. La svolta.

Nina voleva molto bene a Luca, ma quel loro primo rapporto fu traumatico.
La ragazza, benché venisse da una famiglia di sani principi, si era ormai resa conto che la vita andava vissuta senza risparmiarsi, in ogni sua sfaccettatura. Non era più vergine, e questo la spingeva lontano dagli ideali retrogradi dei genitori, e non poteva certo parlare del suo problema con sua madre che se avesse saputo della sua nuova "condizione" ne avrebbe fatto una tragedia.
E allora, che fare?
La giovane era ogni giorno sempre più nervosa, finché un giorno Luca – conscio di essere lui la causa del suo stato di disagio – gli propose di accompagnarlo ad una festa:
- "Amore mio, che ne diresti di venire con me stasera in piscina? Ci saranno tutti i nostri amici ed anche altri che tu non conosci... Miei amici che mi piacerebbe presentarti... Sei così triste, e io voglio fare qualcosa per te...".
Mai e poi mai il poveretto poteva immaginare come quella serata avrebbe stravolto la vita di Nina e soprattutto la sua...
- "Wow, con questo caldo è quello che ci vuole... Sì, ci farà bene uscire un po' dal nostro guscio", rispose entusiasta lei, e gli si gettò con le braccia al collo...

Subito, fu chiaro come la compagnia ritrovata dei vecchi amici ebbe un effetto taumaturgico, ma fu soprattutto la conoscenza di un nuovo ragazzo che restituì alla ragazza il sorriso.
Quel ragazzo si chiamava Mauro, ed abitava nello stesso condominio di Luca; un giovane completamente diverso dal suo "sfortunato amante": di un paio d'anni più grande di Nina, non molto alto ma robusto e ben piazzato, aveva un cazzo nella media (15 cm). Questa caratteristica, però, non gli impediva di avere un'incredibile resistenza, cosa che ne faceva un mito tra i suoi amici (ogni suo rapporto dura almeno due ore di piena erezione).
Per di più, le sue qualità lo avevano reso molto esperto in quanto a ragazze (alla sua età, ne aveva già scopate molte, soprattutto quelle – la sua passione smodata – che avevano dei seni enormi e che sapevano fare delle belle spagnole... Insomma, Mauro sapeva come “prenderle”...
Unica pecca del giovane uomo era quella di non aver mai trovato una ragazza capace di tenere a bada i suoi istinti animaleschi e "dominarlo"…

Ebbene, la festa stava procedendo per il meglio quando Luca decide di presentare Nina al suo amico:
- "Ehi Mauro, voglio presentarti la mia fidanzata...".
Il nuovo arrivato rimase estasiato alla sola vista della ragazza, "percepì" che c'era qualcosa di particolare in lei nonostante indossasse un abito molto largo e molto castigato, e capì il suo immenso potenziale erotico, soprattutto...per via delle tette che non poteva certo nascondere.
Doveva passare all'attacco, e così fece. Bastò infatti un attimo di distrazione di Luca per fargli dimenticare che erano amici, e per tutta la serata iniziò un serrato corteggiamento al termine del quale Nina cedette...
Così, Mauro le propose:
- "Perché domani non mi raggiungi al mare? Ho un buon amico che mi ha prestato la sua barca, e potremmo andare a vedere quella baia cosi carina di cui ti ho appena parlato e che altrimenti sarebbe irraggiungibile...".
E lei, ormai lontana anni luce dalla mediocrità del suo fidanzato, accettò:
- "Si, perché no, sarebbe fantastico!".

L'indomani, i due nuovi amici si imbarcarono.
Nina indossava un costume due pezzi verde acqua, di cui sia il reggiseno che le mutandine si allacciavano con dei laccetti sul davanti e sui fianchi. Era un bikini molto pudico e gli slip sembravano quasi dei mutandoni che arrivavano tre dita sotto l’ombelico, mentre il reggiseno avvolgeva – quasi nascondendola – la sua quinta di seno e il culo grosso.
Mauro, invece, aveva un costume a calzoncino e nulla più...

Era ansiosa, la giovane, di giungere in quel posto da sogno che le aveva raccontato l'uomo, ma a un certo punto lui spense i motori dell'imbarcazione. La abbracciò, e – con galanteria ma senza tanti giri di parole – e le disse:
- "Questo posto è proprio un paradiso, ma tu sei una dea... E io ti voglio!".
Nina non si aspettava una dichiarazione di quel genere, ma in cuor suo sperava che qualcosa potesse accadere, anche se non così presto. E quella proposta fu l’atto che la fece crollare definitivamente...
Perciò, lo guardò negli occhi con uno sguardo da gatta e gli rispose:
- "Anch'io ti voglio... Ma... E Luca?".
Mauro ormai aveva cancellato quel nome dalla sua memoria, e sorrise:
- "È acqua passata... Non ci merita, né a me né tantomeno a te. Sei bellissima!".
A prua della barca era stato installato un divano molto grande, che all'occorrenza poteva essere usato come lettino prendisole, e lì Mauro attirò – tenendola per una mano – Nina.
Le sussurrò, con un alito di voce in un orecchio:
- "Sarà bellissimo, una prima volta di tante, tante altre".
Le tolse gli occhiali da vista che deturpavano la bellezza dei suoi bellissimi occhioni verdi, sciolse con calma il fiocco che teneva chiuso il reggiseno senza dire altro, e quando quelle magnifiche tettone furono libere solo allora si avvide della loro enormità. Erano scese leggermente verso il basso, ma quella posizione era più che naturale...
Il ragazzo non riuscì per molto tempo a staccare gli occhi da quelle mammelle che salivano e scendevano, sincronizzate con il respiro di lei. Così come gli fu impossibile resistere e non toccare – stringendoli tra indice e pollice – i capezzoli grossi e carnosi. Esclamò:
- "Credo che ci divertiremo, non sei d'accordo?".
Nina era ancora insicura di sé, ma si chinò ugualmente davanti a lui e con fare devoto gli sfilò il costume, raggiungendo finalmente l'agognato traguardo.
A pochi centimetri dal suo viso, si stagliava un cazzo che era almeno il doppio di quello di Luca, e che la fece riflettere tra sé e sé:
- "Finora ne avevo visto uno soltanto, e non era un granchè, questo sì che è davvero bello, con delle palle degno di questo nome e che promettono grandi cose...".
Si avvicinò ancora, estasiata, socchiudendo le labbra e andando a imboccare con decisione quella cappella circoncisa che si stava ingrossando a vista d'occhio.
In men che non si dica, il cazzo di Mauro sparì nella sua bocca, quasi soffocandola benché non fosse un superdotato. E nel mentre, la giovane pensò, sogghignando:
- "Eheheh, chissà che direbbe mia madre se mi vedesse così...".
Non finì questa riflessione che sentì le mani forti di lui afferrarla per le braccia e sollevarla di peso e allontanarla dal suo "giocattolo di carne". Trasalì, e subito dopo giunsero le parole ferme di lui:
- "Bambolina, non vorrai mica divertirti da sola?".
E detto questo prese i fiocchetti dello slip e sciolse anch'essi. La stoffa che copriva le sue "vergogne" precipitò a terra, mentre Nina provò un improvviso rigurgito di imbarazzo, e si coprì pudicamente le tette e la patatina non rasata con tutte e due le mani.
Scoppiò a piangere, giustificando così la sua timidezza:
- "Mauro, perdonami, ma mi vergogno... È solo la seconda volta che un uomo mi vede così...".
Gli occhi di lui si appuntarono anche sui fianchi larghissimi e sulle cosce possenti di Nina, e le disse:
- "Non devi avere paura... Faremo tutto con calma... Non sono un orco... Chissà cosa ti avrà detto quel pisellino moscio di Luca sul mio conto, ma ti renderai conto che so essere un vero uomo...".
La prese in braccio, e a passi lenti si incamminò verso il divano, dove la depose delicatamente, come se fosse di cristallo.

