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Prime Esperienze

01 - Fughe e ritorni - Prologo


di Coppia-Curiosa90
06.10.2024    |    3.057    |    28 9.7
"Siamo volati sulle scale verso il mio appartamento e gli ho aperto la porta della mia camera da letto..."
Mi chiamo Carla, sono una quasi trentacinquenne e da molti anni vivo una storia d'amore con quello che ritengo l'uomo della mia vita.
Abbiamo attraversato periodo lieti ed altri più turbolenti, come accade a molti, ma nell'ultimo periodo è successo qualcosa al nostro rapporto che lo ha reso davvero speciale e, secondo quello che potrebbero pensare alcuni, singolare.
Per raccontarvi tutto però dovremmo fare un salto indietro nel tempo di circa quindici anni: siamo nei primi anni duemila ed è qui che il mio presente mette radici.
Ho poco più di vent'anni, fresca di laurea, con un contratto per lavorare in un'azienda di buon livello e pronta a conquistarmi la mia indipendenza sotto tutti i fronti: una situazione ideale, ed invece un punto debole c'è, e mi pesa parecchio, perché la qualità della mia vita sentimentale è sotto le scarpe.
Qualche mese prima avevo cominciato a frequentare un ragazzo, Giulio, figlio di amici di famiglia, con il quale ci conoscevamo già da tempo e per cui, alle superiori, avevo avuto una bella cotta.
Carino, con un bel fisico da atleta e sicuro di sé il giusto senza mai essere troppo arrogante o presuntuoso, aveva suscitato il mio interesse tra i banchi di scuola, ma non c'era mai stato nulla di concreto.
Quell'estate invece è successo qualcosa di differente. Ci siamo incontrati nuovamente ad una festa tra amici, venivamo entrambi da alcune brevi storie deludenti ed ambivamo ad una svolta emotiva. Quella sera è stata un vortice di passione covata a lungo che trovava finalmente la sua libera espressione: in poche ore siamo passati dal primo sguardo al sedile posteriore della sua auto.
Di quel primo incontro ricordo l'impazienza di trovare un luogo adatto per la nostra intimità, l'emozione di averlo accanto e di essere soli nella penombra, tra quei vigneti silenziosi, la soddisfazione di scoprire reciprocamente i nostri corpi, di vedere quegli addominali così perfetti sui cui solchi far scorrere le dita, le sue mani che sostenevano i miei seni mentre ci baciavamo e che poi accompagnavano i miei fianchi verso il suo bacino.
Abbiamo fatto un amore intenso, semplice e diretto, ed ho goduto come non mi capitava da tempo.
Le cose un po’ particolari, quelle concessioni a richieste fuori dall'ordinario a cui ero abituata sono venute col tempo, quando abbiamo cominciato ad affinare la nostra sintonia.
Ricordo quando l'ho aiutato nel trasloco verso il suo primo appartamento. Abbiamo scaricato e svuotato scatoloni tutto il giorno, pulito e riordinato, ed a sera eravamo sudati, stanchi ma soddisfatti.
"Ci facciamo una doccia?" mi dice, "Ti seguo", gli rispondo io. Ci siamo spogliati a vicenda ed entrati insieme sotto l'acqua tiepida. Volevo rendere speciale quel giorno che poteva segnare per noi un inizio diverso.
Lui aveva un'attenzione particolare per i miei seni prosperosi: li baciava a lungo, li massaggiava e giocava con i miei capezzoli. Inoltre, mentre gli leccavo il sesso, durante i preliminari, spesso indugiava nella mia bocca, cercando di trattenermi dal rilasciarlo, ma poi alla fine riservavo il finale per una classica missionaria. Sapevo come avrei potuto rendere unica quella situazione.
Nella doccia lui è già ben emozionato. Mi sono inginocchiata ed ho preso il suo sesso tra i miei seni, avvolgendolo e cominciando a massaggiarlo con quelle masse importanti. Il suo cazzo scompariva tra le tette, lasciando affiorare ritmicamente la cappella.
