trio
Un terzo per una coppia? Al supermercato.
di acquainbocca50
20.12.2024 |
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"Ci guardò entrambi e disse:
“Bene, ragazzi, ricominciamo?”
E come una pantera scivolò tra noi due..."
Non era il loro solito supermercato, e questa è stata la prima mossa. Lontano da tutte quelle facce che di solito incontravano quando facevano la spesa. Un luogo diverso offriva loro quella libertà che desideravano. Anna e Andrea entrarono con l’aria di chi cerca solo del buon vino e qualche ingrediente per il sabato sera. Io ero dietro di loro quando la porta automatica si richiuse alle nostre spalle. Era la prima volta che li vedevo nel mio supermercato. Sentii lei sussurrare;"E adesso?"
"Osserviamo," gli rispose lui, afferrando un cestino.
Lei non mi sembrava convinta. Ho pensato quindi che fosse stato lui a provare un nuovo posto per fare la spesa. In quel momento ignoravo il vero motivo per cui erano lì. Adesso lo so. Anna era perplessa perché rimorchiare qualcuno in un supermercato non è facile. Tutti siamo chiusi nelle nostre bolle, intenti a spingere carrelli e spuntare liste. Sì, il motivo per cui erano lì era proprio per rimorchiare qualcuno. Da qualche tempo erano caduti in una sorta di stasi sessuale. Capita in una coppia di lunga durata, ma Andrea non era quel tipo di persona che sperava che il tempo rimettesse le cose al loro posto. Lui la soluzione l’aveva già in mente per combattere quello stallo: Il threesome, ossia il sesso a tre.
In ogni matrimonio arriva un momento in cui certe fantasie sessuali, che sono state tenute segrete per paura dell'impatto che potrebbero avere sulla propria vita coniugale, esigono di uscire allo scoperto. Quello era il momento per Andrea. La sua fantasia sessuale segreta che covava da tempo nella sua mente era quello di inserire un terzo nella loro coppia. Ma come si fa – si chiedeva - a proporre un’idea così delicata al proprio partner senza rischiare di creare tensioni o malintesi? Per un mese intero Andrea pensò a come avrebbe dovuto iniziare la conversazione con Anna, ma era così terribilmente difficile trovare le parole giuste, anche perché non ne avevano mai parlato prima e temeva la reazione di Anna. La sorte gli venne incontro. Una sera in tv trasmettevano un servizio che affrontava le ultime strade del sesso, tra cui il threesome. Lui la guardava sottecchi ma lo sguardo di lei era impenetrabile. Sembrava che non cogliesse nessun interesse. Tuttavia, quella rappresentava una vera occasione da cogliere e, dopo un respiro profondo, si lanciò, seppur con difficoltà e imbarazzo:
- “Dovremmo farlo anche noi un giorno.” – disse con tono scherzoso.
Lei si girò verso di lui e lo guardò come se volesse leggergli dentro. Poi si girò di nuovo verso la televisione.
- “Mai dire mai” – continuò Andrea con tono leggero, nel tentativo di provocare una sua reazione.
Lei si girò di nuovo verso di lui.
- “Stai dicendo sul serio?” – disse.
Per un attimo fu tentato di dire di sì ma non ne ebbe il coraggio.
- “Ma no, era solo un gioco per provocarti.” – disse con un finto sorriso.
Lei si girò ancora una volta verso la televisione.
Alla fine del programma andarono a letto, ma Andrea non riusciva a prendere sonno. Aveva una smania dentro. Guardava sua moglie che dormiva. La pensava in mezzo tra lui e l’altro, le loro mani che accarezzavano il corpo di lei, le mani di lui sui seni di Anna, che scendevano giù tra le sue cosce e capì che non avrebbe rinunciato a quella fantasia, che sarebbe andato avanti, costi quel che costi. Doveva solo trovare quelle maledette parole per farle capire quanto sarebbe stato bello farlo.