Era troppa la voglia di "esplorarla" che Mauro non perse tempo... Le aprì le gambe e cominciò a insinuare la sua lingua in mezzo ai grossi glutei, proseguendo poi ad "assaggiare" anche il suo sfintere palpitante dall’emozione.
Nina fu colta di sorpresa, perché mai e poi mai avrebbe pensato che sesso potesse significare anche “giocare” con il buchetto minore. Rabbrividì – forse per piacere o forse per paura –, e articolando con difficoltà le parole precisò:
- “Nooo… Ero impreparata… Capisci? Non sono pronta aaaa…”.
Allora Mauro, afferrò al volo il messaggio, e siccome era un grande esperto nell'arte del cunnilingus, desistette da quel “progetto” e spostò il suo interesse dove era sicuro che lei avrebbe certamente gradito.
Gli piaceva molto strofinare le labbra e la punta della lingua – a pennello – sopra il monte di venere ormai rigonfio e ricoperto di una peluria abbastanza compatta e scura, e così fece.
Ma Nina non era così sicura di sé come molte altre ragazze che prima di lei Mauro aveva "compiaciuto". Lo guardò quasi schifata al solo pensiero che aveva posto la bocca sulle sue parti intime, e volle sincerarsi che realmente fosse di suo gradimento:
- "Non posso credere che una vagina così brutta e grassa possa farti questo effetto... Sembra che me la vuoi mangiare tanto ci stai appiccicato... Se dovessi farlo io, mi farebbe nausea!".
Ma lui la rassicurò:
- "Starai mica scherzando? Ha una così bella forma, un odore forte e deciso, un sapore salato come una conchiglia appena pescata! No, piccola la mia bambolina, io ti trasformerò da fanciulla in femmina...".
Si inoltrò sulle labbra più esterne, con movimenti lunghi e morbidi, in su e in giù, e andò avanti così per molto tempo, senza mostrare fretta, mentre Nina era sempre più in uno stato di agitazione estremo, con il cuore che le batteva sempre più forte.
Ma non si concesse la "distrazione" di pensare ad altro, voleva essere concentrata per godere di quel momento. Soltanto godere...
Il fiato caldo del respiro di Mauro scatenò nella giovane una strana reazione di felicità, ma anche come una violenta scarica di adrenalina lungo tutta la schiena, ininterrotta, che le partiva dai lombi e saliva su, ad "esplodere" nel cervello.
Un gemito di piacere – accompagnato da un improvviso scuotimento dei fianchi – le uscì dalla bocca, mentre lui cercò di tenerla ben ferma:
- "Oh, siiii... Continua... Non ti fermareeee... Mi fai stare troppo bene!".
Sussultò come un'anguilla ogni volta che la lingua di quel maschio che sapeva la sua si insinuava nella sua passerina bagnata.
Adesso la sua micetta luccicava, e Mauro le allargò con decisione le labbra, immergendosi poi con la lingua dentro al buco canonico – non estremamente aperto – e il più a fondo che poté, mentre la sua faccia si andava via via "sporcando" dei suoi umori.
Allora le piccole mani di Nina agguantarono strenuamente la testa dell'uomo e la spinsero ancor più a contatto con i suoi genitali, allargando al contempo le gambe fino all’impossibile, per favorire quel “lavoro”.
Si lasciò andare, e da brava ragazza si trasformò letteralmente. Gli disse:
- "Lo sai che sei un vero porco? Bastardo… Sei un porco allucinante!".
E Mauro, per tutta risposta, scivolò sul clitoride... Bellissimo, eretto e vibrante, da prendere tra le labbra, toccare, solleticare, succhiare, quasi fosse un piccolo cazzo.
Cominciò a sfiorarlo con prudenza, ma poi si fece più audace ed applicò la massima pressione su quel bottoncino così delizioso, percependo nettamente una prima contrazione dell'utero.
Subito, lei lo implorò di seguitare:
- "Mi fai impazzire, cazzo, lecca... lecca forte il clitoride! Strappamelo, continua figlio di puttana...".
Così, quello divenne il suo “bersaglio”. Lo ciucciava con precisione, e le contrazioni si fecero sempre più ripetute.
Ad un tratto, la ragazza mormorò qualcosa di incomprensibile, inarcò la schiena, e un getto di umori limpidi si scaricò potentissimo sulla faccia di Mauro, lavandogli completamente il viso. Di nuovo.
Mentre i due stavano "legati" in quella maniera così particolare, il giovane non si era dedicato solamente alla fica di Nina, ma le toccò tutto il corpo con le mani, non trascurando alcuna delle sue zone erogene, come stesse consultando ad occhi chiusi una mappa meravigliosa...
Poi, tutto d'un tratto le fece:
- "Adesso scopiamo! Non quello che hai fatto con quell’impotente di Luca… Scopiamo davvero!".

