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La grande abbuffata della Vigilia di Natale
di GiadaLabbraBollenti
25.12.2022 |
2.044 |
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"Hai preso cazzo fino ad ora?” Esclama eccitatissimo mentre mi fa sentire con tutta la forza i suoi venti centimetri dentro..."
Quest’anno, complice le non buone condizioni di salute della mamma, i miei cugini con le rispettive famiglie hanno deciso di festeggiare il Natale tutti insieme con noi. Sin da piccoli siamo sempre stati uniti ed è grazie a loro che la mia femminilità si è espressa con naturalezza. Con una lista della spesa infinita, vado al supermercato più vicino a comprare le tantissime cose che avremmo poche ore dopo mangiato. Si sa, la tradizione partenopea impone il pesce per la Vigilia. Inutile sottolineare che a me il pesce piace tantissimo. Carica di buste pesanti uno dei commessi del supermercato si avvicina chiedendomi se avessi bisogno di aiuto.
Mentre ero in ginocchio per prendere l’ennesima busta, alzo lo sguardo e vedo bene l’aitante e gentile ragazzo: gambe da calciatore iper muscolose, barba nera folta, occhi scuri profondi, capelli corti corvini e data la posizione in cui sono, non posso non notare un bel pacco gonfio dei jeans attillati e sdruciti che spuntano sotto il camice.
Così mi accompagna in garage con le cento buste della spesa con dentro cibo per sfamare un reggimento, come giustamente mi fa notare il commesso. Mentre ero piegata a novanta gradi sul sedile della macchina per sistemare le buste, offro alla vista del ragazzo tutto il mio lato B coperto a malapena da uno striminzito tanga.
“Non so come ringraziarti…” mentre seduta sul sedile fisso il suo pacco sempre più gonfio. Così, nel silenzio carico di erotismo che si era creato, mi avvinghio alle sue gambe possenti, lo avvicino e gli apro bottone dopo bottone i jeans, liberando un cazzone durissimo di almeno 20 centimetri che inizio a succhiare avidamente mentre sento, ad ogni risucchio, gli ansimi di puro godimento del ragazzo. Nell’estasi più totale, noncuranti che qualcuno potesse vederci, mi scarica in gola tutto il suo piacere abbondante che ingoio fino all’ultima goccia, ripulendolo bene bene.
“Che regalo di Natale che mi hai fatto! Perché non vieni a chiusura stasera che coinvolgo anche altri commessi del reparto?” mi dice guardandomi con un volto illuminato da un grande sorriso.
“Ho i parenti a casa, al massimo torno il 27…”.
Ci salutiamo ed io torno a casa per preparare la cena.
Con una biancheria super sexy ed un vestitino nero di paillettes accolgo la famiglia. Mio cugino Carabiniere con moglie e figlio piccolo; l’altro mio cugino dell’Esercito con moglie e figlio appena nato; gli zii con le rispettive consorti.
“Voi pensate ai bimbi che noi aiutiamo Giadina a cucinare” dice mio cugino Carabiniere. La scusa era buona per strusciare al mio culetto già bagnato di desiderio, i loro cazzoni duri come il marmo.
“Non ci posso credere: ho dimenticato aglio e prezzemolo. Mo’come facciamo?” Dico io.
“Non preoccuparti, zio continua a cucinare per noi e ti accompagniamo al supermercato al volo” dice mio cugino con il suo sorrisetto malizioso e complice.
Neanche il tempo di scendere in garage che, con la sarracinesca aperta il suo Cazzone mi sfondava il culo mentre l’altro era tra le mie labbra sempre avide e vogliose di ingoiare. Sono da sempre la loro troia preferita ed avevano conservato tutto il loro seme per farmelo gustare tutto. Infatti dopo poco mi riempirono con una quantità incredibile di schizzi potenti.
Andiamo al volo al supermercato, dico loro di aspettarmi in garage mentre io vado a comprare quello che mi manca. Sorrido frettolosamente al commesso “munto” poche ore prima, pago e prendo l’ascensore per andare in garage. In quel momento entrano il commesso con altri tre colleghi. Sono circondata.
“Non andrai di fretta! Abbiamo tutti il Cazzone in tiro e ora fai la nostra troia” dice il commesso che blocca l’ascensore ed in pochi secondi mi infila il cazzo in gola mentre un altro si fa strada nella mia fichetta anale.
“Sta troia è già bagnata. Hai preso cazzo fino ad ora?” Esclama eccitatissimo mentre mi fa sentire con tutta la forza i suoi venti centimetri dentro.
“Tieni la sborra, puttana!” ed in pochi istanti gli altri si sostituiscono ai primi ancora più eccitati dalla situazione.
“Sei proprio una troia, eh! Quanto ti piace il cazzo, eh?” e scaricano anche loro il piacere del loro godimento.
“Questo è il mio numero, domani dopo il pranzo, veniamo a smaltire da te, troia!”.
Torno alla macchina piena di sborra ed un po’ scomposta, cosa che subito viene notata dai miei cugini.
“Ti hanno scopata?” Chiede assertivo mio cugino Carabiniere.
“A Giada, la nostra cuginetta preferita piace il pesce, lo sai” risponde l’altro che conclude “Guido io”.
Il tragitto tra supermercato e casa lo passo con il cazzo in gola da succhiare di uno e le mani dell’altro che mi aprono la fichetta che già grondava di piacere. Il tempo di parcheggiare che uno mi sborra in gola e l’altro, nuovamente mi riempie la fichetta col suo Cazzone una volta parcheggiati in garage.
Ben otto sborrate dentro di me in pochi minuti.
Ero in paradiso.
Torno ai fornelli come se nulla fosse e mentre cucino parlo con la moglie di uno dei miei cugini del più o del meno.
Mi fa impazzire pensare di essere con la pancia piena del seme del marito senza che neanche il sospetto sfiori la mente delle compagne.
Come tutti gli anni, a tavola i miei cugini si siederanno alla mia destra ed alla mia sinistra, con le mogli di fronte ad occuparsi dei figli; così tra una chiacchiera e l’altra, mi prendono la mano per farmi sentire i loro cazzoni sempre duri senza che nessuno si accorga di niente. Per non parlare della cucina, stretta e piena di mobili, che ci costringe a strusciarci di continuo mantenendo sempre alta l’eccitazione.
Penso tra me e me che siamo solo alla Vigilia e la nottata è ancora lunga. Quale miglior modo per passare il Natale se non in famiglia?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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