Un sabato sera stavano facendo l’amore. Lui sopra e dentro di lei. Anna, inaspettatamente, lo fissò negli occhi e gli chiese se davvero stesse giocando quando aveva parlato del sesso a tre. Andrea ebbe un sussulto. Quella domanda dimostrava che aveva fatto centro. Adesso occorreva dire la frase giusta per non rovinare tutto:
- “Sai che non farei mai nulla senza che tu lo voglia” – disse – “però… no, non era un gioco…”
- “Davvero ti piacerebbe che io… scopassi con un altro uomo?” – disse.
Dicono che le parole siano il migliore afrodisiaco per le donne. Andrea, dopo aver preso fiato, si avvicinò al suo orecchio e scandii bene le parole: “Mi eccita da impazzire vederti scopare con un uomo.”
Improvvisamente un’ondata di calore li travolse. Andrea l’afferrò per i polsi e allargò le braccia verso l'alto. Poi buttandosi sopra di lei allargò le sue gambe aiutandosi con le ginocchia e la penetrò.
- “Chiudi gli occhi” – disse mentre la scopava – “Immagina che stai scopando con un altro. Ti piace?”
Anna chiuse gli occhi e sibilando disse: “sììì”.
Vennero insieme. Nei minuti che seguirono non parlarono perché dovevano recuperare il fiato. Non erano più giovanissimi, Andrea aveva superato i sessanta da un bel po’ mentre Anna era nel mezzo dei suoi cinquanta. La mente di Andrea era già attiva: Il primo ostacolo era stato superato. Bisognava adesso trovare il tipo giusto. Si addormentò fiducioso.
Trovare un terzo non era così facile. Non sapevano bene entrambi cosa cercassero ma sapevano cosa non volessero. Non volevano palestrati, lampadati, ipertatuati, vanitosi, egocentrici, pretenziosi e cafoni. Inoltre, doveva essere, più o meno, un loro coetaneo e uno sconosciuto. E come se non bastasse, niente colleghi di lavoro, né conoscenti di palestra, niente amici, né conoscenti, né gente vicina. Il cerchio si era ristretto di parecchio, tanto che si chiedevano se avessero mai trasformato quella fantasia in realtà. Poi, un giorno, Andrea ebbe l’idea del supermercato fuori dai loro radar. Anna non era affatto convinta:
“Come fai a rimorchiare una persona in un supermercato?” - gli disse.
"Beh, la prima regola è trovare un argomento di contatto. Avvicinarsi con passo lento e dire qualcosa che non sembri forzato.”
“Sì, con passo lento. E magari chiedergli quale pacco di fusilli ci suggerisce. Ma da, mi stai prendendo in giro?
“Il pacco di fusilli non è male. Potremmo dirgli: Sa, cerchiamo qualcosa di diverso. A volte cambiare marca può essere... più emozionante di quanto sembri. Eh, che ne dici?”
“Ci vai da solo al supermercato…” – disse Anna con fastidio.
“Dai, sto scherzando, però se mi trovi un’alternativa migliore, io lo tronco subito.”
“Non ce l’ho un’alternativa.”
“E allora fai fare a me.” – disse Andrea.
“Ed è proprio quello che mi preoccupa.”
“Spiritosa. Comunque, tentare non costa nulla e magari troviamo anche della roba scontata.
Naturalmente io non sapevo nulla di tutto questo quando sono entrato insieme a loro. Una volta entrati i nostri corridoi si sono divisi. Dopo un po’, avevo lasciato per un attimo il carrello per prendere un prodotto da uno scaffale. Al ritorno mi ero ritrovato del pesce nel carrello. Per la precisione, una confezione di triglie. Per un attimo ho pensato di aver sbagliato carrello, ma dopo uno sguardo sui prodotti scelti, ho capito che quello era il mio, mentre le triglie non lo erano. Mi sono guardato intorno e dietro di me c’era proprio la coppia con cui ero entrato. Mi sono avvicinato e ho chiesto se le triglie fossero loro. In quel momento non feci caso al viso di lei, che era diventato rosso come un peperone. Lui invece scoppiò in una fragorosa risata.
“Mi scusi, credo di aver sbagliato carrello.” – disse ridendo.