Tutte quelle sensazioni lo avevano lasciato con il cazzo già in perfetta erezione, pulsante, e che attendeva soltanto di guizzare nel ventre di Nina.
Perciò, puntandogli il glande contro la vagina, e senza l’uso delle mani e guardandola fissa in volto, con un colpo deciso la penetrò.
Per la ragazza, quella era solo la seconda volta che un uomo usava la sua virilità con lei, e quel gesto le risultò un poco doloroso:
- "Dio mio, mi hai spaccata in due... Quanto sei grosso!".
In realtà, era il suo ormai ex fidanzato ad avere delle dimensioni ridicole, e questa per lei fu la vera, autentica deflorazione...
Mauro, preso dalla foga, cominciò a pompare con una frequenza di colpi incredibile, e le palle ogni volta che affondava gli sbattevano sulle sue cosce producendo un rumore che gli scatenava un ulteriore desiderio di picchiarle selvaggiamente l'utero.
Ma non era solo una questione di forza... Sapeva infatti anche come muoversi, lavorava di bacino con movimenti circolatori, e la sua cappella andava ad cercare di scoprire ogni recondito anfratto di lei, come un provetto rabdomante.
Fu più volte, assieme a Nina, sull'orlo dell'orgasmo, ma seppe trattenersi all'ultimo istante, anche perché avevano deciso – di comune accordo – di non usare il profilattico: era stata soprattutto la giovane – in un accesso di lussuria – a urlargli:
- "No!!! Non voglio quella schifezza, voglio sentire tutto fino in fondo... La bellezza del rischio mi dà alla testa!!!".
Quando ne ebbe abbastanza di quella posizione, Mauro la prese per le caviglie e la rivoltò sul divano... Per pochi istanti, Nina restò "a quattro di bastoni", pancia sotto, ansimante e con la fica che le “friggeva”.
Ma quello era solo l'inizio, l'uomo le mise una mano sulla spalla e la invitò a rialzarsi:
- "Dai, presto, non perdiamo tempo, oggi ti farò provare di tutto… Mettiti a pecora, che ricominciamo...".
Esausta ma ancora vogliosa, Nina obbedì, attendendo poi che lui facesse la sua parte.
Da dietro, lo spettacolo era davvero sublime: il grosso e sodo culo di lei lo invitava a incularla senza pietà, ma le aveva promesso di non farlo e rinunciò a quel proposito.
Con le mani sui glutei e il pene di nuovo "armato", le aprì le chiappe e puntò dritto... Lentamente, entrò in quelle carni che non avevamo ancora ricevuto nessuno da quella posizione, e lì scatenò tutta la sua furia:
- "Senti troia... Non mi hai voluto dare il culo?, e allora sorbisciti questa terapia!".
Ci andò talmente forte che alla fine non poté fare altro che svuotarsi dentro di lei... La quale, rimase immobile, ma quando si accorse dell'accaduto, con la sborra che cominciava a colarle tra le gambe, sbraitò:
- "Bravo stronzo! Buon per noi che non sono nei miei giorni più pericolosi... Vabbeh, anche questa l'ho provata, ma mannaggia a te mi hai fatto un lavaggio coi fiocchi!".
E scoppiò a ridere…

Crollarono entrambi sul divano, sfiniti, mentre il sole iniziava a tramontare e il mare sotto la barca era liscio come una tavola...
Si addormentarono, e dopo un tempo indecifrabile Mauro fu risvegliato da qualcosa che lì per lì non riuscì a comprendere.
Era in preda a una sorta di spasmi al basso addome, e man mano che riprendeva i sensi prese coscienza della ragione di tale strana sensazione.
Questa volta era Nina a stare tra le sue cosce, accucciata come una fedele cagnetta. Aveva, stretto tra le sue mani, il suo membro mezzo "addormentato", e ci stava giocando per rinvigorirlo...
Pompava come un treno, su e giù, a due mani, quell'asta dotata di una gran quantità di vene sotto pelle, e siccome al giovane quel "servizio" non dispiaceva affatto, costui richiuse placidamente gli occhi senza dir nulla e fece finta di dormire ancora.
Era in Paradiso, e lei - convinta che fosse realmente ancora tra le braccia di Morfeo – si lasciò sfuggire, sottovoce:
- "Sei il mio dio, tu e il tuo cazzo... Porca miseria, non credevo fosse possibile, ma mi sa che mi sto innamorando veramente di tutti e due...".
La lingua di Nina, adesso, indugiava a battere – con un ritmo intenso e continuo, delicato e preciso – sul frenulo, dopo che gli aveva tirato allo stremo la pelle. E il filetto, ridotto a un sottilissimo lembo di tessuto, con quella sorta di piccole “frustate” si stava avvicinando pericolosamente al punto di una irrimediabile e dolorosissima rottura…
Quindi, la giovane appoggiò le sue labbra – sempre più ingorde di piacere – sulla cappella, la coprì di piccoli baci e leccatine come fosse un calippo, con abbondante saliva, percorrendone poi la circonferenza e scendendo infine lungo tutta l’asta, per raggiungere i testicoli gonfi di sborra che premevano nello scroto, stracolmi e pronti per esplorere.
Era alle prime armi, certo, ma si stava dimostrando assai brava... Forse, stava esagerando un po', andava troppo veloce, tanto che a un certo punto Mauro non ce la fece più e sbottò:
- "Cazzo, sto andando troppo su di giri, così mi fai venire!".
Ma lei, quasi offesa per quella esplosione di rabbia del maschio, inviperita gli ululò a denti stretti in faccia:
- "Bello mio... Non ho ancora fatto nulla, devi resistere, anch'io mi voglio divertire... Tu, ti sei fatto i tuoi comodi dentro di me, adesso lasciami fare con il tuo bel pisellone!".
E in quel momento nacque la vena sadomaso di Nina…
La giovane, ricominciò il suo "giochino", soffermandosi a leccare anche in corrispondenza del meato uretrale, e infine – spalancando la bocca più che poté – ingoiò tutta l’asta.
Mauro – stupefatto e soddisfatto –, per farsi perdonare quello scatto di nervi di prima, la elogiò e la esortò a non fermarsi:
- "Brava Nina, ancora... Tutto, ingoialo tuttoooo... Sei proprio una troia nata".
Ora il cazzo era sparito completamente in gola a lei, e l'uomo insistette:
- "Cazzo che bocca! Sicuro che non lo avevi mai fatto prima?".
E per tutta risposta la ragazza le strinse con forza le palle sotto, all’attaccatura del pube, quasi da fargli male, e se le “deglutì” fino in gola.

Era notte quando i due ragazzi fecero ritorno a terra…
A casa, Nina si ripulì di quei succhi che avevano irrorato il suo splendido corpo, e si ristorò con una bella doccia. Poi – stesa sul letto, ignuda e a pancia in su, con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra aperta su un cielo stellato –, trascorse le ore che la separavano dall'alba a riflettere...
Rivide, nella sua mente, tutto ciò di cui aveva fatto esperienza con Mauro, ripensò a Luca, e valutò la differenza sostanziale tra quell’unica scopata con il suo fidanzato e quella – più "matura" – con costui, che lo stava prendendo sempre di più.
Si, si sentiva perdutamente innamorata di quel "fottuto bastardo", per il quale avrebbe fatto qualunque cosa, insomma Mauro era diventato in breve tempo il suo "chiodo fisso". Prima di quella serata, infatti, non avrebbe mai pensato che ciò sarebbe potuto accadere, ma era successo, e con Mauro era pronta a superare nuovi limiti…

E fu così che decise di dire addio all’altro, che stava diventando ai suoi occhi sempre più insignificante...