Cominciai a baciargliela e poi a succhiargliela, mentre l'acqua scrosciava sulle mie spalle e poi giù, verso l'incavo dei miei seni, lubrificando quella manovra.
Giulio apprezzava, eccome! Aveva portato le sue mani alla mia nuca ed accompagnava i miei movimenti coordinandoli ai suoi.
Sentivo prossima la sua massima eccitazione: riconoscevo ormai quelle variazioni nel ritmo delle sue spinte.
Senza dire nulla lasciai cadere i seni pesanti dalle mani e mi dedicai completamente al suo sesso con la mia bocca: scendevo lungo l'asta fin quasi ad ingoiarlo tutto e poi risalivo, scivolando più lentamente sulla cappella ed applicando una pressione maggiore con le labbra.
Poco dopo sentii la presa delle sue mani irrigidirsi dietro la mia nuca e sulle spalle e forse si aspettava che mi allontanassi dal suo sesso, ma invece rimasi lì ad accogliere tutta la sua venuta.
Era la prima volta che ingoiavo e non riuscii a contenere tutto perché, quasi con un colpo di coda, un ultimo fiotto mi prese alla sprovvista: una parte colò dalle mie labbra e finì sul décolleté. Lo raccolsi con le dita guardandolo maliziosa negli occhi, oltre la pioggia della doccia, e portando tutto alla mia lingua.
Abbiamo avuto altre notti intense in quell'appartamento, e gli schizzi sono arrivati numerosi sui miei seni e sul mio viso, ma so che si ricorda ancora molto bene quel benvenuto nella prima casa.
Ci siamo amati per mesi, ma oltre alle gioie del letto, non ho vissuto quella svolta che mi aspettavo dal nostro rapporto. Ne abbiamo parlato a lungo e mi sembrava sempre che potessimo fare un passo in più come coppia, ma quel passo non è mai arrivato, e così, con un'enorme tristezza nel cuore, ho deciso di chiudere la mia storia con Giulio.
Mi presentai all'anno nuovo con un umore triste e con tutte le mie speranze amorose al minimo storico.
Le mie amiche cercavano di smuovere questo grigiore coinvolgendomi nelle loro uscite, e per fortuna che molte di loro erano single, altrimenti non sarei sopravvissuta emotivamente a tutte quelle serate con coppie.
Se con Giulio è avvenuto tutto in un attimo, con i ragazzi che incontravo ero molto più prudente. Credo che alcuni mi ritenessero pure acida per certe battute affilate, ma cercavo di scremare quelli che puntavano solo una quinta generosa, da quelli che riuscivano a guardarmi negli occhi per più tempo.
Non è che mi aspettassi molto ormai dai ventenni, ma pure quando ho incontrato uomini più maturi, era difficile cambiare musica.
Tra i tanti incontri di quel periodo c'è Marco, l'amico di una mia ex compagna di scuola che era tornato in zona dopo aver lavorato fuori regione per qualche tempo.
La sera in cui lo conosco, complice una giornataccia al lavoro, ero particolarmente caustica e rispondo picche ad ogni suo tentativo di avvicinamento. Lui cerca anche di smorzare il mio malumore, ed apprezzo lo sforzo, ma alla fine lo tengo a distanza.
Abbiamo occasione di incontrarci ad altre uscite in compagnia, e devo averlo davvero incuriosito, perché, pur senza essere invadente, fa in modo di essere più volte coinvolto nelle mie conversazioni. Intuisco facilmente l'obbiettivo delle sue premure, ma faccio in modo di non dargli mai troppa corda.
Alla lunga capisce che forse non è la strada giusta e così, poco alla volta la frequenza dei nostri scambi di battute si riduce, anche se la sua presenza in compagnia è ormai una costante.
Avverto questa sua assenza, ed un po’ me ne dispiace perché era una coccola di cui avevo bisogno dopo la storia con Giulio, ma forse sarebbe stato un piccolo disappunto che mi sarei lasciata alle spalle se non ci fosse stata quella grigliata al fiume.
Tutti quanti per l'inizio dell'estate a fare un grande barbecue: l'ideale per iniziare la bella stagione in festa.