“Succede.” – ho risposto sorridendo.
“Lei viene spesso qui? - mi ha chiesto Andrea.
“Sì, faccio qui la spesa. Ha bisogno di qualche informazione?”
“Sì, grazie, è la prima volta che veniamo qui e, vorrei chiederle, il pesce qui è fresco?
“Io ho il mio negozio di pesci preferito e raramente lo compro qui, ma quelle volte che l’ho comprato, sono rimasto soddisfatto. Se posso darvi un consiglio” – dissi, puntando il dito sullo scaffale dei vini dietro di loro - quel Donnafugata è perfetto per abbinarlo al pesce.
"Sì? Bene, lo prendo, seguiremo il suo consiglio.” – disse Andrea. - Sa, a volte organizziamo cene un po’ improvvisate. Ci piace invitare persone nuove, scoprire gusti diversi. Stavamo organizzando per domani. Se le va, è invitato.
Fino a quel momento non mi ero accorto di nulla. Mi avevano coinvolto con leggerezza e l'interazione era avvenuta in modo del tutto naturale. Adesso però mi chiedevo se mi stessero rimorchiando.
“Certo. Con piacere. Cosa porto? – dissi.
“Un’altra bottiglia di Donnafugata.” – disse Andrea sorridendo. – “Su, dammi il tuo numero e ci sentiamo domani per dirti quando e dove.” – disse, passando al tu.
Glielo diedi.
“Bene, abbiamo tutto allora. Ci manca soltanto qualcuno che porti un po’ di…sapore alla serata.” – disse Andra ammiccando.
Il giorno dopo Andrea mi chiamò:
“Sei libero stasera?” – disse.
Risposi di sì.
“Bene, vediamoci domani alle sette davanti al bar xxxxxx. Lo conosci?”
“Sì, certo.”
“Cosa indosserai?”
“Camicia bianca e giacca blu. Sotto, jeans.”
“Bene. A domani. Ciao”.
Il giorno seguente, profumato di doccia e con barba appena fatta, ero davanti al bar. Con appena cinque minuti di ritardo Andrea si fermò davanti a me e mi disse: “Sei tu?”
“Sono io” – dissi.
Mi fece cenno di salire. Anna non c’era. Ci presentammo e chiacchierammo un po’ per rompere il ghiaccio. Dopo un quarto d’ora arrivammo nella loro casa al mare. Entrammo e ci sedemmo su un divano continuando a conversare. Alcuni minuti dopo entrò nel salone Anna. Era bellissima. Un look sexy ma elegante e raffinato. Indossava un abito nero poco sopra il ginocchio, in tessuto avvolgente e con una scollatura a v che le fasciava il seno. Si avvicinò a me e mi baciò sulle guance, poi ci invitò a sederci a tavola: La cena era pronta.
Ci sedemmo e iniziammo a cenare. Davanti a quella tavola imbandita e grazie anche al Donnafugata la tensione lentamente si sgonfiò. La cena si svolse in modo allegro. Andrea propose un brindisi alla nostra nuova amicizia. Toccammo i bicchieri e bevemmo, poi Andrea prese per mano sua moglie e si diressero verso una camera in fondo al corridoio.
“Vieni” – mi disse lui. Li seguì.
Entrammo in camera da letto. Anna e Andrea si baciarono, le mani di lei gli afferrarono il sedere, quelle di lui le accarezzavano su e giù le braccia. In un angolo c’era una poltrona e mi sedetti.
Si spogliarono lasciando scivolare gli indumenti sul pavimento poi, completamente nudi, si buttarono sul letto che rimbalzò sotto la foga dei loro corpi. Ero estasiato. Non mi ero mai trovato in una situazione del genere ed era davvero eccitante. Andrea era sdraiato a pancia in su e Anna si sedette sulla sua bocca. Oh, che deliziosa visone! Vedevo la sua bella schiena nuda contorcersi per il piacere mentre le mani di Andrea le afferravano le chiappe e la sua bocca si riempiva degli umori di lei. Rimasero così per dieci minuti buoni, poi le si scostò e si sdraiò accanto a lui e davanti a me. Mi guardò e aprì le gambe piegando le ginocchia e tenendo le piante dei piedi sul letto.