4. Partenza per l’Erasmus.

Quella travolgente avventura in barca fu per la nuova coppia il preludio di un intero anno intriso di sesso senza sentimenti.
Ficcavano a più non posso, ma non era amore, solo una tremenda voglia di sentirsi l’uno dentro l’altra, come degli animali.
Nina, poi, si era appena affrancata dai ferrei dettami familiari, e andava a briglie sciolte. Ogni volta che si incontravano clandestinamente, dava a Mauro tutta se stessa: ogni buco veniva “cercato” e “trafitto” senza ritegno, ogni centimetro di quel corpo decisamente abbondante veniva sfruttato come mezzo massimo di piacere...
Insomma, Mauro e Nina volevano unicamente divertirsi, senza farsi carico delle responsabilità emotive derivanti da una relazione romantica.
Volevano godersi tutto il tempo che passavano insieme, assicurandosi che entrambi fossero soddisfatti sessualmente. Ma senza andare oltre.
Talvolta, lui le diceva:
- "Sai, ne ho abbastanza delle relazioni fisse, e in questo momento – voglio essere sincero con te – non me la sento di impegnarmi...".
E lei:
- "Tranquillo, anch'io sono qui solo per sfogarmi un po’, a me va benissimo così, e se capiterà di incontrare qualcuno carino... Beh, non pensiamo troppo al domani, e divertiamoci...".
Ma nonostante questi reciproci giuramenti, lei era disposta a tutto per Mauro. Disposta a farsi trattare come una baldracca. Era come "ipnotizzata mentalmente", come calamitata da quel maschio che sapeva bene cosa fare...
Era talmente soggiogata da lui, follemente "innamorata" del suo cazzo, che un giorno un'amica le propose:
- "Cara, sapessi! C'è un tipo che ti ha vista e che sono giorni che sbava per te... Io, logicamente, non mi sono impegnata, volevo prima sentirti, ma lui insiste per incontrarti... Capisci? IN-CON-TRAR-TI. Insomma, vuole scopare! Io mi sono fatta scopare una volta e credimi, è stato incredibile, non vedo l'ora di tornarci... È lo stallone del suo paese, tutte le ragazze – chi più chi meno – se le è portate a letto... Ha un pisellone che a raccontartelo non ci credi! Allora, che mi dici? Vedrai che mi ringrazierai!".
Ma Nina sembrò rimanere insensibile... Non era da lei – dopo che aveva abbandonato i "precetti" familiari – rinunciare a un invito del genere. Poi, improvvisamente, come in estasi, rispose:
- "Grazie, ma quale cazzo potrà mai superare quello di Mauro? Appena lo metti in bocca, senti un sapore di buono... E poi è enorme, lungo... Con delle vene pulsanti che si vedono da lontano e le senti dentro di te! Sono rimasta abbagliata dalla sua maestosità! Cazzo quanto mi fa godere, ogni volta mi slabbra un po' di più la fica! Ah io lo adoro, la pelle del prepuzio è meravigliosa, un odore unico, a volte forte altre quasi impercettibile, e sulla punta è come un ricamo... E le palle? Non sono molto brava lì, ma mi sta insegnando come massaggiarle, leccarle e succhiarle senza farlo venire, e mi fa fare molta pratica... Sono grandissime, e tutte depilate, sempre gonfie e bollenti. Insomma, è bello solo a guardarlo, e io mi bagno come una fontana! Un cappellone che quando ti entra dentro sembra che ti scioglie il cervello... Ti devasta, ti porta il fuoco, ma ormai non posso farne a meno! No, grazie, io voglio solo lui...".

Da parte sua, Mauro, rispettando il principio di non voler nessun legame duraturo, si concedeva qualche scopata qua e là, con tipe di ogni genere. Nina era una delle tante, e se lui andava fiero di averle cambiato la vita, però non la "vedeva" a riempire la sua esistenza.

Finché, proprio mentre si avvicinava il momento della partenza della giovane, quel ragazzo così "duro", un vero "macho" sprezzante, si accorse che dentro di sé cominciava a smuoversi qualcosa: con lei, provava UNA "emozione" profonda e inspiegabile. Più volte, nella solitudine notturna del suo letto, si chiese, tra se e se:
- "Un anno senza di lei, ma come farò? Pensare di sostituirla nei nostri giochi erotici forse sarà anche possibile, ma non è questa la questione... È dura da ammettere, ma Nina ormai mi ha preso l'anima... Quando l'abbraccio sento che mi trasmette tutto il suo entusiasmo travolgente, una voglia di fare veramente incredibile... Aveva ragione Luca che aveva occhi solo per lei... Ci si era messo insieme nonostante i suoi "limiti", e lei non glielo ha mai fatto pesare. Ad ogni modo, adesso mi mancherà, e io non posso certo chiederle di rinunciare al suo progetto...".

Non c'erano più dubbi: Mauro era innamorato perso di quella ex bacchettona...

5. Ritorno con sorpresa.

Cosa avrebbe fatto per potersi riprendere quella pollastrella... Erano trascorsi nove mesi, e lui non vedeva l'ora di poterle dichiarare il suo stato d'animo e rivelare che non gli bastavano più quelle fugaci avventure.
Insomma, Mauro avrebbe fatto di tutto, anche se ben presto si dovette accorgere che Nina non era più la stessa Nina che era partita...

Infatti, era profondamente cambiata già solo esteticamente. Non indossava più quegli occhiali così orribili, lasciando invece ben evidenti i suoi occhioni verdi, praticamente perfetti.
Inoltre, durante la permanenza spagnola, aveva cambiato il colore dei capelli, passando dal suo nero naturale a un biondo deciso; aveva iniziato a truccarsi in un modo abbastanza pesante, che nulla aveva a che fare con la giovane di un anno prima, ed ora assomigliava sempre più alle giovanissime che andavano per la maggiore su Instagram.
A proposito: mentre prima era assolutamente lontana da certe diavolerie, adesso aveva anche preso decisamente confidenza con i social, e lì postava ogni giorno delle foto sempre più provocanti, con il seno sbattuto continuamente in bella vista e serrato in top aderenti che evidenziavano l'assenza del reggiseno, tanto che spesso e volentieri si vedevano sbocciare sulle grosse tette pure i capezzoli…
Infine, alle mani le unghie lunghe, ben curate e smaltate avevano sostituito quelle unghie di prima, che Nina timidamente si mordeva quando si sentiva a disagio.

Strano a dirsi, ma anche il fisico si era radicalmente trasformato, e da ragazza in sovrappeso era diventata – se non una top-model – una vera modella "curvy" dal culo sodo, con delle coscione belle da palpeggiare e da stringere tra le mani, e un seno prosperoso come sempre…
Si era completamente depilata il suo vasto monte di venere, e la fica risultava già alla vista "usata ed abusata" dai numerosi ed intensi rapporti che aveva avuto in terra iberica, con labbra sottili che si bagnavano tantissimo.
E che dire del "lato b"? Non era certamente più quello che usava solo per le funzioni “ordinarie”, anzi… Anch'esso era ormai "frequentato" soprattutto per ben altre ragioni...
Fisiologicamente, però, restava la Nina di sempre: difficile da portare all'orgasmo, ma che quando raggiungeva l'apoteosi del piacere squirtava con una grande profusione di umori.

