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Welcome home – Ben venuto 04


di Castellozzo02
25.09.2024    |    1.660    |    4 8.3
"«Bel manzo!» commentò piegando gli angoli della bocca verso il basso..."
«Bella coppia di maiale. Sapete che c’è?» disse lui con un sorriso.
Chiara esitò un attimo prima di rispondere. «Forse ho capito!» si girò verso Simona e le chiese «Hai mai fatto cose un po’ “sporche”?»
Sul volto della ragazza passò un’espressione perplessa ma quando Chiara prese in mano il cazzo di Fausto agitandolo un po’, Simona comprese. «Oh, sì! Dammela qua sulle tette, la tua calda pioggia!»
«Anche a me, sulle tette!» le fece eco Chiara.
Inizialmente fu un debole rivolo di urina che bagnò Simona e poi Chiara, poi aumentò di intensità ma durò poco perché durante la cena non aveva bevuto a sufficienza.
«E adesso tocca a me.» disse Fausto e si distese. Le due donne puntarono il cazzo che lui si stava menando e lo colpirono mischiando il loro piscio «Cazzo, che goduria, maiale bastarde, mi state marchiando l’uccello. Che libidine. Vi adoro.»
Quando ebbero vuotate le vesciche, le due donne si baciarono con la lingua.
«Peccato non avervi conosciuti prima.» mormorò Simona staccandosi dalla bocca dell’amica.
«Ti daremo modo di recuperare il tempo e le porcate perduti!» le assicurò Chiara. Aprì l’acqua calda e si sciacquò imitata dagli altri due.
Poi i tre si asciugarono e si misero degli accappatoi. «Ne abbiamo qualcuno in più. Per gli ospiti.» spiegò Chiara.
«Deduco che abbiate un bel giro di porcelli, in casa vostra.»
«Non ci possiamo lamentare. Tutta gente selezionata. Meglio pochi ma buoni.» aggiunse Fausto.
«Beh, non sono poi così “pochi”…» rise Chiara e strizzò l’occhio alla ragazza.
«Mangiamo qualcosa?» suggerì Fausto prima di andare all’angolo cottura.
«Un certo languorino, ce l’ho, in effetti.» disse Simona.
«Ma se è tutta sera che mangi salsiccia!» scherzò Chiara.
Piluccarono qualcosa e bevvero lo spumante ormai tiepido e poi si misero comodi sul divano.
Fausto si ritrovò nuovamente tra le due donne. Simona gli infilò una mano sotto l’accappatoio per accarezzargli il petto. «Avevo proprio voglia di maschio…» mormorò.
Chiara osservava sorridendo. Fausto, cintole la spalla la tirò a sé.
Simona si arrestò e ritirò la mano «Scusa!» disse rivolta all’amica.
«Ma figurati! Mica me lo porti via. Oggi ce l’hai in comodato d’uso: puoi scopartelo, succhiartelo e godertelo.»
«Mi stai oggettivizzando!» protestò debolmente Fausto e baciò la sua donna.
«Marcavo il territorio.» rise Chiara imitata da Simona che infilò nuovamente la mano nell’accappatoio di Fausto.
«Comunque, care ragazze, per quanto siate arrapanti, temo che per qualche ora, sarò fuori combattimento.»
«Amore, sono quasi le tre. Direi che è legittimo!» disse Chiara.
«Le tre?» esclamò Simona.
«Quando ci si diverte, il tempo vola!»
Poco dopo fu pronto il divano letto per Simona. I tre si baciarono ancora una volta sulla bocca augurandosi a vicenda una buonanotte.

