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Gay & Bisex

Antebaldo Pornieri Editore 01


di Castellozzo02
03.09.2024    |    2.813    |    14 7.5
"«Ma» gli dissi «una soluzione c’è!» «E qual è?» «Trovare uno sponsor!» «Allora troviamo uno sponsor!» esclamò con entusiasmo il Pierpanzo..."
Salve, sono Antebaldo Pornieri e seguo le orme dei miei antenati che sono stati, sin dal lontano 1451, poco dopo l’invenzione di Gutenberg, degli zelanti editori.
Il mio cognome è un anagramma, beninteso! Un anagramma che ho scelto dopo aver dato una nuova direzione alla mia azienda.
Questo primo “cappello” introduttivo per spiegare gli aneddoti e gli episodi che seguiranno.
Tra i miei compiti, infatti, c’è anche quello di selezionare e valutare gli scritti che copiosi si ammucchiano sulla mia scrivania.
Due giorni fa si presentò alla porta del mio ufficio Pierpanzo Analfaberti. Tanto insistette che presi in consegna il suo dattiloscritto.

Titolo: “Perché lo so io il xke!”

Svolgimento:
Il mio problema sono sempre state le donne.
Ma non xke non ne avevo ma benzì xke esse, loro mi preseguitavano!
Tra le cui cera anche Labbronarda Squirtarelli, una signora (diciamo cosi và!) che abita nella via in qui abito anchio. Bene.
Io l’havevo diggia vista dal tabacchiere ma non mi ero fatto accorgere che sbavavo per lei xke non gli volevo di darle sodisfazzione! xke in amore vince chi fuge! E siccomo a lei io me la volevo da portare nel letto di nascosto da mia mollie, allora... ai capito no?
E dunque una cosa tira laltra finche lei un giorno appena fuora dal tabacchiere mi dice cosi e cosa e io xke no? no? E invece si.

A quel punto interruppi la lettura e fissai il volto dell’aspirante scrittore.
Pierpanzo sostenne il mio sguardo per alcuni istanti e poi disse “Cucù!”
«In che senso “cucù”?»
«Boh. E che ne so?»
«Lasciamo perdere.»
«Allora, lo pubblichiamo il romanzo?»
Prima di rispondere indugiai alcuni istanti in cui mi appoggiai allo schienale e fissai il soffitto come se volessi cercare le parole giuste. Con la coda dell’occhio mi accorsi che il mio ospite mi stava imitando - il che mi confermò che era un coglione totale e assoluto.
«Sei mai stato dentro a una scuola elementare?» gli chiesi, rompendo il silenzio.
«Mi pare di sì.»
«Ah, ecco. Non sei sicuro, però.»
«Ma che importanza ha? La storia è bella, no? Secondo me è anche molto eccitante. Mentre la scrivevo mi ci sono segato sopra!»
E questo spiegava quelle strane macchie in cui le pagine erano incollate. Annuii socchiudendo gli occhi. Poi feci un respiro e parlai. Gli spiegai che stampare un libro ha dei costi e ha anche dei costi sia la promozione che la pubblicità e FINANCO la distribuzione. Alla fine gli sparai la modesta cifra di centomila euro, tutto compreso.
Lui strabuzzò gli occhi e deglutì.
«Ma» gli dissi «una soluzione c’è!»
«E qual è?»
«Trovare uno sponsor!»
«Allora troviamo uno sponsor!» esclamò con entusiasmo il Pierpanzo.
Mi schiarii la gola e composi un numero sul mio smartphone. Mi coprii la bocca e parlottai a bassa voce per non farmi sentire dall’aspirante scrittore.
Poco dopo aver agganciato, la mia segretaria aprì la porta per fare entrare Trapanazzo Puntacciaio, uno stilista amico mio.
«Ecco, questo è lo sponsor.» spiegai a Pierpanzo. «Vi faccio accomodare nel salottino qui accanto così potete discutere i dettagli ANDANDO A FONDO DELLA QUESTIONE!»
Li introdussi nel locale in cui erano sistemati dei divani e, in un angolo, un piccolo bancone a mo’ di bar casalingo.
Trapanazzo, che era pratico del posto, si diresse deciso verso il bar e preparò due whisky. Prima di consegnare il bicchiere a Pierpanzo, dandogli le spalle, vi versò cinque gocce di un liquido trasparente e insapore.
«Brindiamo!» disse Trapanazzo porgendogli il drink.
Pochi istanti dopo, Pierpanzo si sorprese nel percepire un’inaspettata quanto potente erezione. Trapanazzo notò il rigonfiamento. «Un bell’attrezzo!» commentò e mandò giù un altro sorso di whisky.
«Aiuto!» esclamò Pierpanzo «Mi scoppierà l’uccello!»
«Stai tranquillo! Ho un rimedio. Distenditi, chiudi gli occhi e fai dei bei respiri.»
«Non c’è pericolo?»
«Assolutamente no: sono un dottore!» mentì Trapanazzo e slacciò la cintura di Pierpanzo che, giunti a quel punto, sentiva le membra mollicce, fatta eccezione per la sua nerchia.
«Dura come il marmo!» mormorò Trapanazzo dopo averle dato una bella stretta.
«E adesso, cosa succede?» chiese Pierpanzo.
«Ti devo sfilare pantaloni e boxer. Per forza!»
«Speriamo bene...» mormorò Pierpanzo.
Poco dopo intuì che il suo cazzo veniva spompinato. Ma, a causa del suo torpore, non riuscì a sollevarsi per impedirlo a Trapanazzo. Alla fine si abbandonò al piacere.
Trapanazzo proseguì ancora per un minuto e poi si sollevò e si spogliò. Recuperò un preservativo e lo infilò a Pierpanzo che, con gli occhi socchiusi, seguiva impotente la scena. «Che cazzo fai?» biascicò come un ubriaco.
«Mi siedo su questo bel tappo!» rispose Trapanazzo e, dando le spalle all’aspirante scrittore, si mise a cavalcarlo.
Suo malgrado Pierpanzo eiaculò dopo pochi minuti. Trapanazzo sorrise e si sollevò. Srotolò un nuovo preservativo lungo l’asta del proprio uccello, girò Pierpanzo da un lato e lo inculò senza tanti complimenti fino a eiaculare.
Si riposò per alcuni minuti e rivestì Pierpanzo che sonnecchiava beato sul divano. Poi si rivestì a sua volta e venne nel mio ufficio.
«Tutto bene?» chiesi.
«A meraviglia. Un bel culetto vergine.»
«Quindi posso considerare saldato il debito di cinquecento euro del poker dell’altra sera?»
«Ma certo. Mi fermerei a chiacchierare ma devo preparare la fiera per Parigi! Ciao!»
«Aspetta.» gli dissi «Aiutami a portare il nostro amico nel mio ufficio.»
Pierpanzo riprese piena coscienza dopo circa mezz’ora. «Mi sento strano...» mormorò massaggiandosi le tempie.
«Forse non reggi il whisky. Ti sei addormentato.»
«Ah! Ma... E lo sponsor?»
«Tranquillo! Il tuo libro sarà pubblicato. Iniziamo con venti copie per sondare il mercato.»
«Solo venti copie?»
«La stampa dei primi esemplari è a carico tuo, se vuoi saliamo a cento.»
«Va bene venti. Quant’è?»
«Centododici euro e trentadue centesimi. Se hai i trentadue centesimi, mi fai un favore.»
«Non è che me lo metti in culo, poi?»
«Io no di sicuro!»
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