Nel frattempo, Mauro si era invece lasciato andare, non solo psicologicamente, per l’assenza della sua “bella”, prendendo peso e curando sempre meno la sua persona, preso comunque da una certezza incrollabile che al suo ritorno avrebbe trovato la solita ragazza, devota a lui e soprattutto al suo cazzo, come ai "bei tempi".
Ebbene, saputo del suo rientro, Mauro si mise immediatamente in contatto con Nina. La chiamò e le disse:
- "Bentornata, puttanella! Sai, in questi mesi mi sei mancata molto... Che dici, ci vediamo?".
Si sarebbe aspettato uno scatto d'entusiasmo, ma la ragazza accettò l'invito come se si trattasse di una riunione con il suo datore di lavoro...
Per cui, l'uomo rimase un pò sconcertato, sì, ma non gli diede peso, finché non squillò il campanello e lui andò ad aprire.
Allora, quasi gli prese un colpo quando se la trovò dinanzi.
- "Ciao...", lo salutò Nina con un mezzo sorrisino beffardo.
E lì Mauro capì che la piccola insicura di sé che era partita per Madrid non esisteva più...
Nina indossava un abito da dark lady: un corsetto di raso nero strettissimo, allacciato con delle stringhe sul davanti e corredato da stecche che aiutavano a tenere su il “balconcino”, lasciava scoperti più di metà dei suoi “aggressivi” seni grossi come dei meloni, condizionandola tuttavia nei movimenti causandole a tratti dei problemi nella respirazione.
Sotto, una gonnellina cortissima di latex dello stesso colore, talmente striminzita da lasciare scoperto mezzo culo e da far intravedere un tanga altrettanto minuscolo.
Calzava, poi, delle calze a rete e un paio di stivali con cerniera, lucidi, alti fino a metà coscia, e con un tacco vertiginoso.
Per finire, un collare tempestato di diamanti – probabilmente il regalo di un nuovo amante – le cingeva il collo...

Nonostante quella prima impressione che lo aveva sconvolto, Mauro la abbracciò forte e la fece entrare. Poi le disse:
- "Vedo che sei cambiata dall'ultima volta... Ma sei sempre bella... Che è successo? Vogliamo parlare?".
Ma la fanciulla lo fissò severamente negli occhi e gli rispose:
- "Parlare? Non ci vediamo da quasi un anno e tu vuoi solo parlare?".
Lo strattonò per un braccio, trascinandolo fino a quella camera da letto che ben conosceva per averci trascorso i momenti più belli della sua vita, chiuse la porta e – senza perdere altro tempo – iniziò a spogliarsi, rimanendo con solo quei magnifici stivali addosso.
Non aveva aspettato che fosse lui a denudarla, ma aveva fatto tutto da sola…
Tornò da lui, e quasi come un rimprovero urlò isterica:
- "Beh, non volevi scoparmi? E allora dai, spogliati anche tu!".

Così, quella che doveva essere una tranquilla “scopata di bentornata” si trasformò per Mauro in un incubo, ritrovandosi tra le mani una vera indemoniata, una pazza, la più grande prostituta che lui avesse mai conosciuto... Fu lei a prendere l'iniziativa e a succhiargli la cappella e a leccargli i coglioni fino a rischiare una ignobile sborrata fuori tempo... Fu lei a cavalcare all'impazzata quel cazzo di cui si era invaghita... Fu lei, ancora, a impalarsi nel culo, di sua volontà, urlando a più non posso...
Alla fine, il poveretto dovette prendere atto che Nina era diventata un'altra femmina. Soprattutto, si accorse che la fica di lei era diventata sensibilmente più larga di come la ricordava: i suoi 16 centimetri, sempre "ben usati", non bastavano più a lavorare quella caverna, e il suo membro non vi rimaneva avvolto come prima, fasciato strettamente dai suoi muscoli vaginali che ora iniziavano a prolassare... Ma, nonostante lo shock, ancora ansimante da quella dura prova a cui la ragazza lo aveva sottoposto, le propose:
- "Noi due siamo proprio fatti l'uno per l'altra... Sì, è vero, non sei più la verginella che ho conosciuta, ma... perché non ci fidanziamo?".
Nina non rispose né si ne no, rimanendo imbambolata per qualche istante... Nella sua testa, passò in un baleno tutto il tempo in cui era stata offesa e umiliata dai comportamenti sprezzanti di Mauro, i momenti in cui l'aveva tenuta psicologicamente e fisicamente attaccata al cazzo, ai suoi piedi, senza mai vedere in lei un essere umano...
Però, si disse:
- "Ora, caro mio, vedrai chi è Nina... Altro che fidanzarci!, affonderò nel tuo cuore la lama della gelosia... Ti racconterò per filo e per segno quello che ho fatto a Madrid... Non ti risparmierò nulla!".

6. Tris di cazzi.

Passarono i giorni, e con essi le chiavate furibonde “pilotate” abilmente da quella troia.
Durante una di esse, Nina – accarezzandogli la nuca con finta affettuosità – prese la parola:
- "Bene, volevi sapere com’è andato l’Erasmus? Ora te lo racconto…!.
E lì, si aprì per il giovane un mondo che non avrebbe mai immaginato di dover conoscere…
Nina, continuò maligna:
- “Ti ricordi com'ero sprovveduta quando sono partita? Tu mi avevi già insegnato molte cose, ma io ero ancora una ragazzina grassa e decisamente brutta... Non so cosa ci trovavi in me, ma era cosi... Quando giunsi a Madrid, poi, ero spaesata, non conoscevo nessuno e nemmeno la lingua, e la prima persona che ho incontrato è stato Juan, il mio professore di spagnolo base. Era abbastanza vecchio, se non ricordo male doveva avere 69 anni – poi ho saputo che era divorziato – ma con un fisico da atleta... Capelli bianchi, sempre con la sigaretta in bocca, estremamente seducente, amava essere idolatrato dalle sue allieve (anche questo l’ho saputo più tardi…). Infatti, molte ragazze facevano le gatte morte con lui, ma io no. Ero consapevole di non avere possibilità rispetto alle mie colleghe che erano più avvenenti. Lui, però, mi aveva notata, me ne ero accorta perché non mi aveva tolto gli occhi di dosso fin dalla prima lezione... Così una sera, inaspettatamente, vidi aprirsi la porta della mia stanza. Era lui! Mi sentii nervosa, mai prima di allora ero rimasta da sola con lui in camera mia. Venne avanti e si appoggiò al mio tavolo. Io ero seduta, e quindi il mio sguardo cadde all’altezza della patta dei suoi pantaloni, e riconobbi con stupore una inequivocabile erezione...".
Mauro la stava ascoltando, e già una certa gelosia traboccava dal suo cuore, proprio l'obiettivo che Nina si era prefissata.
Le domandò, con apprensione:
- "E poi? Cosa ti ha fatto quel vecchione pervertito?".
E la ragazza:
- "Lui niente! Almeno in quel momento… Si è abbassato la cerniera dei pantaloni e ha tirato fuori il cazzo. Capisci? Non avrei mai pensato che lo avrebbe fatto! Era davvero grosso, largo e rigido, e io non immaginavo che potesse avere un coso del genere... Non so cosa mi è preso, ma senza pensarci due volte mi sono avvicinata al suo salsicciotto e – mentre con due dita glielo scappellavo piano piano fino in fondo – ho appoggiato le labbra sulla cappella. Ho cominciato a succhiarglielo, e tu sai come sono brava! Perciò, a lui uscì un gemito di piacere… Devi sapere che aveva un sapore forte, intenso ma buono, doveva aver fatto la pipì da poco o comunque non si era lavato, e io gli leccavo anche la pelle dell’asta, e poi gli presi le palle in bocca. Erano pelose, ma sentivo bene che erano gonfie!".
Il giovane, che si immaginò la scena, non esitò a ricordarle sarcasticamente:
- "Quello stronzo non sa che fortuna ha avuto... Tu sei la migliore ciucciapalle della Comunità Europea...".
Nina gli sorrise, e poi riprese:
- "Hai capito che non finì qui, vero? A un certo punto, infatti, mi prese per un braccio, mi sbatté sullo scrittoio e mi sfilò le mutandine che erano già zuppe... Io avevo capito tutto, e allargai le gambe più che potei, così da permettergli di intingere la lingua nella mia fica fradicia che palpitava all'impazzata per l'eccitazione... Non vedevo il suo viso, ma lo sentivo deglutire i miei umori, mi entrava freneticamente nella fessurina con la punta della lingua, e poi inseriva due dita – forse anche tre – e mi fotteva con le mani. Insomma, mi fece venire due volte nella sua bocca!!".
- "Dio che maiale... mi fai venire solo ad ascoltarti... Ma... Ti ha scopata??", esclamò Mauro al culmine di un attacco di collera.
Nina capì che lui era cotto marcio, e si lasciò trasportare dal racconto:
- "Ascolta... I miei succhi dovevano averlo come drogato: si tirò su, mi spalancò meglio le piccole labbra e senza il minimo tentennamento scivolò dentro con quel trave di carne. Nemmeno tu mi avevi mai fatto così male, ma lui era impazzito e spingeva come un toro per un tempo che mi parve infinito... Gemette, dopo poco... e mi sborrò dentro... senza preservativo! A pensarci, mi bagno ancora adesso...".