Qualcuno ha avuto l'idea dei gavettoni, e anche se il clima non è dei più caldi, partono le prime bombe d'acqua, quasi esclusivamente tra i ragazzi, 'sti scemi.
Due secchiate prendono anche Marco che si ritrova la maglietta tutta attaccata al corpo. Non serviva grande fantasia per riconoscere un gran bel fisico ed intuire la sequenza dei suoi addominali. È stata una piacevole sorpresa, ed anche il cambio di vestiti prima di andarcene tutti mi ha regalato una vista degna di nota. Così, per togliermi di dosso quella fama di acida, prima di rientrare, mi sono avvicinata e gli ho chiesto se potesse darmi un passaggio a casa perché l'amica con cui ero venuta aveva altri giri da fare.
Mi ha accompagnato a casa varie volte quell'estate dalle nostre uscite di gruppo, ed abbiamo imparato a conoscerci ed a sentire una certa affinità, così è stato naturale accettare finalmente il suo invito a cena.
E' stata una serata allegra, di grande complicità, e quando al ritorno mi ha accompagnato, come sempre al portone di casa, una volta aperto gli ho preso le mani accompagnandolo nell'atrio, dove ci siamo baciati per la prima volta. Siamo volati sulle scale verso il mio appartamento e gli ho aperto la porta della mia camera da letto.
Le sue mani scorrevano sui miei vestiti liberando ogni tipo di bottone o zip che permettesse ad un qualsiasi pezzo di stoffa di separare il calore della nostra pelle.
Ho percorso quei bellissimi addominali con le dita e la lingua, scendendo fino al suo ventre e poi più in giù, per abbracciare tra le labbra la sua verga tesa.
Mi ha fatto rialzare e mi ha abbracciato per baciarmi: sentivo i miei seni stretti contro il suo petto, ed il contatto tra i nostri corpi mi riempiva di eccitazione. Mi ha distesa sul letto supina ed ha cominciato a baciarmi sul collo, scendendo verso i seni. Con la lingua ed i baci misurava tutta la loro estensione, avvicinandosi sempre più ai capezzoli. L'attesa di sentirmeli succhiare era una deliziosa tortura che sembrava essere senza fine. Ho sospirato quando le sue mani hanno raccolto le mie tette e le hanno avvicinate alla sua bocca: finalmente! È stato un misto di piacere e leggero dolore sentirseli stringere tra le labbra. Poi la sua bocca ha preso un'altra direzione, sempre più a Sud. Sapevo dove voleva arrivare e non lo avrei mai fermato. La sua lingua ha circumnavigato il mio sesso e poi ha affondato nel tepore della mia fica.
Muoveva la lingua sulle pareti, scontrandosi con le mie parti più sensibili e poi usciva per leccare la pelle liscia che circonda il mio sesso: anelavo il suo ritorno a stuzzicare i miei sensi.
Le sue mani avevano raggiunto i miei seni e presero a stringere i miei capezzoli: di nuovo quella pressione tra piacere e dolore.
Non resistetti a lungo ed esplosi in una sequenza incontrollata di ansimi: con l'orgasmo il suo continuo leccare era diventato insostenibile e sconvolgeva le mie zone erogene così sensibili e sconvolte. Cercavo di divincolarmi ma i miei movimenti di bacino non lo allontanavano e lo facevano penetrare con la lingua sempre più, finché non abbandonò la presa per affondare con tutto il suo membro dentro di me. Le mie labbra pulsavano di piacere ed avvolgevano il suo cazzo. Ero persa di lui che si stava perdendo dentro di me.
Prima che venisse portai il suo sesso verso le mie labbra per assaporare il vero dolce di quella serata. Le nostre essenze mescolate insieme furono per me il gusto che segnava un nuovo inizio.
Dopo aver fatto l'amore ci abbracciammo: un abbraccio che non abbiamo più sciolto in questi quindici anni, pur dovendo affrontare tanti alti e bassi, fughe e ritorni, come può accadere a tante coppie.

Continua…
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