“Ne vuoi un po’ anche tu? – mi disse.
“Sì” – dissi. Tolsi la giacca e la camicia e scivolai tra le gambe di lei. Anna le aprì ancora di più e vidi la sua figa schiudersi davanti ai miei occhi come una rosa. L’annusai profondamente. Profumo di donna. Lei ansimò. Infilai piano la lingua dentro la sua fessura. Era calda, umida e accogliente. Succhiai le sue piccole labbra e ne assaporai gli umori. Tirai fuori la lingua. Volevo gustarmela a poco a poco, prendermi tutto il tempo necessario, a lei però questo non piacque e con entrambe le mani mi afferrò i capelli tirandoli verso la sua figa. La leccai, la baciai, la succhiai. Misi un dito dentro, poi un secondo e poi, quando i suoi gemiti aumentarono, un terzo. Muovevo le dita avanti e indietro ed era bello guardarle in viso il piacere che provava.
Andrea, nel frattempo, le accarezzava un seno e lo baciava.
“Vieni su.” – mi disse. “Guarda quanto sono belli e sodi i seni di mia moglie. Ne ho lasciato uno tutto per te” Una bella tetta non si rifiuta. Lasciai quel paradiso in terra e mi tirai su. Con una mano accarezzai il tenero seno di Anna e mi feci strada intorno ai capezzoli, avvicinandomi sempre di più finché non li strinsi delicatamente con le dita. La sua mano si spostò sulla mia patta. Tirò giù la zip e infilò la mano. Afferrò il cazzo e lo tirò fuori. Ad un tratto Andrea rotolò sopra di lei e la penetrò con forza. Anna gli cinse i fianchi con le gambe e trattenne il respiro. Ancora una volta li stavo osservando. Quando Andrea stava per raggiungere l’orgasmo provò a ritirarsi perché e non voleva godere subito, ma Anna non lo lasciò andare difendendo ferocemente il proprio diritto al piacere e così godettero entrambi nello stesso momento. Andrea si staccò dal corpo di Anna ansimando profondamente. Anna si volse verso di me.
“Poverino, ci penso io a te.” Non parlava a me ma al mio cazzo che non aveva mia lasciato. Lo afferrò alla base e lo baciò sulla punta, poi tirò fuori la lingua e la passò con gusto sulla mia cappella. La sua mano iniziò a muoversi su e giù e la lingua mi leccava adesso in su, come se fosse un cono gelato. Poi, spalancò la bocca e lo infilò dentro. Il calore della sua bocca mi fece grugnire sonoramente. Strinsi le lenzuola con i pugni per provare a calmarmi ma lei continuava a leccare ogni centimetro del mio cazzo mentre la sua mano mi avvolgeva le palle e le faceva roteare nel suo palmo. Per un attimo mi guardò e in quello sguardo io persi ogni speranza di resistenza. Lei lo capì e succhiò, succhiò finché mi si bloccò il respiro. Stavo venendo, cazzo. Strinsi la sua spalla per avvertirla, ma lei continuò ancora più forte e Bum. Fu come una esplosione di piacere che mi frantumò tutto il corpo. Ci fu un silenzio di circa cinque minuti. Stavamo assaporando fino in fondo i postumi dell’orgasmo. Poi, Anna si alzò e andò in bagno lasciando sul letto due over sessantenni, nudi, coi cazzi penzolanti, privi di energia ma appagati.
Andrea volse lentamente la testa verso di me:
“Soddisfatto?” – disse sorridendo.
“Più che soddisfatto. È stato come un viaggio su Marte.”
“Bene.”
Abbiamo chiacchierato del più e del meno finché non è ritornata lei dal bagno. Era ancora nuda nella sua bellezza. Ci guardò entrambi e disse:
“Bene, ragazzi, ricominciamo?”
E come una pantera scivolò tra noi due.
Oh, cazzo!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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