Ad ogni modo, la fanciulla aveva deciso di affondare il coltello nella piaga. Di conseguenza, tornò a fingere di reclamare a Mauro un nuovo appuntamento, con la stessa modestia dei tempi migliori. Voleva che lui credesse di essere ancora il suo "padrone" mentale...
Gli concesse una scopata da mille e una notte, e alla fine calò il secondo colpo che aveva studiato a lungo.
Mentre infatti stavano entrambi – l'uno affianco all'altra – sul letto a recuperare le energie, Nina se ne uscì:
- "Sai, mi sono propria divertita...".
E, dopo una breve pausa, vedendo l’uomo vaneggiarsi compiaciuto, riprese:
- "Mi ricorda di quando ero a Madrid... Capisci, il prof è stato solo il primo... Oh, scusa se ti dico queste cose, non volevo… Ma tanto, tu mi comprendi, vero?".
Così, prese a raccontare la sua nuova avventura...
- "L'estate appena passata in Spagna mi hanno detto che è stata la peggiore degli ultimi anni... Un caldo insopportabile... E così, un weekend, insieme ai miei amici di corso abbiamo deciso di andare al mare", dichiarò.
La testa di Mauro aveva già cominciato a galoppare con la "benzina" della gelosia, e quindi esclamò:
- "Che troia che sei diventata, Nina... Non dirmi...".
Ma lei lo fece tacere:
- "Lasciami parlare... Loro non c'entrano niente!".
Ed entrando nel vivo di quel fatto, cominciò a ricordare, inumidendosi sensualmente con la punta della lingua le labbra:
- "Dunque, da Madrid sono circa 300 chilometri per arrivare ad Alicante. Abbiamo preso il treno superveloce e in un paio d'ore eravamo lì. Eravamo io, due ragazzi e due ragazze. A un certo punto, uno dei ragazzi, quasi per scherzo ha detto: perché non andiamo alla spiaggia nudista? Tutti erano d'accordo, e così io non potevo certo tirarmi indietro e fare la figura della suora...".
Si fermò e si mise a ridere:
- "Ahahah... Lo sai come si chiamava quella spiaggia? La spiaggia dei sette uccelli!".
E Mauro, sornione, commentò:
- "Sette soli? Un pò pochini per una come te...".
Allora Nina gli diede uno spintone affettuoso e continuò:
- "Ci siamo spogliati senza vergogna, e devo dire che i ragazzi erano messi maluccio... Altro che sette uccelli, quelli avevano dei pisellini da minidotati! Dentro di me, pensai che quel fine settimana sarebbe stato una vera delusione...".
Ingenuamente, il giovane – non seppe mai spiegarne il motivo – si stava quasi tranquillizzando, ma subito pensò dentro di sé:
- "Ma se è andata in bianco, perché me lo racconta? No, non può essere...".
Proprio in quel momento, però, ecco che Nina gli assestò un gran colpo, che sbaragliò il campo da ogni equivoco:
- "Per fortuna mi sbagliavo... Tra tutte quelle checche, c'era un vero maschio... Il bagnino, un bellissimo ragazzo di colore... Nero come la notte, e con la pelle lucida. Non so perché, ma verso sera venne verso di noi e ci invitò a una festa in spiaggia. Avevano acceso un grande falò, e un sacco di gente vi si era radunata attorno, visto che – calato il sole e nudi come eravamo – cominciava a fare fresco. Mangiammo pesce di ogni tipo pescato poco prima, ma a un tratto vidi il bagnino venire verso di me. In fondo, nemmeno lo conoscevo, ma lui fece lo sfacciato e mi sussurrò all'orecchio: señorita, veo que está aburrida aquí con estos niños... Necesita algo mejor... ¿Le gustaría venir a charlar a mi habitación?".
- "E tu? Non dirmi che hai accettato l’invito da un perfetto sconosciuto", proruppe Mauro tutto d'un fiato.
Nina lo conosceva ormai bene, e sapeva che quella sarebbe stata la sua reazione, percui lo guardò negli occhi con aria di sfida e riprese:
- "Certo che sì! Ti ho detto che era un ragazzo stupendo, e da come parlava doveva essere anche lui uno studente... Comunque, non volevo dividerlo con nessuno, e senza dire niente ai miei amici mi sono allontanata con lui… Ah, si chiamava Daren, e dopo cinque minuti che camminavamo sulla sabbia vidi una grossa tenda bianca... Sai quelle che si vedono nei film, dove ci sono i beduini del deserto? Ecco, era proprio così, enorme... Daren mi fece entrare, e dentro sembrava quella di un ricco: fresca, tappeti di ogni genere, di grande valore, un hotel a 5 stelle, vassoi con bicchieri pregiati e tanto cibo... Eravamo solo io e lui... Ci siamo seduti sul pagliericcio, e poi mi ha messo davanti del the fumante... L'ho assaggiato, era qualcosa di dolciastro, e dopo non ricordo altro... Finché non mi sono risvegliata... Completamente nuda!".
- "Cosa???", saltò su il ragazzo sdegnato, immaginando quello che sarebbe stato il seguito.
Anche lui, infatti, non era uno "stinco di santo", e anche lui l'aveva fatta sua senza tanti complimenti, ma a quelle parole di Nina gli si era gelato il sangue.
Non era nemmeno razzista, ma che si fosse andato a prendere una donna delle sue!
La fissò talmente sgomento, che lei si affrettò a dire:
- "Non temere per me, non mi ha fatto male, anzi...
Era infoiata, e – con un tocco di romanticismo unito a delle sfumature di sesso – tornò a spiegare:
- “Una leggera brezza mi accarezzava dolcemente il corpo, mentre davanti ai miei occhi si stagliava lui. Un uomo con un corpo che sembrava un bronzo di Riace, ben scolpito, e i pettorali erano quanto di più bello avessi mai visto. Il cazzo, gli ingombrava fra le gambe, tanto che doveva essere lungo più o meno 20-25 centimetri nonostante non fosse ancora in tiro... E improvvisamente svenni…".