Erano le undici passate del mattino successivo quando Simona fece capolino sulla camera da letto dei suoi ospiti che erano mezzi svegli ma intenzionati a non alzarsi dal letto.
Chiara la intravide attraverso gli occhi socchiusi e sorrise. «Amore, abbiamo visite.» mormorò con voce assonnata.
«E chi può essere di domenica mattina, a quest’ora?» rispose Fausto.
«Sono la vostra porca di fiducia!» disse Simona, lasciò cadere a terra l’accappatoio e si infilò sotto la coperta leggera, vicino a Chiara che la abbracciò.
Fausto si avvicinò a sua moglie che gli dava le spalle palpandole il culo e poi passò a quello di Simona. «Che bel risveglio…» mormorò.
Nel frattempo i baci delle due donne si erano fatti appassionati e Chiara infilò la coscia tra le gambe dell’amica strusciandola contro la figa.
A Fausto era diventato duro e prese a masturbarsi lasciandosi andare al turpiloquio «Siete due troie, due fantastiche troie!»
Proseguirono per pochi minuti e poi si fermarono.
«Ora sono sveglia.» dichiarò Chiara «Mangiamo qualcosa!» e si alzò per andare in bagno.
«L’hai fatta carburare!» rise Fausto rivolto a Simona.
«Io non ancora…» mormorò la ragazza e allungò una mano per stringergli il cazzo.
Fausto non resistette e assecondò la sua ospite giocando con la sua figa.
Chiara si affacciò alla porta «Forza, porconi pigroni! Datevi una sistemata mentre preparo la colazione!» e proseguì verso la cucina per mettere su il caffè e apparecchiare.
I due interpellati si scambiarono ancora un bacio e insieme andarono in bagno. Simona si sedette sulla tazza e pisciò. Lui si sciacquo la faccia. Poi andò dalla ragazza e le mise il cazzo davanti alla faccia. «Digli buongiorno!» Simona lo prese in bocca, anche se semi-barzotto e gli diede una succhiata. Poi si asciugò la bernarda, si alzò e passò al bidet mentre Fausto pisciò e poi tirò l’acqua. Dopodiché sciacquò il cazzo.
Fecero la loro apparizione tenendosi per mano «Ah, mi tradisci con questa giovane sgualdrina!» esclamò Chiara con i pugni sui fianchi.
«Non ho resistito! Ma anche tu, ieri sera, ti sei data parecchio da fare nel mettermi le corna saffiche!»
«Corna saffiche mi mancava.» rise Simona e ammirò la tavola apparecchiata.
«Vado un attimo in bagno. Però voi due aspettatemi e non fate troppo i maiali!» disse Chiara.
Fausto guidò Simona al divano. La fece sedere e spalancare le gambe e le leccò la passera. Chiara lo trovò in quella posizione al suo ritorno dal bagno.
«Ma sempre lì, stai?» chiese avvicinandosi. «Spostati un attimo.» Lui ubbidì e le lasciò il posto. Anche Chiara si gustò gli umori della ragazza e poi la baciò in bocca.
«Dai, facciamo colazione.» disse staccandosi.
Stavano chiacchierando quando il tintinnio di un messaggio entrante li zittì.
Fausto si alzò e recuperò lo smartphone.
«Chi è?» volle sapere Chiara.
«È la sorpresa di oggi pomeriggio.» sorrise Fausto. «A voi non dispiace se invito un amico per pranzo, per l’una, vero?»
«Dipende dall’amico.» disse Simona e Chiara annuì.
«Ha dei begli argomenti.»
«Misurabili in centimetri?» volle sapere Simona.
«Alquanto.» rise Fausto.

Alle dodici e cinquantacinque suonò il citofono.
«Deve essere l’ospite!» disse Fausto e si alzò. Le due donne rimasero sul divano. Si erano rivestite in maniera casual. Chiara aveva prestato un paio di jeans e una T-shirt all’amica.
Poco dopo suonarono alla porta. Nuovamente fu Fausto ad alzarsi per aprirla.
Apparve un giovane uomo, moro, alto circa un metro e ottanta, slanciato. Indossava un vestito nero e sotto una camicia bianca, senza cravatta.
Fausto gli chiese di togliersi le scarpe e lo introdusse alle due donne.
«Ma noi ci siamo già visti!» esclamò Chiara.
«È il cameriere di ieri sera!» le fece eco Simona.
«Sì. Lui Gianclaudio Tigroni.» disse Fausto.
«Ma vi conoscete?» si stupì Chiara.
«È quel ragazzo con cui mi ero mezzo spompinato a Biella tre mesi fa. Ti ricordi? Te ne avevo parlato.» Fausto posò una mano sulla spalla del nuovo arrivato e lo invitò a prendere posto. Simona non gli aveva staccato gli occhi per un istante.
«Ah, già! Quell’avventura di quando eri in giro per delle visite ai clienti.» fece Chiara. «Bel manzo!» commentò piegando gli angoli della bocca verso il basso. «Tanta roba!»
Fausto spiegò che a seguito di un rapido scambio di sguardi d’intesa al ristorante, lui e il cameriere si erano infilati nel bagno per toccarsi vicendevolmente i cazzi e poi, molto velocemente si erano scambiata qualche veloce succhiata.
«Non lavoro più a Biella.» spiegò Gianclaudio. «Ho seguito la mia fidanzata che abita da queste parti.»
«E la fai già cerva?» fece Chiara sollevando un sopracciglio.
«Lei sa che sono qui. Oggi lavora. È capitato anche il contrario: ero di turno e lei se l’è spassata con due colleghi. Poi mi ha fatto vedere le foto e ci siamo eccitati e abbiamo scopato.»
«Fino a che ora lavora?» chiese Fausto.
«Stacca alle quindici. Al massimo alle quindici e trenta.»
«Potremmo recuperarla e portarla qui.» Fausto guardò Chiara.
«Ma certo! Peccato che non sia con noi a pranzo.»
«Allora glielo scrivo?» chiese Gianclaudio.
«Assolutamente, sì!» dissero Chiara e Simona in coro.
Fausto rise scuotendo la testa.
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