trio
Pigronaldo e Welcome Home 01
di Castellozzo02
21.10.2024 |
1.519 |
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"Il tintinnio dello smartphone di Teodosia li avvertì dell'arrivo di un messaggio..."
Calato il silenzio, Pigronaldo – con gli occhi chiusi – udiva i due coniugi che si strusciavano uno contro l’altro mentre contemporaneamente si scambiavano teneri baci.«Ragazzo, non essere timido.» disse a bassa voce Teodosia senza voltarsi.
Pigronaldo si girò su un fianco e andò ad appoggiarsi alla schiena di Teodosia premendo il cazzo contro il suo bel culo. Poi scostò i capelli e la baciò sulla nuca.
«Che belle coccole! Prima i cazzi e adesso queste attenzioni. Starei qui un mese!» mormorò la donna e spostò un braccio per afferrare una natica di Pigronaldo e stringerlo ancor di più verso di sé. Il giovane sentì il sangue affluirgli nuovamente nei corpi cavernosi.
Teodosia disse ridendo «Al giocattolino sta tornando barzotto!»
«Fa vedere.» rispose Olobrando e si sporse. Pigronaldo si staccò da Teodosia e si mise sulla schiena, prese il cazzo in mano e se lo scappellò. Olobrando si spostò e lo prese in bocca «Sa di sesso!» commentò.
«E vorrei vedere! Ha sborrato come un maiale in calore!» commentò con tono allegro Teodosia. «Fai assaggiare anche a me!»
Olobrando si spostò e si distese di fianco a Pigronaldo che si ritrovò in mezzo ai suoi nuovi amici. «Hai mai baciato un uomo?» gli sussurrò Olobrando all’orecchio mentre Teodosia aveva iniziato a spompinarlo.
«N-no…» balbettò a mezza voce Pigronaldo girando gli occhi all’indietro per il piacere che gli procurava la bocca della donna.
Olobrando gli posò le labbra sulle sue e Pigronaldo rispose a quel gesto cacciando la sua lingua in bocca all’amico.
«Cazzo di froci! State limonando duro, eh?» commentò la donna sospendendo momentaneamente il pompino. Poi rivolse le sue attenzioni al cazzo del marito mormorando tra sé «Un po’ per ciascuno, non fa male a nessuno!»
L’idillio durò pochi minuti, poi, Teodosia, messasi seduta sui calcagni – alla maniera dei samurai – disse «Cari ragazzi, è stato bello ma è meglio se ci schiodiamo. Si fa tardi!»
«Mi laverò a casa.» dichiarò Pigronaldo «Voglio tenermi addosso il vostro odore!»
«Bravo! Ricordati che ti abbiamo marchiato. Sei nostro!» disse Teodosia.
«Se essere vostro significa avere orgasmi a nastro, vi firmo anche un contratto col sangue!»
«Caso mai con la sborra!» precisò Olobrando. Risero. Si rivestirono e salirono in macchina.
«Oggi il motel, lo offriamo noi.» disse Teodosia girata verso i sedili posteriori dove sedeva Pigronaldo «Però capisci che non possiamo sempre fare noi.»
Il giovane annuì. «Anzi, vi ringrazio.»
«Molla l’università e trovati un lavoro.» suggerì Olobrando mentre faceva retromarcia.
«Già! Penso sia meglio. Tanto non sto combinando niente.» poi sospirando aggiunse «Ho paura che i miei la prenderanno male.»
«Beh, si saranno resi conto anche loro che non ha molto senso andare avanti così.»
Pigronaldo annuì e, guardando fuori dal finestrino, fissò un punto lontano, chissà dove, oltre l’orizzonte.
Mezz’ora dopo arrivarono sotto casa del giovane.
«Ragazzi, grazie ancora. È stato il più bel pomeriggio della mia vita – dopo quella volta che ho visto Castellozzo dal vivo cantare “La senti questa voce”.»
«Stai bene, grazie a te! Ci siamo divertiti molto anche noi.» disse Teodosia. Poi il ragazzo scese e andò al portone. Si girò per salutarli muovendo la mano.
«Dove sei stato?» gli chiese la madre con un’espressione leggermente preoccupata quando apparve nella porta della cucina. Suo padre era già seduto a tavola col cucchiaio in mano.
«Ho visto degli amici.»
«Quali amici?»
«Olobrando e sua moglie.»
«Il tuo amico del calcetto.» disse il padre.
Quella sera, a cena, Pigronaldo comunicò ai genitori l’intenzione di lasciare l’università per cercarsi un impiego.
«Mi togli un peso dal cuore.» sospirò il padre «Il tuo tergiversare, assieme alle mie domande retoriche, stava diventando imbarazzante! E cosa vorresti fare?»
«Un lavoro di concetto. Dove si lavora poco e si guadagna tanto!»
«Eh, già. Che cazzo ci vuole?»
Alla madre cadde il cucchiaio nella minestra: era dal 2008 che il marito non aveva più pronunziato quel bisillabo dal suono così aspro e al tempo stesso così incisivo.
Finita la cena, Pigronaldo si ritirò in camera sua addormentandosi come un sasso.
Quando la madre ebbe finito di riempire la lavastoviglie, andò in salotto dove suo marito stava guardando un vecchio western in bianco e nero a volume bassissimo.
«Cosa ne pensi?» disse lui senza staccare gli occhi dallo schermo.
«Speriamo bene.» sospirò la madre e si lasciò cadere sulla sua poltrona.
«Sarà l’occasione per recuperare un po’ di tempo perduto!» dichiarò il marito e si voltò verso di lei.
«Cioè?»
«Sesso!» disse lui e tornò a guardare il western.
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«E allora?» aveva chiesto Olobrando durante il rientro alla loro casa.
«Eh, sarà anche un discreto fannullone ma a letto ha il suo bel perché!»
«Dici che possiamo portarlo a una festa di Chiara e Fausto?»
«Direi di sì. Una minchia in più non guasta mai. Per non tralasciare il dettaglio che voglio vedere come lo inculi, quel verginello puttanello! Anzi, lo dovrete inculare a turno, tu e Fausto!»
«Come faccio a non amare una porca introiata come te?»
«In effetti, quando mi ascolto mentre parlo, mi rendo conto che hai avuto un enorme colpo di culo nel trovare me. Ti amo anch’io, comunque!»
«Perché sono porco?»
«Beh, anche. Ma essere porco, per un uomo, ha del banale.»
Olobrando aveva riso e annuito.
Dopo aver cenato si erano messi sul divano per fare un po' di zapping prima di andare a dormire.
Il tintinnio dello smartphone di Teodosia li avvertì dell'arrivo di un messaggio.
Era Chiara, la moglie di Fausto che gli proponeva un invito a casa loro per il weekend.
Teodosia confermò con entusiasmo raccontando per sommi capi l’incontro avuto al motel con Pigronaldo.
“Bene, un po’ di carne fresca per noialtre!” fu la risposta di Chiara. Aggiunse poi “Facciamo un quintetto sabato o domenica?”
«Un quintetto? Cosa intende?» si stupì Olobrando leggendo il messaggio.
«Glielo chiedo.» rispose Teodosia.
«Chiedile anche cosa penserebbero di un sestetto.»
«Un “sestetto”? Intendi portare Pigronaldo?»
«Perché no? Un’occasione imperdibile per “marchiarlo a fuoco”!»
«Sei senza vergogna!» rise Teodosia e scrisse la proposta a Chiara che pochi istanti dopo rispose che lei e Fausto erano d’accordo e che, anzi, l’idea di pistonare un neofita sverginandolo era il diversivo che mancava!
- continua -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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