Era anche emozionata a quel ricordo, Nina, e aveva il fiatone. Si fermò deglutendo la saliva, al punto che Mauro se ne giovò per fare una battuta:
- "Insomma, il nero ti ha rubato il cuore...".
Ma lei non gli diede peso; piuttosto le cadde lo sguardo sulla mano di lui che lentamente ma ininterrottamente si stava masturbando regalandosi una sega con i fiocchi. Su e giù, su e giù lungo l'asta, mentre la cappella lucida di precum stava cominciando a traboccare. Anche perché, senza accorgersene, gli stava sbattendo in faccia le sue enormi tettone...
Sorpresa, si mise a rimproverarlo:
- "Non ti fai un po’ schifo ad eccitarti solo per un racconto? Il tuo rivale non lo ha mai fatto, ha preferito scoparmi... E alla grande!".
Andò avanti con quel racconto che - era sicura - lo avrebbe umiliato ancora di più.
Disse:
- "Non so quanto tempo deve essere passato, ma avevo ancora gli occhi chiusi – con la mente offuscata dagli effetti di quella strana bevanda – quando sentii come una sorta di solletico alle parti intime. Qualcosa che mi "raspava" ma che mi procurava un certo piacere... Sentivo il mio monte di venere gonfiarsi sempre di più ad ogni colpo... All'improvviso, mi ridestai completamente e Daren era lì, intento a leccarmi maniacalmente la fica. Solo allora capii che quella piacevole sensazione era dovuta alla sua lingua che usava stupendamente. Mi aveva anche allargato le cosce tenendole strette tra le sue manone, e i suoi colpi erano come coltellate che aprivano mano a mano le grandi labbra per andare alla ricerca del mio piacere più profondo... Che bello che era! Poi mollò per un attimo la presa e mi guardò sorridente, si toccò il pisello, ed io capii cosa voleva. In fondo era quello che volevo anch'io, e così gliel'ho preso in mano ed è stata un’emozione indescrivibile. Ho cominciato a pomparlo, e in breve tempo gli è diventato duro come il marmo e talmente grosso che non riuscivo più a tenerlo con una mano sola... Nel frattempo, lui mi palpava da tutte le parti, come se fossi un suo bene, e improvvisamente mi infilato due dita dentro facendomi ululare per quel gesto non previsto. Due dita me le introdusse con assoluta naturalezza anche nel culo, dopo che mi aveva spalancato le natiche al massimo. A quel punto, mentre io mi sentivo esplorata come una vacca al mercato, mi sollevò come fossi una piuma e mi sistemò sopra le sue gambe, e senza pensarci oltre spinse dentro la mia passerina quel bestione. Ormai, tu sai che sono abbastanza aperta, ma con quel coso mi sentii stretta come una verginella... Tentai di urlare, ma tutto mi rimase strozzato in gola...".
Nina adesso – nonostante la sua apparenza da dark women – aveva quasi le lacrime agli occhi, come se stesse rivivendo nel suo fisico quei momenti così "estremi".
E Mauro – che non si era mai distratto da lei – se ne accorse, e cercò di consolarla:
- "Piccola, non so che dire... Ma non avevi detto che ti piaceva così tanto? Perché si è comportato in questo modo?”.
Le fu facile raggiungere il suo obiettivo, e le bastò far progredire quella vicenda così assurda. Si strinse vagamente un capezzolo e con lo sguardo al soffitto parlò:
- "Daren allora cominciò a scoparmi come un demonio, lasciandomi scendere sul suo palo, mentre con un braccio mi cingeva in vita. Lo avevo tutto dentro, e dopo una ventina di minuti mi è venuto dentro... Schizzava come delle fucilate, ma era fantastico... Il resto non contava niente, volevo soltanto godere di quel maschio che sembrava essere una macchina spara-sborra... Alla fine, però, quando ho ritrovato una certa lucidità, mi accorsi che lui era al naturale, non aveva il preservativo, e io non prendevo la pillola... Che pazzia che è stata, ma non immagini nemmeno quanto mi è piaciuta...".
Aveva il respiro affannoso, ma ciò non le impedì di continuare a fargli sentire tutto il suo disprezzo:
- "... E tu che hai sempre creduto di essere un mandrillo! Caro mio, oltre la misura conta come lo usi... E il mio negretto era un portento!".
Sembrò "sazia" di quel divertimento, e si alzò per andare in bagno, mentre Mauro pensoso si chiese:
- "Cavolo com'è cambiata... Ma cosa sarà successo? E poi perche questo atteggiamento così insolente? Ma io la amo...".
Quando fece ritorno, mostrando tutte le sue grazie e mettendosi le mani sui fianchi, il giovane capì che quella di pochi minuti era stata solo una pausa. Nina, infatti, restando lì in piedi in quella insolita veste, gli disse:
- "Sei sorpreso, eh!? Beh, non ti ho detto ancora niente... Pensa che dopo che mi ha sborrata, ha voluto che lo rifacessi ritornare pronto per l’uso. Immagina se io mi lasciavo sfuggire quella ghiottoneria, però non credere che sia stato facile! Come ti ho già spiegato, anche moscio era mostruoso, e anche se io ho provato a spalancare al massimo la bocca sono riuscita soltanto a fare entrare la cappella... A momenti, mi è sembrato persino di slogarmi la mandibola... Quello che è certo, comunque, è che ho rischiato di vomitargli sopra. Alla fine, anche le labbra mi si erano atrofizzate, ma tutti quegli sforzi sono stati premiati. Ho bevuto tutto... Era buonissimo! Lasciamelo dire: la tua sborra, al confronto, sono delle misere goccioline di rugiada... Ihihih...".

La ragazza finì così il suo racconto perverso, e tornò a sdraiarsi a fianco di Mauro... Poi sferrò l'ultimo colpo:
- "Ecco, eravamo proprio così come siamo noi due adesso quando tutto è finito, e lui - continuando ad accarezzarmi dappertutto - mi disse: sei brava, e mi hai fatto stare bene...".

E siamo al terzo amplesso. Nina – ormai è chiaro – ha come unico scopo quello di “punire” Mauro per come l’aveva trattata. Una schiava sessuale, “usata” solamente a suo piacere…
Così, gli “concede” se stessa, facendogli credere di essere ancora una volta lui a “menare le danze”.
Gli fa fare di tutto, e si eccita, ma questo stato è dovuto al solo pensiero che poi avrebbe calato “l’asso nella manica”.
E così fu… Finito il compiersi dell’atto sessuale con quell’uomo, la ragazza non esitò un solo istante… Gli prese la mano, se la portò su una guancia, e prese a parlare come se lo stesse facendo con se stessa:
- “Eh, che bello stare con te… Però…”.
E lasciò la frase in sospeso.
Al che lui replicò:
- “Però?”.
Nina sapeva che stavolta il racconto sarebbe stato davvero duro da “digerire” per Mauro, ma si fece coraggio ed iniziò:
- “Mentre facevamo l’amore, mi è tornato alla mente l’ultima sera a Madrid… Avevo già preparato le valigie per tornare a casa, quando mi è squillato il cellulare… Erano una mia amica di corso, molto più spregiudicata di me, la quale mi invitò alla festa d’addio alla residenza per stranieri… Era in un paese poco lontano da Madrid, in un appartamento interrato di un piccolo condominio di periferia. Accettai di buon grado, e mi preparai come una vera puttana: avevo deciso di lasciare un bel ricordo di me… Avevo indossato una veste nera in un unico pezzo, senza reggiseno, con delle spalline molto sottili che sopra riusciva a contenere a stento le tette… Bastava niente per far schizzare fuori i capezzoli… E sotto tutto era aperto con uno spacco che arrivava all’inguine. Ovviamente, senza mutandine!”.
E sghignazzò come una bimba dispettosa davanti allo sguardo sempre più inquieto di Mauro…
Poi, fece un forte sospiro e proseguì:
- “Quando giunsi e suonai il campanello, mi venne ad aprire un uomo sui 50 anni, che mi fece passare in una sala dove c’erano – seduti – cinque uomini completamente nudi, con i cazzi in mano, duri e scappellati. Lì per lì, rimasi un po’ sconcertata dato che non mi aspettavo quell’accoglienza, ma la mia faccia tosta fece il resto. E domandai all’uomo che mi aveva accolto: ma Felipa dov’è? Li guardai uno per uno, e mi ci volle davvero niente a capire che era stata proprio lei – opportunamente assente – ad organizzare tutto. Ad ogni modo, la vista di quegli uccelli così ingombranti (nessuno scendeva sotto i 20 centimetri di lunghezza), ovviamente a mia disposizione, mi eccitò in una maniera stupefacente… Sempre quello che mi aveva accolto, si denudò e mi chiese di spogliarmi nuda com’erano loro, ed io che non aspettavo altro non persi tempo, certa di suscitare un’ottima impressione con il mio corpo. Me li sentivo già tutti dentro, e cominciai a bagnarmi, ma non feci a tempo a concludere questo ragionamento che sempre lo stesso uomo iniziò a mettermi le sue mani su tutto il mio corpo, indicando – come fosse una guida – le mie grazie ai suoi amici, dei maschi meravigliosi tutti tra i 23 e i 70 anni. Mi guardavano come lupi famelici le tette, la patatina e il culo… Non capivo perché mi guardassero anche la bocca e esprimendo dei pareri volgari, ma ugualmente non mi offendevo, e anzi mi scaldavo da non credere...”.
La fanciulla disse tutte queste cose non distogliendo mai lo sguardo da lui, che a forza di segarsi si stava facendo arrossare la cappella. Percui, gli urlò:
- “Mauro! Lascia stare quel coso! Ti proibisco di toccarti! Piuttosto, ascolta il seguito e vedrai che il sesso è anche altro rispetto a ciò che tu mi avevi insegnato…”.
Quindi, tornò a concentrarsi su quella serata:
- “Mi dissero di inginocchiarmi, e di fare pompini a tutti, uno alla volta, cosa che come sai mi piace moltissimo e che non mi creò nessun problema. Così mi accucciai tra le loro cosce e li presi in bocca uno alla volta, gustandomi quei cazzi tanto imponenti sia a colpi di lingua che stritolandoli con le labbra, ingoiando infine i loro tronchetti fino in fondo alla gola… Ma c’era un particolare che non riuscivo a spiegarmi: perché (mentre li pompavo) uno di loro – lo stesso che ti ho detto prima che era venuto alla porta ad aprirmi – non era insieme agli altri a godere delle mie abilità?”.
Rimase in silenzio, Nina, quasi attendendo la risposta del maschio. Il quale, appunto, ripetè il suo interrogativo:
- “Già… Perché?”.
E allora lei riprese, scandendo lentamente le parole:
- “Perché lui guidava con la mano la mia testa scandendo il tempo; lui era quello che doveva farmi accendere ancora di più, che mi masturbava – fistandomi culo e fica – mentre giocavo con i suoi amici... Io, intanto, continuavo a spremere le cappelle stringendole con le labbra e guardando fisso negli occhi quei porci… Sai quanto sono troia, e il pensiero di poter disporre di tutto quel ben di dio mi mandava su di giri…”.
Mauro ascoltava silenzioso e con le mani che non riuscendo a stare ferme andavano e venivano sul suo pisello, e dentro di sé dovette accettare la realtà:
- “Una gang… Accidenti a me che non gliela ho mai proposta… A sapere che era una vacca del genere…”.
Ma Nina ormai non si arrestava più:
- “A un certo punto, sempre il mio assistente mi spiegò la ragione di quei pompini così esasperati, e mi disse: siamo tutti qui per un bukkake… Sai cos’è, vero?”.
L’uomo, che non voleva credere alle sue orecchie, si tirò su a sedere sul letto e strepitò:
- “Ma sei diventata matta? Con me ti faceva schifo il mio sperma, e con quei delinquenti invece ti sei bevuta tutti?”.
E lei:
- “Dico… Sei tu che sei diventato matto! Chi ti credi di essere, mio padre? Stai calmino, non sono più la stupida che hai conosciuto con il tuo amico Luca. E visto che stai facendo tutto questo casino, adesso taci e ascolti come è andata a finire…”.
Scura in volto, fece:
- “Ero stata così brava che subito capii che il primo cazzo era cotto al punto giusto. Lo sentivo, perché aveva la cappella tesissima e il precum stava cominciando ad uscire… Allora mi bloccai nella posizione in cui mi trovavo, e lui iniziò a segarsi… Era l’inizio della fine, e all'improvviso una sborrata eccezionale andò a finire sul mio viso. Gli schizzi successivi furono sempre più consistenti, ed io lasciai che scivolassero fino in bocca… Sarà stata l’eccitazione, ma non riuscii più a trattenermi e raggiunsi anch’io – urlando come un animale selvatico – il mio orgasmo. Ansimavo, ma avevo appena iniziato… Così, mi avvicinai strisciando carponi al secondo uomo, il quale mi scaricò la sua sborrata direttamente in bocca, con il glande che mandava fuori lo sperma bollente e abbondante come un supervulcano. Erano dei tori incontenibili, tanto che la mia faccia si era trasformata irrimediabilmente in una maschera di sborra. Sai, dicono che faccia bene alla pelle!”.
Rise a crepapelle, per poi riattaccare:
- “Sentii l’odore di quella sostanza, che quasi mi inebriò, e allora raschiai via lo sperma dal viso con due dita e m
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